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Autore: boll11    13/03/2007    7 recensioni
Dopo lo scontro a causa dell'esame di Chuunin, Kakashi e Iruka si affrontano nuovamente...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Kakashi Hatake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inquietudini

Inquietudini

Serie: Naruto
Pairing: Kakashi/Iruka
Rating: PG13
Avvertimenti: Introspettiva (devo dire la verità non saprei cos’altro!)
NDA: Gli avvenimenti si svolgono durante il periodo dell’esame dei Chuunin (quindi niente spoiler). Non posso realmente credere di aver scritto la mia prima fic su Naruto, ma debbo arrendermi all’evidenza. L’ho scritta. E ci ho anche penato più del dovuto (non aver beta che bacchettano è terribile!). Alla fine ne sono soddisfatta, anche se per compensare la mancanza assoluta di sesso dovrò scrivere al più presto un seguito NC17 (giuro che mi prudevano le mani. XD).
Un'altra considerazione: se penso al mio solito pairing in Harry Potter, quello che ho scelto per Naruto è un pairing anomalo per i miei standard. Tutto ciò mi dà da pensare…
Comunque ringrazio Lisachan per aver indetto il Concorso per Oneshot shounen-ai/shoio-ai sul forum (non metto il link perchè sono un incapace!), che mi ha dato la possibilità di sbloccarmi con questo fandom.
Ringrazio anche le altre giudicesse (passatemi il termine) Mary Sue e Hettyna, perchè, incredibile, questa fic ha anche vinto.
Disclaimer:I personaggi di questa storia non mi appartengono, ma sono proprietà di Masashi Kishimoto che ne detiene i diritti.


E’ sdraiato in terra, il solito libro aperto sullo stomaco.
Rosso sul nero della maglia.
Nascosto nel verde dell’erba, il verde della giacca.
Il sole riscalda da parecchio quello spicchio di prato accendendogli la pelle e i vestiti di un fastidioso calore.
Dietro la palpebra abbassata sul suo occhio destro vede un mondo monocromatico di terra bruciata.
Nient’alto.
E’ bene che sia così.
Una sorta di noioso torpore lo tormenta da un po’.
Un malessere sottile accompagnato da un lieve mal di testa.
Ci sono giornate che sono fatte solo di nulla.
Questa è una di quelle.

Poi avverte un turbinare di foglie e un vorticare di bianca polvere lungo la strada sterrata che attraversa il bosco.
Le intuisce.
Le capta.
Schiude appena l’occhio e un esplodere di luce gli ferisce l’iride.
Dura un attimo.
Qualcuno lo osserva.
Nota la sua ombra scurire la base del tronco dietro il quale si ripara. Kakashi rimane immobile.
Un sorriso gli tende appena la stoffa della maschera.

*****

E’ propri lui quello che cercava, ma ora che l’ha trovato non si decide ad affrontarlo.
La verità è che il maestro Hatake Kakashi lo intimidisce.
E, ad essere del tutto sinceri, ne ha una bruciante invidia.
Per diversi motivi, non ultima la possibilità di poter seguire la crescita dei suoi ragazzi.
La crescita di Naruto.
Guardarlo sdraiato al sole mentre il suo gruppo è impegnato ad affrontare una prova così difficile gli risveglia l’ira.
- Non sono pronti, dannazione! -, si ripete ancora. – Sono così giovani…-
Scuote la testa e fissa l’uomo sdraiato con quello stupido libro capovolto sullo stomaco.
“Cercava me?”
Iruka sussulta e continua a guardare la figura in terra ascoltandone la voce provenire da dietro le spalle, proprio nel suo orecchio.
Si volta cauto e fissa gli occhi in quello del maestro Kakashi che sembra sorridere, almeno per quanto gli rivela la maschera che gli ricopre quasi interamente il viso.
“Sì.”, risponde dopo un attimo. “Cercavo proprio lei, maestro Kakashi.”
“Spero sia una cosa breve”, gli fa quello chinandosi verso di lui con l’unico occhio a irriderlo sornione.
In quel momento Iruka capisce la vacuità di quello che sta facendo.

