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Autore: Gulminar    28/08/2012    5 recensioni
“Sei una guerriera?”
Rivolse uno sguardo privo di emozioni in direzione della voce, una ragazzina sui dodici anni la osservava incuriosita dalla sedia accanto. Aveva lunghi capelli neri e occhi verde scuro, con una sfumatura di giallo. Una bellezza strana, selvatica.
“Sono un medico ninja.” Rispose.
“Non ho mai visto un medico ninja con la spada.” Osservò divertita la ragazzina.
“Era di una persona a cui volevo molto bene.”
“Il tuo ragazzo? È morto in battaglia?”
Alla sua età, Sakura non si sarebbe mai sognata di porre una domanda del genere con tanta leggerezza. Fu tentata di tirare un ceffone a quella ragazzina impertinente.
“Sì.” Rispose, riportando l’attenzione al proprio bicchiere.

Sono passati anni dalla fine della quarta grande guerra ninja, la pace regna ma non per Sakura. Nonostante le promesse fatte agli amici e gli impegni presi con se stessa, c'è qualcuno che non può dimenticare. Quando la speranza si riaccende, seppur flebile e quasi assurda, non può fare a meno di partire per una misteriosa destinazione.
Personalissima interpretazione del mondo di Naruto.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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La città dei lupi

Per la quinta o sesta volta, cercò di leggere dal capoverso ma le parole si accavallarono e la frase perse senso. La mente era in overdose da informazioni, avrebbe preferito evitarlo ma doveva fare una pausa. Osservò le montagne di volumi rilegati alla buona che sommergevano la scrivania. Verbali delle missioni, degli scambi commerciali, delle derrate alimentari, tutto quello che c’era da sapere. Da ore non faceva che consultarli, gli occhi bruciavano. Abbandonò la testa contro lo schienale e allontanò il faldone che stava cercando di leggere, che premette contro gli altri. Una pila di plichi cadde dall’altro lato e si sparse sul pavimento.
Merda.
Odiava le pile di plichi che si ribaltavano, soprattutto quando era troppo stanca per aver la voglia di tirarli su. Qualcuno le risparmiò la fatica, almeno nell’immediato, bussando alla porta.
“Avanti.”
Non aveva voglia di ricevere visite, non così tardi, ma cambiò immediatamente idea quando vide di chi si trattava.
“Sakura, accomodati.”
La ragazza era palesemente stanca, Tsunade si chiese il perché della visita. Non fece domande e attese che si spiegasse.
“Quando abbiamo affrontato la banda di Eichiro, la scorsa settimana, chi c’era oltre alla mia squadra?” Domandò Sakura senza tergiversare.
“I fuorilegge che avete abbattuto, che domanda è?”
“No, c’era qualcun altro, altrimenti non sarei qui.”
“Potresti spiegarti meglio?”
Anche Tsunade era stanca, non aveva voglia di giocare agli indovinelli e suonò più dura di quanto avesse voluto. Sakura le raccontò dell’ultimo fuorilegge, apparso dopo che lei aveva abbattuto il zucca pelata, non nascose il terrore provato. Parlò del grande lupo di fuoco, di come avesse annientato il fuorilegge con facilità disarmante. Della presenza sconosciuta che l’aveva presa in braccio prima che cadesse svenuta, degli occhi dorati in fondo all’oscurità del cappuccio. Lo sguardo di Tsunade passò da assonnato a sempre più interessato, alla fine del racconto, l’Hokage si era completamente dimenticata della stanchezza.
“Un grande lupo di fuoco.” Ripeté, contemplando implicazioni note a lei sola.
Sakura annuì.
“Il Sommo Ookami di Oinomori.” Proseguì, distogliendo gli occhi da quelli dell’allieva, per spaziare sulla stanza.
“Ookami di Oinomori? È un ninja?”
“Non esattamente, Oinomori è una città, la Città dei Lupi.”
“Mai sentita nominare.”
“Si trova a sud di qui, cinque giorni di viaggio, procedendo con calma. È da tanto che non fa parlare di sé, hanno smesso di segnarla sulle mappe molto prima che tu nascessi.”
