28/08/2012
2 recensioniGuardavo fuori dal finestrino del treno che mi stava riportando a casa, come ogni giorno.
Cinque ore di lezione, ultime due trascorse a svolgere un compito d’italiano insensato.
Squillò il cellulare. Risposi. Mio cugino sarebbe venuto a prendermi alla stazione.
Capitava ogni secolo, era un evento. Che poi perché di sua spontanea volontà? Solitamente dovevo pregarlo. Ma okay. Ne approfittai. Stavo morendo di fame.
Ogni giorno sempre la stessa storia. Treno, scuola, treno, casa. Che monotonia.
Scesi dal mezzo, salutai le mia amiche e lui era già lì ad aspettarmi. Gli simulai un applauso. Voleva sicuramente qualcosa in cambio, pensai. Aprii lo sportello e entrai in macchina con aria interrogativa. Ero abituata a ricevere una pacca sulla spalla o un ceffone in testa quando ci salutavamo.
Ma quella volta fu diverso. Mi guardò, sorrise e mi chiese del compito. Un momento. Da quando mio cugino è così interessato alla mia vita scolastica?
Mi limitai a fargli cenno con la testa.
Non fiatò più.
Scendemmo dalla macchina e aprii il portoncino di casa.
Lui abita sopra di me, al secondo piano del mio palazzo.
Improvvisamente mi superò e si dileguò a casa sua. Avevo sempre pensato di essere nata in una casa di pazzi, ma non fino a questi punti. Stava nascondendo qualcosa.
Entrai a casa mia. Ma lo era o no? Di solito c’era la tv accesa ed era molto più illuminata. Gettai lo zaino a terra in corridoio.
“Mamma?”
Silenzio totale.
Mi affacciai in salone e la vidi rivolta verso la finestra. Si voltò, venne verso di me e mi abbracciò.
Aveva pianto. Me ne accorsi all’istante.
“Che è successo?”
Non ricevetti alcuna risposta. Si limitava a guardarmi.
Mi guardai intorno, cercando il mio cane. Ma era lì.
Nonna?Era in poltrona, in salone, lì con noi.
Ok, mi stavo innervosendo. L’aria che si respirava era pesantissima.
“Mamma, posso sapere cos’è successo?”
Finalmente rispose. “Papà…”Oh beh, mio padre? Mi si disegnò una risata sul volto. L’avranno rinchiuso in qualche altra comunità, in giro per l’Inghilterra. “…è morto”
Scoppiai in una risata nervosa. Era morto? Ma dai, stava sicuramente blaterando.
Mia madre scosse la testa e mi abbracciò, ancora. Questa volta piangendo.
Mi staccai, raccolsi lo zaino che avevo lasciato in corridoio e lo portai in camera. Mi lasciai andare e urla di pianto invasero la casa. I miei cugini si precipitarono subito giù, così anche mio zio, il fratello di mio padre e mia zia, che poi era prima zia a mia madre. Troppi intrecci, non starò qui a spiegare.
Mi cercarono e mi abbracciarono uno ad uno.
Avevo perso mio padre. Almeno non avrei sentito la sua mancanza, di questo ne ero sicura.
Erano sei anni che quando lo vedevo per strada, fingevo di non conoscerlo. Si era ridotto una merda, sul serio.
Il suo problema era che è SEMPRE stato dipendente da tutto, tranne che da sua figlia.
*Spazio autrice*
SALVE!
Questa è la mia seconda FF e spero
faccia meno pena della prima.
Lasciate qualche recensione?
Vorrei sapere cosa ne pensate, per favore!
Grazie. Un bacio xx