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Autore: Martina3    29/08/2012    7 recensioni
«Baciami»
«Non posso»
«Baciami»
«Non devo»
«Baciami»
E lo baciai.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano le otto e mezza di sera e, essendo luglio inoltrato, c'era ancora luce, ma le uniche luci che vedevo erano quelle del palco. La platea era piena come un uovo di gente urlante e scalpitante. Inutile dire chi erano i protagonisti della serata, cinque ragazzi, uno più bello dell'altro.

Mi chiamavo Martina Wellburn, vivevo a Londra da quando i miei genitori avevano deciso di lasciare Venezia, città natale mia e di mia madre. Pur essendo molto piccola, avevo stretto un paio di amicizie che non avevo perso di vista negli anni.

Fu proprio quando mi si presentò l'occasione di avere tre biglietti in prima fila per il concerto degli One Direction, per assurdo (o per fortuna sfacciata) vinti nelle patatine, che avevo deciso di condividerli con Fede e Clo.

Eravamo tutte sul metro e settanta, nella media per la nostra età di diciotto anni. Io avevo occhi verdi, contornati da lunghe ciglia nere e capelli fino alle spalle castani. Non osavo definirmi una fan sfegatata degli One Direction, mi piacevano molto, tutto qui. Insomma, non ero il tipo da lanciargli addosso il reggiseno nel bel mezzo del concerto, per intendersi.

Fede, invece, aveva occhi scuri e capelli dello stesso colore e lei sì, che era la classica persona che avrebbe lanciato il reggiseno sul palco.

Clo, invece aveva capelli neri (anzi, marroni scuro scuro, perché se no si arrabbiava...) e occhi altrettanto scuri (non ho detto neri...). Lei era dolce e graziosa ed era stata sempre la mia amica del cuore italiana.

Mentre ero alquanto rintontita dalle urla delle centinaia di fan, Fede mi chiese con il classico sorriso da chi sta per dire una cavolata universale: «Marti, mi prometti una cosa?»

«Ehm, se posso...», risposi preoccupata.

«Mi giuri che se mi arrampico a mo' di climber professionista sul palco mi tieni?». Lo sapevo che prima o poi sarebbe arrivata la cavolata universale. In risposta alla mia occhiata a Clo, mi fece un sorrisino della serie “ti ci devi abituare, sono fatta così!”.

Mi rivolsi alla persona un po' più ragionevole di Fede: «Clo, se succede, sai che cosa fare.»

Mi rispose roteando gli occhi con un sorriso.

Mentre chiacchieravamo del più e del meno, tutte le luci si spensero, per poi riaccendersi al suono di una voce: «Five boys, one passion; five talents, One Direction». Inspiegabili erano le urla (se si possono chiamare urla) assordanti (comprese le mie, che nemmeno sentivo...) quando la macchina del fumo prese a funzionare e la base di What Makes You Beautiful riempì le nostre orecchie. No, non poteva essere. Io non ero . Io non potevo essere lì. Insomma, dai. Un concerto, il concerto degli One Direction? Bene, le mie incertezze si andarono a far benedire quando me li vidi, loro, sì, davanti, o meglio, sopra di me. Fede stava andando in shock anafilattico, mentre Clo rideva da sola (faceva così quando era emozionata). Io stavo zitta, ad occhi spalancati, stritolando il polso di una sconosciuta che immaginavo fosse Fede. Mi scusai, imbarazzata, e scuotei Clo, che mi guardò come per dire “io la prenotazione all'ospedale psichiatrico l'avevo fatta, se tu poi ci hai rinunciato, è un problema tuo...”

La voce di Liam risuonava forte e limpida come l'avevo sempre sentita, quella di Harry, invece, era più roca e bassa. Ma fu solo quando nel ritornello tutte le loro voci coprirono quelle delle fan, che provai tutta l'emozione che c'era da provare.

