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Autore: Ambrina777    29/08/2012    1 recensioni
Poi passarono giorni meno sereni e altri ancora peggiori, mi isolavo dagli affetti, dal mondo reale, tutto diventava bianco e nero, non esistevano sfumature di grigio, solo il bene e tanto male.
- One Shot ambientata dopo il salto di Sam nell'ultima puntata della quinta stagione, descrive brevemente le sensazioni della mia protagonista Alex dopo l'abbandono di Dean e la morta di Sam.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Quinta stagione
- Questa storia fa parte della serie 'On American Roads'
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- Questa storia è stata scritta ascoltando una bella canzone che mi piacerebbe ascoltaste anche voi: Time di Hans Zimmer -


Tutto era finito, tre uomini ed un angelo avevano fatto più di quanto ci si sarebbe mai immaginati.
Ci erano riusciti avevano fermato l’apocalisse, pagando però un prezzo altissimo, la vita di Sam.

Si, Sam non c’era più e al suo posto aveva lasciato un vuoto incolmabile, se io sentivo quel vuoto, cosa poteva sentire Dean?
Era questo quello che avrei voluto chiedergli, ma che non feci mai, e forse fu proprio quello il mio errore, se lo avessi fatto forse non sarebbe andata a finire come è andata, forse adesso cacceremmo ancora insieme, forse avrebbe ripreso ad amarmi come una volta, forse.

Invece no, mi limitai a guardarlo distrutto da quel dolore che neanche un forte abbraccio di Bobby sarebbe riuscito a placare, neanche per un secondo.

“Me ne vado..”
Tre parole che mi gelarono il sangue.
“Dove?!.. perchè? .. no!.. non devi.. “
La mia voce dopo anni era di nuovo tremante incerta, avevo già perso un fratello, non potevo perdere anche l’altro, non potevo perdere il mio Dean.
Lo sguardo era basso, cupo, come in un sussurro mi rispose.
“..ho bisogno di stare un pò da solo..”
Non avevo ancora digerIto la prima frase che adesso me ne proponeva un’altra.
Stava per andarsene, lo stavo perdendo, quella volta per sempre, dovevo fare qualcosa.
Gli bloccai un braccio.
“.. non devi per forza stare da solo.. possiamo sempre trovare una soluzione insieme.. possiamo sempre tornare a cacciare... insieme come una volta..”

Forse era stato quello il momento in cui avrei dovuto chiedergli come si sentiva, confortarlo occuparmi di lui, pensare ai suoi bisogni alle sue necessità, invece pensai solo a me, riuscivo solo a pensare a cosa avrei fatto se lui se ne fosse andato via per sempre.
Ma quel giorno non me ne resi conto e non lo feci per molto tempo ancora.

Fu il suo sguardo, più delle parole stesse a colpirmi.
Vuoto e al tempo stesso pieno di odio.
“Non vuoi proprio capire... io e te abbiamo due vite separate, te vivi la tua e io penserò alla mia!”
Con quella frase quasi atona, ma con una punta di dolore e rabbia mi lasciò per sempre, per seguire la sua strada, o se non altro la strada che Sam gli aveva chiesto di seguire.

Non potevo avercela con Sam per quella richiesta, adesso lo capisco, Dean aveva sacrificato tutta la sua vita per la caccia e se fosse rimasto con me lo avrebbe continuato a fare, mentre con quella donna e quel bambino avrebbe avuto la parvenza di una vita normale, serena.

Ma il cuore non ragiona con la mente, il cuore ragiona per conto suo e io lo volevo, lo amavo e soffrivo per quella sua decisione, soffrivo perchè vedevo Bobby nel disperato tentativo di sapere come stava, malgrado lui non si facesse trovare.

Passavano i mesi e la rabbia e il dolore diventavano piano piano solitudine.
Sono rimasta sola per molto tempo a cacciare, a uccidere.
In alcuni giorni riuscivo anche a trovare una certa serenità, ma per il resto del tempo la mia mente vagava nel passato, nei ricordi che ormai diventavano ogni giorno sempre più sbiaditi, come quando ti svegli e ricordi distintamente un sogno che poco a poco torna ad essere irreale, torna al suo mondo.

