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Autore: AlessiaRead    28/08/2012    0 recensioni
Non sono brava a scrivere le trame, ma ci proverò..
April è una ragazza che sta scappando da una vita difficile con sua madre Sara. Sono due donne che grazie all'aiuto di un'amica si ritroveranno a vivere in una cittadina del Regno Unito, lontano da un dolore troppo grande per essere descritto.
April non si fida di nessun, odia gli abbracci ed è sempre stata sola. Il figlio della donna che ha aiutato lei e sua madre gli cambierà la vita e tra alti e bassi chissà se nascerà anche un amore?!?
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Guardai fuori dal finestrino, la pioggia esprimeva completamente il mio stato d’animo, piangeva al mio posto perché io non potevo.
Non volevo!
Guardai mia madre al posto di guida, così bella e finalmente in pace, ma sotto quella pace si notavano le occhiaie che facevano capire quante notti probabilmente aveva passato sveglia a causa degli incubi.
Arrivammo ad Homels Chapel nel Cheshire verso le nove del mattino, dopo due ore di macchina e altre due di aereo. Erano settimane ormai che parlavano della nostra fuga ed arrivati a Londra dall’Italia ci sembrava ancora tutto surreale. Quelle in macchina non eravamo io e mia madre, erano altre persone, altre donne, una madre ed una figlia rilassate e felici, ancora un po’ spaventate ma sollevate.
Mia madre parcheggiò la macchina accanto ad un cartello con scritto “SOLD”.
Scendemmo sotto la pioggia e ci fermammo a distanza di qualche metro dalla casa, proprio sopra il marciapiede prima del vialetto.
“Come ti sembra?” mi chiese mia madre, la sua voce lasciava sentire tutta la sua emozione.
Non risposi subito!
Aspettai, osservai quella casetta così piccola. Già sapevo che dentro avremmo trovato due stanze da letto, una cucina, due bagni ed un salone. La sua facciata color pesca mi rilassava, tutta la casa era così diversa da quella precedente in Italia.
Sospirai, mi girai verso mia madre e le diedi un bacio sulla guancia, l’abbracciai e dissi:”Sicura, ecco come mi sembra, sicura!”.
Ed entrammo così, abbracciate, nella nostra nuova casa.”
 
Nel frattempo in Italia un uomo ancora ubriaco per tutto l’alcool che aveva iniettato nel suo corpo in quegli ultimi quattro anni, si svegliò con in mano dei vetri rotti, ricordandosi come la sera prima li aveva usati sui polsi della moglie e successivamente sulla figlia. Senza un minimo di rimorso le andò a cercare, perché era così che funzionava in quella casa ormai da troppo tempo, lui le picchiava, gli urlava contro quello che non volevano sentire e poi la mattina si alzava, le cercava per casa nei loro rifugi dove insieme si accoccolavano per leccarsi le ferite e con la voce più sincera e dispiaciuta possibile diceva loro che in realtà non voleva fargli del male e che non sarebbe più successo. Loro si tranquillizzavano, riprendevano la vita di tutti i giorni andando a scuola ed a lavoro dopo essersi accuratamente disinfettate e coperte i diversi tagli con delle bende.
La figlia avrebbe passato la sua giornata a scuola la mattina, in palestra il pomeriggio e poi tornava a fare i compiti a casa, per amicizie non c’era spazio nella sua vita incasinata.
La madre tra il lavoro come infermiera, come casalinga e come madre e moglie amorevole.
Poi la sera, quando lui tornava da lavoro, tutta la tortura per quelle due povere donne sarebbe ricominciata ancora, ancora e ancora.
Perché la realtà era che non sarebbe mai finita!
Ma lui quella mattina si svegliò solo in casa, le cerco, le chiamo, urlò i loro nomi, finché non cedette al pensiero che si stava insinuando nella sua testa ormai dalla prima volta che le aveva chiamate ma non aveva ricevuto loro risposta.
Lo avevano lasciato solo e se ne erano andate..

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SPAZIO AUTRICE!
Questo primo capitolo è corto, è solo per farvi un attimo entrare nella storia gli altri saranno più lunghi. Buona letture, spero :)
  
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