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Autore: BeeMe    28/08/2012    9 recensioni
E’ troppo facile giudicare qualcuno.
Basta guardare ciò che fa e decidere se è giusto o sbagliato, se è bianco o nero.
Il grigio non esiste.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gale Hawthorne
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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E’ troppo facile giudicare qualcuno.

Basta guardare ciò che fa e decidere se è giusto o sbagliato, se è bianco o nero.

Il grigio non esiste.

Non puoi mai fare una cosa sia giusta che sbagliata. Mai.

Però nessuno riesce mai a giudicare se stesso, alla fine dei conti.

Quando si scruta dentro la propria anima, allora il grigio esiste, così come esiste tutto l’arcobaleno.

Eppure quando Gale vide quelle bombe cadere dall'hovercraft di Capitol City sapeva che non sarebbe più riuscito a trovare il bianco o il nero in qualcuno.

Ognuno faceva qualcosa di sbagliato pensando di star facendo la cosa giusta.

E lui non faceva eccezione.

Lui era alla base di quelle morti, lui aveva ideato quegli aggeggi infernali.

Tuttavia sentiva di non essere nero.

Aveva sbagliato e non riusciva più a giudicarsi.

Era troppo difficile.

Per farlo avrebbe dovuto rivedere il sorriso di ogni bambino morto e le lacrime dei loro genitori. Avrebbe dovuto risentire le urla disperate dei feriti e i lamenti di chi non aveva più parole.

Avrebbe dovuto immergersi nuovamente nel fuoco dell’esplosione e buttarsi nel mezzo di una sparatoria fra i Pacificatori e i Ribelli.

Sarebbe dovuto ritornare indietro nel tempo.

E questo Gale non poteva farlo.

Nemmeno col pensiero.

Perché ogni ricordo era una pugnalata dritta nel cuore che gli faceva capire di aver sbagliato, ogni volta di più.

Senso di colpa.

Katniss lo chiamava così.

Ma lei non riusciva a capire.

Per lei il grigio non esisteva. Si poteva sbagliare e pentirsi, ma si restava dalla parte del torto.

Si poteva venire bruciati e ritornare a vivere, ma non si poteva cambiare il passato.

Secondo lei non bastava capire di aver sbagliato e cercare di andare avanti senza dimenticare.

Gale non poteva andare avanti così come non poteva dimenticare.

Sapeva di aver sbagliato, sentiva quell’ormai familiare sensazione nel petto, ma non riusciva ad allontanarsi da quel giorno.

Era nella sua testa, nel suo cuore, nonostante lui non riuscisse più a tornare indietro.

Era bloccato nel mezzo senza riuscire a muovere un passo.

Aveva una tabella di marcia tatuata sul braccio secondo la quale sarebbe dovuto essere ad organizzare una qualche rivolta finale.

Ma alzarsi dal letto non gli sembrava possibile.

L’inchiostro continuava ad accumularsi sul suo braccio e lui continuava ad ignorarlo.

Improvvisamente la porta si aprì.

Non cigolò e Gale non alzò la testa, ma sapeva che qualcuno era entrato.

-Annie.

Lei si sedette al suo fianco senza dire una parola, gli occhi verdi fissi su una parete.

Dopo diversi minuti iniziò a sussurrare.

-Continuo a vederlo, Gale. Lo sento ridere, parlare, camminare vicino a me. Ma lui non c’è.

Le lacrime iniziarono a rigare il volto della vedova.

-Non riesco a dimenticarlo.

Qualcosa si mosse dentro il ragazzo. Qualcosa che da mesi era nascosto sotto rancore e rimorso.

-Non riesco ad andare avanti.

-A volte andare avanti è difficile.

Lei annuì piano.

-Può sembrare impossibile, ma non bisogna per forza correre via da quello che è appena successo. Ci si può allontanare un passo alla volta.

Gale si alzò e le tese una mano.

-A volte serve qualcuno che ti capisce per farti comprendere che non si può rimanere fermi per sempre.

Annie strinse le sue dita affusolate intorno a quelle da minatore del ragazzo.

-A volte serve qualcuno a cui aggrapparsi.

Questa volta fu lui ad annuire ed, insieme, si diressero verso la porta.

A volte serve qualcuno per cui tu non sia né bianco né nero.

Qualcuno che pensi che chiunque possa essere tutti i colori che vuole.

Anche grigio.

  
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