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Autore: realpandora    28/08/2012    3 recensioni
Questa è la mia prima McDanno, anzi... E' la prima storia che scrivo da 15 anni a questa parte; quindi cercate di avere pietà.
Questo capitolo inizia una settimana dopo la season finale della 2^ stagione, quindi attenzione agli spoiler per chi non l'ha vista.
Steve torna al quartier generale... Non da solo.
Grazie a babycin per avermi fatto da beta. Ti adoro, babe! E voi non odiatemi. Posterò un capitolo a settimana. Se riesco a tirarne fuori di più,sarete i primi a saperlo. ;P
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Visto che un po' di angst ci sta sempre bene... *wiggle her eyebrows*


Capitolo 4: Incomprensioni


“Mi sono perso qualcosa… puoi spiegarmi Steve, per favore?” Danny guardava ora Doris ora Steve per cercare di capire qualcosa della situazione che si era formata al tavolo in quel momento.

Il SEAL fissava la madre con uno sguardo carico di astio, mentre sentiva le guance arroventate dall’imbarazzo di un coming out così inaspettato. L’unica reazione che ottenne da Doris al suo sguardo glaciale e al digrignare dei denti, fu un’alzata di spalle e un cenno della mano a indicare “spiega a Danny” che lo fece arrabbiare ancora di più.

Voltandosi verso il partner, che continuava a guardarlo con un’espressione scioccata in volto, si rese conto di avere anche l’attenzione di Kai, cosa che invece avrebbe preferito non avere. “Danny, senti…” Fece una pausa passandosi una mano sulla fronte e sbirciando l’hawaiana. “Non potremmo parlarne in un altro momento? Ti giuro che ti darò una spiegazione, ma non qui e non ora.”

Doris sbuffò spazientita a fianco del comandante, ma uno sguardo del figlio le fece capire che questa volta era meglio se teneva la bocca chiusa.

Intanto Danny era passato dallo shock alla rabbia: “Come sarebbe ‘non qui non ora’, Steven? Tua madre fa allusioni. TU fai allusioni. Tutta l’isola fa allusioni su noi due, Steven!” La voce del detective aveva assunto un tono agitato. Si alzò in piedi e si sporse verso il comandante, sussurrando con fare tagliente: “E scopro solo ora che tu sei gay?”

Non capendo a cosa fosse dovuta quella rabbia, Steve ne diede per scontato il significato sbagliato: “Quindi non mi farai neanche spiegare?” Alzò lo sguardo ferito verso il collega. “Hai capito che sono gay, bi per la precisione, e non vuoi sapere altro? Ti basta così poco per cambiare idea su di me? Non pensavo fossi così omofobo, Daniel!”

Mentre diceva l’ultima frase, il SEAL si era alzato in piedi e ora torreggiava, anche se attraverso il tavolo, sul proprio partner che lo guardava a bocca aperta. “Forse è stato un bene non dirtelo, dopotutto. Sono riuscito a risparmiarmi gli scherzi e i tiri mancini durante gli anni passati in marina. Non ho detto niente neanche ora che è stato abolito il DADT, proprio perché c’è gente come te che giudica senza capire…”

Steve appoggiò le mani al tavolo, abbassando la testa sul petto e prendendo un respiro profondo: voleva evitare di mostrarsi emotivo davanti al collega. Danny, intanto si era seduto a peso morto sulla panca, con le braccia sul tavolino e il volto rivolto verso il SEAL, lo sguardo confuso come se fosse incapace di seguire il discorso fatto finora dal partner.

Proprio quel momento di pausa, però, diede la possibilità a Kai di intromettersi e replicare: “Scusatemi, so che non sono fatti miei, ma, Comandante…” Steve alzò gli occhi vuoti su di lei. “Non credo proprio che Danny sia omofobo. Non mi avrebbe assunto sennò.” Mise una mano sulla spalla di Danny, rivolgendogli un sorriso dolce e continuando: “Danny sa che il motivo per cui ho lasciato mio marito è perché mi sono ritrovata a letto con la mia migliore amica e mi è piaciuto molto di più che stare con Brian. Se fosse come dice lei” tornò a guardare Steve che si era seduto, uno sguardo pensoso sul bel volto. “Pensa che mi lascerebbe anche solo avvicinare a sua figlia?”

Senza neanche bisogno di pensarci, Steve rispose: “No. Penso proprio di no. Ma allora perché…”

Danny arrossì e non seppe come rispondere al SEAL senza rivelare qualcosa che non capiva bene neanche lui.

Doris si alzò in piedi, cercando un modo di alleviare la tensione evidente trai due, e disse: “Signori. Direi che avete parlato anche troppo entrambi. Steve, accompagnami in albergo. Sono stanca. Kai, Danny… è stato un vero piacere conoscervi.”

Steve si rialzò in piedi e, senza guardare il collega, disse: “La mia offerta per la casa è ancora valida. Non sono il tipo che si rimangia la parola data. Se vuoi, la chiave dovresti averla ancora e il codice lo conosci.” Alzò lo sguardo verso Danny e continuò, con occhi spenti: “Dopo aver accompagnato Doris, rientro al quartier generale. Tu prenditi pure tutto il resto della giornata.” Si voltò e andò verso il suo pick-up a testa china, seguito dalla madre che gli si affiancò quasi subito senza dire una parola.

Danny guardò andare via il SEAL, ancora confuso. “E poi sono io quello che blatera cose senza senso?” si passò una mano fra i capelli e guardò Kaiolohia. “Ma ti pare che io sia un omofobo?” Mise il viso fra le mani per qualche secondo, poi si alzò e andò verso la Camaro seguito dall’hawaiana.

