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Autore: _Daylight_    28/08/2012    1 recensioni
[Post 5x22] Alcune cose sono molto più facili da affrontare quando il mondo sta finendo. Mentre Dean va a mantenere la promessa fatta al fratello, Castiel è lasciato alle spalle con Bobby, cercando di adattarsi alla sua nuova vita da essere umano. [Traduzione]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bobby, Castiel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
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Titolo: Practically Human
Traduttore: bacinaru
Autore: Daylight
Link originale: Qui
Personaggi: Castiel, Bobby.
Rating: Arancione
Disclaimer: I personaggi descritti non mi appartengono e la storia non è scritta a fini di lucro.
Riassunto: Alcune cose sono molto più facili da affrontare quando il mondo sta finendo. Mentre Dean va a mantenere la promessa fatta al fratello, Castiel è lasciato alle spalle con Bobby, cercando di adattarsi alla sua nuova vita da essere umano.

Note:
La storia è ambientata dopo la 5x22 ed è leggermente What if...? in quanto tutto è successo come nella puntata, ma Castiel è rimasto umano e Bobby è ancora sulla sedia a rotelle.
La traduzione appartiene al

Translations Supernatural













Capitolo I



Castiel guardò Dean allontanarsi, le ruote dell’Impala sollevarono una lunga scia di polvere lungo il viale prima di accelerare giù per la strada. Continuò a guardare molto tempo dopo che la macchina nera era scomparsa all’orizzonte, solo guardando lontano, quando udì il suono di qualcuno che si schiariva la gola dietro di lui.
“Andiamo, Feathers,” disse Bobby con stanchezza, aggiustandosi il berretto. “Sarà meglio andare dentro. Preparare la cena.” Il vecchio cacciatore afferrò le ruote della sua sedia e si voltò, lasciando tracce gemelle nel terreno accidentato come rotolò fino alla rampa che conduceva alla porta d’ingresso.
Con le spalle pesantemente accasciate, l’ex angelo lo seguì lentamente.
La vecchia casa in legno era grande, ma sembrava piccola e stretta, con il disordine ricoperto dai suoi numerosi cumoli di polvere. Fu circondato da un pesante silenzio che Bobby ruppe con il forte cigolio della porta del frigorifero come ci guardò dentro.
“Hai fame?”
“No,” rispose Castiel, anche se sapeva che il suo stomaco stava dicendo il contrario. Per qualche motivo, non aveva voglia di mangiare.
“Beh, probabilmente dovresti mangiare qualcosa in ogni caso,” disse Bobby, come iniziò a tirare le cose fuori dal frigorifero. “Perché non vai a farti una doccia, mentre io preparo qualcosa. Non c’è bisogno che tu faccia diventare il posto puzzolente.”
Castiel aggrottò la fronte e guardò giù, notando per la prima volta le macchie sul suo cappotto e i suoi vestiti normalmente incontaminati. Macchie di sangue decoravano le maniche e strisce di colore marrone coprivano le scarpe e i polsini dei suoi pantaloni. Cimitero sporco, osservò distrattamente. C’era anche un certo odore.
“Puoi prendere in prestito alcuni dei vestiti di Dean. Di solito c’è una scorta nel ripostiglio al piano di sopra nella stanza del ragazzo.” Bobby si fermò nel preparare i pasti e si voltò a guardarlo. “Tu sai come fare una doccia, vero?”
“Sì,” rispose Castiel, decidendo che era meglio non menzionare come faceva a saperlo. Aveva imparato un sacco di cose nel corso dei secoli che aveva trascorso osservando l’umanità. Una di queste cose era che agli umani piaceva raramente essere guardati senza vestiti.
La doccia era calda e rilassante. Castiel spese molto tempo sotto l’acqua corrente, godendo del torpore che portava. Fu una gradita pausa dai sentimenti travolgenti che stava ricevendo di recente dai suoi sensi umani. Quando l’acqua divenne fredda, uscì e si asciugò, la vista del suo corpo nudo ancora nuova e aliena. Si fermò un momento quando vide le cicatrici rosa che gli coprivano il petto. Senza le sue capacità, si erano rifiutate di svanire completamente. Era come se il simbolo d’esilio che lo aveva derubato dei suoi poteri sarebbe rimasto come un ricordo permanente.
Trovò gli abiti di Dean mescolati con alcuni vestiti di Sam, tutti gettati alla rinfusa in un mucchio in fondo all’armadio. Sembrava strano che potesse così facilmente distinguere i due gruppi. Si sentiva stranamente riluttante a toccare le cose di Sam, ma alla fine, le ripiegò con cura e le mise da parte, sentendo un particolare senso di oppressione nel petto mentre lo faceva.
Si vestì lentamente, con le dita che ancora armeggiavano un po’ sui bottoni. I jeans e la camicia che finì per indossare sembravano strani contro la sua pelle. Cercando di renderli più comodi, tirò su le maniche e la vita dei pantaloni, ma ebbe poco successo. Guardò il suo trench beige a lungo, ma finì per lasciarlo accartocciato in un mucchio sul pavimento.

* * *


Più tardi quella notte, dopo una cena cupa e silenziosa, Castiel si trovava al piano di sopra nella piccola camera da letto di Sam e Dean, sdraiato sul letto vicino alla porta e completamente sveglio. Era stato Bobby a suggerire che dormisse nella stanza dei Winchester, dicendo che poteva dato che non sembrava l’avrebbero usata in qualunque momento presto. Poi il cacciatore si era schiarito la gola di nuovo e si era servito una generosa dose di whisky. Castiel lo aveva lasciato nello studio con ancora la bottiglia in mano e lo sguardo fisso nel vuoto.
Per l’ex angelo, l’oscurità avvolgente del sonno era poco attraente. Invece, si voltò verso il trench che ancora giaceva abbandonato sul pavimento. Raccoltolo, sentì un peso in una delle tasche e cercando all’interno, tirò fuori il cellulare che Dean gli aveva dato. Lo guardò un momento, poi lo aprì e seguendo un impulso di cui non si era reso conto, compose il numero.
“Cass? Cosa…? Va tutto bene?”
Castiel trasalì all’allarme nella voce di Dean. Non aveva intenzione di dargli alcuna preoccupazione. In realtà, non era del tutto sicuro di quello che voleva, ma Sam aveva insistito che si sarebbe preso cura di suo fratello.
“Va tutto bene,” cercò di rassicurare Dean. “Volevo solo essere sicuro che fossi arrivato sano e salvo a destinazione.”
“Oh.”
“Mi dispiace se ti ho svegliato.”
“Va bene. Non stavo dormendo.” Nonostante quello che Dean disse, sembrava incredibilmente stanco, la voce più profonda e ruvida del solito.
“Allora stai bene?”
“Oh, proprio uno splendore,” Dean rispose seccamente.
Castiel aprì la bocca per offrire condoglianze o alcune parole di conforto, ma si rese conto che ancora non aveva idea di cosa gli esseri umani ritenevano opportuno in tali circostanze. Fortunatamente, Dean lo salvò dal dover dire qualsiasi cosa.
“Guarda, Cass. E’ solo che… non posso fare questo adesso. Parlerò con te un’altra volta. Va bene?”
“Okay.”
Dean riattaccò quasi prima che Castiel ebbe finito di parlare, lasciando dietro di sé solo il ronzio del telefono. Quando questo fu andato, la stanza sembrava ancora più silenziosa di prima. Castiel rimase sveglio a lungo, il cellulare ancora stretto in mano.

  
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