Questi personaggi non mi appartengono, ma sono
proprietà di Rumiko Takahashi;
questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Un piccolo risultato
Kagome era seduta su una
roccia, vicina alla cima di una montagna, appena fuori l’entrata di una
grotta…
L’espressione del viso
era persa, non esprimeva alcun tipo di emozione, ma dai suoi occhi rossi
si poteva facilmente intuire che aveva da poco finito di piangere. Un pianto
lungo e silenzioso, sofferto…
Koga, pochi metri dietro di
lei, la osservava senza sapere che fare… compassione, amore, frustrazione
per quel poco che poteva fare…
Rabbia, per
quell’essere che l’aveva fatta soffrire in quel modo…
Come aveva osato? Come aveva
potuto?
Lui lo sapeva, lo aveva
sempre saputo… era sicuramente colpa di quel cagnaccio… il demone
lupo non si sarebbe
mai potuto dimenticare lo sguardo della ragazza, quando
era venuta da lui, quella mattina.
Stava tranquillamente seduto dentro la grotta, ad
osservare gli stupidi tentativi di Hakkaku e Ginta per
metterlo di buon umore… quella giornata era iniziata male… non per
un motivo preciso, si era semplicemente svegliato con l’impressione che
quella sarebbe stata una giornata no.
E poi, a risollevarlo da quella sottospecie di stato
di trance,
era stata una voce, che lo chiamava.
La voce di Kagome… non si sarebbe mai potuto
sbagliare, quella voce era di Kagome!
Corse verso il punto da cui aveva sentito la
ragazza chiamarlo… lusingato, felice… poi si rabbuiò, quando
la vide.
Era sola, con le ginocchia
leggermente escoriate, probabilmente nel tentativo di
risalire l’ammasso roccioso da sola… ed il suo volto…
La dolce kagome, quella sempre allegra e sorridente,
aveva il volto rigato dalle lacrime… lei, l’unica persona al mondo
che non meritava di piangere.
- Kagome, cosa hai fatto? -
Chiese il lupo allarmato, andandola a prendere in
braccio.
- Io… ti volevo chiedere una favore. Ecco,
potrei restare un po’ insieme alla tua tribù? Non sapevo dove
altro andare per stare un po’ lontana dai miei amici… sai, abbiamo
avuto un piccolo litigio… -
Un sorriso, tanto falso che lo si sarebbe potuto
riconoscere come tale ad un chilometro di distanza… quella bugia,
così palese alle sue orecchie…
Lui aveva semplicemente annuito, e l’aveva
portata nella grotta, e lei si era seduta lì.
Erano passate tre ore. Tre ore in cui lei non si era mai mossa, tranne che per
qualche sospiro; le lacrime per fortuna erano sparite presto dal suo bel viso.
Lui non osava fare nessuna
mossa, non osava
sfiorarla o parlarle, per paura che poi il suo pianto estinto da poco
ricominciasse di nuovo.
Ma non ci fu bisogno che lui
si scervellasse
sulla decisione di cosa fare ancora a lungo, infatti poco dopo Kagome si
alzò e gli si avvicinò.
- Ti ringrazio Koga… non sono
stata una buona compagnia, vero? Solo che avevo bisogno di un buon posto per riflettere un
po’. Se non ti dispiace, io rimarrei qualche altro
giorno… naturalmente mi renderò utile, posso cucinare o pulire,
insomma qualsias…
-
- Non c’è
bisogno. Qui nella tribù Yoro
sarai sempre la
benvenuta, ricordalo. Puoi stare qui finche lo desidererai.
-
- Grazie… -
Nuove lacrime si affacciarono
sul viso della ragazza, ma stavolta non erano di tristezza…
abbracciò il ragazzo con gratitudine, lasciandolo abbastanza sorpreso e
tutto rosso in viso, per poi andare da Hakkaku e Ginta per parlare un
po’.
Kagome si era trasferita da
Koga e gli altri da quasi un mese, ormai.
Ancora non si era scoperto il
vero motivo, ma tutti erano felici della sua permanenza lì, anche lei.
Che poi
la sera, dopo che tutti si erano coricati, qualche lacrima solcasse le sue gote
lo sapevano solo lei e Koga.
Il demone le era stato
vicino, l’aveva tirata su durante i momenti di tristezza, e lei gli era
veramente grata… ancora non si sentiva sicura a rivelargli tutto, ma
almeno aveva ammesso che la storia del litigio fra amici non era vera.
Un giorno però,
qualcosa venne a turbare l’equilibrio che si era fra loro stabilito; o
per meglio dire, qualcuno.
