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Autore: Mantuzzo    29/08/2012    0 recensioni
Rise di nuovo. Questa volta più rumorosamente.
- Sono un essere imperfetto che è obbligato a cibarsi per vivere. Un morto che si ciba, davvero divertente! Ahahahah! E prova ad indovinare? Ora ho fame! -
Mi si avventò contro. Mi bloccò con una velocità sorprendente e mi scoprì il collo. Non ebbi tempo di fare nulla.
- Buon appetito! -
Immerse i suoi canini nel mio collo e iniziò a succhiare. Io aspettai con gli occhi chiusi. Lei si staccò soddisfatta ma si rese conto che qualcosa non andava.
- Cosa?! Perché sei ancora vivo?!? Ho bevuto una grande quantità di sangue! Dovresti giacere a terra, colpito da violenti spasmi, fino a quando il tuo cuore li avrebbe sopportati! -
Questa volta fui io a ridere mentre mi ricomposi.
- Qua non sei l’unica morta. Anche io lo sono, ma non come te. Io sono morto da umano per mano della Signora Mietitrice ed ora, io ho preso il suo posto. Saluta la nuova Morte! -
Con fare cavalleresco feci una piccola riverenza, poi feci comparire la mia falce dall'ombra.
- Ora se non ti dispiace, tocca a me! -
Un colpo secco e la sua testa cadde per terra.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
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Buio. Non riesco a vedere niente. Sento freddo, una ventata di aria fredda mi travolge. I miei muscoli si irrigidiscono. Sento una presenza non lontano da me. La cerco, ma è tutto invano. Continuo a guardarmi in torno ma i miei occhi vedono nero. Il pavimento è freddo, non mi sono accorto di essere a piedi nudi. Provo a camminare in avanti, ma inciampo su qualcosa e per poco non cado. Mi giro per cercare quell’oggetto. Tasto per terra e lo sento. Una piccola scatole di metallo. Lo prendo e lo porto su con me. Una luce si accende sopra di me e mi illumina. Io mi guardo di nuovo attorno, senza vedere niente. Guardo la scatola e mi accorgo che è un cofanetto. Cerco di aprirlo ma serve una chiave. La cerco con lo sguardo, provo a spostarmi e vedo che la luce mi segue. “Bene” è quel che penso. Comincio a camminare. Arrivo davanti ad un muro, lo segue, sperando che magari possa trovare qualcos’altro. Continuo a camminare. Con una mano tengo il cofanetto, con l’altra sento il muro. Arrivo davanti ad un tavolino di legno. Sopra c’è una chiave, la sto per prendere ma mi blocco. Sento la presenza, questa volta più vicina. Mi giro ma non la riesco a vedere. Il buio è tutto intorno e lei si nasconde proprio in questo. Prendo la chiave e apro finalmente il cofanetto. All’interno c’è una busta bianca. Appoggio il cofanetto e apro la usta. Al’interno c’è una lettera. Il tipo di lettera è assai raro da trovare. Piccole spirali dorate avvolgono le righe della lettera, dove ci sono scritte parole in un carattere elegante e molto piccolo. La leggo. Il contenuto è indirizzato ad una ragazza, Leania.
 

           “ Mi dispiace molto per averti lasciato così,
ma non ho avuto altra scelta.
Ho visto come ti avevo trattato e mai mi sarei scordato una cosa del genere.
 Ti ho picchiata, e poi me ne sono andato.
Sono solo un codardo, perché sono scappato invece di affrontare la situazione insieme a te.
 Sono andato via e chiedo perdono.
Semmai riceverai questa lettera, sappi che mi dispiace e vorrei che tu ritornassi con me.

