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Autore: _Daylight_    28/08/2012    3 recensioni
La coppia sanguinante si guardò l’un l’altro e gridò all’unisono: “Se lascio che ti accada qualcosa, Dean mi ucciderà!”
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Sam Winchester
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
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Titolo: Amid Adversity
Traduttore: bacinaru
Autore: Daylight
Link originale: Qui
Personaggi: Sam, Castiel
Rating: Arancione
Avvertimenti: Oneshot
Disclaimer: I personaggi descritti non mi appartengono e la storia non è scritta a fini di lucro.
Riassunto: La coppia sanguinante si guardò l’un l’altro e gridò all’unisono: “Se lascio che ti accada qualcosa, Dean mi ucciderà!”
Note: L'autrice ha scritto questa fanfiction per spiegare un po' come Sam e Castiel dalla 5x06 alla 5x13 siano passati dall'urlarsi a vicenda a diventare amici. Quindi, fondamentalmente, la storia tratta di come Sam e Castiel arrivano a conoscersi meglio e a diventare amici. La traduzione appartiene al

Translations Supernatural













Sam sentì le note iniziali di Why Does It Always Rain On Me e cominciò a imprecare.
Aveva dimenticato di impostare il suo telefono sulla vibrazione.
Cercando a tentoni per tirarlo fuori dalla tasca, armeggiò con le dita e quasi lasciò cadere il telefono, ma lo afferrò appena in tempo. Travis fu messo a tacere, come per fortuna colpì il tasto di risposta.
“Pronto,” sussurrò con la testa che oscillava avanti e indietro cercando nel vicolo buio per vedere se qualcuno aveva sentito. Fortunatamente, fatta eccezione per la spazzatura e i detriti, il vicolo era rimasto vuoto, ma Sam si nascose dietro un vecchio cassonetto solo nel caso qualcuno, o qualcosa, avesse deciso di mostrarsi.
“Trovato niente?” venne la voce di Dean dal suo cellulare.
“Non ancora,” Sam brontolò il più silenziosamente possibile. “Ma se ci sono demoni qui intorno, Travis probabilmente li ha già tutti informati su dove sono.”
“Non è colpa mia se hai scelto una musica così di merda per la tua suoneria.”
Sam alzò gli occhi. Rischiò una rapida occhiata attorno al cassonetto, ma era ancora tutto tranquillo. “E tu?” chiese.
“Niente. Ho cercato dappertutto. Questo magazzino è più morto di quel ghoul che abbiamo ucciso la scorsa settimana.” Dean sbuffò. “ Se i demoni stanno facendo questo rituale stasera, non lo stanno facendo qui.”
“Il rituale deve essere fatto questa sera. Se non convocano Berith prima dell’alba, non avranno un’altra possibilità per due secoli.” Sam guardò l’orologio. “E abbiamo solo tre ore per agire. C’è ancora un altro edificio che devo controllare.”
“Perché non mi aspetti? Poi possiamo entrare insieme.”
Sam scosse la testa. “Dovresti controllare quella chiesa sopra la Millerway. C’erano presagi che circondavano anche lei. Non possiamo rischiare che finiscano questo rituale. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è un altro potente demone da combattere insieme a tutto il resto.”
Un sospiro esagerato venne dall’altra parte della linea. “Va bene. Ma se abbiamo intenzione di rimanere divisi, ti mando Cass.”
“Castiel? Quando si è fatto vedere?” chiese Sam con la fronte corrugata in confusione.
“Oh, pochi minuti fa. Vuole essere aiutato con qualcosa o altro.”
“Non dovrebbe stare con te?”
“No, immagino che tu hai più bisogno di lui.”
Sam fece una smorfia. “Grazie”, rispose sarcastico.
Dean gemette. “Non intendevo quello. Ho solo pensato visto che io ho l’Impala, ho già una strategia d’uscita. Cass può portarti via subito se qualcosa va storto.”
“Credo,” ammise Sam con riluttanza. “Ma davvero, non ho bisogno…”
La sua obiezione fu interrotta dall’arrivo improvviso di una figura con addosso un trench coat in mezzo al vicolo.
“Buona fortuna,” disse la voce di suo fratello dal telefono prima del suono distinto di lui che riagganciava.
Sam tenne stretto il cellulare tra le dita e resistette alla tentazione di gettarlo nel cassonetto.
“Sam,” disse l’angelo a modo di saluto.
Il giovane Winchester sospirò. “Cass”
Testa inclinata di lato, Castiel lo osservò con il suo inquietante sguardo intenso. “Stai bene?”
“Sto bene,” Sam rispose seccamente.
“Non ti è accaduto nulla dal nostro ultimo incontro che coinvolge l’anticristo?”
“Jesse,” Sam lo corresse. “Il suo nome era Jesse. E puoi abbassare la voce. Se ci sono demoni nelle vicinanze, preferisco prenderli di sorpresa.”
“Dean mi ha informato della situazione.”
“Fantastico. Allora solo… ehm… seguimi.”
La coppia lasciò il vicolo e strisciò lungo la parte posteriore del palazzo fino a trovare una porta. O almeno, Sam strisciò. Castiel si mosse nello stesso modo rigido ma elegante di sempre. Sam si morse la lingua e non disse nulla. Era grato che l’angelo aveva avuto almeno il buon senso di tacere. In realtà, anche ascoltando attentamente, non poteva sentire il rumore dei passi di Castiel. Era come se non stesse nemmeno toccando il suolo.
