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Autore: starwort    28/08/2012    3 recensioni
La voce delicatamente irritante del presidente Snow aveva appena annunciato che nella Terza Edizione della Memoria la particolarità sarebbe stata che i Tributi scelti per andare nell’Arena sarebbero stati ripescati dai vincitori ancora in vita di ciascun distretto. Non mi ci volle molto per capire cosa significassero quelle parole per me: Finnick, la persona che al mondo amavo di più, addirittura più di me stessa sarebbe dovuto scendere di nuovo nell’arena. Con me.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Finnick Odair
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I'LL COME BACK
 

-Oh, Annie!- le braccia di mia madre si strinsero attorno al mio corpo. Stavo ancora fissando quello schermo ormai scuro che aveva fatto risvegliare in me le paure più terribili. La voce delicatamente irritante del presidente Snow aveva appena annunciato che nella Terza Edizione della Memoria la particolarità sarebbe stata che i Tributi scelti per andare nell’Arena sarebbero stati ripescati dai vincitori ancora in vita di ciascun distretto. Non mi ci volle molto per capire cosa significassero quelle parole per me: Finnick, la persona che al mondo amavo di più, addirittura più di me stessa sarebbe dovuto scendere di nuovo nell’arena. Con me.
NO! Urlai nella mia mente. Mi divincolai e lasciando il supporto di mia madre corsi fuori. Avevo bisogno di stare da sola, di pensare.
-Dove stai andando? Annie! Annie!- corsi alla spiaggia e mi buttai tra le onde. Con bracciate sicure presi a fendere l’acqua, cercando di allontanare il pensiero. Non poteva essere, non un’altra volta! C’ero già passata ed era stata l’esperienza più devastante di tutta la mia vita.
“Mentalmente confusa”. Era così che chiamavano la mia situazione psicologica da quando ero tornata dall’Arena. Arrivata piuttosto a largo immersi la testa sott’acqua e mi persi a guardare i giochi di luce che i raggi di sole facevano con il mare. Facevo sempre così quando volevo isolarmi. Soltanto quando riemersi mi resi conto di dove fossi: gli scogli subito dietro il promontorio. Quello era sempre stato il mio rifugio segreto e dopo l’arena il luogo in cui andavo per staccare da tutto e da tutti quegli stupidi psicologi che tentavano di capire la mia testa. Nessuno era ammesso a quelle fughe private, tranne Finnick. Solo lui mi era stato vicino senza essere invadente, mi aveva capito senza fare domande. Finnick mi aveva salvata dall’abisso di quei ricordi oscuri e ora probabilmente l’avrei perso. Anche nel caso che Mags, l’unica altra vincitrice donna, fosse andata al mio posto avrei potuto perdere lui e il solo pensiero mi dava alla testa. Mi raggomitolai su uno scoglio e abbandonai il capo sulle ginocchia, lasciando che i ricordi che mi avevano a lungo tormentata riaffiorassero. La paura. L’orrore per i favoriti che in branco decimavano i tributi. I lamenti dei ragazzi torturati a morte. Il mio compagno di distretto, l’unica sicurezza che avevo ucciso. La diga crollata, l’acqua che si riversava implacabile sulla valle travolgendo tutto ciò che c’era. Non ero più stata la stessa. Non so per quanto tempo rimasi così ma riuscii ad uscire da quel labirinto di ricordi soltanto quando due braccia muscolose, così diverse da quelle di mia madre!, mi cinsero la vita. Girai il viso e fissai i miei occhi in quei due pozzi verdemare che mi guardavano con un misto di tristezza e preoccupazione.
-Ehy.- mi sorrise dolcemente.
-Ehy.- Lo guadai triste, tra di noi non c’era bisogno di molte parole, ci intendevamo anche solo con degli sguardi.
-Non è detto che tu ci debba tornare.- mi sussurrò poi una volta sedutosi di fianco a me senza però togliere il braccio dal mio fianco.
-Hai ragione, io no. Ma tu sì, Finnick.- lo sentii serrare la mascella. Sapeva che avevo ragione. Mi girai verso di lui, gli occhi ancora arrossati dal pianto, cercando una delle sue solite risposte confortanti che sapevo non sarebbe mai arrivata.
-Posso farcela. Piaccio al pubblico, avrò un sacco di aiuti dagli sponsor.- si stava arrampicando sugli specchi. Era inutile.
-Mettiamo anche che tu ce la facessi, Mags non sopravvivrebbe. Non posso lasciarla andare al mio posto. Non sarebbe giusto.-
-Sì che puoi!- mi stupii della foga con cui aveva pronunciato quelle parole. Mags ormai faceva parte della sua famiglia e le voleva bene, non poteva volerla vedere morire.
-Senti, ho già parlato con lei. È d’accordo con me, non ha intenzione di vederti di nuovo nell’arena. Tu non ci andrai.- Le ombre provocate sul suo viso dalla luce del sole che ormai stava tramontando rendevano la sua espressione ancora più seria.
-Finnick.- mormorai stringendomi ancora di più a lui ma senza interrompere il contatto visivo. –Preferirei andarci io, morire io piuttosto che vedere te farlo. O vederti soffrire per la perdita di una persona importante come Mags. Non posso.- non ero più la ragazzina spaventata, ero la donna consapevole di quello che sarebbe successo.
-E io non potrei vedere te! Annie, devi capire che se anche andassimo entrambi nell’Arena uno dei due alla fine dovrebbe morire per forza. Mags è disposta a sacrificarsi per noi, ci ama come se fossimo figli suoi, lo sai.-  Aveva ragione. Mags ci voleva veramente bene: era stata la mentore di entrambi e per noi era stata come una seconda madre in quei momenti difficili. Certo non potevo essere io a scegliere per lei cosa dovesse fare ma non ero d’accordo.
-Tornerò, Annie.- Finnick mi prese e mani e la sua voce aveva un tono così fermo e sicuro che non potei dubitare delle sue parole.
-Me lo prometti?-
-Te lo prometto.- si chinò su di me e delicatamente mi baciò, un bacio che sapeva d’addio.

         




Ciao a tutti c:
Visto che sono stata al mare e ho passato la gran parte del tempo in spiaggia mi è venuto in mente di scrivere una OneShot dedicata alla fantastica coppia Odesta (o Fannie, come preferite!) <3
Che ne dite? Fatemi sapere! :)
Continuo a ringraziare tutti coloro che mi recensiscono e che seguono le mie FF. Grazie davvero! <3
A presto! :D
 
starwort

 

  
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