ma non ho avuto altra scelta.
Ho visto come ti avevo trattato e mai mi sarei scordato una cosa del genere.
Ti ho picchiata, e poi me ne sono andato.
Sono solo un codardo, perché sono scappato invece di affrontare la situazione insieme a te.
Sono andato via e chiedo perdono.
Semmai riceverai questa lettera, sappi che mi dispiace e vorrei che tu ritornassi con me.
Firmato, il tuo…”
- Chi sei? -
- … Tu chi pensi che io sia...? -
Pensai ad una risposta “adeguata”. Poi, una lampadina mi si accese nella mia testa.
- Leania… -
Non riuscì a vederla ma capì che lei stava annuendo.
- Perché… Perché sono qua? -
- L’ora è scoccata. Tu ora devi andare via… -
- E… ritornerò...? -
La risposta la sapevo ma dovevo pur sperare che non intendesse proprio quell’ora.
- …Sì… -
- Allora perché..? Cosa centra tutto quello che ho trovato..? -
Gli occhi si chiusero un po’. Stava sorridendo. Una risata melodica, giovane.
- … Diciamo che è un mio rito. Faccio sapere alla gente chi sono, prima di farle tacere -
Rise di nuovo.
- Leania… Perché stai facendo tutto questo…? -
Gli occhi tornarono come prima, agghiaccianti e fissi nei miei.
- Prova ad indovinare... Consideralo un gioco -
Sorrise senza emettere alcun suono. Io però non ero affatto felice.
- Lui ti ha picchiata… E i ha lasciata da sola, al tuo destino… -
- Suona così male… Ma è la verità purtroppo. Continua. Prova a pensare cosa è successo dopo a quando lui mi ha lasciato da sola -
Rimasi perplesso. Ogni volta che mi avvicinavo vero la risposta, ecco che spuntava un blocco che mi faceva cambiare direzione. Dopo numerosi cambi di direzione mentali, che solo io poso avere, arrivai ad una soluzione. Sussultai appena e lei capì che ero arrivato alla verità.
- Tu sei… morta? -
Rise di nuovo.
- Bravo, veramente bravo. Sì, sono morta. Mi sono suicidata perché non capivo il motivo della sua reazione. Non ero riuscita a vedere la lettera e così mi sono uccisa. Un colpo in testa… BANG! E tutto fu finito. Mi ritrovai qua, a cercare anime da mietere. Io resto non è importante -
Sentivo che si avvicinava. Subito mi misi sulla difensiva.
- Cosa vuoi fare? -
- Perché fai domande inutili? Sai già che cosa devo fare,e sai anche che non puoi scappare… -
Aveva ragione. Lei era la Morte e non aveva più senso fuggire. Non ricordo il perché e il come sia arrivato là, ma ora non aveva più importanza. Mi inginocchiai davanti a quei occhi sanguinei,e chinai la testa, lasciando il collo scoperto.
- Spiegami un ultima cosa... Cosa ne sarà di me? -
Lei si fermò.
- Dopo? Dopo verrai dimenticato e finalmente io non sarò più costretta a fare tutto questo. Sari la mia ultima vittima -
Senza alzare il capo, sentì un movimento molto veloce. Lei aveva alzato la falce ed era ormai pronta a colpirmi.
- Benvenuto nel mio mondo! -
Detto questo, abbassò la falce. L’ultima cosa che sentì fu la fredda lama che mi colpì, poi più niente. Mi risvegliai in un posto completamente diverso. Non ero più con lei. Ero da solo. Mi accorsi di essere vestito da una tunica nera e di fianco a me stava l’arma che mi uccise. La presi. Sopra alla lama era appeso un bigliettino. Era da parte di Leania.
“Caro ragazzo. Come vedi tocca a te continuare la mia mansione.
Spero che ti impegnerai come ho fatto io. Quando sarà il moneto potrai raggiungermi dove sono adesso.
Uccidi chi deve morire e la tua anima sarà purificata e volerà in alto. Buon lavoro! ”
Il biglietto mi parve stupido, ma non ci pensai. Avevo qualcosa da fare e non so quanto sarebbe durato. Dovevo sbrigarmi. Apparve la lista dei nomi. Il primo nome lo conoscevo. Richiusi la lista e la feci scomparire. Presi la falce e mi volatilizzai nel nulla. Una nuova morte era nata.