L’edificio era parte del complesso di una fattoria abbandonata. Sam aveva già controllato la fabbrica accanto alla porta e ora sperava di trovare i demoni che stavano progettando di eseguire il rituale nell’edificio per uffici. Scassinò in fretta la serratura della porta, sentendo lo sguardo pesante di Castiel sulla schiena mentre lo faceva. Si aspettava che l’angelo lo rimproverasse per questo, ma suppose che dopo aver dato inizio all’apocalisse, fare irruzione non era degno di nota. Aprì la porta con quanta cura potesse, ma i cardini cigolarono comunque. Prendendo la torcia, la puntò attraversò la porta, rivelando un vuoto corridoio dalla vernice scrostata e i pavimenti macchiati. Fece per dare a Castiel il segnale di via libera solo per fermarsi a metà quando realizzò che l’angelo probabilmente non avrebbe capito cosa volesse dire. Così gli fece solo segno di seguirlo. Per fortuna, questo era un segnale che Castiel sembrò capire.
Avevano fatto una dozzina di metri lungo il corridoio squallido e buio, controllando due stanze al loro passaggio, quando improvvisamente Sam realizzò che Castiel non lo stava più seguendo. Si guardò alle spalle per vedere l’angelo in piedi al centro della sala con gli occhi sfocati fissi in lontananza.
“Cosa c’è?” Sam sussurrò una volta che aveva fatto marcia indietro per raggiungere Castiel.
“C’è una presenza oscura in questo edificio.”
“Demoni?”
“Forse,” rispose Castiel stringendo gli occhi nella concentrazione. “Tuttavia, potrebbero essere solo i resti di alcuni atti malvagi compiuti qui nel passato. I miei sensi non sono così accurati come una volta. Dovrei essere in grado di capirlo quando saremo più vicini.”
“Va bene, solo fammi sapere se la prossima porta che apro capita essere quella dove si nascondono i demoni.”
Continuarono a controllare ogni stanza con la torcia e a liquidarle mentre passavano, ma tutto quello che trovarono furono alcuni pezzi di mobili in rovina, gli unici segni di vita erano l’occasionale scarabocchio di graffiti o un cumulo di bottiglie rotte. Infine, raggiunsero la fine del corridoio, il quale aveva un largo set di doppie porte che Sam suppose fosse l’ingresso principale all’edificio. Su ciascun lato di esso c’era una scala, una a salire e una a scendere. Sam subito si diresse verso quella a salire, ma fu fermato da una mano sulla spalla.
“Dobbiamo andare verso il basso,” spiegò Castiel indicando l’altra scala.
Sam scosse la testa. “ Per questo rituale è più probabile che i demoni vogliano stare su uno dei piani superiori, probabilmente proprio in cima.”
Castiel aggrottò la fronte. “Ma i demoni preferiscono stare nelle viscere della terra il più profondo possibile.”
“Sì, ma questo rituale riguarda tutto l’allineamento delle stelle. Vorranno stare in alto.”
“Dubito che questo li faccia andare contro i loro istinti di base.”
“Non sono d’accordo.”
I due si fissarono ostinatamente.
“Ho combattuto i demoni per innumerevoli secoli,” sostenne Castiel con la voce roca in aumento, come si fece avanti. “E credo che li troveremo di sotto. Dobbiamo andare verso il basso.”
Ma Sam si rifiutò di fare marcia indietro. “Beh, io ho solo monitorato i demoni per tutta la mia vita, ma penso che siano al piano di sopra. E dal momento che si suppone che tu debba aiutarmi, stiamo salendo!”
“Devi scusarmi se non trovo motivo di fidarmi del tuo giudizio considerando tutto.”
Gli occhi di Sam divennero freddi.
“Se preferite ragazzi, potete sempre saltare le scale e semplicemente unirvi a noi qui dentro.”
Allo stesso tempo, l’uomo e l’angelo si voltarono verso la fonte della nuova voce. In piedi sulla soglia ora aperta c’era un uomo alto e magro in un abito beige con lucenti capelli grigi e occhi neri.
Sam si maledì. L’ampio set di porte che aveva supposto portassero fuori in realtà portavano in una grande stanza. Il demone tornò dentro facendo loro segno di seguirlo. Mentre Sam e Castiel entravano esitanti, potevano vedere grazie alla tremolante luce di candela che le pareti della stanza erano completamente rivestite di sigilli demoniaci. Un tavolo di legno che fungeva da altare era stato collocato nel centro del pavimento. Questo era ricoperto con diverse candele accese, vari strumenti dell’occulto e sangue.
“Ho solo pensato di lasciare voi ragazzi là fuori a borbottare nel buio, ma davvero dove sarebbe il divertimento in quello?” Il demone batté le mani e improvvisamente le fiamme delle candele saltarono in aria passando ad una tonalità vivace di rosso. “Comunque, io lavoro sempre meglio con un pubblico.”
C’erano altre due persone, o più precisamente demoni, nella stanza. Entrambi erano donne: una giovane asiatica in un tailleur nero e una donna anziana con capelli ricci e rossi. Stavano ai lati dell’altare, con gli occhi neri che fissavano malvagi la coppia invadente.
“Spero davvero che vi piaccia lo show,” disse l’uomo posseduto dal demone mentre voltava loro le spalle per continuare il rituale. “Ho sentito che a Berith piace davvero fare una certa entrata. Mi chiedo se lui avrà fame di ritorno dal suo viaggio.”
Sam fece una rapida valutazione del trio sentendosi cautamente ottimista. Non avrebbe dovuto essere troppo difficile prendersi cura di tre demoni, non quando aveva il coltello di Ruby e un angelo al suo fianco. Messa via la torcia, tirò fuori il coltello dalla guaina sulle spalle e guardò Castiel per assicurarsi che fosse pronto, ma l’angelo non lo stava guardando. Castiel sembrava intento a guardare con apprensione a terra vicino ai piedi dei demoni.
Poi Sam lo sentì, un profondo ringhio familiare riecheggiante che gli inviò un brivido nauseante per tutto il corpo.
