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Autore: Shuchan    12/03/2007    0 recensioni
Resta solo, come si è da sempre prefissato.
Si tocca assente le labbra, abbassando lo sguardo.
Questo non glielo doveva fare.

[ NdAdmin: questo riassunto è stato modificato dall'amministrazione poichè non conteneva alcun accenno alla trama. L'autore è invitato a cambiarlo con uno di sua creazione. ]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allison Cameron, Greg House
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Intorno alle nove e mezza del mattino, House fece la sua entrata nel dipartimento di diagnostica.
Guardandosi intorno, vide Foreman seduto su una poltroncina che si massaggiava stancamente le tempie e Cameron abbandonata sul tavolo di vetro, con la testa poggiata contro il braccio proteso in avanti.

H: ritardo di soli trenta minuti e vi ritrovo in questo stato? Dov’è Chase?

F: è giù con il paziente. Da quando abbiamo ricominciato il trattamento sembra essersi stabilizzato

Il neurologo notò lo sguardo insistente del suo capo, verso la sua collega.

F: un turno di 24 ore di fila è stancante per tutti, lasciala riposare

Senza dare troppo peso alla cosa, il diagnosta annuì e si diresse verso la macchinetta del caffé.

Venti minuti dopo, House era rimasto solo nel suo ufficio.
Foreman aveva dato il cambio a Chase il quale se ne era andato a casa.

Seduto alla sua scrivania, si era sporto più volte per dare un occhiata all’interno dello studio comunicante.
Cameron stava ancora dormendo, non si era mossa di un millimetro.
Si ritrovò a pensare che in quella posizione doveva sentirsi comoda.
Ma in fondo cosa gliene importa.

Tornò alle sue carte.
Firmava distrattamente una serie di fogli che la Cuddy gli aveva affibbiato.
Se lei fosse stata sveglia, le avrebbe sicuramente ordinato di firmarli a nome suo, come faceva sempre.

Un movimento brusco fece scivolare alcuni fogli a terra.
House cercò inutilmente di sporsi per riprenderli.
Si alzò dalla sedia e fece qualche passo sbuffando, accanto alla scrivania.

Mentre era chinato, vide una figura introdursi nel suo ufficio.
Sollevò il busto e la guardò, ancora assonnata e con i capelli un po arruffati.

Lei ricambio il suo sguardo ancora con gli occhi impastati dal sonno.
La sua visuale lentamente, si allargò.
Lui se ne accorse.

Era esattamente nello stesso punto di quel pomeriggio.
Entrambi lo avevano ricordato, ma nessuno dei due osava enunciarlo apertamente.

H: ben svegliata, Biancaneve

Lei, grata per aver rotto quella pesante atmosfera, gli sorrise.
Quello era senza dubbio il sorriso più sincero e raggiante che aveva mai ricevuto.

C: avreste dovuto svegliarmi

H: era mia intenzione farlo, ma il tuo collega nero me lo ha impedito

C: è stato gentile da parte sua

Gli si avvicinò.

C: …e grazie anche a te per avergli dato ascolto. Di solito non lo fai mai

House la osservava, quasi incantato, mentre i raggi mattutini si introducevano passando tra le tapparelle abbassate dell’ufficio e si posavano sul volto di lei.
I suoi lineamenti delicati, sembravano risplendere di luce propria e lui ne era completamente abbagliato.

Cameron si accorse dello sguardo insistente di lui, sul proprio volto.
Era strano… diverso.
Si sentiva in imbarazzo.
Ma in un imbarazzo nel quale riusciva inspiegabilmente a trovarsi a proprio agio.

C: ho… ho i capelli spettinati?

La voce di lei, insicura e quasi sussurrata.

H: sei stupenda

Quella di lui, dal tono quasi sognante ma innegabilmente sincero.

La donna si sentì mancare il fiato.
Una sensazione all’altezza della gola le impedì di pronunciare una sola sillaba.
Dischiuse le labbra con lo stupore impresso negli occhi.

Il tono che House aveva usato poco prima era stato… Cameron, aveva sentito un brivido lungo la schiena seguito da un batticuore che non accennava a lasciarla.
Era incredibile come un paio di parole, avessero l’effetto di provocarle emozioni tanto forti e incontrollabili.

Lui improvvisamente, uscì come dallo stato di contemplazione nel quale era caduto.
Cercò di razionalizzare ciò che aveva detto… o fatto.
Cameron lo guardava incapace di formulare una sola frase di senso compiuto.

House si sentì scoperto e vulnerabile.
Si era distratto per un attimo e non era riuscito a controllarsi.

H: non fare quella faccia, ti stavo solo prendendo un po in giro

Non sembrava infastidita, e tanto meno adirata con lui.
Senza dirgli nulla, lasciò in silenzio la stanza.
  
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