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Autore: Nodosenoatriale    29/08/2012    7 recensioni
Lo immagina però, perché se chiedessero a Malik, per un quarto irlandese, di parlare del Larry Stylinson lui direbbe che legge quei due come un libro aperto, di quelli che hanno addirittura le didascalie sotto le immagini.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Overthinking


Reading and Leeds festivals 2011 revival.
One shot partecipante al contest indetto dal gruppo #THEGAYS (dayttwo)


Prompt ( in ordine di apparizione):
"Simply because you can breathe, doesn't mean you're alive, or that you really live. (Black Masks and Gasoline, Rise Against)"
"And you must keep your soul like a secret in your throat.( Vampires Will Never Hurt You, My chemical romance)"
"You said you read me like a book, but the pages are all torn and frayed (I’m not okay, My chemical romance)"
"The remains of summer memories spent so far away, free from the fear or jealousy that plagues our lives today.” (Remains of Summer Memories, Rise Against)"
"I need to be myself I can't be no one else (Supersonic, Oasis)"
Don't listen to what they say. (Anniversary, New Found Glory)"
"Take my hand and I'll promise not to ever let it go. (My Life Inside Your Heart, Rise Against)"

"I'd chime in with a "Haven't you people ever heard of closing a goddamn door?” (I write a sins, not a tragedy, Panic at the disco)"
"I believe in nothing but the beating of our hearts (100 suns, 30 seconds to mars)"


N.B: Ho dato una mia personale e liberissima interpretazione dei prompt.


- Overthinking.


Calzini grigi che tentennano sulle scale addolcite con la moquette, e i polpacci sono così provati che esitano ad ogni scalino.
Le ciglia scurissime incollate di sonno, mille pensieri che le sue labbra scure non riescono ad intrappolare, un male inconscio che lo ha spinto, in modo rude, giù dal letto.
Ogni fibra muscolare consumata, ogni respiro troppo profondo provato dal fumo, le dita da scrocchiare, l’avambraccio tatuato da incremare.
Zayn non se la sente di perdersi in sogni e pensieri ingrati abbandonandosi per ore in un letto d‘albergo.
Chiude le responsabilità dentro tutto il bianco e il pulito di quella stanza con la chiave magnetica, e si rotola giù nella Hall.
Saluti di cortesia a facce che non vedrai mai più, che non ha il tempo né la voglia di conoscere, e poi filtro morso tra i denti nel giardino interno dell’albergo.
Aspira, il tabacco si consuma in un’aria straniera, e il vento tra i capelli piatti gli ricorda di riempirsi i polmoni anche di qualcos’altro oltre che di catrame. Lo dimentica, perché vivere significa impiegare decisamente più fatica e tenacia del semplice fatto di respirare.
Tutti presi, come sono, a non farsi inghiottire dall’abisso alle proprie spalle, nessuno ha il tempo di ricordarsi di prender fiato.
Presi come sono, Harry e Louis, a stringere forte tra i denti la loro anima, spingendola indietro fino alla gola come un segreto amaro, sono anatomicamente indisposti a respirare vista la trachea ostruita di verità inconfessabili.
Mentre si stropiccia le palpebre pesanti, tenendo la sigaretta ad un pelo dai capelli, può sinceramente sentirli amarsi nelle loro stanza.
La voce pacata e scura, percepita in ogni fibra risonante della laringe, che si scontra con quella cristallina di Louis; Zayn sa che ci sono, che riempiono le pareti spugnose, anche se non può chiaramente sentire cosa si stanno dicendo.
Lo immagina però, perché se chiedessero a Malik, per un quarto irlandese, di parlare del Larry Stylinson lui direbbe che legge quei due come un libro aperto, di quelli che hanno addirittura le didascalie sotto le immagini.
Non si capacita dell’alto margine di riuscita visto che Harry e Louis sono esangui, con gli occhi chiari soffocati da un rosso, sofferenza ereditata da troppe lacrime.
Liam gli chiede come faccia a capirli, e lui non sa rispondere perchè anche se le pagine in cui sono descritti sono come loro, logore, consumate e stremate, per Zayn, Harry e Lou rimangono comunque un libro per bambini.
Quasi si brucia il ciuffo ossigenato, lo detesta e non sarebbe un male se prendesse fuoco, è assorto e non ci bada poi tanto, perchè ha tutto marchiato a fuoco nei ricordi vividi che chiude nello specchio ambrato dei suoi occhi.
Come può dimenticare la settimana a casa di Harry, i loro corpi immaturi, le voci più precise di oggi, l’adrenalina che rendeva inutile ogni tipo di droga.
Lui se li ricorda Harry e Louis; gli sguardi del riccio colmi, traboccanti, di adorazione per gli sproloqui comici da quattro soldi di quello che era il più grande della neoband.
Zayn sente ancora nelle orecchie i baci a fior di labbra, rubati sotto le coperte, dati per scherzo ma desiderati per davvero. Si ricorda le loro mani, belle come quelle di nessuno, sempre fuse come se non esistesse altro modo di affrontare l’esperienza della loro vita, se non quella di sudare uno sul corpo dell’altro, di cantare nelle bocche reciproche, di vedere attraverso gli occhi dell’altro.
Non lo ha dimenticato l’odore forte di sesso e mancato pudore nelle quattro mura della casa di XF, quel clima così gay che aleggiava nell’aria, così acre e denso da averlo fatto addirittura innamorare del più ingenuo di tutti.
Lui the human eco fin dalle primissime note di Torn, e la voce di Harry che rifletteva il suo personale talento un pò su tutti loro. Louis zoppo, sudato, riempito e coccolato dagli sguardi più intensi ed ispirati che il più giovane tra loro potesse regalargli.
Li tiene tutti un po’ nella parte del cervello designata, e un po’ nel cuore, il resto dei ricordi di quell’estate passata, quando erano liberi dalla paura o dalla gelosia; quelle che, invece, oggi gravano sull’anima, sull’organo pulsante un pò tutti loro.