Il demone si guardò alle spalle. “Oh, non preoccupatevi degli Hellhound. Sono qui solo per farmi compagnia.” Voltatosi di nuovo di fronte all’altare, alzò le mani in aria e iniziò a cantare in toni gutturali.
Sam sparò a Castiel uno sguardo disperato. L’angelo incontrò il suo sguardo. La mascella era serrata stretta, ma la sua espressione rimase vuota. Sam si morse il labbro desiderando che Dean fosse lì con lui. Tutto ciò che avrebbe voluto era un paio di sguardi tra loro per arrivare ad un piano. Al contrario, trovava Castiel difficile da leggere il più delle volte, ma doveva provare. Agitò minuziosamente le mani nella direzione dove pensava ci fossero gli Hellhound e alzò le sopracciglio verso Castiel.
Forse Castiel aveva imparato a leggere le espressioni umane o forse poteva, come Dean aveva spesso sospettato, leggere nel pensiero, se era vero che sembrava capire cosa Sam intendesse. Chiuse la mano in un pugno e veloce la aprì una volta per mostrare tutte e cinque le dita e poi di nuovo per mostrarne solo una, prima di tornare a chiudere la mano in un pugno. Sei. Sei Hellhound. Questo non era buono.
Dovevano fare in fretta. Il demone stava cantando più forte e Sam sentiva l’edificio cominciare a tremare sotto i suoi piedi. Non avevano scelta. Avevano bisogno di fare qualcosa subito, quindi avevano intenzione di fare qualcosa di disperato e probabilmente davvero stupido. Qualcosa che Dean avrebbe sicuramente approvato.
Messo via il coltello e tirata fuori la pistola, Sam incrociò di nuovo lo sguardo con Castiel e attento a non sollevare i sospetti dei demoni che stavano a guardare, indicò sottilmente con la pistola da se stesso alla testa del demone. Poi indicò con la testa e gli occhi da Castiel all’altare. Deglutendo, aspettò qualche secondo infinitamente lungo prima di vedere Castiel dare un piccolo cenno del capo.
Con quel segnale, Sam fece un respiro profondo e sparò alle spalle del demone. Una pistola normale, naturalmente, non avrebbe fatto del male a un demone, ma avrebbe suscitato una reazione. Il demone smise di cantare e si voltò verso di lui, il suo volto in shock mentre guardava in basso al foro rosso che attraversava il suo corpo, poi la sua espressione si trasformò in una di rabbia completa.
“Il mio vestito!”
Quello era il segnale di Castiel. L’angelo scomparve all’improvviso per apparire a lato dell’altare e rovesciarlo rapidamente sul pavimento. Le candele rovesciate incendiarono subito l’altare e il suo contenuto.
I demoni stavano strillando e urlando, ma Sam non stava prestando loro attenzione. Era impegnato ad ascoltare il ringhiare dei cani e a cercare di determinare la loro posizione. Sparato un colpo di pistola, sentì un guaito e vide quella che sembrava una spruzzata di sangue scuro. Ben presto prese la mira e sparò di nuovo, ma questa volta tutto quello che colpì fu il pavimento. Il ringhio degli Hellhound si fece più forte e Sam poteva giurare di sentire l’odore sulfureo del loro respiro. Cominciò lentamente a indietreggiare.
Improvvisamente sentì un flusso d’aria come qualcosa saltò verso di lui, ma non appena si rese conto di quello che stava succedendo, ci fu un lampo d’argento giusto davanti al suo volto seguito da un fiotto di sangue scuro e un ululato gorgogliante. Gettando uno sguardo alla sua sinistra, Sam trovò Castiel in piedi accanto a lui con una spada insanguinata in mano.
“Mi prenderò cura io degli Hellhound. Tu prenditi cura dei demoni,” disse prima di tagliare rapidamente con la spada ancora una volta.
“Giusto.”
Scambiando la sua pistola con il coltello di Ruby, Sam si guardò attorno per il demone più vicino, ma non dovette andare lontano come la donna dai capelli rossi lo attaccò all’improvviso. Fece un tentativo di esorcismo, ma riuscì solo a dire qualche parola in latino, gli attacchi della donna rendevano impossibile concentrarsi. Schivando i colpi, le tagliò la gola con la lama, avendo giusto il tempo per solo un tremolio di rimpianto prima di sentire una presa d’acciaio sul suo braccio.
Il demone capo aveva una presa su di lui e subito usò la sua forza demoniaca per gettare duramente Sam contro il muro. Sam sentì l’impatto paralizzante contro la testa e la schiena, la sua visione andò in nero per un momento. All’improvviso, una forza mentale familiare lo afferrò e lo trascinò da terra fino a quando non fu in piedi schiacciato contro il muro. Alla luce del fuoco di quello che un tempo era stato un altare, Sam vide il demone in piedi davanti a lui, mano tesa.
“So che nostro padre non vuole che noi distruggiamo il suo prezioso vaso,” il demone sogghignò. “Ma sono sicuro che non gli dispiacerà se ci divertiamo un po’ prima di presentarti a lui.”
Sam sentì la sua visione scurirsi ancora una volta come l’aria fu spinta fuori dai suoi polmoni, ma prima di svenire la forza lo lasciò andare all’improvviso. Si accasciò contro il muro respirando pesantemente. Quando fu in grado di focalizzare, vide la testa del demone ora dall’altra parte della stanza e con un altro segno rosso sul suo prezioso abito. Il demone guardò Castiel che stava di fronte a Sam, la spada alzata.
“Fastidioso pennuto,” sputò il demone.
All’improvviso, Castiel si lasciò sfuggire un breve urlo cadendo in ginocchio mentre il sangue iniziò a fuoriuscire dalla sua gamba sinistra.
“Cass!” gridò Sam. Lottando per far sì che il suo corpo ferito e pigro rispondesse, si diresse verso l’angelo, ma prima di raggiungerlo, gli occhi di Castiel si spalancarono e lui si lasciò sfuggire un grido più forte, un urlo che riecheggiando con un ronzio acuto scosse l’intero edificio.
