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Autore: GiuliaFray    28/08/2012    2 recensioni
Pubblico una FanFiction non proprio esattamente appena sfornata, ma che spero che vi piaccia, perché io l'adoro.
Introduzione: in Città degli Angeli Caduti abbiamo assistito (io piena di istinto omicida contro una vampira con il nome che inizia per C e finisce per Amille) alla conversazione
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Alec Lightwood, Camille Belcourt, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ehi, Camille, posso ucciderti?


Alec chiuse la porta della stanza di Isabelle dietro di sé con un tonfo e si appoggiò al muro con la testa tra le mani.
La chiacchierata con la sorella non lo aveva aiutato come si era aspettato e questo servì soltanto ad appesantire il suo cuore infranto. Era deluso da Magnus, dal tono frivolo e leggero con cui aveva annunciato l'esistenza di una sua amante, dai suoi sentimenti scombussolati e privi di senso.
Desiderò per un attimo di ritornare indietro, a Vienna, restare con Magnus senza pensare alle preoccupazioni che li avrebbero accolti al loro ritorno. Una nuova consapevolezza che non aveva mai saputo di avere cominciava a farsi strada nella sua anima, fino a divorargli le membra e a farlo sentire sopraffatto da lui: era geloso, tremendamente, infinitamente geloso.
Si rese conto di quanto fosse puerile solo quando ripensò alle braccia di Magnus che lo avevano stretto con foga durante il viaggio, ai sorrisi che gli aveva regalato e alle incalcolabili dichiarazioni d'amore che gli aveva dedicato senza che nessuno li guardasse con ambiguità.
E allora, perché si sentiva come se tutte le certezze su cui aveva potuto contare fino a quel momento fossero crollate come un muro di cartapesta?
Sospirò e con passi pesanti uscì dal corpo principale dell'Istituto, per poi scendere nei sotterranei e attraversare lo stretto passaggio che lo collegava al Santuario, un salone spoglio utilizzato come custodia per i Nascosti ribelli e demoni. Lì avrebbe trovato Camille, ne era certo, e a quel punto avrebbe potuto farle tutte le domande a cui Magnus non aveva mai dato una risposta. Lo stregone aveva molti più anni di lui, un semplice Cacciatore che si vantava con i più piccoli della sua maggiore età, e spesso aveva riflettuto sulla possibilità di venir a sapere troppo tardi per i suoi gusti di relazioni finite male con le più strambe creature. Si era promesso che non si sarebbe infuriato con nessuno ma che avrebbe dovuto accettare la cosa da persona matura, ma -per l'Angelo!- avere davanti a sé una sua vecchia fiamma ritornata per prenderselo tra le grinfie era tutta un'altra storia!
Mentre camminava a testa bassa come al solito in direzione dell'entrata per il Santuario attraverso il corridoio flebilmente illuminato da torce a stregaluce, capì che Magnus non sarebbe stato suo per sempre come non lo era stato per nessun altro.
Lui era mortale e lo stregone era tutt'altro; Alec era imbarazzato e inesperto, Magnus sembrava conoscere ogni sua parte intima; lo Shadowhunter era destinato ad avere il corpo slanciato sempre più rattrappito e il viso segnato da malcelate rughe di preoccupazione, Magnus sarebbe stato per l'eternità splendido e privo di indizi che potessero far comprendere a grandi linee la sua età. Alec aveva paura che lo lasciasse e quel timore lo lasciava sveglio per alcune ore prima che riuscisse ad addormentarsi, si insediava nei suoi pensieri fino ad oscurarli come una coltre di nubi portatrici di pioggia pesante.
-... in questo periodo sei riuscito a conquistarne uno, suppongo il ragazzo con cui parlavi prima... Hai sempre avuto dei gusti piuttosto variegati.-
Era Camille, la vampira. La sua voce mielosa era riconoscibile ovunque, soprattutto da lui, il ragazzo di cui stava parlando con... Magnus.
Dunque, si stavano già confrontando? Pensava che sarebbe andato da lei al più presto per togliersi il peso della questione, ma Alec aveva anche pensato che prima avrebbe passato del tempo con lui, tanto per riabituarsi al traffico di New York o qualche altra stupidata che fungeva da scusa.
-Vedo che sei stata a sentire i pettegolezzi sul mio conto.- Ora era stato Magnus a parlare con il tono freddo che usava quando era irritato e voleva nascondere la tensione. Le voci si distinguevano chiare e Alec si avvicinò in punta di piedi alla porta blindata con sicurezza, appoggiandovi l'orecchio.
