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Autore: Stateira    11/03/2007    45 recensioni
Harry e Draco sono costretti ad unire il proprio sangue, per poter vincere la guerra, e salvare i loro compagni. Ma può una vita innocente essere considerata solo un ingrediente per una pozione? Un Draco costretto a maturare suo malgrado, ed un Harry che dovrà decidere che cosa significa davvero essere un eroe.
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson, Remus Lupin | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le crociate di James: epilogo

Quattro mesi dopo

 

Harry diede una stropicciata al giornale, e voltò pagina. Faceva ancora caldo, e la casa di Draco – la loro casa, ormai da un po’ – era piena di finestre su cui il sole batteva implacabile. Si fece distrattamente aria con il lembo superiore della Gazzetta del Profeta, e si aggiustò gli occhiali sul naso, arricciandolo leggermente.

- Ma guardati. – lo motteggiò Draco. – Sembri un vecchio padre di famiglia, ti manca solo la pipa in bocca. –

Harry si affacciò oltre la pagina del quotidiano e gli rivolse un sorriso furbetto tutto James. – Il tuo è un patetico tentativo di ottenere il giornale, Draco Malfoy. – sentenziò. - Ma non ce la farai. Niente al mondo mi distoglierà dal leggere l’articolo sui Cannons. –

- Oh, povero Potty, ti piacciono le letture tragiche, a quanto pare. -

- A ha, continua a fare lo spiritoso. Sei pronto a mangiare la polvere, domenica? -

- Detto da uno che una volta si è quasi mangiato un Boccino, potrebbe persino suonare ridicolo, sai? -

Harry alzò gli occhi al soffitto, e borbottò qualcosa che scatenò una smorfia indignata di Draco.

 

Harry era tornato dalla sua famiglia da un anno. Draco probabilmente nemmeno sapeva che, per l’esattezza, mancavano dieci giorni tondi all’anniversario della sua irruzione notturna e concitata a casa sua. Ma Harry lo ricordava molto bene, invece. Era una di quelle date che erano ritagliate un angolino nella sua testa, assieme a quella della nascita del loro piccolo James, a quella del loro primo bacio, e ad altre cose vergognosamente romantiche che avrebbero fatto fare a Draco una gran risata. Una risata di cui lui si sarebbe innamorato fino a sentire la testa girare, ma questo aveva poca importanza. Draco era una persona insopportabilmente pragmatica e poco propensa a lasciarsi andare a qualche tenerezza, ma era anche una persona immensa, e lui era maledettamente felice, e fortunato, che lo avesse ritenuto un padre degno, per James, nonostante tutto quello che era successo, e che lui aveva fatto passare loro. Da quando aveva visto il piccolo per la prima volta, in braccio a lui, aveva sentito fin nelle ossa che avrebbe dedicato tutta la sua vita a quel visetto vispo, ma molte volte in verità gli era capitato di chiedersi  che cosa sarebbe successo, se non lo avesse mai incontrato; se sarebbe mai riuscito a fare a meno di lui, o se piuttosto lo avrebbe cercato per sempre, per la strada, fra la folla, se avrebbe continuato a spaccarsi la testa chiedendosi che sapore potesse avere un bacio del suo piccolo James, che suono la sua risata. E se non avrebbe davvero più pensato a Draco.

Lo guardò, ancora fermo sulla soglia della cucina, gli occhi che scorrevano curiosi su qualche parola dei titoli della prima pagina, e si disse che no, a Draco ci avrebbe pensato eccome. Ci avrebbe pensato per sempre.

- Vieni! – Harry sorrise all’improvviso, scansò il giornale e si batté le mani sulle ginocchia. – Lo leggiamo assieme, dai. -

- Non mi interessa il tuo giornale, Potter! -

- Ma a me interessa avere te sulle gambe, perciò muoviti, vieni qui! -

Draco alzò gli occhi al cielo, come se fosse stato in procinto di sacrificarsi a chissà quale fatica, e trotterellò fino alla poltrona, vagamente dinoccolato.