*****

Di norma troverebbe divertente il comportamento del maestro Iruka.
Oggi no.
Lo trova irritante.
Fare delle scelte comporta sempre dei rischi.
Il suo gruppo è spinto da forti motivazioni.
L’esame dei Chuunin è una prova che possono superare.
Il comportamento da chioccia di quel ragazzo serio davanti a lui lo innervosisce.
Vi legge motivi nascosti che lo stesso maestro Umino Iruka non vuole vedere.
E’ ora di mettere in chiaro un paio di cose visto che il suo discorsetto di fronte all’ Hokage non sembra aver dato i suoi frutti.
Si drizza con uno sbuffo seccato portandosi le mani ai reni e inarcando la schiena come a sgranchirsi le ossa.
Sbuffa ancora e lo guarda per lunghi attimi senza dire una parola.
Quello è nervoso e la cosa in fondo lo diverte.
Dondola sulle gambe, le braccia tese lungo le cosce e le mani chiuse a pugno.
“Sentiamo”, dice solo, incrociando le braccia al petto.
Lo osserva aprire e chiudere le labbra.
Ha labbra carnose, leggermente umide.
Gliele fissa sapendo di metterlo in ulteriore agitazione.
Il maestro Iruka le serra e lo sguardo si fa duro, ancora più serio.
“E’ troppo presto per quell’esame”, dice con voce metallica.
Kakashi non fa una piega.
Rimane in silenzio a fissargli la bocca che il ragazzo ha preso a tormentare con i denti.
“Non sono pronti! Lei lo sa quanto è difficile.”, continua poi sempre più agitato. “Sono troppo giovani. Dovrebbe aspettare almeno un altro anno. Potrebbero avere più chance. Non riesco a credere che lei sia tanto superficiale…”
Kakashi si è già stufato.
Repentino gli blocca il braccio che il ragazzo gli agita di fronte al viso.
“Temo di doverla fermare maestro Iruka, prima che ne dica una di troppo.”
Quello lo guarda bieco, il respiro affannato e quel braccio fremente trattenuto dalla sua mano.
“Non so cos’è che la tormenta realmente, ma credo sia meglio che lo scopra prima di fare un’altra pessima figura.”
E lo libera dalla sua stretta.
Fa per voltarsi quando è l’altro ad afferrargli il braccio.
“Che intende? Mi pareva di esser stato chiaro.” La nota stridula irrita kakashi ancora di più.
Si volta di nuovo e con aria seccata attende il seguito.
Sa che non c’è, che il ragazzo aspetta una sua risposta, ma è divertente vederlo fremere dalla rabbia.
“Maestro kakashi”, sbuffa l’altro quando capisce che non ci sarà replica, “non c’è che preoccupazione nelle mie parole. Naruto mi è caro per motivi che non le sto a spiegare. Lo conosco e so che non è ancora pronto. Forse Sasuke lo è, ma Naruto…” scuote la testa e svia lo sguardo dal suo ancora impegnato a farlo irritare, fisso su quelle labbra in movimento.
“Ma stiamo parlando di Naruto o di lei, Maestro Iruka?” butta lì casualmente godendosi l’espressione del suo viso che da sola compensa tutta quella stupida discussione.