“Deve essere un villaggio molto piccolo.”
“Tutt’altro, è molto più grande del nostro villaggio, almeno, lo era. Era la capitale del Paese del Fuoco prima che il ruolo gli fosse usurpato da Konoha.”
“Non so niente di questa storia.”
“È una storia che non si insegna ai giovani e sono passati più di duecento anni.”
“E perché nessuno parla di fatti del genere?”
“Perché Konoha ha sempre dichiarato il suo diritto per nascita al dominio sul Paese del Fuoco, in realtà è un diritto guadagnato con un bagno di sangue. Durante la guerra, la Città dei Lupi ebbe buona parte della popolazione sterminata dai ninja di Konoha, fu portata allo stremo e dovette accettare tutte le condizioni imposte dai vincitori, anche le più umilianti. Fu firmato un accordo di pace, in cui Oinomori cedeva ogni potere a Konoha, impegnandosi a non riprendere le armi. La Città dei Lupi fu schiacciata in tutte le maniere.”
“Già, non è una storia di cui andare fieri, ma che c’entra con quello che mi è successo?”
“La tecnica che ti ha salvata sembra l’Aura del Lupo di Fuoco, uno dei colpi segreti del Sommo Ookami, lo spirito protettore di Oinomori.”
“Uno spirito? È stata una persona a salvarmi.”
“Certo, il portatore dello spirito.”
Sakura fece cenno con la testa di non capire appieno.
“Si pensa che la Città dei Lupi sia la più antica del Paese del Fuoco, che in tempi ancestrali sia stata lei a unificare la nazione e a farne il suo regno. Le sue armate erano inarrestabili, perché alla loro guida c’era il Sommo Ookami, un guerriero nel cui corpo albergava lo spirito protettore. Quando il corpo del portatore diventava troppo vecchio per combattere, lo spirito passava in quello di uno più giovane e così via.”
“Una cosa diversa dai Cercoteri.”
“Molto diversa, qui non parliamo di demoni, ma di uno spirito il cui scopo era difendere Oinomori, che di volta in volta sceglieva il corpo che lo avrebbe ospitato, donandogli poteri straordinari. Konoha non avrebbe potuto vincere, se alla guida di Oinomori ci fosse stato il Sommo Ookami. Nessuno sa esattamente cosa sia successo, il guardiano svanì durante la guerra e Konoha ebbe vita facile a sconfiggere i lupi, confusi dalla sparizione del loro condottiero.”
“Continuo a non capire, come mai nessuno conosce un momento storico così importante?”
“Perché Konoha ha fatto di tutto per far sparire l’esistenza di Oinomori, anche dai libri di storia. Dovrebbero esserci monumenti che ricordano la vittoria, ma non esiste niente del genere. I vertici di Konoha erano consapevoli dei crimini disumani commessi contro i lupi, crearono una legge che impediva anche solo di parlarne. Chi era sorpreso a parlare di Oinomori, o a fare il benché minimo riferimento alla Città dei Lupi, era messo a morte. Quella legge esiste ancora, io stessa potrei essere accusata di tradimento, parlandoti di queste cose.”
“E tu perché le sai?”
“Perché a Oinomori ci sono stata, durante i miei viaggi prima di diventare Hokage.”
“Siamo veramente un villaggio di bastardi.”
Nella mente di Sakura si agitava il ricordo di altre vicende agghiaccianti, legate alla condotta riprovevole di Konoha.
“Sì, ma non farti sentire in giro.” Disse Tsunade.
“Ma perché il Sommo Ookami avrebbe dovuto salvarmi?”
“Non ne ho idea. Però, stando a ciò che mi hai raccontato, non vedo chi altro possa essere stato. Anche considerando dove ti trovavi a combattere.”
“Sulla strada per Oinomori?”
Tsunade annuì.
“Come ti ho detto, il Sommo Ookami scomparve inspiegabilmente durante la guerra e da allora non è più ricomparso. So che gli abitanti di Oinomori non hanno mai smesso di aspettare il suo ritorno, si direbbe che l’attesa sia finita.”
“Abbiamo modo di scoprirlo?”
