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Autore: Lupus    12/03/2007    10 recensioni
Ronzio di api che si infila nella testa e non vuole più uscirne. Rumore sordo di una campana di un campanile trasandato che batte i suoi rintocchi in modo molto confuso. Stridio di unghie che graffiano su una parete liscia. Sensazione. Presagio. Ammonizione. Morte.
L’anima non parla.
Il cuore non pulsa.
Il sangue non scorre.
Tutto ciò è un silenzio assordante.
Un ossimoro.
Un’utopia.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Ruchia, Kurosaki Ichigo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ronzio di api che si infila nella testa e non vuole più uscirne. Rumore sordo di una campana di un campanile trasandato che batte i suoi rintocchi in modo molto confuso. Stridio di unghie che graffiano su una parete liscia. Sensazione. Presagio. Ammonizione. Morte.

 

Rukia Kuchiki osservava pensierosa dalle sbarre della prigione, in cui era obbligata a rimanere, il patibolo sul quale, a breve, sarebbe stata giustiziata. Una strana sensazione l’aveva colpita qualche attimo prima, come una pallottola che si fa spazio tra il ghiaccio, creando un foro da cui tutti i sentimenti umani escono fuori per dare spazio al disagio e all’ansia. Si tartassava psicologicamente per cercare di trovare una spiegazione, inutile dire che quel vuoto creatosi non veniva colmato.

 

Un ombra cupa nascosta nel candore del suo corpo.

 

 

La poca luce che entrava dall’unica finestra della cella, illuminava di profilo il volto della Shinigami. L’atmosfera era macabra e tremendamente silenziosa. La voce dirompente di Renji non si sentiva più, anche lui era andato via.

Quando pochi minuti prima era scoppiato l’allarme che indicava un intrusione nella Suol Society le era salito il cuore in gola. Lui era lì. Era tornato per salvarla.

Ma la gioia della notizia scomparve subito dopo quando sentì la voce sicura e gelida del fratello.

Byakuya l’avrebbe ucciso. No, non sarebbe morto per lei. Che stupido che era stato Ichigo. Non doveva venire, gliel’aveva detto!

 

Dispiacere e amarezza celati dietro soffici ciglia.

 

 

Il tempo continuava inesorabilmente il suo corso, senza dare conto a nessuno. Ogni secondo che passava era come una martellata dritta al cuore. Ogni minuto che si depositava nel fondo della clessidra della vita era come un pugnale conficcato nell’anima. Rukia non sopportava quella situazione. Non sopportava il vento che muoveva silenziosamente i fili d’erba vicino al patibolo dove sarebbe stata giustiziata. Non sopportava il sudore perlato che le inzuppava la fronte. Non sopportava la sua sensibilità così estremamente fragile. Non sopportava lui, Ichigo. Il silenzio dimorava sovrano nella fredda cella. Lei non l’aveva mai sopportato.

 

L’anima non parla.

Il cuore non pulsa.

Il sangue non scorre.

Tutto ciò è un silenzio assordante.

Un ossimoro.

Un’utopia.

 

 

Gli Shinigami non esistono. Sono solo composti formati esclusivamente da materia spirituale. Sono astrattismi creati da un qualcosa di Superiore. Sono tante anime che non hanno nulla di concreto. Vivono con il solo scopo di porre fine alle insofferenze dei morti. Non dovrebbero provare nessun tipo di emozioni: freddi e impassibili come un iceberg solitario che si impone ai navigatori stanchi e avviliti. Portatori di morte, di solitudine e di disperazione.

Tu no, sei diversa da tutti quanti, Rukia. Non sei come loro. Non odi. Non disprezzi. Non ferisci. Per questo motivo sei stata condannata.

 

“Noi temiamo ciò che non possiamo vedere”

Hanno paura di te, perché tu hai un cuore.

 

Sensazioni strane che partono dal basso ventre per poi infondersi in tutto il corpo. Lieve pressione sulle palpebre scaturita dalla stranezza della situazione. Tentativi vani di resistervi cessati quando oramai le lacrime hanno fatto il loro ingresso nell’esteriorità del mondo interiore.  

Il tonfo sordo di quest’ultime che si infrangono sul gelido e liscio pavimento della cella, minimamente paragonabile al dolce e lieve suono di un goccia d’acqua che cade in una stanza piena di cristalli.

 

Lampo nel candore del cielo.