Facendo una smorfia e lottando per non essere sopraffatto dal rumore, Sam prese la pistola ancora una volta e sparò indiscriminatamente più vicino a Castiel di quanto avrebbe osato. Dopo un paio di colpi, fu premiato con un guaito soddisfacente e per fortuna le urla di Castiel si fermarono.
Afferrando il coltello di Ruby dal pavimento dove l’aveva lasciato cadere e sguainandolo in fretta, Sam corse al fianco di Castiel e si fermò sopra di lui protettivo. L’angelo inginocchiato si arricciò su se stesso con una mano che stringeva saldamente la spalla sinistra. Sam lo guardò brevemente, ma non riusciva a vedere nessuna ferita a parte quella alla gamba.
“Cass, penso sia tempo che tu ci tira fuori di qui,” disse con gli occhi guizzanti ovunque, cercando di tenere d’occhio i demoni rimasti e un orecchio aperto per gli Hellhound invisibili.
“Non posso,” Castiel digrignò tra i denti stretti.
“Ma…”
Dall’altra parte della stanza, Sam vide il demone capo chinarsi e accarezzare con affetto qualcosa sulle ginocchia.
“Bravo ragazzo,” canticchiò il demone prima di allungare la mano e afferrare qualcosa di invisibile. Non appena lo fece, quel qualcosa di invisibile divenne visibile. Sam spalancò gli occhi quando vide che la cosa che il demone stava tenendo era in realtà un largo gruppo di scintillanti piume grigie coperte di sangue rosso vivo.
“Gli Hellhound hanno sempre avuto un debole per le ali d’angelo,” spiegò il demone con un sorriso malvagio.
Stringendo i pugni, Sam combatté la voglia di sparare al sorriso del demone giusto fuori dal suo volto. Alle sue spalle, sentì Castiel alzarsi in piedi incerto. Una rapida occhiata indietro gli mostrò l’angelo pallido e tremante in piedi sulla gamba sana, la spada ancora saldamente tenuta in mano.
“Sam, fuori di qui.”
“Cosa? No!”
“Non possiamo permettere che ti portino da Lucifero. Vai! Io li tengo a bada.”
“Non ti lascio qui.”
“Tu… Sam, alla tua sinistra!”
Sam sparò velocemente dove l’angelo stava puntando e udì l’urlo gorgogliante di un Hellhound. Purtroppo, con questo arrivò la realizzazione che aveva usato il suo ultimo proiettile. Gettando quella vuota, fece per prendere in fretta la clip di ricambio dal suo cappotto, ma prima che potesse raggiungerla, sentì Castiel gridare il suo nome ancora una volta. Aveva appena avuto il tempo di mettere il braccio davanti al viso. I suoi sforzi furono premiati dal dolore di molti artigli invisibili che gli affettarono la pelle. Abbassò il braccio quando avvertì il pesante peso lasciarlo e udì un tonfo, come il cane colpì il muro.
“Mi dispiace. A volte tendono a diventare un po’ entusiasti,” disse il demone come lui e la sua coorte restante si avvicinarono a loro. “Ma cercherò di fare in modo che non ti uccidano. L’angelo, però, dovrà essere curato.”
Sam sentì una mano sulla spalla.
“Ho un’idea,” Castiel gli sussurrò in un orecchio. “Chiudi gli occhi.”
“Cosa?” esclamò Sam muovendo un passo indietro dai demoni che si avvicinavano.
“Fidati di me, Sam. Chiudi gli occhi.”
Con una preghiera a chi stava ascoltando, Sam obbedì e chiuse gli occhi. Realizzò solo quando avvertì la luce intensa apparire a lato delle palpebre. Strinse gli occhi chiusi ancora più forte, come sentì l’urlo dei demoni e l’ululato degli Hellhound. Dopo un lungo minuto, la luce sbiadì e Sam aprì gli occhi.
I due demoni si stavano contorcendo sul pavimento, vuoti, inzuppati del sangue delle orbite dove una volta c’erano i loro occhi. Sam fece un lungo respiro e si rivolse a Castiel con un sorriso di sollievo, ma si accigliò quando lo vide. L’angelo si appoggiò contro Sam respirando pesantemente, un rivolo di sangue che fuoriusciva dal naso.
“Stai bene?” chiese Sam.
“Sto bene,” rispose l’angelo tra i rantoli.
Sam aprì la bocca per protestare, ma fu pieno di terrore quando ancora una volta sentì un ringhio familiare. “Per favore, dimmi che ti sei preso cura anche degli occhi degli Hellhound.”
“Gli Hellhound non hanno bisogno di occhi.”
Senza attendere la conferma di quanto aveva appena detto Castiel, Sam trascinò l’angelo fuori dalla stanza sbattendo la porta chiusa. Afferrato il sempre pronto contenitore di sale, creò una linea di sale lungo la parte inferiore della porta. Ben presto sentì gli Hellhound ringhiare come si scontrarono contro la barriera invisibile.
“Non li fermerà,” disse Castiel mentre si appoggiava al muro. “Troveranno un modo per aggirarla.”
“Allora sarà meglio muoversi.” Sam tirò Castiel indietro per il corridoio cercando di ignorare le smorfie che l’angelo faceva, zoppicando sulla gamba infortunata. Sam non poté evitare di fare una smorfia lui stesso come vide nella penombra il sentiero oscuro di sangue che l’angelo stava lasciando dietro di loro. “Puoi guarirla?” chiese, indicando la gamba.
“Alla fine. I morsi degli Hellhound tendono a prendere un po’ di tempo.”
“E la tua… ehm… ala?” domandò Sam titubante.
La faccia dell’angelo era truce, nascondendo linee ancora più profonde di dolore.
