Videogiochi > Soul Calibur
Ricorda la storia  |      
Autore: Angel TR    27/08/2012    1 recensioni
Per quanto tempo ha sognato nelle spirali del buio della sua mente?...Raphael aprì gli occhi.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Raphael Sorel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Bloody dark roses in Amy's hands'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Beloved


Black eyed ravens
They spiral down
They tilt his head back
To the flame filled sunset
Rise their guns high
As the darken falls
These are the days, boys

So it goes
Just a searcher
Lonely soul
The last of the dreamers



Un viso dolce, da bambina, con i grandi occhi rosso chiaro -un tempo verdi- spalancati. Un fioretto che sfrecciava, eseguiva spirali, mosso da una mano esile e delicata, agilissima. Persino da addormentato, perso nelle grandi bolle buie del suo inconscio, le labbra di Raphael si curvarono in un sorriso. Quella ragazzina l'aveva addestrata lui; il suo talento cacciato fuori e modellato dalla mente tattica di Raphael.
Il fioretto cozzò contro un altro fioretto -il rumore echeggiò nelle orecchie di Raphael. I loro occhi rossi si allacciarono, lo scintillio dell'eccitazione per l'incontro li faceva splendere, facendoli risultare più rossi. Rosso come il sangue che scorreva nelle vene di...di...Come si chiamava la ragazzina? Raphael cercò nel suo inconscio, scavò tra i fogli della sua mente, li stracciò, li buttò via, cercò e cercò fin quando non trovò ciò che cercava.
Un altro sogno -la ragazzina stava seduta su un grande letto, indosso una sottoveste.
Stava osservando un vestito immensamente bello, vittoriano, molto gotico, proprio come piaceva a Raphael. Aveva lunghi capelli rossi che sembravano una cascata di sangue sulla neve della sua pelle. La fiamma di una candela faceva vibrare la sua pelle e i suoi capelli di mille riflessi, li accendeva; rendeva l'ambiente calmante e languido come un gatto che si stiracchia davanti al camino. Seguiva con lo sguardo -uno sguardo illuminato dalla sorpresa- i merletti del vestito; poi allungò timidamente una mano per toccarne il tessuto. La bocca a cuore si schiuse: aveva capito, malgrado era povera, quanto costasse quell'indumento. Solo allora si rese conto che c'era qualcuno nella stanza ed alzò gli occhi. Quando vide Raphael, le gote s'imporporarono.
Raphael cercò ancora, insoddisfatto.
Doveva ricordarsi del suo nome. Era importante, lo sapeva...
Questa volta, più che un sogno parve un incubo. Un mostro -perchè quello era un mostro- lo stava schiacciando, e lui giaceva a terra, sporco di sangue, martoriato, impolverato e sporco, con i vestiti stracciati e le mani piene di sangue, un labbro spaccato. Quell'essere l'avrebbe ucciso; era senza forze, alla sua mercé. Eppure, una forza improvvisa invase l'animo di Raphael, lo infiammò, lo fece saltare dal pavimento in posizione eretta come se fosse nel pieno delle forze...la sua bocca si aprì ed un sussurro spezzato ne uscì...la ragione per la quale Raphael stava lottando per la vita...
Amy.
Sì! Abbracciò quel nome, lo strinse forte. Ecco, ecco...ma dov'era Amy? E dove si trovava lui? Per quanto tempo aveva sognato, perso nei dolci sogni proiettati dalla sua mente sconfitta? Doveva svegliarsi...Raphael lottò nel buio, stracciò strati d'incoscienza e torpore, provò a muovere le mani. Amy, Amy. Amy non era con lui. Quel pensiero gli diede la forza necessaria per fuggire da quel Purgatorio. Ora sapeva cos'era l'orrore peggiore: sognare sempre le stesse cose e desiderare non svegliarsi mai, abbandonando ogni cosa al suo destino.
Raphael aprì gli occhi.
Buio; le tenebre rivestivano ogni cosa, e Raphael, in un attimo di terrore, pensò di esser diventato cieco o di non essersi ancora svegliato. Respirò affondo per calmarsi e il puzzo che s'infilo nelle sue narici lo destò: era vivo. Avanzò a tastoni nel buio fin quando le sue mani non si avvolsero attorno a una sbarra di ferro. Dalla sorpresa, sussultò. Era in prigione. Per un attimo si dimenticò anche di Amy. Una prigione? Perchè era in prigione? Provò a riavvolgere il rullino, ma prima di quello che stava vivendo non c'era nulla.
Il vuoto.
Si accasciò, una mano ancora che stringeva la sbarra. Si sentiva sporco e puzzolente. Da quanto tempo non si faceva un bagno? Intontito, si passò una mano tra i capelli biondi -posto che lo sporco non li aveva resi neri. Li sentì incrostati tra le sue dita.
Doveva evadere o sarebbe rimasto lì dentro per sempre. Nelle orecchie, nient'altro che il silenzio, interrotto solo dal battito forsennato del suo cuore. Raphael cercò di calmarsi. Poteva evadere -calcò sulla parola "poteva".
Si concentrò su Amy, sul suo viso calmo e il suo corpo troppo sottile. Chi le avrebbe dato da mangiare? Chi le avrebbe procurato pupazzi? Chi si sarebbe preoccupato che trovasse sempre indumenti e biancheria puliti nel suo armadio? Chi l'avrebbe allenata? Chi le avrebbe pettinato i capelli? Chi l'avrebbe rassicurata, accarezzata, stuzzicata, parlato, chi, chi? Potevano rispondergli? Lo sentivano, a tormentarsi per lei? Sì, lo sentivano. Il suo dolore era abbastanza forte da essere udito.

