Fuck the distance.


"Dammi due giorni di tempo per pensare a come risolvere il problema della distanza. Se trovo la soluzione continuiamo a stare insieme; se non la trovo, ci dobbiamo salutare" le disse Lucas. 
Erano quasi un mese che la loro storia andava avanti così, appesa ad un filo. Una storia ostacolata dalla lontananza, cosa che, come si poteva vedere, Lucas non sopportava. Alice invece riusciva a contenersi di più; piangeva, sì, quasi tutte le sere prima di andare a dormire, ma spesso non glielo diceva, per evitare che lui potesse trovare le lacrime come un'altra scusa per lasciarla. 
Forse lui non provava più nulla, forse ha avuto quelle due settimane di innamoramento, se così si poteva chiamare, solo in vacanza, solo quando la vedeva e le stava accanto; così, una volta tornato a casa, gli passò tutto. Questo era il pensiero di Alice e ne era più che convinta.
I due giorni passarono, nessuno dei due si faceva sentire: Alice era troppo distrutta e non fece altro che sperare che Lucas quella soluzione la trovasse. Non faceva altro che pensare e ricordare i loro bei momenti insieme. Sapeva che non c'era modo di andare avanti; perché, se davvero lui voleva continuare a stare con lei, la soluzione l'avrebbe trovata anche prima. Non era stupida, aveva capito, ma quel briciolo di speranza ce l'aveva ancora.
Andò su Facebook, il pomeriggio del secondo giorno, e vide che lui passò da "sposato" a "single". Le cadde il mondo addosso. Lucas non aveva avuto il coraggio di dirle le cose in faccia, aspettava che lei andasse a vedere il suo stato su uno stupido social network, pensava che sarebbe stato più facile. Ma Alice, giustamente, gli chiese spiegazioni. 
"La soluzione non l'ho trovata" fu l'unica scusa da parte dell'ormai ex ragazzo.
Velocemente passarono due mesi, tra lacrime, ricordi, lacrime, ricordi, e Lucas si trovò un'altra ragazza. Alice si autoconvinceva di aver superato la sua storia con Lucas, ma mentre la testa le diceva "sì, ho dimenticato" il cuore urlava che lei lo amava ancora. Non poteva farci niente, ma di piangere non le andava proprio, soprattutto per uno come lui.
Passò un'altro mese e mezzo e per Lucas finì anche la storia con la bionda. Alice sperava che lui tornasse da lei, ma per i tre mesi successivi non successe nulla, non si sentirono.
Per due volte, verso la primavera, Lucas le scrisse in chat, ma lei era più fredda che mai, anche se la voglia di raccontargli il suo stato d'animo era quasi incontrollabile. Ma Alice doveva farcela, doveva resistere, per sé stessa.
Arrivò luglio e il giorno del compleanno di Lucas. Alice non lo odiava, aveva superato da tempo quella fase, e, con la sua coscienza pulita, gli fece gli auguri. Lui le rispose subito, lei si sentì importante, quasi come se lui stesse proprio aspettando il suo messaggio di auguri; però, Alice, con la solita testa sulle spalle, decise di non illudersi e di pensare che erano solo amici, almeno per il momento.
Da quel giorno non smisero di messaggiare, di dirsi quanto si mancavano, quanto si volevano bene, quanto erano gelosi l'uno dell'altra, nonostante tutto. Non toccarono mai l'argomento "perché ci siamo lasciati?", forse non era il caso di parlarne, avrebbero rovinato tutto.
Agosto, cinque agosto, ore otto di mattina. Alice era in vacanza da un giorno e non aspettava altro che vederlo, lui arrivò.
Si videro, si abbracciarono, si strinsero, si sorrisero. Dopo dieci mesi ci fu un contatto, un gesto d'affetto. Del tutto nuovo, inaspettato, ma desiderato.
"Come stai?" le chiese lui.
"Bene" rispose arrossendo lei.
Capirono che non avevano smesso di amarsi. 
Quattro giorni dopo tornarono insieme, per poi promettersi di amarsi per tutta la vita.