Ad un certo punto mi feci coraggio ed allungai la mano anch'io, più lontano che potevo. Attendevo ad occhi chiusi che anche uno solo di loro toccasse la mia, ma niente. Passavano i secondi, i minuti, forse. No, forse erano solo secondi, ma sembravano minuti. Stavo ritirando il braccio, delusa, quando sentii le dita di uno di loro, che, non so come, riconoscei subito, sfiorare il mio palmo. Era Harry, lo sapevo, e lo confermai quando aprii gli occhi. Quel millesimo di secondo mi apparivano ore. Mi era parso che mi avesse guardato per più tempo rispetto alle altre, ma mi stavo illudendo. Che sciocchezza!

Intanto, Fede era arrampicata come un koala sulla transenna e Clo saltellava con le mani sulle guance urlando monotona.

 

Eravamo ormai giunti a Everything About You, quando la testa cominciò a girarmi, vedevo doppio e il battito cardiaco aumentava a vista d'occhio. Avevo il fiatone, mi misi una mano sulla fronte umida e caddi a terra. Vedevo nero, sentivo grida e musica a palla solo da molto, molto lontano.

 

Fui svegliata dagli schiaffeggi di Clo: «Santo Cielo, Marti. Ti prego, svegliati, ti scongiuro...»

Aprii gli occhi e chiesi confusa: «Dove sono?»

«In una barella... tutta luccicante. Luccica! Sì, luccica! Ha i brillantini! Vedi Clo?», bene, Fede aveva bevuto. Non credevo si potesse scambiare la stoffa catarifrangente per glitter...

«Era birra o vino?»

«Nah...», disse ridendo. Poi ripartì con un sospiro di stupore: «Oh! Ecco! Li metterò in gabbia quei cinque mascalzoni! Poliziaaaa! Polizia, arrestateli! Sono loro i colpevoli della mia sbronza!», gridò indicando il palcoscenico.

Mi alzai e mi rivolsi all'infermiere: «C'è niente per lei?»

Nonostante io facessi sul serio, tutti riderono. Poi mi resi conto che era passato un bel po' di tempo: «No, non ci posso credere. Non può essere! Il concerto che tanto avevo desiderato è andato in fumo. E voi? Cosa fate qui? Ve lo perdete per causa mia? Andate a quel cavolo del concerto!»

Clo si chinò, mentre io mi ero messa le mani sul viso: «Shh! Non devi dirlo neanche per scherzo! Tu svieni e noi ti lasciamo da sola a goderci la serata? Ma ti puoi immaginare... Non è ver...?», si stava per rivolgere a Fede, ma quando la vide cantare da sola a squarcia gola, si fermò.

«Come svenuta? Oddio, che figura, mi avranno guardato tutti! Che vergogna...»

«Peccato che ti abbiano guardato anche cinque ragazzi che cantavano...», intervenì invidiosa Fede, che quando si trattava di loro, non si perdeva una parola del discorso.

«Che cosa?», urlai.

«Ehi, sta' calma, è tutto a posto, ti ho detto!», mi consolò la mia amica lucida.

Esasperata, mi distesi di peso sulla barella, poi mi venne in mente una cosa: «Dio mio, non mi posso perdere Moments! Clo, andiamo, sto benissimo.»

«Aspetta, sciocca. Prima devi chiamare i tuoi. Li ho già avvisati e ho detto loro che li avresti aggiornati al tuo risveglio.»

«Che cos'hai fatto? Cavolo, mia madre sarà andata in paranoia! Poveretta... Dannazione! Stupida io che sono svenuta! Stupida, stupida, stupida!», mi battei il palmo della mano sulla fronte tre volte.

Clo mi porse il telefono, attesi in linea, ponendo gli occhi al cielo: «Pronto, mamma?»

«Tesoro! Come stai? Va tutto bene? Vuoi che ti venga a prendere? Forse è meglio se vai a dormire presto...», mia madre era piuttosto logorroica, quando si trattava della mia salute.

«Ehi, aspetta, mamma. Va tutto bene, ho avuto solo un...», mi rivolsi all'infermiere, «Come si chiama?», «calo di zuccheri, sì. Devi stare tranquilla, ora sto bene.»

«Ti vengo a prendere?», «Robert, prendi la macchina!»

«Calma, calma, calma. Niente macchina, autobus, bicicletta, triciclo o quel che è. Sto alla grande, davvero. Fidati, se stessi male, te lo direi. Non ti ho mai mentito su questo, lo giuro.»