Firmato, il tuo…”
           

 Il nome era illeggibile. A quanto pare la lettera era indirizzata ad una ragazza… ma allora perché l’ho trovata io? Semplice coincidenza? Non lo so. Mi blocco di nuovo. Ora sento la presenza, è vicina, molto vicina… è… è… è dietro di me. Mi giro e non vedo altro che due occhi mi osservano. Quegli occhi erano agghiaccianti, rossi come il sangue e privi di pupilla. Continuano ad osservarmi. Non riesco a muovermi, sono paralizzato. Riesco, però a trovare una piccola parte del coraggio e a parlare.
- Chi sei? -
- … Tu chi pensi che io sia...? -
Pensai ad una risposta “adeguata”. Poi, una lampadina mi si accese nella mia testa.
- Leania… -
Non riuscì a vederla ma capì che lei stava annuendo.
- Perché… Perché sono qua? -
- L’ora è scoccata. Tu ora devi andare via… -
- E… ritornerò...? -
La risposta la sapevo ma dovevo pur sperare che non intendesse proprio quell’ora.
- …Sì… -
- Allora perché..? Cosa centra tutto quello che ho trovato..? -
Gli occhi si chiusero un po’. Stava sorridendo. Una risata melodica, giovane.
- … Diciamo che è un mio rito. Faccio sapere alla gente chi sono, prima di farle tacere -
Rise di nuovo.
- Leania… Perché stai facendo tutto questo…? -
Gli occhi tornarono come prima, agghiaccianti e fissi nei miei.
- Prova ad indovinare... Consideralo un gioco -
Sorrise senza emettere alcun suono. Io però non ero affatto felice.
- Lui ti ha picchiata… E i ha lasciata da sola, al tuo destino… -
- Suona così male… Ma è la verità purtroppo. Continua. Prova a pensare cosa è successo dopo a quando lui mi ha lasciato da sola -
Rimasi perplesso. Ogni volta che mi avvicinavo vero la risposta, ecco che spuntava un blocco che mi faceva cambiare direzione. Dopo numerosi cambi di direzione mentali, che solo io poso avere, arrivai ad una soluzione. Sussultai appena e lei capì che ero arrivato alla verità.
- Tu sei… morta? -
Rise di nuovo.
- Bravo, veramente bravo. Sì, sono morta. Mi sono suicidata perché non capivo il motivo della sua reazione. Non ero riuscita a vedere la lettera e così mi sono uccisa. Un colpo in testa… BANG! E tutto fu finito. Mi ritrovai qua, a cercare anime da mietere. Io resto non è importante -
Sentivo che si avvicinava. Subito mi misi sulla difensiva.
- Cosa vuoi fare? -
- Perché fai domande inutili? Sai già che cosa devo fare,e sai anche che non puoi scappare… -
Aveva ragione. Lei era la Morte e non aveva più senso fuggire. Non ricordo il perché e il come sia arrivato là, ma ora non aveva più importanza. Mi inginocchiai davanti a quei occhi sanguinei,e chinai la testa, lasciando il collo scoperto.
- Spiegami un ultima cosa... Cosa ne sarà di me? -
Lei si fermò.
- Dopo? Dopo verrai dimenticato e finalmente io non sarò più costretta a fare tutto questo. Sari la mia ultima vittima -
Senza alzare il capo, sentì un movimento molto veloce. Lei aveva alzato la falce ed era ormai pronta a colpirmi.
- Benvenuto nel mio mondo! -
Detto questo, abbassò la falce. L’ultima cosa che sentì fu la fredda lama che mi colpì, poi più niente. Mi risvegliai in un posto completamente diverso. Non ero più con lei. Ero da solo. Mi accorsi di essere vestito da una tunica nera e di fianco a me stava l’arma che mi uccise. La presi. Sopra alla lama era appeso un bigliettino. Era da parte di Leania.

“Caro ragazzo. Come vedi tocca a te continuare la mia mansione.
Spero che ti impegnerai come ho fatto io. Quando sarà il moneto potrai raggiungermi dove sono adesso.
Uccidi chi deve morire e la tua anima sarà purificata e volerà in alto. Buon lavoro! ”

 

Il biglietto mi parve stupido, ma non ci pensai. Avevo qualcosa da fare e non so quanto sarebbe durato. Dovevo sbrigarmi. Apparve la lista dei nomi. Il primo nome lo conoscevo. Richiusi la lista e la feci scomparire. Presi la falce e mi volatilizzai nel nulla. Una nuova morte era nata. 
 

  
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