Una boccata di fumo e le dita che stringono la sigaretta gli tremano ancora, come quando impugnando la macchinetta auto prodotta di Tom per i tatuaggi, Harry gli ha ordinato con le lacrime, ormai piante troppo tempo prima, ‘Scrivimi questa cosa!’.
Louis chissà dove, con vetri conficcati negli occhi, con il rimorso aggrappato alla voce, e Harry, con la mascella contratta, a sussurrare scuro ‘Ho bisogno di essere me stesso, perché non posso essere nessun altro.’
Inchiostro sulle braccia per chi non sa dire le bugie, per chi ha la bocca cucita dai soldi, per chi ha la testa piena di ricci e di ideali, e per chi è costretto a doverli stracciare come carta che non sa tenere i segreti, quella su cui tutti possono leggerci al riguardo.

Mentre il vento è sempre più opprimente sul suo viso sbarbato non può saperlo con sicurezza, ma è sicuro che Harry vuole starsene da solo sotto la doccia, a pensare, e invece Louis si intrufola, violenta la privacy del riccio, ma Zayn si immagina anche che a Harry quel tipo di cose piacciano.
Vede, nella fantasia verosimile che madre natura gli ha donato, il più grande cingere la vita bagnata di del riccio; lo sente borbottare, nell’acustica perfetta del bagno, per non ammettere la disparità d’altezza che un po’ gli manca, ma solo perché la sceneggiatura in cui recitavano a quel tempo era più colorata, più luminosa, più simile ad una vita vera.
Nutrono tutti la consapevolezza del rimpianto dei tempi in cui era Louis a comandare fisicamente, quando Harry faceva qualsiasi cosa il più grande gli ordinasse perché i loro orologi mentali erano sincronizzati sullo stesso fuso orario.
La sigaretta finisce ed è subito l’opportunità per accenderne un’altra, perché c’è qualcosa di malsanamente perverso nel desiderare di incarnare la disperazione altrui, ma per quanto l’atmosfera sulle spalle di Harry e Louis sia un macigno insopportabile, la brama.
Vuole rotolarsi anche lui in mezzo alle lenzuola che, se ci sono loro nei paraggi, non sono mai pulite; desidera piangere strizzando i singhiozzi come fa Louis, o mordersi le labbra fino a farle diventare viole come fa Harry quando le lacrime gli rigano le guance, ancora, morbide.
Accorgersi degli occhi pieni di cuore e frustrazione, saturi di amore e delusione, e sognare di poter guardare qualcuno allo stesso modo, magari Liam.

Zayn ha superato il limite perché immagina esattamente come Harry e Louis fanno sesso, ed è sicuro di saperlo con certezza ormai.
Harry entra nella stanza scazza tissimo, si sfila le All Star con le mani grandi saltellando per la stanza. Ha tra i polpastrelli annoiati il ‘The Sun‘, e apre la bocca rossissima, come un papavero,  in direzione di Louis, ma questo già lo anticipa, tappandogli le labbra vogliose di discussioni, e sussurra, quasi squittisce ‘Non ascoltare quello che dicono!’
Zayn sorride al pensiero, perché ama l’ingenua fiducia che Harry ripone, con le sue mani da adolescente panettiere, nelle persone, in Louis.
Lo sa che se il più grande rivolge a Harry quelle parole ‘Prendi la mia mano, prometto che non vado via, che non ti lascio andare!’ il più giovane ci crede, e miagola mentre si fa spingere sul letto, si fa spogliare con dolcezza e desiderio da Louis che non vede l’ora di spegnere il cervello nella bocca increspata, nelle fossette corrucciate, del piccolo che è già più grande e più uomo di lui.