-Ma avresti potuto parlarmi di persona. Sono a Brooklyn da molti anni, per niente lontano, eppure non ti ho mai sentita. Mai vista a una delle mie feste. Tra di noi si è creato un muro di ghiaccio, Camille.- Il cuore di Alec saltò un battito, nella trepidante attesa di una risposta. Se solo avesse osato toccarlo o men che meno baciarlo dopo tutto quel tempo che, a quanto pareva, avevano passato lontani, allora avrebbe fatto irruzione e l'avrebbe uccisa anche senza uno stupido paletto.
Una vocina guastafeste nella sua testa gli ricordò: I vampiri sono difficili da uccidere senza uno stupido paletto, come lo chiami. Credo che sarà altrettanto difficile far fuori una vampira come Camille. Alec scosse il capo per allontanare quel pensiero masochista e si mise in ascolto.
-Non sono stata io a costruirlo. Ti ho sempre amato.- La voce chiara e mielosa di Camille gli risuonò nella testa crudelmente e gli fece fischiare le orecchie come se si fosse immerso in profondità nell'oceano.
Non sentì nulla per alcuni secondi, offuscato da quelle parole e appoggiò la schiena alla porta, lasciandosi scivolare a sedere. Dunque, l'amore di Magnus era stato solo una farsa? Ha detto che lo ama, rifletté con le lacrime che minacciavano di scivolare lungo le sue guance morbide e bianche. Se la loro storia fosse stata solo una faccenda momentanea, allora lei non si sarebbe rivolta a Magnus con quel tono serio e...
Non riuscì a trattenere le lacrime. Sfociarono come l'acqua di un fiume in piena che fuoriesce dagli argini durante un'alluvione, dandogli la sensazione di sprofondare nelle tenebre della solitudine e del tradimento, non offrendogli nessuna via d'uscita. Il suo corpo venne scosso da un singhiozzo ed Alec si sentì infinitamente puerile ad avere quella reazione. Lui amava Magnus come non aveva mai amato nessuno, più di quanto avesse potuto immaginare di amare qualcuno esterno alla propria famiglia, più di quanto avesse letto nelle pagine dei libri che lui amava sfogliare, più di quanto... Si sentiva come schiacciato da un peso ineluttabile. Ma perché stava male a quel modo? Dopotutto, Magnus non aveva detto nulla.
Soffocò un singhiozzo e trattenne il fiato per ascoltare. La voce dei due vecchi amanti veniva attutita dalla porta pesante.
-... Conclave in cui giurano che, se darò loro le informazioni che vogliono, mi risparmieranno e mi lasceranno libera.-
-Non ti lasceranno mai andare.-
-E allora non sapranno mai perché i loro colleghi hanno dovuto morire.- La replica di Magnus rifletté come uno specchio i suoi pensieri.
-Dovuto? Interessante scelta di parole, Camille. Sbaglio o sotto questa faccenda c'è di più di quanto si possa immaginare? Più del sangue o della vendetta?-
Alec deglutì. Per un attimo aveva leggermente dimenticato le parole di Camille sfumate da una leggera falsità saggiamente mascherata ed entrò in modalità Shadowhunter. Dunque era quello il piano di Camille, chiedere al Conclave per mezzo di Magnus l'immunità dal trattamento che le avrebbe riservato se solo avesse scoperto ciò che aveva combinato in città e soprattutto per quale assurdo motivo.
Seguì un minuto di silenzio, poi Magnus disse: -Se vuoi che parli con loro di te dovrai dirmi almeno alcune piccole cose. Prendila come una dimostrazione di buona fede.-
Alec riuscì ad immaginare l'espressione impassibile dello stregone e Camille che si chinava su di lui, gli prendeva il viso tra le mani affusolate e lo baciava, assaporando le sue labbra dimenticate. -Sapevo che lo avresti fatto, Magnus. Sapevo che quello che c'è stato fra noi non era del tutto morto e sepolto.-
Quello che c'è stato tra noi. Quelle parole fecero nascere un sentimento di odio puro nei confronti di quell'essere nello stomaco di Alec. Ma cosa c'era stato, effettivamente, tra lo stregone e la vampira?
-Allora consideralo “morto vivente”, se preferisci. La verità, Camille.-
Alec seppellì il viso nell'incavo del gomito appoggiato sulle ginocchia magre ma forti.
