Il sole filtrava dalle tende illuminando buona parte della stanza. Doveva essere già mattina da un pezzo.
Scesi dal letto dopo qualche istante e mi diressi in cucina.
"Buongiorno", mi salutò mia madre.
"Buongiorno", mi affrettai a replicare.
"Sonno?", chiese.
"Ho dormito male", risposi.
"Magari riposi un po’ in macchina più tardi", mi consigliò.
Annuii, poi guardai l’orologio appeso al muro:
"E’ tardissimo! Devo prepararmi!", esclamai, e mi diressi verso la mia stanza.
"Prepara la valigia!", mi urlò mia madre dalla cucina.
"Pure!", risposi seccata.
Entrai in camera e iniziai a prendere dall’armadio tutto ciò che ritenevo utile.
"Marianna?", chiamò mio padre. "Entra", replicai. Aprì la porta della mia stanza e come sempre iniziò a criticare: "Devi rifare il letto, guarda la’ a terra, è pieno di cartacce e i vestiti si mettono nell’armadio, non sulla sedia!"
"Papà", lo bloccai. "Sei venuto per dirmi qualcosa?".
"Si, ha chiamato Lucy, alle dieci passiamo a prenderla, ok?"
"Ok, perfetto", risposi. "Adesso, se hai finito di criticare puoi anche uscire", aggiunsi.
Presi le mie cose ed entrai in doccia. L’acqua bollente in piena estate mi aiutava a riflettere… stavo per trascorrere la vacanza che doveva apparire come la più bella della mia vita, in un villaggio stupendo, una casa grandissima, mare da sogno, ma qualcosa mancava.
Quell’estate non ci sarebbe stato nessuno a messaggiare con me durante la vacanza… non ci sarebbe stato nessuno a dirmi “Ti amo”.
Da quando era finita definitivamente con il mio ex, nessuno me l’aveva più detto e non ci facevo caso affatto, ma adesso che il periodo estivo tornava, iniziavo a sentire la malinconia di quegli istanti.
Scacciai i brutti pensieri dalla testa ed uscii dalla doccia decisa a trascorrere un’estate di divertimento, di follia, un’estate priva di sentimenti… soltanto io, la mia migliore amica e la musica. Nessun altro.
♫ Sento qualcosa che mi sta crescendo dentro
fermate il mondo un secondo
ho bisogno di divertimento
mi prendo tempo fino al ritorno del sole
per dare voce all'istinto e poi dargli quello che vuole
mi sento già pronto rimando le storie a domani voglio la luna da
sfondo già sogno di fare un party in piscina vorrei trovarmi un
attimo tipìo a copacabana qui l'adrenalina ingrana
la luna piena chiama
fino basta magnana in gara
c'è un'atmosfera rara
in preda ad una strana metamorfosi
immersi in versi ululandoli come licantropi
per dare sfogo a questo fuoco che c'è in me
lascio che la voglia mi trascini via con se... ♫
Finii di prepararmi e andai a posare la valigia davanti alla porta d’ingresso.
"Pronta?" domandò mia madre. "Sì" risposi. "Bene, andiamo".
Arrivammo a casa di Lucy con largo anticipo, e ci fermammo ad aspettarla davanti al portone di casa sua.
Una volta in macchina ci dirigemmo verso l’uscita del paese ed io e Lucy iniziammo a perderci nei nostri chilometrici discorsi.
Durante il viaggio estrassi l’iPod dalla borsa ed andai alla ricerca di una canzone che mi tenesse allegra e che evitasse di farmi addormentare,
♫ Quante volte l'han detto
Nessuno è perfetto
Lo so che la pensi così
Giù la maschera dai
Qualche pecca ce l'hai
Come tutti gli uomini
Se le conto io ne avrò un miliardo
Per esempio sono un gran testardo
Delle volte mi sento un bastardo... ♫
Già... Nessuno è perfetto. "La perfezione non esiste" pensai. Poco dopo le palpebre iniziarono ad abbassarsi, finchè gli occhi si chiusero totalmente e mi addormentai con la testa sullo sportello e la musica a palla nelle orecchie.
Non so quante ore dopo, sentii Lucy scuotermi il braccio e riaprii gli occhi.
Dal finestrino dell’auto una grande casa bianca, elegante, dalle ampie finestre, si affacciava sulla strada.
Scesi dall’auto ancora disorientata, osservai per qualche minuto la grande casa, poi esclamai: "Io voglio la stanza con la vista del mare!", ed iniziai a correre verso le scale seguita da Lucy che tentava di oltrepassarmi per arrivare per prima.
Aprii di corsa la porta d’ingresso, ma mi bloccai di scatto.
Sentii Lucy sbattere sulla mia schiena e poi esclamare: "Wow…".
La casa era stupenda. I mobili in legno antico e le pareti bianche davano l’impressione di essere in un castello. Un’ampia specchiera faceva da sfondo al salotto… mi avvicinai ed iniziai ad esplorare piano ogni parte della grande casa.
