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Autore: Goccia_    27/08/2012    5 recensioni
Ero esausta.
Dovevo trovare una soluzione.
Mi dispiace, ma io ti amo. E ti amo tutt'ora.
Solo, non amo il mostro che c'è in te.
O tu, o noi. Ed io ho scelto noi.
Genere: Drammatico, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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  • REMEMBER
  •  
  • Sono sotto la doccia.
  • L’acqua fredda mi scuote, suscita in me ricordi molto intensi che fino ad oggi volevo dimenticare.
  • Il suo primo tocco sulle mie mani gelide.
  • Eravamo alle giostre con le nostre comitive di amici, ed io non volevo proprio salire su quella dannata giostra.
  • -Ma su, è divertente!- continuavano a ripetere tutti.
  • -No!- continuavo ad insistere.
  • Poi si avvicinò lui, un ragazzo che non avevo mai visto.
  • Pelle chiara, capelli biondi. Occhi di un azzurro angelico, sorriso smagliante.
  • Mi sfiorò il braccio e mi catapultò dentro la navicella della giostra.          
  • -Shh..- mi disse –adesso zitta, pensa soltanto al divertimento-
  • E mise la sua mano calda e rassicurante sulle mie,fredde e tremanti.
  • L’acqua scorre ancora sul mio corpo, spazzando via in getti precisi e freddi ciò che è stato di noi.
  • I ricordi persistono, imperterriti, ad affiorarmi nella mente, come schegge di acciaio. Affilate.
  • Il nostro primo bacio.
  • Eravamo sul fiume, mano nella mano, a cantare canzoni, una rima a testa.
  • Ci sedemmo sul pontile.
  • Sentivamo i Paramore, i miei cantanti preferiti, in assoluto.
  • -But Darling, you are the only exception, you are the only exception..- canto.
  • Era la fine della canzone.
  • Mi accodai a lui.
  • Stavamo urlando a squarciagola questa canzone, ma nonostante tutto le nostre voci risuonavano insieme melodicamente, con un sinuoso movimento ritmico.
  • -YOU ARE THE ONLY EXCEPTION..- sta volta parlava.
  • Sorrisi, imbarazzata.
  • Proseguì –sul serio. Tu sei la mia unica eccezione. Mi piaci, Lana, non l’hai ancora capito?-
  • Il cuore mi palpitava a mille.
  • LUI si stava dichiarando. Finalmente!
  • Non aspettavo altro dal primo momento. Da tanto, oramai.
  • Chiusi gli occhi.
  • Lui si avvicinò lentamente.
  • Mi diede prima un semplice bacio.
  • Le sue labbra delicate sulle mie.
  • Poi i baci si fecero sempre più intensi.
  • La sua lingua stava cercando la mia, ma la mia bocca era chiusa, ancora esitante.
  • Alla fine la aprì, e le nostre lingue si fusero in un’intensa e semplice armonia.
  • Continuammo così per un po’. Mi ricordo che dopo mi riaccompagnò a casa.
  • L’acqua sta cambiando. Sta diventando fredda, come il mio cuore.
  • Da quel giorno, quel giorno maledetto, la nostra vita è rimasta intrecciata, per sempre.
  • Erano ormai sei mesi che ci frequentavamo.
  • Voleva di più, molto di più, da me.
  • Voleva fare l’amore.
  • -tu vuoi solo scopare. Tu non mi ami- gli urlai.
  • -ti amo, Lana. Non vuoi capirlo?- quelle parole mi spiazzarono.
  • Ci credetti, ingenuamente.
  • Si avvicinò a me.
  • Con un gesto abile mi tolse la maglietta.
  • Cominciò a baciarmi. Prima piccoli baci sulla bocca, poi passasti al collo, alla spalla, alla schiena.
  • Si stava divertendo, e anche io.
  • Rabbrividì.
  • Era arrivato al seno.
  • Strappò via il mio reggiseno nuovo.
  • Cominciò ad accarezzarmi.
  • Lasciamo il resto all’immaginazione.
  • Questa era la mia prima volta, senza precauzioni, e cazzo, senza amore.
  • Era la mia prima volta e non stavo facendo l’amore, stavo scopando, provando dolore e… basta.
  • Una lacrima mi rigò la guancia, scese lungo il mio corpo per poi mescolarsi all’acqua che fluiva dalla doccia fino allo scarico.
