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Autore: xZivaDavid    28/08/2012    5 recensioni
«Freddie, che ci scriviamo? Qualcosa tipo "Perce puzza"?»
Freddie rise «Com'è che non è venuto in mente a me?» poi scosse il capo «Che Perce puzza però lo sanno già tutti.» [...] "FRED, GEORGE! DOVE DIAVOLO SIETE?" La voce di Molly Weasley li fece scattare in piedi. Non esisteva nessuno di più spietato della loro madre.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Dedicata a chi ha perso qualcuno d'importante e non l'ha mai dimenticato, lo tiene nel cuore, perché il suo ricordo è nitido nelle emozioni più remote. E continua a vivere. Dedicato a tutte le persone che mi guardano dall'alto.

Non ho mai smesso di volervi bene, volevo lo sapeste. F. ♥

 

P come Promessa.

 

 

 

 

 

"Everybody hurts someday, 

Everybody screams, everybody feels this way.."

 

 

 

Silenzio.

Vuoto.

Una promessa mai mantenuta che riecheggia nel buio.

George Weasley camminò lungo il campo di grano dove si era inoltrato,

per dimenticare i sentimenti.

A volte, vivere senza una ragione poteva sembrare faticoso.

Prese una spiga e la osservò, nella sua semplicità, senza mai fermarsi.

Perché se l'avesse fatto avrebbe pensato.

Erano passati due anni da quando era diventato apatico e asociale.

Non rideva più, parlava raramente.

Si chiedeva perché la vita fosse stata così bastarda nei suoi confronti.

Strinse la spiga, distruggendola,cercandone il contatto con la pelle.

Aveva perso tutto quella maledetta sera.

Perché nessuno l'aveva capito?

Era come essere morto, solo che faceva ancora male.

 

Silenzio, passi ovattati dal grano.

Vuoto, quello che era rimasto di lui.

Si fermò, vicino ad un enorme masso, riconoscendolo.

Vi posò la mano ed abbassò il capo.

"Gred e Forge" era inciso sulla pietra,dove parecchie spighe coprivano le lettere. "Insieme per sempre."

L'uomo tremò, sferrando un pugno sulla pietra, lasciando che la superficie intaccasse il freddo,

gelido mondo in cui aveva vissuto.

Sentiva il sangue scorrere e la mano pungere, ma non percepiva alcun dolore.

Quello che lo straziava veniva da dentro, era un urlo senza età che gli aveva lacerato l'anima.

Il rosso cadde sulle ginocchia, all'altezza di quella scritta che era nata da un gioco,

dalla passione della loro amicizia.

No, non erano amici.

Non erano nemmeno fratelli, erano molto di più.

Nessuno capisce cosa si prova a perdere qualcosa che vale più della tua stessa vita.

Nessuno capisce che significa perdere qualcosa che sa di te,

qualcosa che nasce con te e che viene a mancare quando ne senti il bisogno,

che ti abbandona nei momenti di sconforto.

Qualcosa che muore ogni volta che chiudi gli occhi, che distrugge ogni cosa.

Rivedeva il suo stupido sorriso, quello con il quale lo aveva lasciato,

senza nemmeno una parola di conforto, senza un addio.

Qualcosa si era rotto, quella notte.

 

*

12 anni prima

 

Due gemelli dai capelli rossi e l'aria di chi la sa lunga correvano lungo un campo di grano, perdendosi tra la steppa troppo alta.

Correvano, superandosi per dimostrare di essere uno più forte dell'altro,

ma senza allontanarsi troppo, per sentirsi vicini.

Portavano dei maglioni rossi dai bordi argento, con delle lettere incise.

Quello che aveva solo un dente davanti mostrava fiero una "F", l'altro, che ansimava per raggiungerlo, una "G".

In mano, l'ultimo stringeva gelosamente una bacchetta magica, ma erano entrambi troppo piccoli per possederne una.

Forse, l'avevano“presa in prestito” a qualcuno della loro famiglia.

Ridacchiavano.

Si fermarono, quando videro la strada sbarrata da un macigno.

Era quasi liscio.

Bastò una sola occhiata tra i due, e quello con la F prese la bacchetta.

Avevano gli occhi scurissimi, solcati da una scintilla di soddisfazione.

George sorrise, osservandolo. «Freddie, che ci scriviamo? Qualcosa tipo "Perce puzza"?» 

Freddie rise «Com'è che non è venuto in mente a me?» poi scosse il capo «Che Perce puzza però lo sanno già tutti.»