“Questo richiederà più tempo.”
Sam si rese conto che non poteva più sentire gli Hellhound grattare le porte dietro di loro e cercò di muoversi più velocemente.
“Che cosa hai fatto laggiù?”
“Ho momentaneamente liberato la mia vera forma,” rispose Castiel. Stava posando la maggior parte del suo peso su Sam mentre camminavano e ancora respirava a fatica.
Sam aggrottò la fronte. “Così tipo sei saltato fuori dal corpo di Jimmy per un minuto?”
“In sostanza sì.”
“Questo è utile”
“Non proprio. Mi rende molto debole. E se non fossi stato abbastanza veloce per catturare i demoni impreparati…”
Sam annuì.
Sono riusciti ad arrivare alla fine del corridoio. Sam stava per aprire la porta quando sentì abbaiare dall’altra parte.
“Accidenti!”
Si tuffarono nella stanza più vicina. Una volta dietro la porta, Sam in fretta versò un’altra linea tratteggiata di sale e poi si diresse verso le finestre e mise linee anche lì, scuotendo gli ultimi granelli di sale dal contenitore come ha finito.
“Ora siamo intrappolati,” dichiarò l’angelo.
Sam gli lanciò uno sguardo esasperato, ma saltò quando iniziarono seriamente a ringhiare e a sbattere fuori dalla stanza. “Quando pensi che terranno le linee?” chiese, prendendosi finalmente il tempo di mettere una nuova clip nella sua pistola. Il movimento tirò sulle sue ferite, ricordandogli i tagli sul suo braccio dalle grinfie degli Hellhound. Non che fosse facile da dimenticare. L’intera manica della giacca era coperta di sangue.
“Venti minuti, se siamo fortunati, ma più probabilmente solo dieci.”
Mordendosi il labbro, Sam resisté alla tentazione di chiedere sei il pessimismo era una cosa normale per gli angeli. Invece, Sam si tolse la giacca e la camicia, lasciandosi addosso solo una T-shirt. Fissò la camicia tra le mani prima di utilizzare il coltello per strapparla in due. Avvolse strettamente una metà attorno al proprio braccio ferito prima di rimettere il cappotto. Prendendo l’altra metà, si avvicinò a Castiel.
“Qui, vorrei dare un’occhiata a quella gamba,” disse mettendosi in ginocchio. Tirò su il lembo dei pantaloni e fece una smorfia ai segni insanguinati lasciati dai denti del cane. Castiel lo guardò incuriosito e fissò le sue stesse ferite solo con un lieve distacco. Sam suppose che poteva permettersi di essere distaccato considerando che era solo un corpo in prestito. Utilizzando la camicia strappata, Sam creò un’altra fasciatura di fortuna e tirò giù i pantaloni su di essa.
“Ecco, sperando, quella dovrebbe tenere fino a quando potrai guarire.”
Castiel annuì.
Sam voleva chiedergli se sarebbe stato in grado di combattere, ma un rapido sguardo all’angelo gli disse che era più pronto a cadere. I suoi lineamenti erano di un grigio pallido e si appoggiava pesantemente contro una scrivania abbandonata. Una sensazione di disagio impedì a Sam di chiedere dell’ala ferita, così, invece, disse, “Ci sono ancora sei Hellhound?”
“No. Sono riuscito ad uccidere due di loro. E gli altri hanno riportato ferite in modo che non saranno al completo.”
“Questo è almeno qualcosa.”
“Molto probabilmente sono anche più propensi ad ucciderci ora che non ci sono demoni a trattenerli.”
“Grande.” Un’ondata improvvisa di curiosità passeggera fece chiedere a Sam qualcosa che non aveva mai osato chiedere a suo fratello. “Che aspetto hanno?”
“Non lo vuoi sapere,” fu la risposta di Castiel.
Sam annuì. Probabilmente aveva ragione.
I cardini della porta cominciarono a scricchiolare e a piegarsi come la porta fu scossa e il ringhio si fece più forte.
“Anche se tutto considerato, sono più propensi a prendere me per primo,” Castiel lasciò uscire un lungo sospiro. “Gli Hellhound generalmente preferiscono gli angeli.”
“Vuoi dire che trovano gli angeli particolarmente gustosi?”
Castiel inclinò la testa di lato come diede a Sam uno sguardo stanco di esasperazione che di solito riservava a Dean. “Se vuoi vederla in questo modo. Si tratta di un istinto allevato in loro nei più profondi abissi dell’inferno. Odiano tutto quello che è toccato dalla luce del cielo.”
“Huh,” Sam rispose distrattamente, guardando fuori da una delle finestre. Un piano si stava formando nella sua mente. “Nessuno degli Hellhound sono fuori?” domandò, esaminando la lastra di vetro. Non c’era nessuna serratura per aprirla.
“No. Sono tutti attualmente all’interno dell’edificio.”
Sam raccolse le restanti tre gambe di una sedia di metallo e gettò questa contro la finestra.
Il movimento improvviso e il forte rumore del vetro in frantumazione fecero saltare su Castiel. “Che cosa stai facendo? Gli Hellhound potrebbero non essere là fuori, ma se usciamo, saranno su di noi in un attimo.”
“E’ per questo che tu resti qui,” disse Sam, controllando due volte la linea di sale per assicurarsi che non era stata infranta. Alzando lo sguardo, non poteva dire se l’espressione sul volto di Castiel era una di amarezza o una di rassegnazione. “Non ti sto lasciando indietro,” insisté. “Come hai detto tu, gli Hellhound preferiscono gli angeli. Una volta che sono uscito dalla finestra, dammi dieci secondi e poi rompi la linea di sale davanti alla porta. Una volta che li hai attirati nella stanza, torno indietro, aggiusto la linea e li distraggo mentre tu scappi.”
Castiel aggrottò la fronte. “Questa stanza non li terrà a lungo.”