Mi fermai davanti alla specchiera, e osservando il nostro riflesso chiesi a Lucy:
"Ti piace?", ero sicura della sua risposta. "E’… stupenda", rispose.
Forse era più che stupenda, la fusione del legno antico all’arredamento moderno regalavano a tutto l’ambiente la perfezione.
"Ragazze, il mare è fantastico", s’intromise mia madre. "Perché non andate a fare un bagno prima di pranzo?", propose. "Ottima idea" risposi, e mi diressi in bagno per prepararmi.
Il bagno era grande quanto una stanza da letto, un’enorme vasca da bagno rotonda era piazzata al centro della stanza e le luci soffuse davano un tocco di magia all'ambiente.
Mi affrettai a cambiarmi e mettere il costume, poi uscii dal bagno e mi diressi verso la spiaggia con Lucy.
Restai forse più di un minuto bloccata, senza parlare, ad osservare quel paradiso tropicale.
Mi sembrava di essere in un film, su un’isola Hawaiana, o addirittura dentro a un sogno. L’isola che avevo sempre sognato adesso era davanti ai miei occhi.
La sabbia, bianca, diventava più scura quando il mare la bagnava, come fossero carezze che la facevano arrossire sotto al tocco leggero che lasciavano le onde sul bagnasciuga.
Il mare all’orizzonte si confondeva con l’azzurro del cielo, limpido e senza nuvole…
Era un’isola da sogno, che preannunciava una vacanza altrettanto spettacolare.
Stendemmo gli asciugamani sulla sabbia e ci appoggiammo a prendere il sole in silenzio.
Stavo iniziando a perdermi nei sogni ad occhi aperti quando Lucy esclamò:
"C’è caldo. Troppo caldo! Io mi tuffo".
"Ti seguo", replicai.
L’acqua non era fredda, ma il contatto diretto mi fece rabbrividire.
"Non fare la scema", dissi prontamente a Lucy.
"Contaci", rispose, con quel sorrisino colpevole che usciva quando stava per combinare qualcosa.
"Non provarci, o te ne penti, ti avviso…", non feci in tempo a finire la frase che gocce ghiacciate si schiantarono sulla mia pelle ed iniziarono a scivolare lungo il mio corpo e a provocarmi brividi al contatto .
Aprii gli occhi che avevo chiuso all’impatto dell’acqua con la pelle, e la guardai dritta negli occhi. Sentivo che il sorrisino colpevole adesso stava squarciando il mio viso, e un secondo dopo fui addosso a lei e la spinsi sott’acqua.
Quando tornò a galla eravamo entrambi abituate alla temperatura dell’acqua, e restammo la’ fin quando la gente che si dirigeva alle case ci fece capire che era ora di tornare alla villa.
Arrivammo che era quasi ora di pranzo e sul tavolo della cucina trovai un piatto di crema messa a raffreddare, presumibilmente il dolce che avremmo mangiato dopo pranzo.
Non esitai un attimo e, afferrato il cucchiaio, lo affondai nel piatto.
"Ferma. Posalo." mi ammonì mia madre. "Ma…", tentai di oppormi.
"Niente ma! Vatti a lavare!", e si voltò in direzione del frigorifero, probabilmente per mettere il piatto di crema a raffreddare.
Le feci una smorfia di nascosto e uscii dalla cucina dirigendomi al bagno.
"Ti ho vista farmi la smorfia, maleducata!", mi urlò.
"Scherzavo, mamma…", come riusciva ad offendersi sempre ad ogni minimo gesto?
"Scherza di meno, ti conviene", mi avvertì. Mia madre, la persona più permalosa dell’Universo.
Poggiai la borsa da mare sul letto e mi chiusi in bagno per fare una doccia rinfrescante che levasse lo iodio dalla mia pelle.
Guardai la vasca da bagno, poi la doccia.
Avrei fatto prima in doccia, ma optai per la vasca da bagno e la riempii di acqua e sali profumati.
Una volta nella vasca mi lasciai avvolgere dalla schiuma e mi immersi completamente, sia fisicamente che psicologicamente.
Il mio cervello iniziò infatti a vagare alla ricerca di ricordi e fantasie, come un pesce dentro all’oceano.
Continuando a vagare alla ricerca di qualcosa che mi facesse star bene, mi lasciai andare alla magia di quell’attimo.
♫ Viso d’angelo passava spesso ma quello strano effetto no io non l’avevo avuto mai cos’è? Forte quando sento le mie labbra sulle tue o quando ripenso a quel che ho perso e mai più sarà. Ho in mente ancora la mia prima canzone ma a quell’emozione non so ancora dare un nome la stessa che mi fa tremare quando penso che un amico non c’è più. Cos’è quell’onda lenta che mi da vita dentro risveglia ogni mio senso e mi fa capire perché… Troppe volte cerchi una risposta poi ti accorgi che c’è un’onda e si infrange dentro te sulla pelle l’anima ti parla prende forma e ti ricorda che sei vivo finché hai brividi… ♫
COLONNA SONORA UFFICIALE
GEMELLI DIVERSI MUSIC