Riflettè, e sinceramente, avrebbe preferito lasciare la propria impronta, non quella di suo fratello.

George annuì convinto, sedendosi sulle spighe.

«Questo sarà il nostro angolo segreto!» disse poi.

Fred ci pensò su, poi, pronunciato un incantesimo, incise la scritta 

Gred e Forge, insieme per sempre.

Era la cosa più sensata che gli fosse venuta in mente.

Gli occhi di George s'illuminarono.

Era così che dicevano di chiamarsi quando qualcuno rivolgeva loro la parola.

"FRED, GEORGE! DOVE DIAVOLO SIETE?"

La voce di Molly Weasley li fece scattare in piedi.

Non esisteva nessuno di più spietato della loro madre.

*

 

Un abbozzo di sorriso si formò sul volto del George ormai adulto, che vanamente tratteneva le lacrime.

Poi si rese conto della seconda scritta, fatta in modo più abile, che recitava: "vi faremo dannare, gente!"

 

*

10 anni prima.

 

Erano passati due anni dall'ultima volta che avevano lasciato la loro impronta in quel luogo.

Si erano recati là per ogni cosa, per recitare le filastrocche poco consone a dei bambini, 

per parlare dei pettegolezzi o di quella strega biondina vista a Diagon Alley che aveva rubato loro il cuore.

Avevano parlato ai piedi del masso persino della nuova scopa da corsa 'Nimbus 1996'.

La distesa di grano, in quei due lunghi anni si era innalzata sopra i loro busti.

Erano stati impegnati,  stavano crescendo e l'anno successivo Hogwarts avrebbe aperto loro i suoi maestosi cancelli.

I denti erano cresciuti ed i loro volti avevano assunto sembianze più adulte.

Restavano avvolti nei loro maglioni blu con le iniziali dei nomi,gli sguardi complici e l'incisione sulla roccia.

Fred si schiarì la voce, poggiando la mano sulla prima scritta ed incitando il fratello a fare lo stesso.

George lo seguì.

«Bene, Geo, devo fare un annuncio. Siamo qui perché tra un anno cresceremo ed andremo ad Hogwarts.»

il fratello ascoltò in silenzio, mentre Fred parlava in tono solenne e concitato. 

Sembrava quasi Perce.

«Il che vuol dire che non vedremo più così spesso questo posto. Ci conviene fare una promessa.»

Gli occhi dei due brillarono sotto il sole di Dicembre della stessa luce della prima volta, quella luce ribelle che apparteneva al loro animo sin dalla nascita.

«Io, Fred Weasley, giuro di starti sempre vicino, Georgie, di volerti bene sempre, anche e sopratutto quando ti farò i dispetti.»

L'altro rosso sistemò bene la mano su quella di suo fratello.

«Io, George Weasley, giuro di starti sempre accanto, Freddie, di consolarti quando starai male e di non farti cacciare nei guai. O meglio, di aiutarti ad uscirne»

I due sorrisero, insieme. «Nessuno potrà dividerci.»

George mosse la bacchetta sulla roccia, su cui si incisero quattro, semplici parole:

Vi faremo dannare, gente!

*

 

George era in ginocchio ai piedi della roccia, in preda alla disperazione.

Una lacrima cadde sulle spighe e si perse tra la terra,nell'immensità della solitudine.

«Freddie.. Freddie, t-ti odio.» mormorò solo, nel pieno dei singhiozzi «Non hai mantenuto la promessa.»

 la voce tremava ed altre gocce salate si unirono alla prima.

 

"Everybody Hurts,

Everybody screams, everybody feels this way.." 

 

L'uomo asciugò le lacrime e tentò di respirare.

«Ti odio perché ti sento sempre dentro me, perché continuo a volerti bene, perché mi manca ogni cosa di te. Ricordi che ti dicevo sempre che non sopportavo che lasciassi i calzini accanto alla porta della stanza, la notte, o che non pulissi bene il lavello dal dentifricio? Ecco, darei tutto purché lo facessi di nuovo.»

George si alzò e sfiorò le scritte, con dolore.

«E mi odio, perché non sono stato capace di salvarti.»

Prese la sua bacchetta e la strinse al suo petto, mormorando il nome di suo fratello,

prima di puntarla al suo cuore.

«Oblivion.»

 

...

"It's okay"

 

 

 

 

 

 

 

 

Allora, mi dite che ne pensate? Vi chiedo per favore di lasciarmi una recensione, anche piccola piccola per dirmi che ve ne pare. per favore.  Un bacio, F.

   
 
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