Poi passarono giorni meno sereni e altri ancora peggiori, mi isolavo dagli affetti, dal mondo reale, tutto diventava bianco e nero, non esistevano sfumature di grigio, solo il bene e tanto male.
Ero diventata spericolata, non mi curavo di chi mi stava attorno e negavo perfino l’aiuto di Bobby.

In quei mesi me la vidi brutta un sacco di volte, dormivo si e no un paio di ore per notte, bevevo molto e cacciavo in continuazione, senza sosta, poichè ogni volta che lo facevo la mia mente era libera, libera da ogni oppressione, libera da ogni rimorso, libera dal dolore.

Ero diventata molto più brava a cacciare, però perdevo sempre di più il senso di quello che facevo, il motivo per cui lo facevo, cacciavo non per aiutare chi ne aveva bisogno, ma perchè era l’unica cosa che riuscivo a far bene, ed era l’unico modo per sfogare la mia rabbia repressa.

Poi un giorno durante una caccia azzardai troppo e un gruppo di ghouls mi attaccò, avevo sempre sperato che quando sarebbe arrivata la mia ora, sarebbe successo per colpa di un demone o di uno spirito vendicativo, ma mai avrei pensato di essere l’antipasto di uno stupido ghoul.
C’era qualcosa di comico in tutta quella situazione e mio malgrado anche se la cosa mi rodeva, in un angolino del mio cuore mi sentivo sollevata, finalmente quella tortura chiamata vita, stava per giungere a termine.
Mi ripetevo che anche se avessi provato dolore non sarebbe stato così brutto, non come quando ho perso i miei genitori, o come quando sono morti tutti i miei amici cacciatori, o come la morte di Sam e quella di Dean.

Si, perchè per andare avanti avevo iniziato a convincermi che Dean non c’era più, altrimenti sarei impazzita più di quanto non fossi già.
I miei occhi guardavano per un ultima volta quel mondo che era stato così crudele e tanto bello, un lieve sorriso si apriva sulle labbra, certa che ovunque sarei finita paradiso o inferno sarei stata meglio.

In un attimo tutto fu buio.


Non saprei descrivere le sensazioni che provavo, era come una pioggia leggera di primavera che ti colpisce il volto con milioni di goccioline, una cosa del genere poteva essere solo in paradiso, mi domandavo già come ci ero finita in paradiso, quando piano con timore aprii gli occhi.
Tutto era luminoso, mi feriva gli occhi, poi poco a poco la vista si abituò.
Nel mio paradiso c’era una doccia?
Non capivo, Sam mi aveva raccontato che quando era morto ed era andato in paradiso era stato come rivivere i ricordi più belli della propria vita, ma quello non era uno dei miei ricordi.


A poco a poco anche i suoni iniziarono a diventare più chiari e una voce mi chiamava.
I miei occhi cercavano la provenienza della voce e poco dopo si definì davanti a me una figura.
Fu quello che vidi che mi convinse che ero in paradiso.
Era come lo ricordavo, statuario, con quei suoi occhi da cucciolo, i capelli lunghi e il sorriso innocente.

“Sam..? E’ proprio il paradiso..”

Avevo finalmente trovato la pace che desideravo, adesso sarei passata di ricordo in ricordo, solo i migliori, solo i più intensi.
La serenità, no il sollievo che provai in quel momento fu così immenso che alcune lacrime uscirono dai miei occhi, un sorriso si aprì sulle mie labbra.

“Alex..... Alex...”

Improvvisamente come un fulmine a ciel sereno un dolore allucinante mi riempì la testa e un grido disperato fu l’unica cosa che uscì dalla mia bocca.
La mente era già nel caos, se ero in paradiso perchè provavo dolore? E cos’era quel ricordo?

“Alex stai calma, curerò le tue ferite”

Furono le uniche parole che riuscii a sentire, poi di nuovo caddi in un sonno profondo le ultime sensazioni furono del mio corpo sollevato dalle forti braccia di Sam.

Solo successivamente capii che non ero morta, bensì che Sam mi aveva salvata da quei Ghouls.
Suonava ancora più strano di quanto non fosse stata la mia fantasia di essere in paradiso.
La delusione che provai inseguito quando scoprii che la vita aleggiava ancora nel mio corpo fu grandissima, ma un senso di speranza rimpiazzava piano piano tutta quella sofferenza, Sam era tornato dall’inferno e tutto sarebbe tornato come prima, almeno così speravo.
  
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