- Sei davvero bravo a fingere che ti pesi stare un po’ da solo con me a farti strapazzare, sai, Malfoy? – ghignò Harry. – Eri quasi riuscito a farmi sentire in colpa. -

Draco si aggiustò sul grembo di Harry, e agguantò il suo giornale, spalancandolo sulle pagine sportive. – Stupidaggini. – fece, addossandosi al petto di Harry. – Sai benissimo che ti tormenterò a vita per aver permesso a Weasley di portare al parco il mio James Draco. - 

- Ma finiscila. – Harry gli stropicciò i capelli, guadagnandosi un grugnito infastidito. – Ron adora James, e Hermione è un angelo, con i bambini. Si divertirà come un matto. -

- Tuo figlio si diverte sempre con tutti, perché è un sempliciotto, come te. –

- Espansivo, Draco, espansivo. James è espansivo, da bravo Potter. – Harry ridacchiò. – Sempre meglio che acido come qualcuno di mia conoscenza. –

- Ritira quello che hai detto! – Draco allungò le mani all’indietro, e piantò un pizzicotto sull’addome impreparato di Harry.

- Ma sei atroce! – ululò Harry. – Diavolo di un Malfoy, tu e la tua stirpe! –

- A ha, attento, papà Harry, o la tua maledizione si ritorcerà contro il tuo frugoletto. –

Draco sghignazzò con genuino piacere, della sua vittoria su Harry. Cielo, fregarlo con le sue stesse armi era qualcosa di meravigliosamente appagante. Harry poteva avere tutte le qualità di questo mondo, e le aveva, per Dio. Ma di certo il cielo sarebbe diventato verde, prima che lui riuscisse a sopraffarlo in un battibecco dialettico come quello.

- Perso la lingua? – insinuò, ruotando la testa all’indietro.

Harry lo guardava scuotendo le palpebre, vagamente perplesso. Stupidissimo, meraviglioso Harry James Potter.

- Come mi hai chiamato? – sussurrò.

- Uhm? – Draco inarcò un sopracciglio, e fece rapidamente mente locale. – Oh, sì. – ghignò. – Papà Harry! Perché, non si può? –

Harry non rispose subito. Se ne rimase fermo, pensieroso, concentrato sulla schiena di Draco, inarcava verso di lui. E poi lo abbracciò all’improvviso, stringendogli forte la vita.

- Ouhf, Harry! – protestò Draco, trascinato all’indietro sullo schienale della poltrona.

Harry gli schiacciò le labbra sulla bocca, e Draco potè sentirlo respirare forte con il naso, sulla sua guancia.

- Voglio che mi chiami sempre così. Sempre. – disse Harry precipitosamente, ancora per metà sulle sue labbra. – Oddio, sì. È proprio questo il mio nome. –

 

*          *          *

 

- Papà!- James zampettò entusiasta verso Harry, gli si aggrappò ai pantaloni e glieli strattonò quasi fino a levarglieli, finché non fu accontentato e preso in braccio.

- Hey, campione! Ti sei divertito, con lo zio Ron?-

- Tì!- trillò il bimbo, eccitatissimo.

Harry gli concesse un buffetto sulla testina. – E’ stato bravo? – chiese ad Hermione.

- Un tesoro. – confermò lei, annuendo con una certa energia. Le brillavano gli occhi in un modo strano. Orgoglioso, in qualche modo, ed entusiasta, più di James stesso.

- A parte quando ha fatto levitare la piscina delle palline. -

- Ron! -

- Che c’è! – si inalberò Ron, arrossendo sulle guance. – Io ho impiegato anni ed anni, per riuscire a far volare una seggiola! – borbottò con una certa invidia.

- Non è successo niente. – lo liquidò Hermione, rivolgendosi ad un Harry già allarmato. – Non l’ha fatto apposta, cercava solo di afferrare le palline, e poi siamo intervenuti subito. Nessuno si è accorto di nulla. –

Draco sospirò, e prese in consegna il piccolo James da Harry, che rimase in cucina a scambiare due parole con gli amici davanti ad un tè.

Prima Pansy, Blaise, e dopo Harry si erano aggiunti anche la Granger e Weasley. Gli sembrava sempre più di vivere in una specie di enorme famiglia allargata piena zeppa di zii acquisiti, con buona pace del suo spirito Serpeverde di padre gelosone. Certo che quei due potevano pure farsene uno loro, di figlio, invece che portare a spasso il suo.