Allora Raphael evase dalla prigione.
Con il fioretto di una guarda addormentata, uccise chi tentava di fermarlo. In un orgia di sangue e tenebre, Raphael trovò il portone della prigione e lo spalancò. L'aria fresca gl'invase i polmoni. Si sentiva molto meglio. Riuscì persino a farsi un bagno e a cambiarsi d'abito. Quando girò per la prima volta per la città, credeva di non sapere dove fosse. Credeva che lo avessero portato in un altro posto. Solo quando vide il suo castello stagliarsi lontano, si rese conto di trovarsi esattamente dove si era sempre trovato: a Rouen.
La cosa lo toccò ben poco; aveva Amy da cercare.
Percorse le stradine che aveva sempre percorso; domandò alla gente che aveva sempre incontrato (o forse, immaginò di rivederli); provò, provò, ritentò. Amy non era da nessuna parte. Sfinito, affranto, si lasciò cadere lungo un muro di pietre. Levò lo sguardo verso il cielo vermiglio. Un corvo lo stava osservando. :-Cos'hai da guardare, tu? Hai per caso visto Amy? No?! Allora lasciami in pace! Via, sciò!- Questi gracchiò e spalancò le ali nere. Raphael rimase con la testa inclinata all'indietro, ad osservare il sole che tramontava.
Non si era mai sentito così solo. L'indomani, avrebbe dovuto iniziare la sua ricerca d'accapo. Ancora una volta, avrebbe messo il mondo a soqquadro per la sua beneamata.


Angolo Autrice
Dovevo proprio scrivere qualcosa sul prologo di Raphael! Non mi è andato proprio a genio che non c'e Amy...ma va bene, Raphael tenta sempre di trovarla! U.u
Perdonate l'insulsa one-shot...ma dovevo fare qualcosa v.v Dovevo provare a descrivere i pensieri e le azioni di Raphael dentro e fuori dalla prigione. Spero vi piaccia <3
Come mi ha fatto notare Serith, il luogo della prigione non è specificato ma Raphael viene ritratto come re d'Ungheria. Dovete assolutamente perdonarmi se ho scelto Rouen, pur essendo più probabile che Raphael si trovasse in Ungheria; è semplicemente un'amore profondo per la città xD Quindi, vogliate scusarmi <3
P.S. la canzone è di David Bowie, The Dreamers. *-*
Besitos, Angel <3

  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Soul Calibur / Vai alla pagina dell'autore: Angel TR