Sam sospirò. “Ma dovrebbe darci il tempo di allontanarci. Devi fidarti di me.”
Ci fu una pausa carica di tensione, come si guardarono l’un l’altro.
Infine, il volto una maschera di solennità, Castiel dichiarò: “Io mi fido di te, Sam Winchester.”
“Bene.” Sam annuì. “Sarai in grado di uscire con quella gamba?”
Un improvviso scoppio più forte contro la porta fece saltare entrambi e tremare l’intera stanza.
“Ce la farò,” gridò Castiel sull’ululato in aumento. “Vai!”
Facendo attenzione a non cadere sul vetro rotto o a rompere la linea di sale, Sam saltò dalla finestra. Subito iniziò il conto alla rovescia mentre correva lungo il lato del palazzo verso il retro. Solo quando giunse a zero ebbe il coraggio di aprire la porta sul retro e guardare nella sala. Fu molto sollevato di non incontrare Hellhound assetati di sangue quando lo fece, ma poteva ancora sentirli e suonavano ancora più feroci di prima. Si precipitò verso la stanza dove aveva lasciato Castiel, trovando la porta ormai spalancata e la linea di sale spezzata come previsto. Impugnata la sua pistola, la puntò nella stanza. Castiel stava adesso indietreggiando verso la finestra. Aveva preso ancora una volta la spada insanguinata da dove l’aveva nascosta e stava sorvegliando attentamente il centro della stanza con gli occhi lucidi dalla paura.
“Ehi!” urlò Sam, seguendo la linea degli occhi di Castiel, e sparò al centro della stanza. Un tonfo solido e un urlo gli dissero che ne aveva colpito uno. Si prese un momento per inginocchiarsi rapidamente e rimettere il sale al suo posto. Ma quando si rialzò, trovò Castiel ancora intrappolato mentre guardava nervosamente i cani invisibili.
“Accidenti. Ehi! Qui giù stupidi cani!”
Sam sparò di nuovo, due volte, ma un solo colpo andò a segno. Purtroppo, gli Hellhound sembravano molto più interessanti all’angelo. Castiel tagliò attraverso l’aria con la sua spada e un arco di sangue si diffuse sul pavimento, ma la mossa lasciò l’angelo fuori equilibrio e dovette barcollare all’indietro, urtando contro il telaio della finestra e lasciando se stesso vulnerabile.
Non avendo scelta, Sam scavalcò la linea di sale entrando ancora una volta nella stanza e correndo un rischio, tirò fuori una bottiglia di acqua santa che sparse sul pavimento. Per fortuna, gli Hellhound non sembravano apprezzare l’acqua santa più di quanto facevano i demoni. Sam poteva dirlo dai suoni frizzanti e dai ringhi più forti ora diretti a lui. Aspettò solo abbastanza a lungo da dare tempo a Castiel di voltarsi e uscire dalla finestra aperta prima di saltare oltre la linea di sale e chiudere la porta dietro di sé per buona misura.
Sam non aspettò di riprendere fiato prima di correre fuori e tornare alla finestra. Trovò Castiel proprio sotto questa tra il vetro sparso sul marciapiede.
“Tutto bene?” chiese Sam come con attenzione aiutò l’angelo a rimettersi in piedi.
“Sto bene,” disse Castiel, ma si appoggiava ancora pesantemente contro Sam. “Credo che ci siamo riusciti. Gli Hellhound sono intrappolati.”
Sam si voltò verso la finestra e il continuo ringhiare spazientito. Era ben consapevole che solo una sottile linea di sale li stava attualmente tenendo al sicuro. “Andiamo.” Con un braccio uno sulle spalle dell’altro, Sam sostenne il peso di Castiel come condusse l’angelo zoppicante lungo il parcheggio vuoto dell’edificio.
Fu come Sam notò il vuoto del lotto che iniziò a preoccuparsi e dubitare davvero della seconda parte del suo piano. Dal momento che il complesso era abbandonato, in giro non c’era nessuna comoda auto per loro da rubare e utilizzare come fuga. Capitava anche che distavano circa un’ora a piedi dalla città, dove c’era l’auto più vicina, motivo per cui Dean lo aveva accompagnato prima di andare a controllare le altre posizioni. Dean aveva avuto ragione quando aveva detto che Sam avrebbe potuto aver bisogno di una rapida uscita. Purtroppo, non aveva previsto che Castiel venisse ferito e non era in grado di fornirne una. Quanto tempo Castiel aveva detto che le linee di sale avrebbero tenuto? Dieci minuti?
Mentre continuavano il loro lento cammino lontano dagli edifici e lungo la strada che conduceva in città, Sam cercò il cellulare nel suo cappotto, ma il telefono non c’era. Imprecò come scavò nelle varie tasche. Il telefono maledetto doveva essergli caduto quando era stato gettato contro il muro.
“Posso usare il tuo cellulare?” chiese a Castiel.
“Sì,” rispose l’angelo. “Ma dubito che sarà di grande utilità.”
Sam aggrottò la fronte. “Perché no?”
“Ho finito i minuti.”
“Cosa?”
“E’ per questo che sono venuto a parlare con Dean.” Castiel appariva leggermente imbarazzato. “Speravo potesse procurarmene un po’”
Il rumore che venne dalla gola di Sam era per metà una risata e per metà un gemito. “Ricordami di darti una scheda con minuti illimitati quando usciamo da questo.” Emise un respiro profondo. “Okay. Quindi abbiamo quattro Hellhound feriti e arrabbiati che presto saranno sulle nostre tracce, nessun modo di allontanarci abbastanza in fretta e non c’è modo di chiamare aiuto. Grande.”
“Dovresti lasciarmi e andare avanti,” dichiarò Castiel con il volto cupo.
Sam scosse la testa. “Non abbiamo già discusso di questo? Non ti sto lasciano indietro.”
