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Autore: SheLovesHisEyes    28/08/2012    4 recensioni
Sapeva che avrebbe potuto smettere,ma sapeva anche che doveva volerlo e,almeno per il momento, quella era l'unica cosa che ancora le dava la voglia di strascicarsi la mattina fuori dal letto. Avrebbe dovuto smettere, almeno finchè qualcuno non se ne fosse accorto, per ora, preferiva soffrire.
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Prima di iniziare a scrivere voglio premettere una cosa molto importante.

Questa storia contiene dei veri pensieri e dei veri episodi di un vero autolesionista.
Vi prego di non accusarmi di aver copiato da qualcuno o cose del genere, ci tengo molto a questa storia.
Grazie :')

 

 


 

I try to savertise and I,
Ended up with wounds to bind
Like you're pouring salt in my cuts.


 

 

- Liz,sei caduta nel water per caso?-
- Eccomi,ho fatto,un..un secondo solo. - la voce di Callie fece trasalire la ragazza.
Pulì il lavandino,buttò nel cestino i fazzolettini,si tirò fino a coprire i pollici le maniche del pullover blu e si guardò allo specchio. Sembrava quasi a posto,la solita e Liz.
- Oh cielo,alleluja! Allora ragazza, sei pronta per il grande giorno?- Callie era bellissima, oltre che elettrizzata. Indossava dei jeans chiari con dei strappi più scuri sul ginocchio, una cannottierina rosa pallida e un cardigan corto grigiastro.
-Non mi vedi,sono tutta un fremito!-aveva detto la verità, tremava quasi, ma non per le stesse ragioni per cui lo faceva l'amica.
-Elizabeth- Callie si fermò di colpo e guardò l'amica con disprezzo -quando capirai che il primo giorno di scuola è importantissimo?Insomma..ti basta guardare le primine, povere e terrorizzate, alla ricerca della loro classe, non ti senti un pò più...avvantaggiata?- concluse mettendo un braccio intorno alla spalla dell'amica  e indicando, con la mano libera, un gruppetto di ragazzini che correvano da un'aula all'altra con in mano dei foglietti.
Liz davvero non capiva perchè tutto quell'entusiamo, certo, vedere che lei non era l'unica a sentirsi completamente persa e spaesata le dava un pò di sollievo, ma quando pensava che lei era al terzo anno mentre le primine solo al primo, si sentiva ancora più scoraggiata di prima.
Stava iniziando un nuovo anno, ma lì, alla scuola di Forest Hill non c'era la possibilità di riscattarsi in qualche modo dagli anni precedenti e Liz, con questa consapevolezza si era ormai rassegnata al suo destino di ragazza ignorata da tutti.
-Ho capito,neanche l'estate ti ha cambiata Liz, speravo in un cambiamento per un pizzico di ottimismo in più ma...niente.Vabbè, dopotutto ti voglio ancora bene.- le disse l'amica prima di toglierle il braccio dalle spalle e dirigersi verso l'aula di spagnolo.
-Ci vediamo all'ora di pranzo?- chiese Callie prima di sparire dietro la lunga fila di armadietti blu,vecchi e arrugginiti.
-Ci vediamo all'ora di pranzo.-.

 
Erano già passate due ore quando Liz alzò gli occhi verso il vecchio orologio appeso sopra la testa dell'insegnante di italiano che come ogni anno doveva ripetere le regole della scuola che subivano, con il passare di ogni trimeste, nuove aggiunte.Liz pensò a quanto la scuola somigliasse ad un carcere.
Si sorprese di quanto quelle ore fossero passate veloci e indolori, di solito era come se qualcuno le gettasse un bicchiere di acqua gelida dritta nella maglietta, stavolta invece era stato come se lo avesse bevuto quel bicchiere.
Continuava a controllare che le maniche del pullover non si alzassero.
Mentre il professore continuava ad elencare le regole e contemporaneamente  le leggeva dall'alto dei suoi piccoli occhiali Liz non potè fare a meno che guardare fuori dalla finestra  che si apriva subito di fianco al suo banco.
Anche quella mattina c'erano nuvoloni grigi che non permettevano ai raggi del sole di scaldare l'edificio. Lo sguardo di Liz saltò dal grigio cielo,alla piccola foresta di pini ai margini del cancello,fino a notare, appostata alla fermata dell'autobus davanti al cancello, una donna bionda sulla trentina che piangeva disperatamente tenendo il telefono all'orecchio.
Di fronte a quella scena Liz sentì una stretta allo stomaco, non perchè provasse pena per quella donna, ma invidia. Anche lei avrebbe voluto rendere pubblico il suo dolore, piangere e cercare aiuto, qualcuno che la afferrasse per i capelli e la facesse riemergere, come quella volta quando da piccola era caduta in acqua e suo padre l'aveva salvata. C'era qualcosa però che glielo impediva: la vergogna, la paura, la voglia di continuare a farsi del male, per non soffrire più.
Aveva capito che per smettere seriamente doveva anche volerlo, doveva chiedere aiuto. Il problema era che non voleva. Sapeva che quella era l'unica cosa che ancora le dava soglievo e la faceva distrarre dagli insulti e dalla sua vita.
Il trillo della campanella fece risvegliare Liz dai suoi pensieri  e si costrinse a distaccare lo sguardo dalla donna disperata. Anche Liz avrebbe voluto avere il suo stesso coraggio. Guardò l'orologio ed era già l'una meno un quarto: l'ora di pranzo.
-...quindi spero che voi abbiate capito l'importanza delle regole in una scuola come questa e.. - l'insegnante era sempre il solito. Un uomo basso e grassoccio prossimo alla pensione,sudato anche a dicembre con indosso sempre i jeas e la camicia a righe e i suoi piccoli occhiali rotondi. Quell'uomo le faceva un pò pena, nessuno gli dava mai molta importanza o rispetto e spesso veniva preso in giro per la sua calvizia. Liz non si era mai permessa di dire una parola di disprezzo su di lui,anzi,su nessuno, non era di certo la persona adatta per giudicare.
Fu l'ultima ad  uscire e quando si diresse verso la mensa si scontrò con un ragazzo. Liz vibrò contro il suo corpo e cercando di non alzare lo sguardo perse l'equilibrio, vacillò per qualche secondo e finì dritta a terra.
Liz pensò che in quel momento avrebbe ricevuto i peggiori insulti quindi si costrinse a non alzare lo sguardo,alzarsi velocemente da terra e andare via.
Il ragazzo contro cui era andata a sbattere le chiese con una voce che le sembrava fin troppo famigliare - Hey, tutto ok?- 
- Si, sto bene- rispose Liz alzandosi e raccogliendo i suoi libri da terra nel modo più veloce che poteva.
Se lui non l'avesse vista troppo a lungo non si sarebbe reso conto di quanto era... Liz.

 

 

 

Ok ehm..allora, volevo prima di tutto dire alle persone che leggevano le mie storie che si,so di essere una stronza. Non riesco mai a finire una storia che devo iniziarne un'altra e vi chiedo scusa.
Ma davvero avevo bisogno di scrivere questa.
Comunque, credo sia abbastanza chiaro quale sia il 'problema' della protagonista e se non lo avete capito tranquille che lo scoprirete a breve.
Quindi..niente,fatemi sapere se vi è piaciutoe recensitemi, sono curiosa e ansiosa!
PS: questo capitolo è corto solo perchè è il rpimo,andando avanti i capitoli si prolungheranno.
Un bacio.


 

  
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