Proprio mentre stava per accendere il motore, sentì arrivare un messaggio sul cellulare: In bocca al lupo in tribunale. S.

Kai guardò Danny che fissava per qualche secondo lo schermo del cellulare senza dire una parola, ma con uno sguardo che esprimeva tanto, e chiese: “Steve?”

Prendendo un tremulo respiro e mettendo via il cellulare, il detective rispose: “Già.”

Kai continuò a osservarlo mentre metteva in moto l’auto, rimaneva fermo ancora qualche secondo e poi partiva dirigendosi verso il suo appartamento per cambiarsi per l’udienza. “Glielo dirai prima o poi?” chiese la ragazza.

“Cosa devo dire a chi?” Danny si sentiva come in una nuvola che gli impediva di capire quello che gli altri dicevano.

Con esasperazione, Kai disse lentamente, come se stesse parlando a una persona ottusa: “Quando… dirai… a… Steve… che… ti… piace? Te l’ho scandito abbastanza? È comprensibile?”

Danny si girò a guardarla di scatto, riportando poi altrettanto velocemente gli occhi sulla strada: “Ma cosa avete voi donne che salite su questa macchina oggi? Volete a tutti i costi che mi vada a schiantare? Prima la signora McGarrett che fa domande inopportune, ora tu che te ne esci con questa fantasia… ma da dove ti viene in mente?”

“Oh, andiamo Danny. È chiaro come il sole che provate qualcosa l’uno per l’altro. Mi sa che gli unici che ancora non l’hanno capito siete voi due! Che sciocchi.”

“Kai…” Danny stava cercando di mantenersi il più tranquillo possibile. “Io non so da dove tu abbia preso questa convinzione, ma forse sarebbe meglio se non l’andassi a dire in giro. Sai com’è… io ho anche una figlia…”

Kaiolohia lo interruppe: “È questo che ti blocca? Il fatto di avere una figlia? Non sai cosa farebbe Grace se tu ti mettessi con Steve?” La ragazza lo guardò con uno sguardo sbalordito. “Stai scherzando, vero? Perché da quello che mi hai detto, Grace lo considera già parte della famiglia, e se ha preso anche la metà dell’intelligenza del padre - e non ti mettere a gongolare ora…” gli rivolse un sorriso malizioso, “secondo me ha già capito che tra voi due c’è qualcosa. Non mi hai detto che è lei che spinge per farvi passare la maggior parte dei tuoi week end insieme al comandante?”

Danny considerò questa nuova visione delle azioni della figlia e, dopo qualche minuto in silenzio, rispose: “Sai, non ci avevo mai pensato… ma forse hai ragione. E ora che ho ripensato anche a come mi sono comportato con Steve da Kamekona, beh… Direi che ho fatto veramente la figura dell’omofobo.” Si morse il labbro con un’espressione preoccupata in volto e, dopo aver parcheggiato la macchina davanti al suo appartamento, si rivolse a Kai con uno sguardo abbattuto: “Dici che mi sono giocato le mie possibilità con quella frase?”

Kai lo guardò con tenerezza, appoggiandogli una mano sulla spalla: “Dipende da te, Danny. Ti ha dato ancora la possibilità di usare la sua casa per riuscire a tenerti tua figlia, quindi forse non tutto è perduto.” Uscirono dalla macchina e si avviarono verso la porta dell’appartamento. Kai alzò un sopracciglio e lo sguardo da tenero divenne furbo e malizioso: “Se fossi in te, proverei in tutti i modi a corteggiarlo… Niente di eclatante, ma visto che vivrete insieme, tante piccole cose: visto che mi sembra un salutista, da come me lo hai descritto, fagli trovare la sua frutta preferita, il frullato a colazione e cerca di continuare anche al lavoro.” Entrarono nell’appartamento e, mentre Danny si cambiava, l’hawaiana continuava con il suo piano. “Tu dammi una lista dei suoi piatti preferiti e io cercherò di cucinarli il più possibile, senza farli diventare noiosi. Se sarete a casa nei fine settimana porterò Grace fuori in modo da darvi un po’ di tempo da soli… sai, cose così!”

Danny aveva finito di cambiarsi, una camicia pulita e una delle cravatte che Grace gli aveva regalato per la festa del papà, (non quella con gli ananas… grazie tante!) e uscì dalla camera da letto con un’espressione dubbiosa dipinta sul volto: “Dici che funzionerà? Io non ce lo vedo Steve che si lascia corteggiare. Secondo me, dopo la seconda o terza volta che faccio qualcosa di carino per lui, o tu che gli fai il suo piatto preferito, lui penserà che stia cercando di farmi perdonare l’uscita infelice di oggi… non di certo che voglia… corteggiarlo!”

“Oh, Danny, Danny! Lascia fare a me!” disse Kai con un sorriso quasi diabolico sul bel viso scuro. “E direi che possiamo contare anche sull’appoggio della madre…”

Danny la interruppe subito: “Penso che sia meglio lasciare Doris fuori da questa storia. Steve non sembra proprio a suo agio con la leggerezza con cui la madre è ‘rientrata’ nella sua vita e di come parla di lui.” Diede un’occhiata all’orologio. “Andiamo prima di fare tardi. Non voglio dare agli avvocati di Rachel nessun appiglio per portarmi via mia figlia.” Prese le chiavi della Camaro, uscirono dalla porta e si diressero verso il tribunale.

  
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