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Autore: Aleister Firewalker    28/08/2012    1 recensioni
“Non è un amore puro, il mio. Non mi è possibile. Non è nemmeno nobile, non ne sarei capace. Ma non è nemmeno disperato, come quello di coloro che attraversano una vita di sofferenze, di amori non ricambiati, e amano poi l'ultimo fino alla disperazione.”
Non ha una trama, mi spiace. È solo una breve storiella fatta di riflessioni.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A sei anni ero molto ordinato. Preciso, accurato, pianificatore. Facevo paura a certi adolescenti, da tanto ero preciso. Ora quegli adolescenti sono cresciuti, lavorano, hanno una famiglia, una carriera. Eppure continuo a far loro paura. Forse perché ho perso quella precisione, quell'ordine. Come la maggioranza degli adolescenti, sono diventato disordinato, poco attento e preciso nelle cose importanti, ma molto ossessionato dalle piccole cose insignificanti. Forse incuto loro timore perché ho perso quel dono innato che loro non hanno mai avuto. Probabilmente mi odiano, per aver perso, per aver sprecato quel dono che avevo mostrato loro durante la mia infanzia, quel dono che li spaventava sì, ma che allo stesso tempo mi invidiavano.

Ci sono tante cose che ho perso nel passaggio tra l'infanzia e l'adolescenza. Cose abbastanza importanti, come l'innocenza (che, a dire il vero, mi è stata tolta con violenza), e cose insignificanti, come i giocattoli. Mi mancano, i giocattoli. In realtà, mi mancano tante cose della mia infanzia, che però non ricordo. Ricordo poco e niente della mia vita, dai dieci anni in giù. Eppure devono essere accadute cose molto importanti, a quanto pare, ma non per me.

E ora mi ritrovo qui, a diciassette anni, a guardare cartoni animati e a inventare personaggi per fantomatici cortometraggi d'animazione che forse mai realizzerò. Mi sento come quel bimbo di sei anni, troppo timido e intimorito dall'esterno per uscire di casa, che stava tutto il giorno a disegnare e a fantasticare, a inventare storie con i suoi amici immaginari. Le mie storielle era leggermente macabre, nulla di spaventoso, solo c'era la presenza costante degli incubi e della paura del buio. Ma esisteva anche l'eroe, un bambino gracile che sconfiggeva il buio. Pian piano quelle storie leggermente macabre sono diventate racconti con personaggi grotteschi ossessivi e impauriti, sono scomparsi gli eroi, ma è rimasta la paura del buio.

Non è cambiato molto da quando avevo sei anni. Esco ancora poco, tengo molto alla mia fantasia, sono ancora debole. No, non più gracile, solo debole.

Le poche volte che esco, lo faccio per andare a scuola, oppure in libreria. E lo faccio rigorosamente da solo. Sopporto la compagnia solo di pochissime persone. Una di queste è come me, ergo non si fa vedere spesso in giro.

Vogliamo parlare di questa persona? Oh, va bene, perché no. Costui è una persona sola, chiusa, macabra, terribile e semplicemente adorabile. Un cuore terribilmente avvelenato, che cerca l'espiazione nell'amore puro, che purtroppo viene donato a persone ignobili che ne fanno uno sporco uso, avvelenandolo e facendolo ammalare sempre di più.

Ma, se il suo è un cuore avvelenato e malato, il mio è stato maledetto e condannato da altre persone. Persone che mi hanno amato di un amore così elementare e semplice, che ahimè non ho saputo ricambiare. E per ciò son stato maledetto, condannato a non trovare mai un cuore puro che mi ami!

Me lo sono meritato, lo ammetto. Non ho saputo amare mai, se non una volta. In realtà, amo ancora. Non è un amore puro, il mio. Non mi è possibile. Non è nemmeno nobile, non ne sarei capace. Ma non è nemmeno disperato, come quello di coloro che attraversano una vita di sofferenze, di amori non ricambiati, e amano poi l'ultimo fino alla disperazione. È un amore indefinito, nebuloso, oscuro. Non è limpido, rimane confuso, nascosto in mezzo a mille altri sentimenti. È un amore doloroso in alcuni momenti, ma afrodisiaco in altri.

È l'amore per quelle persone, per una persona in particolare, che hanno il cuore distrutto e avvelenato. Per quelle persone che hanno dato tanto, tutto a volte, e non hanno mai ricevuto nulla in cambio. Le amo, lo ammetto. Anzi, lo amo! Quell'amore puro, così bello, così irraggiungibile! È la mia disgrazia. Nel momento in cui anche quella persona amerà me, vorrà dire che la mia caduta è vicina.

  
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