«Sicura?»

«Sicura.»

«Bene, allora mi fido. Ciao, tesoro.»

«Ciao, mamma.»

Quando riattaccai il concerto era già finito e avevo perso metà spettacolo.

Mi alzai e, a malincuore, dissi a Fede e Clo: «Scusate ragazze, vi ho rovinato la serata.»

Ma Clo mi fermò mettendomi una mano sulla spalla: «Marti, ora basta, l'amicizia è anche questo.»

Intervenì Fede, sempre con l'aria di un giullare: «Adesso vado da Liam e gli dico: “Dammi Archimede, che vado a fargli fare una passeggiatina al guinzaglio!”, e lui mi dirà: “Ehi, ma è la mia tartaruga!”, “Nessun problema, tesoro... Ho anche i Wiskas Pranzetti!” Eh? Che ne dite?», mi diede una gomitata.

«Io dico che tu sei in preda a una sbronza coi fiocchi e che hai bisogno di una bella dormita.»

«Ma quale sbronza e sbronza... Suvvia!», recitò, «Quante storie per qualche lattina di Harry e due o tre bicchieri di Zayn!».

«L'abbiamo persa?», chiesi.

«Per sempre.», precisò Clo.

Proposi: «Che ne dite se aspettiamo che tutti siano usciti e ci godiamo un po' la serata qui?»

«Per me va bene. Per te F...? Ok, decido per lei che va bene, visto che non è nelle condizioni di formulare una frase di soggetto e verbo.», rispose Clo.

«Cosa fai, mi sottovaluti? Cane mangiare!», obbiettò Fede.

«Ah, ora sì che hai ripreso lucentezza...», la assecondai io.

 

Ormai erano quasi tutti usciti e il giardino enorme nel quale si era svolto il concerto era un tappeto di spazzatura. Noi eravamo sedute su delle sedie vicino all'ambulanza, dato che l'infermiere mi aveva raccomandato di non stare nella confusione. Stavamo proprio per alzarci e andare via, quando vidi un ragazzo castano, con due occhi verdi che potevi stare a guardare per ore, giorni, forse. Alle sue spalle un altro leggermente più alto, occhi nocciola e capelli castano chiaro. Li seguivano tre tipi, uno biondo, uno con una pettinatura più che familiare e uno con una maglia a righe.

«Clo, schiaffeggiami come prima. Devi chiamare l'infermiere. Sono svenuta di nuovo.»

«Marti, mi sa che non sei svenuta...», disse come se stesse per scoppiare da un momento all'altro.

Non fece a tempo a finire che rividi di nuovo tutto nero, per poi risvegliarmi distesa con sedici occhi che mi guardavano, di cui due diversi dagli altri, erano verdi, grandi e profondi. Non avevo mai provato così tante emozioni insieme. Imbarazzo, stupore, gioia... non lo sapevo, sapevo solo, e ora ne ero certa, che mi trovavo davanti (o sotto) agli One Direction.

Clo si accorse che stavo guardando solo e soltanto Harry: «Marti, su, alzati, che ti viene male agli occhi!», lei era matta di Harry e nessuno poteva toccarglielo.

Louis disse: «Siamo venuti a vedere come stavi...»

Mi alzai e mi rivolsi ai ragazzi, ovviamente in inglese: «Scusate, sono mortificata. Ho interrotto il vostro concerto. Credetemi, non l'ho fatto apposta, lo giuro. Io...»

Liam mi interruppe: «Tranquilla, non è colpa tua. Può capitare a tutti.»

Feci un sorrisino imbarazzato. La sua voce era calda e limpida come immaginavo. Tutti erano come immaginavo, solamente che avevano qualche difettuccio in più, non essendo tirati a lucido.

Mentre stavo fantasticando, fui scossa da un grido, mi voltai e vidi Fede con le braccia al collo di Zayn che urlava. Tutti ridemmo quando ebbe passato in rassegna tutti i membri del gruppo.