“Ti sto rallentando,” insisté l’angelo. “Inoltre, gli Hellhound sono in grado di trovare me molto più facilmente di te. Sono stati addestrati a rintracciare gli angeli.”
“A scuola d’obbedienza dell’inferno?” Sam non poté fare a meno di commentare.
Castiel sospirò. “Per loro, io sono come un faro. Li sto guidando da noi.”
“Quindi dovrei lasciarti morire?”
“Moriremo entrambi se resti. Basta andare.”
“No!” gridò Sam, fermando la loro lenta marcia mentre lo faceva. “Non ho intenzione di abbandonarti in modo che tu venga sbranato a morte.”
Castiel si voltò barcollante verso di lui. “Sei stupido. Se vuoi sopravvivere, è necessario andartene adesso. Io non voglio che tu muoia.”
“Be’, nemmeno io voglio che tu muoia!”
La coppia sanguinante si guardò l’un l’altro e gridò all’unisono: “Se lascio che ti accada qualcosa, Dean mi ucciderà!”
Rimasero lì sorpresi per un attimo, prima che Sam avvolse un braccio attorno a Castiel e cominciò a trascinarlo lungo la strada ancora una volta.
“Andiamo.”
“Sam…”
“Non si discute più su questo. Non stai per farmi cambiare idea,” disse Sam con gli occhi concentrati sulla strada. “Inoltre, la morte non è la nostra unica opzione. Se siamo fortunati, una macchina potrebbe passare di qua e possiamo chiedere un passaggio.” Fece una smorfia mentre guardava la strada silenziosa e decisamente vuota. “O forse, se li affrontiamo insieme, potremmo sconfiggerli.”
“Questo è molto improbabile.”
“Hai davvero bisogno di imparare un po’ di ottimismo.”
Qualunque sarebbe stata la risposta di Castiel, fu interrotta quando all’improvviso l’angelo perse l’equilibrio e cominciò a cadere verso il suolo. Per fortuna, Sam lo colse prima che colpisse terra.
“Wow. Ti ho preso.” Sam disse, aiutando Castiel a rimettersi di nuovo in piedi.
“Grazie,” rispose l’angelo, il respiro affannoso. “Non sono abituato a sentire questo corpo così ingombrante.”
Presero una breve pausa. Era difficile vedere alla fioca luce della luna, ma Sam poteva dire che la pelle di Castiel era rimasta pallida e il suo volto era segnato dal dolore.
“Come stai?” chiese. “Voglio dire, non ne so molto della salute degli angeli, ma sembra che hai perso una buona quantità di sangue laggiù.”
“Le ferite alla gamba non stanno più sanguinando e credo che sarò in grado di camminare per conto mio a breve…. Ma mi sento pesante e debole, e forse ho freddo?” Castiel aggrottò la fronte.
“Non hai detto come sta l’ala,” sottolineò Sam.
“Va bene,” rispose Castiel con la voce stretta.
“E non mi dire che va bene.” Sam alzò gli occhi. “Stai diventando come Dean.”
“Fa male,” alla fine Castiel ammise con un sospiro. “Le ali di un angelo sono particolarmente sensibili e gli Hellhound sono una delle poche creature che possono effettivamente danneggiarle.”
“Ma l’ala starà bene, giusto? Sarai in grado di… ah… volare di nuovo?”
“Sì, ho solo bisogno di tempo per guarire.”
“C’è qualcosa che posso fare per aiutarti?” La faccia di Sam era annodata dalla preoccupazione, ma Castiel evitò il suo sguardo.
“Temo di no.”
Allora continuarono ad andare avanti, i prossimi minuti trascorsi in silenzio, come si sono concentrati sul loro lento arrancare lungo la strada deserta. C’erano campi vuoti su entrambi i lati ed era troppo buio per vedere qualcosa al di là di essi, ma la notte almeno era chiara e le stelle splendevano su di loro. Non c’erano suoni a parte lo stridore dei loro passi sulla ghiaia scheggiata.
Dopo un certo tempo, Sam sentì gli occhi di Castiel su di lui. “Che c’è?”
“Sento che dovrei ringraziarti,” dichiarò l’angelo.
“Per che cosa?”
“Per avermi aiutato quando sono stato ferito.”
Sam diede una scrollata di spalle, che risultò scomoda con il braccio di Castiel ancora sulle spalle. “Ti sei fatto male solo perché hai cercato di aiutarmi.”
“Ma credo di essere stato ingiusto nei tuoi confronti di recente. Non avrei dovuto addossare la colpa per l’apocalisse interamente sulle tue spalle.”
Castiel aggrottò la fronte in riflessione e all’improvviso aggiunse, “Credo che la rabbia abbia avuto la meglio su di me.”
“Questo è comprensibile. Fidati di me. So una cosa o due riguardo la rabbia.” Sam sospirò. “E non è che io non la meriti.”
“Ma tu non meriti tutta la colpa. Anche le mie scelte ci hanno portato a dove siamo ora. Ho paura di non essere abituato ad assumermi una tale responsabilità delle mie azioni.”
“Sei solo abituato a seguire gli ordini.”
“Credevo che tutte le mie azioni fossero giuste, perché fidavo che gli ordini lo fossero dal momento che venivano dal cielo. Ora le cose non sono più così semplici. Mi preoccupo per le conseguenze e per i piccoli dettagli. Ero solito giustificare qualsiasi cosa fintantoché era per il bene superiore.”
“Come uccidere un ragazzino,” osservò Sam con amarezza.
Il corpo di Castiel divenne teso e la sua voce si riscaldò. “Era una minaccia per le schiere celesti. Non potevo rischiare che lui uccidesse…” la sua voce si spense e lui distolse lo sguardo.
“La tua famiglia.” Sam prese un respiro con l’improvvisa realizzazione. “Eri preoccupato per la tua famiglia.”