Da quando la ruota della fortuna ha assegnato una ragazza, immagine, da non soddisfare sessualmente anche ad un Zayn dalla condotta sospetta, questo ha perso un po’ l’entusiasmo; come lo aveva smarrito Louis quando Eleanor gli aveva detto, presentandosi, dispiaciuta ‘So che sarà una merda per te e Harry, ma possiamo provarci no?’

La seconda sigaretta frigge al vento, inutile, e si sente mancare se pensa all’intervista americana in cui hanno chiesto a quei due se si erano mai baciati, avrebbe voluto esclamare ‘Eccome!’ e un secondo dopo,  avendo notato la disperazione incisa nelle iridi verdissime ed opache di Harry e il suo nervosismo indissimulabile contro i braccialetti, sarebbe voluto intervenire dicendo ‘Non siete mai capaci di chiudere quella bocca?’ e così magari una volta per tutte far zittire i loro aguzzini mediatici.
Non c’era rimedio, si sentiva soffocare al posto loro, tutti trattenevano il respiro quando le domande toccavano al riccio e al maggiore; meno male che Louis la risposta giusta la serviva sempre su un piatto d‘argento credibile, prontamente ritagliata dal sua manuale per attori economici.
Non fa nessuna differenza se la pancia di Harry ora ha gli addominali, il più grande ci vede solo la pancetta infantile per cui a fatto sbandare fuori dalla carreggiata la sua eterosessualità, già poco credibile, durante le audizione.
Il destino non esiste, a Zayn fa sorridere però che Harry e Louis abbiano condiviso la folla dei the Script, la stessa coda a Manchester, il bagno degli studi, il posto nella band per marmocchi, il letto scomodissimo di XF, i commenti a cuore vivo in Francia, i materassi morbidissimi Australiani, e le bugie costanti.
E’ ironico, lo trova ironico persino Niall che condividerebbe il suo pensiero su Facebook, se il management non gli avesse impedito di averne uno.

Mentre spegne la cicca sull’erba, non vuole ammetterlo a se stesso che la classifica di Itunes ha cambiato tutto, che i soldi che si suicidano dai loro portafogli li hanno resi borderline tra realtà e finzione, che nemmeno loro sanno più essere se stessi.
Sono talmente impauriti che la fama li abbia cambiati, senza dargli sentori, senza far scattare spie rosse allarmanti, che si sono tutti sentiti sollevati quando Harry si è fatto tatuare da Zayn ‘I can’t change’.
Per questo stesso motivo, si guardano complici quando il riccio incolla gli occhi sulle labbra svelte e sottili del maggiore intervistato, come se non le possedesse da secoli, come se le avesse viste tra mille per la prima volta.
Niall li osserva come fosse il paradiso in sconto alla pay per view quando, durante i concerti, Louis cinge ancora, issandosi leggermente sulle punte, le spalle di Harry e gli dice ‘Sunshine’ durante le domande su twitter, e se lo fa sfuggire non troppo per caso.
Per questo stesso motivo, Louis urla più forte che può quando Harry è dentro di lui, per ricordare a Niall, che si lamenta delle pareti di cartone su twitter, a Liam, che li ammonisce dopo le interviste, e a Zayn, che se li immagina far sesso, che in realtà certe cose, l’amore di Louis per Harry, e quello di Harry per Louis, non possono cambiare, mai.

Zayn Malik, capelli come negli anni 90, sotto peso da qualche mese, incasinato con la droga da tempo immemore, fan degli amori struggenti e disperati, non crede in nulla.
Non c’è Dio nei suoi progetti, non c’è speranza metafisica nella sua testa, non c’è forza divina nelle sue braccia pasticciate. Ha solo una certezza nel naufragio che gli provoca la ridondanza, il ricordo del rifiuto di Liam; quando si sveglia al mattino è sicuro di una sola cosa, che Harry e Louis stiano per andare a dormire in quel momento, all’alba, tutti sporchi d’amore e sudati di sperma.
Zayn non crede in nulla, solo nel battito accelerato, che investe le scale, trapassa i muri e si imprime nelle sue orecchie, dei cuori di Harry e Louis che battono imperfetti.
  
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