Le dita suonano, gli occhi si chiudono. Nella polvere del mondo, la tua voce blu ha un senso.

La mano scorreva veloce su quel manico di chitarra acustica marrone chiaro. Le dita bloccavano le corde a ritmo e la voce di quel ragazzo accompagnava il suono che quello strumento suonava.
Chi avrebbe mai immaginato un Kim Jonghyun così?
Quel cappello nero che aveva in testa faceva fuoriuscire delle ciocche di capelli gialli e castani ai lati della testa e la camicia, quasi del tutto sbottonata, faceva vedere il suo corpo ben piazzato.
Lo sgabello era un po' alto, tanto che lui non riusciva quasi a toccare il palco di legno malridotto e per ciò Kim Kibum, seduto tra i tanti spettatori, rise appena nascondendo il suo sorriso dietro la sua mano bianca e liscia. 

-
Nota dell'autrice: Bene, sono le quattro e mezza del mattino, sono appena tornata a casa
e mi è venuta questa canzone in testa mentre pensavo alla mia acustica
sul fondo della mia bella cameretta.
E ho pensato 'Perché non scriverci una song-fic?'.
Ed eccomi qui, con l'ennesima Jongkey!
Baci. :')