  • Dava un senso di libertà, come un niente si può mescolare e diventare tutto.
  • Come io, che ero niente, dopo quella sera, quando cominciai a diventare qualcosa: mamma.
  • Ricordo come fosse adesso quella lunga visita.
  • Erano passate sette settimane da quella notte, e il mio ciclo era saltato, due volte.
  • Dovevo andare da un ginecologo.
  • -Amore- ti dissi –devi accompagnarmi.. credo che ci siamo cacciati in un brutto guaio-
  • Non esitò, quasi divertito nel vedermi nel panico, proprio come quella notte.
  • -Si- affermò il medico –lei è incinta di quasi due mesi, all’incirca-
  • Quel momento il mio mondo crollò.
  • Avevo solo quindici anni. Come potevano pretendere da me un fardello tanto pesante?
  • Riuscivo a stento a badare a me stessa, figuriamoci ad un’altra creatura.
  • -e vabbene, ce la caveremo- disse –non vi abbandonerò-
  • -mi sembra il minimo-
  • Sembrava tanto felice all’apparenza.
  • Ma poi successe per la prima volta, in macchina, lo ricordo vagamente, tanta la foga di cancellare dalla mia mente quell’orrore.
  • -puttana!- urlò –tu non hai usato la pillola! Mi hai mentito!-
  • -io non ti ho mentito, tu non me l’hai chiesto!-
  • -non contraddirmi!- mi sputò addosso.
  • -pezzo di merda- feci per andarmene, ma mi strattonò.
  • Sentivo le sue dita premermi contro la pelle.
  • -lasciami mi fai male!- urlai.
  • Ma non mi sentiva, era fuori di sé.
  • Mi assestò un pugno dritto in faccia.
  • Il primo dei tanti successivi.
  • Ora l’acqua della doccia è popolata soprattutto da lacrime.
  • Lacrime di disprezzo ed odio. Ciò che provo per lui.
  • Non mi pento della nostra relazione, perché mi ha donato ciò che ho di più caro al mondo.
  • Adele, la mia splendida bambina.
  • -Spinga! Spinga! Vedo i capelli! Forza ancora un altro po’!- continuava a ripetere l’ostetrica.
  • Mi stringeva la mano, come se nulla fosse successo mesi prima.
  • Io ci pensavo ancora.
  • Tante volte ne avevo scansate altre, con la scusa della bambina.
  • Ma lei stava nascendo, ed io non potevo difendermi più.
  • Dovevo fare qualcosa. Ma non ora.  
  • Adesso dovevo solo spingere. Urlare.
  • Spingere ed urlare, ecco cosa dovevo fare.
  • Un’ultima spinta e mi ritrovai davanti un batuffolino rosso, ancora sporco di sangue, che piangeva come una forsennata.
  • -sanissima- l’ostetrica mi diede la rassicurazione più grande di tutta la mia vita.
  • Era bellissima.
  • Occhioni enormi come i miei, ma verdi, come quelli del padre.
  • Capelli neri come i miei, ma tutti sparati e sbarazzini, come il papà.
  • Adesso sono proprio in tilt.
  • L’ultimo ricordo che riaffiora è quello di poco fa.
  • Non riesco a pensare ai nostri momenti più importanti.
  • Sorvolo il matrimonio, la nostra prima notte di nozze, durante la quale mi picchiò di nuovo.
  • Sorvolo anche la morte di suo padre, dopo la quale si bloccò, per poi riprendere il suo solito vizio peggio di prima.
  • Ma non mi importava.
  • Poteva fare di me tutto ciò che voleva, ma non doveva azzardarsi a toccare la nostra bellissima Adele.
  • È stata quella la scintilla che ha fatto traboccare il vaso prima. Non ce la facevo più.
  • -tu! Sei un pezzo di..- non mi fece finire la frase, mi afferrò i polsi e mi buttò sul tavolo.
  • La mia schiena era a pezzi, ma dovevo difendere Adele.
  • -bambina idiota! Quante volte ti ho detto che non si tocca il telecomando di papà! Quando poi il babbo deve andare a lavoro non può aprire la macchina!- le urlò contro.
  • Era al telecomando della macchina a cui faceva riferimento.