“Non credo. Dopo la sconfitta, Oinomori è diventata una sorta di regno chiuso, tagliando i rapporti con il resto del paese. Se il Sommo Ookami è effettivamente riapparso, dubito che i lupi sarebbero disposti a dircelo.”
“Continui a parlare di lupi. Quali lupi costruiscono città e combattono guerre?”
“Non lupi in senso stretto.” Tsunade sorrise. “Gli abitanti di Oinomori sono una stirpe particolarissima. Non chiedermi come sia nata, nessuno lo sa. Esteriormente sono esseri umani come me e te, ma nelle loro vene scorre sangue di lupo. Hanno gli occhi che tendono al giallo e le capacità dei loro parenti animali, vista, udito, olfatto, spirito di branco…”
Sakura mise su un’espressione scettica di cui Tsunade non si preoccupò.
“Perché ti interessa tanto?”
“Non lo so. Quando mi ha presa in braccio, ho avuto una sensazione strana, di qualcosa di già sentito. Deve essere qualcuno che ho conosciuto.”
“Mi sembra alquanto improbabile. Eri allo stremo delle forze e stavi per svenire, non puoi essere sicura di ciò che hai sentito.”
“Invece ne sono sicura, ho già incontrato quella persona.”
“Ripeto che mi sembra alquanto improbabile.”
“Tsunade, io non ci dormo più la notte!”
Sakura si alzò di scatto e prese ad aggirarsi per la stanza, Tsunade ebbe l’impressione di trovarsi in compagnia di una tigre in gabbia.
“È diventata un’ossessione, non faccio che pensarci!”
“Quindi?”
“Quindi voglio il tuo permesso per andare alla Città dei Lupi e scoprire chi mi ha salvata!”
Tsunade sgranò gli occhi.
“Non stai precipitando un po’ le cose?”
“No! Ci penso da giorni e ritengo sia l’unica cosa da fare!”
“E pensi che i lupi ti accoglierebbero volentieri dopo quello che gli abbiamo fatto? Anche se sono passati più di due secoli.”
“Il loro spirito protettore mi ha salvato la vita! E poi dubito che rischierebbero rappresaglie da parte di Konoha uccidendomi o facendomi prigioniera.”
“Considera che non abbiamo idea di quale sia l’attuale situazione a Oinomori! Chi ci dice che in questi duecento anni non si siano preparati per vendicarsi? Facendoti catturare gli offriresti il pretesto per scatenare una nuova guerra!”
“Rimane la mia domanda di fondo! Perché il Sommo Ookami avrebbe dovuto allontanarsi dalla sua città per salvare dei ninja della Foglia?”
Tsunade ci rimuginò sopra per alcuni istanti.
Che situazione assurda.
“Piacerebbe anche a me saperlo.” Riconobbe. “Ma non sono disposta a rischiare la vita della mia allieva migliore per scoprirlo.”
Sakura si risedette, per un istante Tsunade rivide la ragazzina insicura che aveva reso forte.
“Maestra, io ho già deciso, non chiedermi perché ma sento di doverlo fare. Andrò con o senza il tuo permesso.”
Tsunade picchiò i pugni sulla scrivania, facendo sprofondare parte del legno.
“Ti rendi conto di cosa stai dicendo? Se i lupi hanno intenzioni bellicose, la tua cattura potrebbe significare la nostra rovina!”
“Lo so benissimo! Ma ho deciso e non torno indietro!”
Anche Sakura si era alzata in piedi, le due donne si fronteggiarono per alcuni istanti carichi di tensione. Fu Tsunade a rimettersi a sedere per prima.
“Naruto e Yamato verranno con te.”
“No!”
La rabbia cedette bruscamente posto allo sconcerto, Tsunade osservò l’allieva come se non la conoscesse.
“Perché?”
“Non posso dirtelo.” Rispose Sakura distogliendo lo sguardo. “Devo andare da sola.”
Se le avessero detto che Orochimaru o Sasuke Uchiha si erano presentati al villaggio chiedendo un caffè, sarebbe stata meno sorpresa.
“Non se ne parla nemmeno!”
“Tsunade, ti prego…”
“FUORI DAL MIO UFFICIO!”


Il corridoio era avvolto dall’oscurità. Appoggiò la schiena alla parete e lasciò che un paio di lacrime le rigasse il viso. Era stata volutamente vaga, dicendo che aveva l’impressione di conoscere il suo salvatore. In realtà, sapeva esattamente chi era, anche se era assurdo.

   
 
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