Era una giornata piuttosto
afosa, e Hakkaku e Ginta si erano offerti di accompagnare Kagome al lago, dove
si sarebbero potuti rinfrescare; Koga, invece, avrebbe preferito restare nella
grotta, dato che non amava molto quel genere di gite, ma le preghiere di Kagome
lo avevano fatto desistere… alla fine, le rive del lago li ospitarono
tutti e quattro.
In quei giorni, nessuno era
stato sfiorato dall’idea che gli amici di Kagome la potessero andare a
cercare… la ragazza aveva spiegato loro che aveva detto a tutti che
sarebbe tornata nel suo mondo.
Alle proteste come “E
se Inuyasha ti va a cercare e non ti trova?” lei rispondeva semplicemente
che non l’avrebbe fatto.
Ma quel
giorno cambiarono le cose.
- Ca-capo aspettaci… -
- Non riusciamo a starti
dietro… -
Le proteste dei due seguaci
non furono nemmeno prese in considerazione da Koga, che dal canto suo stava correndo
allontanandosi dal lago.
- Koga, aspetta, dove vai? -
- Non preoccuparti Kagome,
tornerò presto! Ho solo sentito un odore… -
- Che odore? -
Il ragazzo si rabbuiò
leggermente… non aveva la benché minima intenzione di dire a
Kagome che Inuyasha era nelle vicinanze.
- Un po’ strano. -
La ragazza avrebbe voluto
ribattere che quello strano era lui, ma non fece in tempo, in quanto Koga era
già sparito.
In quel momento,
l’unica cosa a cui riusciva a pensare era al motivo che aveva spinto quel
cagnaccio fino
da lui… se aveva ferito in quel modo Kagome, non vedeva perché
spingersi a cercarla; non ci voleva certo un indovino per capire che lei non ne
sarebbe stata contenta.
- Che cosa vuoi? -
- Kagome sta con te, non è
vero? -
- E anche se fosse? -
Con quale coraggio la cercava…
- Io devo parlare con lei,
quindi levati! -
- Non credo sia il caso. Non
so cosa le hai fatto,
ma ti assicuro che vedere il tuo brutto muso non le farà piacere. -
-
Ma cosa ne sai t… -
- Lui ha ragione. -
Kagome li aveva raggiunti,
con l’aiuto di Hakkaku e Ginta che l’avevano portata
sulle spalle per andare più veloci.
- Tu non saresti dovuta
andare da lui! -
- Come ti permetti di dire
cosa avrei dovuto fare o meno? Come ti permetti di venirmi a cercare? Cosa
vuoi da me? -
- Spiegarti. -
- Non c’è nulla
da spiegarmi… so quello che devo sapere e basta. Koga, per favore,
torniamo a casa? -
- Se ti allontani con
lui, farai un grande errore, sappilo. -
- Non più grande del
tuo. -
Disse queste ultime parole
con tono gelido, lasciando spiazzati sia Koga che Inuyasha… non era
certo la solita Kagome, quella che aveva un sorriso per tutti. Era
Così, i due se ne andarono
e tornarono alla grotta, ma lei non si mise ad un angolo a piangere, ma rimasta
sola con Koga si mise sulla sua spalla a piangere. Si fece consolare,
trovandosi sicura in quell’abbraccio così forte, trovando conforto
in quegli occhi azzurri, che la guardavano dolcemente.
E si
sentì in dovere di dargli una spiegazione, un motivo a quella sua
permanenza, rendergli chiara la conversazione di poco prima.
- Lui ha scelto lei. -
Quattro parole, che lei fece una fatica immensa per
pronunciarle. Lui aveva
capito, e la strinse
ancora di più.
- Sai… io non credo di essere più
innamorata di lui… Però… se penso che
lui ha scelto una morta, che ha più volte cercato di uccidere sia me che
lui, a me, io non riesco a non stare male… -
- Ti capisco… sono
contento che tu sia venuta qui da me. -
- Grazie Koga… ti
voglio bene. -
Poi gli diede un bacio su una
guancia, e si allontanò per pensare. Quel ragazzo, nonostante i suoi
sentimenti, in tutto quel tempo non aveva approfittato di lei e del suo stato
d’animo per corteggiarla… lei gli era riconoscente per quello, ma
qualcosa in lei le diceva
che se avesse cominciato ora, non le sarebbe dispiaciuto…
E per
il suo cuore spezzato, quello era pur sempre un risultato, anche se piccolo.
L’aver capito che
probabilmente, lei avrebbe potuto riamare.
Fine
Questa storia a dire
la verità non mi soddisfa molto… appena avrò un po’
di tempo e voglia penso proprio che la modificherò. Intanto, commentate
e soprattutto ditemi come potrei fare a migliorarla! Baci, Charlie.