  • Non era per il lavoro. Da un po’ di tempo aveva anche il vizio dei Night Club, e Adele l’aveva capito.
  • -Papà, ma i genitori dei miei compagni non vanno a scuola la notte…- che bambina perspicace!
  • Cercai di farla smettere, ma Adele, molto ingenuamente dati i suoi 7 anni di età, continuava imperterrita.
  • -Dammi quelle chiavi figlia di puttana!- urlava mentre il mostro.
  • Sì, è così che lo soprannominavo a mia figlia per spiegargli quelle scenate che diventavano sempre più comuni ormai.
  • Il mostro era la parte del padre che emergeva in quelle orrende circostanze.
  •  Come un demonio che a volte scaturiva dal suo corpo.
  • Adele adorava i fantasmi, tanto da non spaventarsene. Era proprio coraggiosa.
  • Era un maschiaccio, come me alla sua età.
  • Comprendeva il padre, lo amava, addirittura.
  • Ma sta volta era diverso. Non era come le altre volte.
  • La situazione stava prendendo una piega diversa.
  • -papà!- urlò la bambina, mentre lui la schiaffeggiava violentemente.
  • Piansi.
  • Non ce la facevo più.
  • Presi un coltello da cucina e glielo conficcai sulla schiena.
  • Adele urlò come nemmeno alla nascita aveva fatto.
  • -piccola mia, dovevo.. il demone..- cercai di spiegarle.
  • Non potevo farmi odiare da mia figlia.
  • Ma stranamente mi capiva.
  • Si avvicinò a me, e si chiuse gli occhi, appoggiando la testa sul mio maglione sporco del sangue del padre.
  • -mamma.. io..-
  • -piangi, fa bene a volte- le dissi.
  • -mamma!- gridò.
  • Aveva gli occhi sgranati.
  • -non farlo!- non capivo.
  • Mi voltai.
  • Suo padre aveva una pistola.
  • Sparò.
  • Riuscì a buttarla di lato poco prima che il colpo partisse.
  • Avevo la spalla dolorante.
  • Il proiettile era per fortuna l’ultimo.
  • Non era morto quel bastardo.
  • Arrancava in cerca di qualcosa con cui colpirmi.
  • Adele prese un vado di ceramica e lo scaraventò sulla testa del padre.
  • -attenta!- le urlai.
  • Ma lo fece.
  • Era il mio angelo. Il mio piccolo angelo custode.
  • Svenne.
  • Andai con un altro coltello e glielo conficcai nel cuore.
  • Era morto sta volta.
  • Scappai con Adele a casa di mia madre.
  • Adesso sono sotto la sua doccia.
  • Non mi pento di nulla.
  • Quel bastardo doveva morire.
  • -Lana- mi chiama mia madre –leggi un po’ il giornale di oggi..- è perplessa.
  • Esco dalla doccia e leggo.
  •  
  • Uccisione in casa Tomlinson
  • Accoltellato un animatore di Catania.
  • Ieri notte ignoti si sono introdotti in casa Tomlinson uccidendo Louis (34 anni), noto animatore divertente e ironico, a Catania… ecc…ecc… Della moglie e della figlia nessuna risposta, le autorità stanno ancora cercando di rintracciarle. Si pensa siano in vacanza dalla madre di lei, per via di una lettera lasciata sul tavolo della villetta catanese.
  •  
  • E sì, il mio piano era perfetto.
  • L’idea della lettera era stata brillante.
  • Nessuno poteva rovinarmi finalmente la vita, e avrei fatto tutto ciò che era in mio possesso per vivere felicemente con Adele.
  •  
  •  
  • SPAZIO AUTORE:
  • Ciao ciao:3
  • Sono Bree e questa è la mia prima OS..
  • Non uccidetemi!
  • Louis è il più dolce, e io volevo lasciarvi in suspence fino alla fine!!
  • L’ho ispirata a taaante di quelle storie che oggi si sentono in tivù, e per non farmi uccidere(?) del tutto ho fatto fare al nostro Tommo un lavoro che tanto gli si addice, l’animatore!
  • Beh, sono felice così, per la mia prima FF, ma potreste farmi ancora più felice recensendola!
  • A voi non costa niente, ma per me è tanto.
  • Adesso vi lascio!
  • Un bacione
  • Bree:3
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