Fanfic su artisti musicali > Beatles
Segui la storia  |       
Autore: I_me_mine    29/08/2012    3 recensioni
Juditte Evelyn Wood : una ragazza come tante,sognava una vita come quella di tante ,una famiglia come quella di tante.
Invece il destino la ricondurrà al luogo dove tutto il suo dolore ebbe inizio anni addietro ,il luogo che la cambierà ancora una volta e per sempre.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
24 Aprile 1958,Liverpool




“Gradisce del tè signorina?”

Fui svegliata dalle parole di una donna che gentilmente mi fece presente che il vagone ristorante era aperto da un quarto d’ora.

Decisi di prendere solo un tè ai frutti rossi,Il mio stomaco era decisamente chiuso.

Sbirciai fuori dal finestrino e notai la costa:era leggermente nuvoloso e i raggi del sole filtravano attraverso le nubi creando un effetto strepitoso.
Poi la scorsi da lontano.
Eccola,Liverpool.

Arrivammo a destinazione dopo non molto.
 

Scesi da quel treno trasportando la mia pesante valigia piena di ricordi e tra il vapore,il fumo e gli intensi odori di quel luogo caotico attraversai  la stazione gremita di persone,le più disparate, nel tentativo di trovare un punto di riferimento.
Mi guardai attorno spaesata e per nulla emozionata e non posso nascondere che  la prima vista di quella città non mi entusiasmò affatto.

Una donna mi venne incontro visibilmente agitata.

Portava un tailleur verde bottiglia e un cappellino intonato poggiato sulla chioma bruna che aveva legato in una acconciatura sofisticata; era snella e dall’aria altera e le rughe ai lati degli occhi e della bocca dipinta di un rosa carne la rendevano quasi più affascinante. Stringeva tra le mani i guanti di pelle mostrando le unghie laccate di rosso e sfoggiando all’anulare sinistro entrambe le fedi.

“ Jud..Juditte?” disse con voce tremante.

“Si ..sono io “ sorrisi leggermente.

“Oh Jude,piccola mia” cercò di trattenere qualche lacrima che forzatamente spingeva per  riversarsi dai suoi occhi ,gli stessi miei occhi,poi fece per stringermi in un abbraccio ma tentennò e si limitò solo a posarmi la sua mano incerta sul viso e carezzarmi.

“Nonna” sospirai.

Mi faceva un effetto stranissimo pronunciare quella parola..l’ultima volta che lo avevo fatto probabilmente non la ricordavo nemmeno più.
Decisi così di essere coraggiosa e la strinsi a me quasi assaporando il suo profumo dolce.

Ne rimase molto sorpresa ma dopo un attimo di imbarazzo ricambiò. Avevo sognato questo momento così tante volte che quasi non mi sembrò reale perciò socchiudendo le palpebre cercai di godermelo a pieno.

“ E’ bello rivederti ..”  disse lei ancora una volta con tono insicuro.

Ero estremamente in difficoltà,volevo utilizzare parole adatte,ma la cosa che più odiavo della mia insicurezza era l’imbarazzante silenzio che talvolta cala e semina gelo,un gelo che io sperai di sciogliere col calore di una stretta  più forte; chiuse in quell’abbraccio non c’era molto da dire.

Due persone che si ritrovano dopo anni di lontananza ..non c’è parola alcuna per raccontare i sentimenti di 12 anni ,ma un semplice gesto si..può farlo,può racchiudere più amore di quanto si immagini.
 

                                                                 ♦


L’ennesimo taxi ci condusse ad una piccola casina in Upton Green ,quella che sarebbe stata la mia dimora per i prossimi mesi.

Durante il tragitto ,così come avevo fatto con Londra alla mia partenza,osservai dal finestrino la città che però,a differenza della precedente,non conoscevo affatto.

 “ Entra cara…entra pure,questa è casa tua”
 
Marianne mi aprì la porta e con gentilezza mi invitò ad entrare aprendosi in un meraviglioso sorriso. Chissà se quello di mio padre era bello  come il suo.

Potei costatare che a dispetto della povera facciata esteriore della casina,l’ambiente interno era piuttosto particolare. Appena entrati, tramite un piccolo atrio iniziale si accedeva , sulla destra,  direttamente all’ampio salone al centro del quale era situato un tavolo da pranzo,forse utilizzato solo in rare occasioni,contornato da mobili semplici e classici ma impreziositi da vecchi oggetti provenienti da ogni dove che Marianne collezionava e seminava per la casa.
Alzando lo sguardo un lampadario di cristallo perfettamente lucido e splendente.
Continuando per i corridoio si trovavano invece due porte: quella della cucina fornita di un ennesimo tavolo e quella del bagno.

Mentre Marianne corse in cucina a preparare quella  che mi aspettavo sarebbe stata la cena del secolo , decisi di sistemare le mie cose al piano superiore,dove erano situate le camere da letto.

Le vecchie scale in legno scricchiolavano ad ogni mio passo .

Spalancai la finestra e osservai tutto attorno. In fondo non era così male.

Ma mentre me ne stavo lì a contemplare l’ambiente circostante sentii un suono proveniente dalla casa affianco.
Sono sempre stata troppo curiosa e questo mio difetto mi spinse giù in giardino ad osservare e scoprire di cosa si trattasse.