-A loro puoi dire che, quando ho ucciso quegli Shadowhunters, stavo eseguendo degli ordini. Farlo non mi disturbava, perché avevano fatto del male alla mia gente e si meritavano di morire. Però non l'avrei mai fatto se non fosse stato per la volontà di altri... Altri più potenti di me.-
Magnus parlò con un tono molto flebile, tanto che Alec dovette alzare il capo segnato dall'invisibile scia delle lacrime salate per sentire la sua voce che tanto amava. -Di chi si tratta?-
-L'immunità, Magnus.-
Per lui, uno Shadowhunter, reagire a quella provocazione da parte di una Nascosta significava trafiggerla con la prima cosa che gli sarebbe capitata a tiro e non avrebbe esitato a lungo, soprattutto se si fosse trattato di lei.
-Camille... - La protesta di Magnus si spense come la fiamma di una candela sorpresa da una violenta raffica di vento.
-Mi butteranno fuori, alla luce del sole, e mi lasceranno morire! È questo che fanno a chi uccide i Nephilim.- Per una volta il suo tono di voce così composto e tendente a non manifestare nessuna emozione, era velato di vera paura e le labbra di Alec si piegarono in un debole sorriso.
Sentì un movimento, segno che Magnus si stava avviando verso la porta per lasciare sola Camille. Alec scattò a sedere ed affondò le unghie nei palmi delle mani sudate per la tensione.
Magnus.
Magnus.
Magnus.
Magnus.
Ti sto perdendo, Magnus.

Quel nome era il più bello che avesse mai udito e non voleva smettere di pronunciarlo o di sentire le sue labbra muoversi per sillabare quella semplice parola ma per lui unica.
-Farò quello che posso, Camille, ma non ti prometto niente.- 
Camille mormorò: -Ricordi... Ricordi Londra? Le feste da Quincey's? E Will Herondale? Lo so che te ne ricordi. Quel tuo ragazzo, quel Lightwood. Si assomigliano.-
Alec restò senza fiato.
Will?
Per l'Angelo, Camille voleva ucciderlo a suon di parole? Una lacrima sgorgò e gli penetrò attraverso le labbra socchiuse. Il suo viso perfetto si contorse in una smorfia di dolore. Si sentiva perso e questo non fece altro che azzerare la sicurezza che aveva in sé stesso.
Non ne poteva più. Si alzò in piedi cercando di non barcollare come un ubriaco o peggio, appoggiandosi alle pareti di pietra alla disperata ricerca di un sostegno almeno materiale.
-Dici?-, chiese Magnus.
Prima che Alec corresse via verso la sua stanza con il cuore distrutto, sentì un'ultima frase di Camille, tanto quanto bastò per ridurlo in cenere: -I bei ragazzi sono sempre stati la tua rovina, Magnus. Ma cosa vuoi che ti dia un mortale? Dieci anni, venti, poi il disfacimento inizierà a reclamarlo. Quaranta, cinquanta, e se lo prenderà la morte. Io ti posso dare tutta l'eternità.-
Alec represse un grido di disperazione mordendosi il labbro inferiore, tanto a fondo da far fuoriuscire del sangue denso di Nephilim. La vista gli si appannò e l'immagine di lui e Magnus avvinghiati sul bordo del letto della stanza di Parigi si frantumò in migliaia di pezzi proprio nell'attimo in cui sfrecciò via, chiamando a sé le forze donate dalla runa permanente della velocità.



Angolo Autrice: Innanzitutto, GRAZIE! Solo il sempre crescente numero di visualizzazioni delle mie FF mi dà il coraggio di pubblicarne sempre di nuove e devo ringraziare di cuore tutti coloro che entrano nei miei post, monotoni e tremendamente sentimentali. 
Poi: per chi non ha letto l'introduzione, questa FanFiction è ambientata quando in Città degli Angeli Caduti Magnus e Camille parlano tra loro e Alec sente pezzi della conversazione. Ho sempre voluto mettere in luce il suo caratterino, la sua gelosia e la sua possessività e questa FanFiction mi ha permesso di farlo. 
Ebbene, vi devo fare un annuncio: sto scrivendo una FanFiction sul viaggio di Malec, cosa che ho annunciato già qui, e penso che la prossima One-Shot sarà proprio questa. Prima tappa: Parigi! Che ne pensate?
Ultima cosa: ho scritto questa FanFiction pensando alla canzone "My Love" di Sia, una delle colonne sonore di Eclipse. Ho sempre sognato di dedicarla alla mia coppia preferita, e, be', è giunto il momento.
Grazie!
GiuliaFray
  
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