Bah, Grifondoro, valli a capire.

 

- Come sono le manine, James? – gli disse, sulle scale per il piano di sopra.

James sfoderò un sorrisone incontenibile, e tutto tronfio si affrettò a mostrargli i palmi della mano, completamente neri di terra, di polvere e di chissà quali giochi.

Draco si lasciò andare ad un gemito sconsolato.

- Ecco, appunto. Troppi, troppi Grifondoro. –

 

*          *          *

 

- Tzk! Non mi piace che James frequenti i Weasley.- borbottò Draco, fra un boccone e l’altro, ben attento a non dirlo troppo ad alta voce. Ma Harry gli scoccò ugualmente un’occhiataccia, da sopra la testolina di James.

- Ma piantala, Hermione e Ron sono adorabili, con James. –

- Ma compromettono la sua educazione, con le loro idee strampalate. –

- Per esempio quelle sulla parità fra purosangue e figli di Babbani? –

- Esatto! – si infervorò Draco. – Precisamente per quelle, Potter! Ma ti rendi conto di dove andremo a finire? –

Harry alzò gli occhi al soffitto, e gemette qualcosa a mezzavoce, quando James scostò improvvisamente il cucchiaio di carne macinata con cui stava per imboccarlo, e gli si inerpicò addosso.

- Papà!- piagnucolò, piazzando le manine sulle clavicole di Harry e rivolgendogli contro tutto il potere dei suoi occhioni luccicanti. Aveva proprio l’aria di chi ha passato almeno gli ultimi cinque minuti a rimuginare su qualcosa di estremamente importante, e che ora era determinato ad ottenerla. – Mi compi? Mi compi?-

- Ti compro, tesoro?- Harry inarcò un sopracciglio. – Papà Draco ti compra già troppi giocattoli. -

James scosse la testa, seccato. - Gno! Mi compi una to… to… tolelina?-

Draco tossì precipitosamente. A giudicare dal rimbombo della sua testa, si convinse di essere svenuto, e per un paio di secondi rimase persino in attesa di impattare con il pavimento. Harry invece fu certo di aver sentito la sua mandibola infrangersi al suolo ed andare il mille pezzi.

- Ahm, tesoro. – gracchiò disperatamente, tutti i muscoli della faccia contratti in un’espressione impossibile.

- Daaaai! – insistette James. – Una tolelina! Papà! –

- Ma James. – mormorò, Harry, accomodante. – Una sorellina… insomma, non è un gioco, lo sai? Poi bisogna curarla. –

- Gno, gno, bella, bella tolelina! – James annuì con sincera convinzione. – E… e… poi io faccio camminae! – 

- Ma tesoro, non basta farla camminare. - a Harry sarebbe venuto persino da ridere, se l’espressione terrorizzata di Draco non lo avesse dissuaso.

- Ma… ma io do i… i giochi!-

- Sì, ma James…-

- Papà!- implorò James, e Harry sentì la sgradevole sensazione delle sue ginocchia che si squagliavano.

- Ahm… Draco?- boccheggiò.

Draco scosse vigorosamente la testa. - Scordatelo! – strepitò. – Gestiscitelo tu questo problema! L’avevo detto, io, che non dovevi lasciarlo andare con quei Weasley, loro, e le loro manie di fare figli!-

Harry sospirò, e si impose di non litigare con Draco, non in una situazione così disperata. – Senti, James, ci pensiamo, eh? –

- Gno. – sbuffò il piccolo, tutto deluso.

- Tesoro, non è una cosa così facile, sai? –

- Tì! Compi, al negotio! –

- Ma gliel’hai messa tu in testa questa cosa del negozio?- sbraitò Harry.

Draco, per tutta risposta, grugnì. – Beh, che altro dovevo dirgli? – si difese orgogliosamente.

- Alloa fai le tille! Accio tolelina! -

Harry sentì il bisogno di prendere una bella rincorsa e andare a sbattere contro ad un muro, da qualche parte. - Ma James, non ci sono magie per fare una sorellina! – gemette.