Castiel annuì.
“Anche dopo tutto quello che hanno fatto. Dopo che ti hanno ucciso?”
“Sono sempre la mia famiglia. Non volti le spalle alla famiglia. Questa è una cosa che ho imparato da Dean.” Testa inclinata di lato, Castiel si voltò a guardare Sam. “Lui non ti vuole bene anche dopo tutto quello che hai fatto?”
Sam abbassò la testa. “Non sono così sicuro di questo.”
“Io sì,” dichiarò Castiel con voce profonda e convinta.
Chiudendo gli occhi con forza, Sam si prese un momento per liberare un respiro lungo e traballante. “Be’… ah… non prendere tutto quello che impari da Dean troppo sul serio. Non è sempre il modello migliore da prendere in esempio.”
“Sì. Credo di aver imparato questo quando mi ha portato al covo di iniquità.”
“Covo di iniquità?”
“Un bordello.”
Sam inciampò sui suoi piedi quasi facendo cadere entrambi a terra. “Un bordello?” balbettò. L’angelo aprì la bocca per elaborare, ma Sam lo fermò. “No. Davvero. Non ho bisogno di sapere altro.”
“Dean è molto più come la personificazione dell’indulgenza e della passione umana. Probabilmente è meglio non seguire il suo esempio troppo da vicino.”
“Sì, ma mi riferivo più alla sua tendenza a tenere tutto dentro, ad essere ridicolamente ostinato, a insistere di stare perfettamente bene anche se sta morendo.”
Castiel arricciò il naso come lo guardò incuriosito. “Allora devo cercare di emulare te da ora in poi?”
“Dio, no.” Sam scosse la testa. “Fallo e diventerai davvero incasinato. Basta provare a non prendere anche molte delle nostre cattive abitudini.”
“Farò del mio meglio,” esclamò Castiel. Poi fece una cosa che stupì completamente Sam.
Sorrise.
Era un sorriso piccolo, con solo un piccolo movimento delle labbra prese in prestito dall’angelo, ma sembrava illuminargli tutto il viso. Sam era così sorpreso di vedere sorridere l’angelo sempre serio che gli ci è voluto un momento per reagire, poi non poteva fare a meno di sorridergli ampiamente in risposta.
Ma il sorriso non durò a lungo. Sbiadì come Castiel si fermò e si voltò a guardare da dove era venuto, ora con un’espressione di paura e rassegnazione.
“Stanno arrivando.”
Sam non vedeva niente mentre guardava giù per la strada buia, ma si fidava dell’istinto dell’angelo. Tirò fuori la pistola con i pochi proiettili rimasti e la puntò giù per la strada. Accanto a lui, Castiel estrasse la spada. In piedi fianco a fianco, si fecero cenno a vicenda per poi voltarsi verso il loro destino.
Poterono presto sentire un rombo, ma il rombo veniva dalla direzione sbagliata. Il suono profondo si stava rapidamente avvicinando ed era dolorosamente familiare. Sam e Castiel si voltarono per vedere le luci dell’impala che sfrecciava verso di loro. I pneumatici strillarono come Dean accostò e abbassò il finestrino.
“Dove diavolo sei stato?!” gridò.
La coppia precedentemente in trappola sprecò un prezioso secondo per guardarlo con stupore, prima di precipitarsi alle porte della vettura.
“Vai!” urlò Sam. “Torna da dove sei venuto. Ora!”
Dean non si preoccupò di discutere con il tono frenetico di suo fratello. Nel momento in cui i due erano all’interno dell’auto, Dean girò le ruote e con un altro stridio dei pneumatici, l’Impala girò e corse giù per la strada. Sopra il rumore del motore, poterono udire l’urlo e il ringhiare degli Hellhound, poi scomparvero.
“Ti prego, dimmi che non era quello che sembrava,” domandò Dean con gli occhi timorosi, mentre manteneva una pressione costante sul pedale del gas.
Sam non poté che dargli uno sguardo torvo.
“Siamo al sicuro?”
Fu Castiel a rispondere. “Gli Hellhound sono feriti e non saranno in grado di tenere il passo. All’alba saranno costretti a ritirarsi nella fossa.”
“Bene,” dichiarò Dean. “L’ultima cosa di cui ho bisogno è di averli di nuovo sulle mie tracce. Voi due state bene?” Guardò acutamente il braccio insanguinato di Sam.
“Staremo bene,” lo rassicurò Sam. “Abbiamo solo bisogno di un po’ di TLC.”
“Be’, non aspettarti niente da me. Sono troppo occupato ad essere incazzato con voi in questo momento. Che diavolo, perché non hai afferrato Sam e volato fuori di lì, Cass?”
“Ehi. Dagli una pausa,” Sam rimproverò Dean con rabbia. “Le sue ali sono state ferite mentre era impegnato a proteggermi.”
“Va bene. Mi dispiace.” Gli occhi di Dean si spostarono avanti e indietro tra suo fratello e l’angelo. “Mi sono perso qualcosa?”
“No. Non proprio,” Sam rispose con un’alzata di spalle.
Castiel aggrottò la fronte. “Fatta eccezione per i demoni.”
“Giusto.” Sam annuì. “I demoni e il rituale.”
“E i sei Hellhounds.”
“Siamo stati quasi sbranati a morte.”
“Siamo stati intrappolati.”
“Quasi sbranati a morte ancora una volta.”
“La nostra lenta fuga.”
“E siamo scampati per un pelo da un ultimo sbranamento finale,” Sam concluse sorridendo a suo fratello.
L’espressione di Castiel rimase completamente vuota, ma c’era qualcosa che brillava nei suoi occhi.
Impugnando saldamente il volante, Dean dichiarò: “Questo è tutto. Non vi lascerò mai più da soli voi due.”

  
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