 

 

Sforzi inutili per cercare di nascondere tutte le preoccupazioni. Essere ipocrita non serve, ma nessuno da ascolto a questa affermazione. Tentiamo di fuggire inesorabilmente dalla realtà perché ci spaventa. Per arrivare a questo scopo utilizziamo ogni mezzo a nostra disposizione. Però, la verità prima o poi uscirà fuori e colpirà le nostre anime fendendole con la sua enorme scure. Vivere con la consapevolezza di una menzogna e con il timore che questa venga scoperta e svelata.

 

Onda che si infrange sugli scogli.

 

 

Rumore sordo di piccoli passi che si muovono sul terreno. Preludio. Rumore di lame che si scontrano con altre lame. Odore di sangue che fuoriesce dalle ferite marchiate sulla carne. Energie spirituali che aumentano e diminuiscono di potere, fino allo sparire. Ansimi, gemiti e spasmi di dolore che inondano il silenzio dell’atmosfera. Ichigo è là. Da qualche parte a combattere per la sua salvezza. A lottare per lei.

 

Luce nel buio del suo essere.

 

 

Fuoco che arde e che viene immediatamente spento dall’acqua. Vento che viene placato dai raggi del sole. Istinti che si sostituiscono alla ragione. Due divinità che combattono mettendo a nudo le proprie anime. Vita per vita. Sogni per sogni. Speranze per speranze. L’odore nauseabondo del sangue galleggia nell’aria più forte che mai. Sentimenti che trapelano dai fori della pelle, scacciati dall’odio di uccidere il proprio nemico. Cuori che si fermano perché non c’è nulla di umano in quello scontro. Due entità spirituali che combattono una contro l’altra. Due anime che si battono per cause differenti, ma spinti dallo stesso desiderio di eliminare l’avversario. Due corpi che si muovono lacerando l’aria con le loro rispettive Zampakutou.

 

Buio nella luce del suo cuore.

 

 

La lotta finisce, uno delle due divinità è il vincitore di quello scontro che non avrà mai pari. L’odore del sangue è completamente sparito per lasciare il posto a quello della morte. Presagio. I battiti del cuore che si fanno più veloci, perché l’esito è oramai segnato.

La risposta alla domanda la si conosce, ma molte volte non si vuole pronunziarla per paura che sia vera. Ansia. Lacrime che escono a flusso, senza poter più essere fermate. Il tempo scorre più velocemente perché ha saziato la sua sete con il sacrificio umano avvenuto pochi istanti prima. Il cielo piange la morte di un uomo. Nell’aria il solito silenzio snervante regna sovrano.

 

 

L’anima non parla.

Il cuore non pulsa.

Il sangue non scorre.

Tutto ciò è un silenzio assordante.

Un ossimoro.

Un’utopia.

 

 

 

Se c’era una cosa che Rukia non sopportava più del silenzio, era la verità.

 

Il giudice Supremo aveva già sentenziato la morte di un uomo.

Il cielo aveva già pianto per lui.

L’aria l’aveva già ricordato per qualche secondo, mentre il cuore non smetterà mai di farlo.

La sua anima aveva raggiunto il culmine della spiritualità.

Oramai era solo cosa astratta, impercettibile, invisibile.

Il ricordo di lui non sarebbe mai svanito del tutto.

 

 

Ecco che anche quello strano silenzio cessò per lasciare il posto alla verità. La voce di Byakuya, gelata e profonda che nascondeva un qualcosa di sadico e cinico, proruppe in quella stasi monotona e straziante. Rukia non voleva sentire, preferiva fuggire da tutto e da tutti. Non voleva conoscere anche se, in cuor suo, sapeva che presto l’avrebbe raggiunto. Ma prima di allora avrebbe dovuto combattere, giorno dopo giorno, con quel silenzio assordante che le lacerava lo spirito.

 

L’anima non parla.

Il cuore non pulsa.

Il sangue non scorre.

Tutto ciò è un silenzio assordante.

Un ossimoro.

Un’utopia.

 

 

 

 

 

 

“Presto o tardi, Ichigo, ti raggiungerò.

È una promessa.”

 

 

 

 

 

 

 

 A/N

 

La mia prima Fiction che ha come protagonisti i personaggi di Bleach. E chi se non Rukia e Ichigo potevano colmare questa voglia che avevo di scrivere su un manga che praticamente amo?

Mi dispiace molto che questo Fandom non sia molto frequentato e spero ardentemente che si popoli presto.

Ringrazio in anticipo tutti quelli che commenteranno e tutti quelli che si limiteranno a leggere soltanto.

 

Saluti,

Lupus

 

 

Disclaimer: I personaggi non mi appartengono: sono di proprietà dell’autore del manga “Bleach”, Tite Kubo.

La frase "Noi temiamo ciò che non possiamo vedere" è stata presa dal volume "2" del suddetto albo

 

   
 
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