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Autore: lullisalu99    28/08/2012    2 recensioni
Len è rinchiuso in un campo di concentramento,ma un giorno, dalla recinzione, vede una bellissima ragazza con cui comunica tramite degli aerei di carta. Giorno dopo giorno diventa la sua ragione di vita,anche se di lei non sa nulla. Ma purtroppo quella ragazza deve lasciarlo...
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Len Kagamine, Rin Kagamine | Coppie: Len/Rin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prisoner-

 

 

Nessuno capì la ragione,quella folle ragione,che portò degli uomini ad odiare così tanto altri uomini uguali a loro. La loro unica differenza era una stella,attaccata con una spilla alle loro camicie. Cosa c'era di diverso?!? Perchè?!? Perchè gli uomini con la stella dovevano essere trattati a questo modo?!? Rinchiusi,discriminati,torturati,picchiati,costretti a vivere lontano dalle loro famiglie...con tanti modo di odiare qualcuno,scelsero i peggiori. Non avevano nulla,nulla di diverso. Solo una religione diversa. Potevano essere anche biondi e con gli occhi azzurri,come compiaceva alle alte sfere,ma non aveva importanza. Come quel ragazzo,condannato a vivere in quel posto recintato da spessi fili spinati. Prigioniero.

 

Un giorno,in uno di quei tanti luoghi di sofferenza,uno dei prigionieri si innamorò di una ragazza al di fuori del recinto. I loro grandi occhi azzurri si incrociarono per un sottile momento,quanto bastò per far scoccare qualcosa tra loro. E' così triste...

Lui era privato della sua libertà,perseguitato dagli altri e da se stesso. Tra loro due c'era un baratro. Un enorme,triste,baratro di sporcizia. Le scrisse una lettera,piegandola in un aeroplano,e forse quello era il suo modo per attraversare il muro tra loro due.

-”Vola!Vola!”

Poteva essere libero anche lui,forse,un giorno.

 

Sapeva perfettamente che era una bugia.

Ma finché quella ragazza restava davanti a lui,poteva mentire a se stesso quanto voleva. Credere che,in qualche modo,fosse tutto vero. Non si parlarono mai,non si confessarono i loro sentimenti. Ma per lui,anche solo guardarla,era una felicità. E chissà...forse,un giorno...

 

Per giorni e settimane,quegli aerei furono la sua gioia.

Ma improvvisamente gli disse che doveva andare, quindi...

-“Bye-bye!”

Lui soffriva ogni giorno,ed era ancora vivo. Eppure non aveva mai pianto così tanto.

Se lei fosse restata al suo fianco,anche con tutta quella sfortuna,probabilmente sarebbe riuscito anche a sorridere. Non conosceva nemmeno il suo nome,ma sentiva di riuscire a guardare al futuro.

 

Non poté chiamarla. Non poté seguirla. Non riuscì ad uscire.

 

Restò legato a quegli aerei per molto tempo e le guardie se ne accorsero,così decisero di giocare un'ultima volta con lui. Lessero ad alta voce quell'ultima lettera,mentre lo trattenevano. Aveva le lacrime agli occhi e li implorava:

-”Lasciate stare quella lettera!Ridatemela!”

-”Quale lettera?”-fece il comandante,sorridendo e strappando quell'aereo di carta davanti agli occhi del povero ragazzo. Scoppiarono a ridere,mentre la tristezza assaliva il cuore del prigioniero. Urlò e riuscì a liberarsi per un attimo dalla stretta dei suoi aguzzini,quanto bastò per dare un pugno al comandante,che non si scompose:

-“E' già arrivato il suo turno.”

 

E infatti,il suo turno arrivò. Lei se n'era andata,ma lui non aveva rimpianti anche se il suo cuore continuava a gridare “Perché?!”. Voleva vivere più a lungo,anche se non aveva rancore. Voleva vedere il suo futuro. Voleva sapere il nome di quella fanciulla.

-“Mi manchi!Mi manchi!”

 

I giorni trascorsi con lei gli regalarono tanti dolci ricordi che ora passavano davanti ai suoi occhi bagnati di lacrime. Glieli aveva regalati uno ad uno,ed erano cibo per la sua mente e la sua vita. E anche se le erbacce vorticavano nel buio,un bel fiore sbocciava nelle vicinanze. Entrambi in mondi diversi,ma lui aveva lo stesso cercato di raggiungerla. Disperatamente. E ora pregava,affranto:

-“Ti prego,Dio!Se è veramente la mia ultima occasione,voglio parlarle!”

Chiuso in una piccola camera buia,con altri uomini al suo interno,asfissiava lentamente soffocato da quel fumo nero. Sentiva la sua voce risuonare triste,mentre il suo cuore e il suo respiro si affannavano annaspando nel dolore.

-“Almeno,avrei voluto sapere il suo nome!”

 

 

Adattato dalla traduzione italiana di Prisoner,cantata da Len Kagamine(Vocaloid).La canzone e i personaggi non sono miei,tanto meno la traduzione. Ogni cosa ai suoi rispettivi autori,insomma.

Chiedo solo che,semmai la pubblicherete su qualche altro blog/forum/sito,vengano messi i rispettivi credits.

Gracias,

Lulli

   
 
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