Così chiesi: «Ne posso approfittare anch'io?», mi alzai e così feci. Niall mi strinse in un abbraccio caloroso, ebbi subito l'impressione che fosse mio fratello (ne avevo uno di ventun'anni); Zayn profumava di dopobarba, da scioglierglisi davanti; Louis mi fece fare una giravolta; Liam mi strinse tra le sue grandi braccia, nelle quali ci sarei potuta stare fino al giorno dopo; infine, Harry aggiunse all'abbraccio un bacio sulla guancia. Le sue labbra erano morbide, l'avevo capito anche se mi aveva solo sfiorata. Il mio respiro diventava man mano più affannoso, così chiesi un bicchiere d'acqua all'infermiere, davanti agli sghignazzi di Louis e Niall, che fulminai con lo sguardo.

Clo, che giustamente voleva la sua parte, ricevette ciò che voleva e ciò che le spettava, d'altronde.

«Ehm, io... dovrei chiedervi una cosa... So che non è il momento opportuno, ma questa occasione non mi capiterà mai più...»

«Certo, tutto quello che vuoi.», mi disse Harry. Non respiravo più, mi accorsi che lo stavo fissando, con gli occhi grandi come un gufo.

«Ehm... mi... anzi ci... fareste un autografo?», azzardai.

«Con piacere.», esclamò Louis. Aveva l'aria di chi ama scherzare, così com'era lui, effettivamente.

Presi un blocchetto e una penna. «Oh, scusate. Io sono Martina, lei è Clo e... lei Fede... Non è sempre così, tranquilli, è solo un po'... scherzosa...!»

«Ehi, tesoro... Sei un po' bagnato sulle labbra... Se la finissi di sbavarmi dietro...», disse quest'ultima a Zayn maliziosamente.

Le tirai una gomitata e le dissi sotto voce: «Allora, primo: come ti salta in mente; secondo: loro parlano inglese, non italiano.»

Non l'avessi mai detto, la mia amica brilla iniziò a farfugliare qualcosa in inglese, che grazie a Dio non si capì. Zayn, nonostante tutto sembrava divertito e, vista l'espressione di Fede, aveva intuito bene in senso della frase.

Porsi a tutti e cinque il blocchetto e la penna. Firmarono uno alla volta, con tanto di dedica. Quando arrivò il momento di Harry vidi che scrisse:

 

To Martina,

Love,

Harry (*** *******)

 

No, non poteva essere vero, no. Aveva scritto il suo numero di telefono. «Clo, quelli non sono cifre vero? Dimmi che sono simboli etruschi o qualcosa del genere.»

Stizzita, Clo ammise: «No, sono numeri. Quello è un numero telefonico. Il suo numero telefonico.»

«Ehm, Harry, per favore. Non amo gli scherzi. Sono piuttosto permalosa... E determinata.»

«Bene, se non ci credi prova a chiamarmi.»

«Perfetto.», presi il telefono. Tremavo e tutti lo notarono. Composi il numero e attesi. Sentii una suoneria provenire dalla tasca di Harry. Oh, cavolo. Oh, cavolo. Oh, cavolo.

«Ok, mi hai spiazzata, lo ammetto.». Harry alzò un sopracciglio.

Vedendo che Clo e Fede scalpitavano, diedi anche a loro il numero, dopo aver ottenuto il permesso del proprietario. Dopo aver ottenuto anche gli autografi, decidemmo di dirigerci verso l'uscita.

«Bene, noi ora dobbiamo andare. Allora... ciao...», dissi a testa bassa.

Tutti mi risposero cortesemente.

«Ciao a tutti, è stato un... piacere... conoscervi!», mi fece eco Clo.

«Ciao begli gnocchi!», azzardò Fede.

«Fede!», la riprendemmo io e Clo.

Mentre ci dirigevamo all'uscita, io e Harry ci guardammo, seri. Clo lo notò e questo non era di certo un buon segno. “Non ferirei mai la mia migliore amica, a costo di rinunciare all'amore”, mi ero sempre detta. Ma adesso la cosa si faceva più difficile da farsi che da dirsi.

 

Ciao a tutti! Mi sono cimentata anche in una FF...

Sì è una cosa fatta per divertimento, ma spero che vi piaccia!

Recensite, per favore! Baci <3

 

Ps: I dialoghi scritti in corsivo sono in inglese. :)

 

  
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