La palestra era piena, ogni singolo posto era occupato da persone che credevano in un esito positivo di quella importantissima partita. In quel momento l'obiettivo di tutti era vincere. La vittoria stava a significare l'entrata effettiva al campionato nazionale di tutte le scuole dell'intero paese. Quasi sicuramente era questo il motivo per il quale vi era una sorta di elettricità nell'aria, un 'adrenalina tale da permettere a tutti i giocatori di dare il massimo. Ed Harry poteva avvertire benissimo questa agitazione. Entrare nel campionato avrebbe voluto dire essere uno tra i potenziali "vincitori" delle borse di studio per il basket, messe "in palio" dai college di tutto il paese. Harry aveva bisogno di quella borsa ed essendo anche il capitano degli Oilers del Richmond High School, doveva dare tutto sè stesso in quella che avrebbe segnato l'inizio del suo percorso verso il futuro.
Tutti,nello spogliatoio, erano in preda all'ansia più totale. Nessuno riusciva a stare fermo ma ognuno era preda di un'eccitazione pura. Tutti, eccetto Harry! Lui. al contrario, se ne stava tranquillo, seduto su una delle lunghe panche blu dello spogliatoio, con le cuffie del suo i-pod nelle orecchie ad ascoltare musica, come se non succedesse nulla al di fuori di quelle mura. I suoi compagni sapevano che, per mantenere la concentrazione, il loro capitano doveva rimanere in disparte, senza essere disturbato da nessuno, e ripetendo fino allo sfinimento le tattiche di gioco. A rompere la "bolla" del ragazzo fu proprio il suo allenatore, un uomo calvo sulla cinquantina che non era riuscito a sfondare come stella del basket e che quindi riponeva tutte le sue speranze e i suoi sogni irrealizzati in quei sedicenni. Il giovane si tolse le cuffie dalle orecchie e si avvicinò agli altri ragazzi per ascoltare l'ennesimo sermone del coach. "Non sono bravo nei discorsi,- iniziò l'uomo, radunando l'intera squadra- non è nel mio stile! ma questa partita potrebbe aprirvi le porte verso un futuro raggiante che potrete costruite soltanto se questa sera ce la metterete tutta.- fece una breve pausa e continuò- Mantenete la calma, intimidite l'avversario solo con la vostra abilità di tenere palla- si fermò di nuovo, riprese fiato e, con ancora più foga di prima, ricominciò ad incitare i ragazzi- dovete rimanere concentrati! Siete come delle bombe pronte ad esplodere- urlò- e se vi lascerete scoppiare la vittoria sarà vostra!".
Harry non ascoltò interamente il discorso. Non gli interessava, sapeva perfettamente cosa fare, lui era il capitano! Diede un'ultima sitemata ai suoi ricci per apparire sempre al meglio, anche in circostanze che non lo richiedevano, ed entrò in campo seguito dalla squadra. Si guardò intorno soffermando il suo sguardo verso gli spalti, assicurandosi che il suo migliore amico Liam, Louis, il nuovo arrivato del gruppo e Cristal, la sua ennesima ragazza, fossero lì a fare il tifo per lui. Con il fischio dell'arbitro, la partita iniziò.
Dopo circa un'oretta gli Oilers erano sotto di due punti e l'intera squadra, grondante di sudore, era ormai esausta. Non mancava molto alla fine. Harry sapeva come agire e così, sul filo del match, il ragazzo tentò un abile tiro da tre punti che, fortunatamente, gli assicurarono la vittoria. Tutti erano in piedi per festeggiare questo importantissimo e positivo esito, acclamando il capitano. Il coach, entusiasta, si complimentò con il ragazzo per la freddezza dei suoi gesti, ricevendo un indifferente ringraziamente da quest'ultimo. Il Richmond High School era ufficialmente entrato nel campionato e questo era solo un banalissimo inizio.