Kayge
(NDA si legge Keyg, con la g dolce, tipo fagiolo.
Giusto per evitare errori di
lettura) stava passeggiando per il centro di York Shin, ben consapevole
del
fatto di essere seguita da qualcuno che non conosceva.
Non poteva rischiare di
farsi scoprire allargando la sua aura, quindi si limitava a girare a
vuoto,
sperando che il suo misterioso inseguitore si stancasse e lasciasse
perdere.
Speranza piuttosto vana, direi.
Kayge era una ragazza di diciotto anni, con dei
lunghi capelli dorati e degli spettacolari occhi blu, che non viveva a
York
Shin, ma piuttosto viaggiava per il mondo, alla perenne ricerca di
resti
antichi da scoprire, esplorare ed analizzare.
Era infatti un’archeologa e, dopo
che aveva superato l’esame Hunter, cinque anni prima, ed aver
sviluppato il
nen, aveva deciso di mettersi alla ricerca delle rovine perdute di
Neron, una
città antica che si dice fosse la chiave della
civiltà perduta di un tempo.
Ma
ora basta parlare delle sue ambizioni, un tizio la stava seguendo,
dannazione!
Decise
in fine di affrontare lo sconosciuto, quindi iniziò, con
interminabili
giri tra i vicoli, ad uscire dalla zona residenziale, dirigendosi
piuttosto
verso la parte abbandonata della città.
Dopo un buon quarto d’ora di cammino si
trovò tra dei palazzi abbandonati.
Nessuno in vista. Ma Kayge era sicura che lui
fossi lì, lo sentiva, anche senza
dover usare i suoi poteri.
Poi si mostrò. Era un ragazzo sui vent’anni,
indossava un cappotto lucido blu, bordato di rosso, con il collo alto
che lo
copriva fino a sopra il naso. Aveva i capelli blu scuro sparati verso
il basso,
gli occhi erano dorati e dal taglio orientale, e in quel momento
mandavano
lampi glaciali. Era di statura più minuta rispetto ad altri
ragazzi della sua
età, ma la muscolatura era scolpita e si riusciva ad intuire
anche con il
cappotto addosso. La ragazza ebbe l’impressione di averlo
già visto da qualche
parte.
Lui sorrise glaciale, senza sprigionare nessuna emozione tranne
un’assoluta
sicurezza in sé.
Kayge si mise in guardia, lui non si mosse.
Fu la ragazza a
partire per prima all’attacco: si slanciò in
avanti con uno scatto che poteva
quasi risultare felino, cercando di colpirlo al volto, ma
all’ultimo momento
deviò per assestargli una gomitata al fianco.
Il ragazzo incassò la botta senza
subire troppi danni, ma non contrattaccò.
–Calmati, voglio solo parlare- la sua voce
era fredda come i suoi occhi.
Kayge non gli credette neppure un secondo, ma non
fiatò.
–Dovresti fare un lavoretto per il Capo...-
continuò imperterrito.
Ma
lei non apprezzò la sua spavalderia, e lo attaccò
di nuovo.
Era a pochi
centimetri da lui, quando il ragazzo si mosse. Ma si mosse
così velocemente che
lei non se ne accorse neppure, se non quando se lo ritrovò
alle spalle.
–Risposta sbagliata...- le sussurrò
all’orecchio.
In quel momento si ricordò di
dove avesse già visto quella faccia: c’era una sua
foto su un giornale che le
era capitato tra le mani qualche mese prima.
Feitan della Brigata dell’Illusione.
Non aveva una buona fama, era considerato uno crudele sadico, che
uccideva
senza pensarci due volte, senza dimenticarsi di torturarle prima di
finirle.
Chissà quante persone erano morte per mano sua...
–Se non vuoi venire con me
con le buone, dovrò costringerti con le cattive!-
E Feitan si lanciò all’attacco,
munito di un corto pugnale dalla punta leggermente ricurva.
Si muoveva
velocissimo, e Kayge non faceva in tempo a schivare un attacco che
subito ne
piovevano altri da tutte le parti.
Ma non erano diretti ai punti vitali,
evidentemente il suo avversario non voleva ucciderla.
Non fu abbastanza svelta
da schivare un colpo, e il pugnale le lacerò la
spalla.
Subito la parte colpita
si intorpidì e presto l’intero braccio era stato
paralizzato.
Sulla lama doveva
esserci un qualche tipo ti sostanza, un narcotico, e ad effetto molto
veloce
per giunta, che non lasciava scampo alla vittima, destinata a perdere
le forze
e svenire in pochi secondi.
Era un metodo sicuro ed efficace, per catturare la
preda senza ucciderla o ferirla più di tanto, ma
addormentandola in modo che
non opponesse resistenza.
Dal taglio iniziò a diffondersi un formicolio, che
raggiunse dopo poco il fianco.
Ben presto la parte superiore del corpo era
diventata inutilizzabile.
Kayge non sentiva più le braccia e la vista iniziava
ad appannarsi.
Feitan iniziò a camminare lentamente verso di lei, le labbra
incurvate in un sorrisetto cattivo.
La ragazza cercò di muoversi, di scappare
via, ma il suo corpo non rispondeva più ai comandi.
In quel momento il terrore
la pervase.
E si vedeva, bastava guardare i suoi occhi.
Si sentì avvolgere da
un intenso torpore
–Di solito non uso certi trucchetti... –
La voce di Feitan
le giunse lontana e confusa.
Le gambe non la ressero più e cadde in ginocchio.
Stava per perdere conoscenza. La mente era annebbiata dal veleno, e non
riusciva né a pensare né a cercare un modo per
salvarsi.
Il ragazzo era ormai
accanto a lei, e quando Kayge cadde all’indietro, priva di
forze, l’afferrò da
dietro le spalle e la prese in braccio, facendo passare un braccio
dietro le
spalle e uno sotto le ginocchia, con una delicatezza quasi innaturale
per un
combattente così spietato.
–Ora ti porto dagli altri...- disse.
E fu l’ultima
cosa che Kayge sentì, poi l’oscurità si
impossessò di lei e la trascinò con sé
negli abissi del sonno.
Ed
eccomi qui, con la mia prima fan-fic su HxH!
Salve
a tutti, mi chiamo Keyla (naturalmente non è vero) e adoro
Feitan (non si era
capito, vero?).
se recensiste mi fareste non felice, strafelicissima!!!
Comunque
entro breve posterò i prossimi capitoli, anche se saranno in
pochi a seguirla. Basta
uno...
Vi dico subito che questo capitolo è abbastanza corto, ma il
secondo
sarà stratosferico!
Baci a tutti quelli che sono arrivati a leggere fin qui!!!
KEYLA