Attraverso i vetri opachi scorsi un ragazzino,piuttosto magrolino,probabilmente più piccolo di me,intento ad armeggiare con un oggetto che mi affascinò così tanto da non farmi accorgere che avesse smesso di suonare ed ora mi fissava divertito.

Cercai di andarmene in preda alla vergogna per aver appena spiato i mie nuovi vicini ma lui corse fuori e mi fermò immediatamente.

Ehi tu..” Il suo tono non sembrava né seccato né tantomeno irritato. Mi voltai.

“ Ciao” disse prontamente ed io ricambiai il suo sorriso ancora imbarazzata per quanto avevo fatto.

“ Strano che Marianne abbia ospitato una studentessa..lei odia tutti i ragazzini” e allora grattandosi  il capo emise dalle labbra sottili una risatina.

“Io in realtà sono la nipote..sono venuta da Londra a stare con lei per qualche tempo”

“Oh,davvero?Non sapevo avesse nipoti..” sembrò sorpreso ma recuperò presto  il suo sorriso e si presentò “Piacere allora,io sono George..e questa,quella che ammiravi prima,è la mia chitarra” disse con un’aria decisamente soddisfatta.

Era un ragazzino pieno di sé ,sicuro ,parlava con un accento particolare e la sua voce nasale lo rendeva a  primo impatto un tipo simpatico.

Lo scrutai meglio e dovetti concordare con quello che poco prima avevo notato:sembrava così debole,minuto,pronto a spezzarsi da un momento all’altro.

“Perdonami..non era mia intenzione spiarti o annoiarti..ero solo ecco,affascinata da quello strumento,dal suono ...io comunque sono Jude ,piacere mio”

“Se ami lei diventeremo di sicuro amici allora” si aprì in un grosso sorriso “vuoi suonarla?”

“Oh io non penso sia il caso,nel senso,non sono capace e non potrei mai..”

“Ehi Ehi,tranquilla,anche io ho iniziato da zero..se ti va posso insegnarti..e poi immagino non conoscerai nessuno qui..ti farò da cicerone se ti va..Jude” sorrise speranzoso”

Ci pensai. Aveva ragione,non conoscevo nessuno qui e ..George,si,questo ragazzino che conoscevo da meno di 10 minuti mi aveva davvero colpito.

“Ok,ci sto”

Alle mie parole esibì un altro di quei sorrisi che mettevano in  risalto la sua dentatura e riportando la chitarra sulle spalle mi fece un occhiolino.

“Benissimo allora” esclamò ed io gli sorrisi trasportata dalla sua disarmante sicurezza.

“Ora devo andare..Marianne si chiederà che fine abbia fatto..è stato un vero piacere ,George”
“Piacere tutto mio ,Jude”  .

Lo osservai far ritorno in casa tentando di inciampare lungo il vialetto  e non potei trattenere una risata soffocata. Quell’incontro mi aveva messa di buon umore .

Saltellando me ne ritornai dentro per rinfrescarmi e cambiarmi.
 Dopo quel lungo viaggio mi serviva un minuto di pace da dedicare a me stessa.
                                                               

                                                                          ♦

 
 Scesi giù in salone dove,come previsto mi aspettava una cena abbondante che però non esitai a divorare dato lo stomaco ancora vuoto.

“Ho conosciuto il ragazzino che abita qui accanto” dissi rompendo l’imbarazzante silenzio.

“Oh,davvero? E quando?”

“Questa mattina..è un ragazzino simpatico”

“Si si,quando non strimpella quell’affare tutto il giorno”  la sua espressione sembrava contrariata così che per sdrammatizzare finsi una risata. Mamma mi aveva avvertito della sua avversione nei confronti di qualsivoglia rapporto umano.

“Mi piace,la chitarra intendo..la trovo affascinante..e poi George è un tipo a posto”

“Oh si,gli Harrison sono delle persone tranquille ,non mi hanno mai dato particolari problemi..hanno altri figli ..George ha 15 anni,come te”

“Oh,davvero? Chissà perché lo credevo più piccolo”

“ Si..in effetti  hai ragione..” rispose a stento.

Il suo tono era vago,lo sguardo assente,sentivo solo il rumore delle sue mascelle : il tipico atteggiamento di chi non sembra  interessato a continuare la discussione, quindi decisi di non insistere .

“Davvero ottima” esordii alludendo al piatto che avevo dinnanzi a me.

Con un sorriso delicato, che Marianne si limitò a ricambiare, concludemmo il discorso e finimmo di mangiare la nostra fetta dell’enorme torta  che aveva preparato quella stessa mattina .
 

Quella notte non mi addormentai subito.

Pensai a mia madre,pensai al fatto che mi trovassi nella stessa casa dove molti anni prima si era conclusa la mai vita Liverpooliana e la stessa casa dove questa mia vita ricominciava adesso .Pensai a mio padre,a come doveva essere stato e si,pensai anche a George.
Era stata una giornata faticosa ma ora,forse per il rilassante odore di lavanda delle lenzuola forse per il cielo stranamente terso o l’incredibile silenzio della sera ,ero tranquilla.
Chiusi gli occhi senza pensare a quel che il giorno seguente avrei dovuto fare. Ero straordinariamente calma e decisamente pronta ad affrontare questa avventura con tutte le mie forze.


I_Me_Mine

Ringrazio di cuore Lenmac e 356dayswiththebeatles che hanno letto e recensito il primo capitolo,davvero grazie :)
Spero la storia continui ad essere apprezzata e mi scuso per eventuali errori!
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: I_me_mine