Draco gli scoccò un’occhiataccia critica. – Che fai, menti a tuo figlio? –

- E tu vuoi complicarmi la situazione? – ringhiò Harry.

- Ma tu scei il mago più più più gande! –

- Lo so, ma… -

- Tsk! –

- Ignora tuo papà Draco, James. Dicevo, lo so, però non posso fare Accio. Senti, facciamo così, tu vai a letto, e alla sorellina… ci pensiamo domani, eh? –

- Guarda che domani se lo ricorda, e te lo chiede di nuovo. –

Harry guardò Draco di traverso, disopra il cespuglietto di capelli di James. – Dì un po’, hai proprio deciso di fare l’uccellaccio del malaugurio, tu? –

 

*          *          *

 

Un paio di ore dopo, anche Harry e Draco erano a letto. James, malgrado il broncio, si era addormentato quasi subito. Resistere alle coccole di Draco era veramente impossibile, per lui, soprattutto quando si trattava di un Draco particolarmente paterno, come quello di quella sera. Gli era crollato fra le braccia mentre lui gli stava tenendo una mano sul pancino caldo, e gli soffiava sulla testolina, accarezzandogli i capelli con le labbra. Poi Harry lo aveva preso in consegna e lo aveva portato di sopra, per metterlo a nanna. Adorava poter dare la buonanotte al suo piccolo, e in quell’annetto era diventato un vero asso nel rimboccargli le coperte senza infastidirlo. Lui e Draco erano rimasti in salotto, a farsi venire sonno, per un po’ di tempo ancora. Qualche parola di tanto in tanto, anche se servivano a poco, ed erano più che altro timidi accenni di affetto, pronunciati con voce un po’ roca. Probabilmente per certe cose sarebbe servito ancora un po’ di tempo. Soprattutto a Draco.

 

Draco si raggomitolò sotto la coperta leggera, e andò in cerca di una spalla di Harry, per potervicisi rannicchiare. Harry tese il braccio e lo lasciò fare, senza in verità prestargli troppa attenzione. Doveva essere assorto in qualche ricordo suo, lontano, qualcosa che lo stava rapendo al sonno, e al presente. La sua espressione concentrata era bella da guardare, e fragile, legata al silenzio e alla penombra che li avvolgeva. Draco non intendeva disturbarlo, anche se gli sarebbe piaciuto da morire sapere a cosa stesse pensando, a chi stesse rivolgendo gli occhi della sua memoria con tanta intensità. Doveva essere qualcuno di davvero importante, perché lo sguardo gli brillava sotto le ciglia come quando guardava James. Decise che chissà, forse gliel’avrebbe chiesto la mattina dopo, svegliandolo.

Stava quasi per addormentarsi, quando un brusco sussulto lo avvertì che Harry doveva essersi ripreso dai suoi pensieri.

- Draco?-

- Uhm?-

Harry circondò Draco con entrambe le braccia, portandole davanti al suo volto, e con la mano destra prese a sfregarsi distrattamente l’avambraccio sinistro.

- Senti, e se dopotutto… gliela facessimo sul serio, una sorellina? –

 

 

 

 

FINE (?)

 

 

 

 

ANGOLINO!

 

È finita. Eh già, prima o poi doveva pur succedere, no?

Mi dispiace un po’ averla terminata, anche se il pensiero delle MM mi consola, avrò ancora tempo e modo di divertirmi con la nostra famigliola delle meraviglie.

E, a proposito, grazie a tutti quelli che mi hanno scritto, per mail o via recensione, per proporre le loro idee e i loro suggerimenti. Li ho già raccolti tutti in un elenco, non temete, non ne ho tralasciato nessuno. Ne approfitto per ricordarvi che se volete fare la vostra richiesta nello spazio recensioni avete tempo una settimana, quindi fino a domenica prossima. Dopo tale data, mail, oppure aspettate che cominci la MM. Non vorrei dire scemenze, ma dovremmo essere a quota 9 richieste, fino ad ora, considerando naturalmente che alcune sono dei “doppioni” che più di qualcuno ha richiesto.

 

Come sempre, grazie infinite per tutta la vostra pazienza, il vostro entusiasmo, e il vostro incoraggiamento.

 

Grazie, una volta di più.

  
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