*****

Il maestro Kakashi lo sta confondendo.
Non riesce a catturare il suo sguardo.
Preferirebbe sostenere una conversazione da uomo a uomo, non uno stupido giochetto di indovinelli.
Quell’uomo la spiazza e lo innervosisce.
Inoltre non smette di fissargli le labbra, tanto da chiedersi se per caso c’è qualcosa che non va nella sua dannata bocca.
Un residuo di cibo tra i denti?
Le labbra screpolate?
Un brufolo orrendo?
Sbuffa e riattacca a parlare:
“Non sono pronti! Lei sa quanto è difficile.”
- Maledizione, mi sto agitando –, pensa affannato continuando a tirar fuori pensieri affastellati.
Poi l’altro gli afferra il polso e lo trattiene senza sforzo.
Dannazione, almeno riuscisse a decifrare la sua espressione.
Con tutta quella stoffa è veramente troppo difficile.
Gli vede solo quel lampo divertito nello sguardo, ma le parole sono secche e anche un po’ sbrigative.
“Temo di doverla fermare maestro Iruka, prima che ne dica una di troppo. Non so cos’è che la tormenta realmente, ma credo sia meglio che lo scopra prima di fare un’altra pessima figura.”
Poi gli lascia il polso e gli volta le spalle.
- Che cosa fa? Se ne va? – pensa adirato Iruka e prima che riesca a ragionare lucidamente gli afferra a sua volta il braccio chiedendo spiegazioni.
Non sa quanto passa, ma quello lo guarda senza accennare a parlare e continua a fissargli le labbra.
Si sforza di non passarci sopra una mano alla ricerca di quel qualcosa che ha attirato la sua attenzione più della sua voce che si sta facendo querula.
Poi quella frase.
Vede la sua espressione riflessa in quell’unico occhio e improvvisamente sa che non uscirà intero da questo colloquio.
Si sforza di non chinare il viso, di continuare a guardarlo ed infine di rispondere, perché qualcosa deve dire.
“Stiamo parlando di Naruto”, bisbiglia carico di rabbia.
“Davvero?” chiede ancora ed il tono ironico lo indispone di più.
Quello prosegue incurante del suo evidente nervosismo.
“Perché sa, maestro Iruka, Naruto al contrario di lei ha motivazioni da vendere. Ha delle ambizioni.” Iruka vede tendersi la maschera nella parodia di un sorriso prima che quello continui. “Lei cos’ha?”
Non riesce a controbattere.
E non riesce neanche a reggere il suo sguardo.
Dannato bastardo.
Eppure il dubbio scava nella sua coscienza.
Vorrebbe essere altrove ora.
Molto lontano.
Non pensava che le parole del maestro Kakashi potessero fargli così male.
Eppure è così.
Fanno dannatamente male.
Non è davanti all’Hokage e agli altri ninja.
Non può scambiare il suo malessere per una bruciante offesa pubblica.
Ci sono solo loro due e si scopre a desiderare la sua stima, proprio ora che sembra non averne molta.

*****

“Ora torno alla mia lettura”, dice.
“Io faccio quello che voglio fare, maestro Kakashi”, bisbiglia Iruka soprappensiero.
“Allora la smetta di vivere attraverso i suoi studenti…” ribatte secco “E li lasci crescere. E soprattutto cresca anche lei.”
Kakashi lo vede sgranare gli occhi, incerto se arrabbiarsi, offendersi o far finta di niente.
Opta per la terza, stringendo però i pugni con fare convulso.
Poi riprende a parlare come a se stesso e Kakashi si chiede se la sua presenza sia poi così necessaria.
Da un’occhiata al suo clone ancora sdraiato al sole poi torna a guardare il ragazzo di fronte a lui cercando di seguirne i pensieri.
“Io mi rivedo in lui, nei suoi modi di fare. Quell’essere buffone ad ogni costo… ecco, mi riporta indietro di anni. Anch’io ero così e so cosa si nasconde dietro a certi comportamenti. Ci si sente così soli, a volte… Naruto non ha nessuno, come me.”
Kakashi sbuffa ancora sottilmente prima di rispondere con tono pratico: “Maestro Iruka, Naruto sa ciò che vuole. Non è un bambino spaventato…”
“Neanche io lo sono”, sbotta l’altro fulminandolo con lo sguardo.
“Mai detto questo”, risponde Kakashi ammiccando.
Quello lo scruta cercando di capire se lo sta ancora prendendo in giro.
Forse sì.
Kakashi deve ancora decidere.
E’ già tanto che stia ancora prestandogli attenzione quando vorrebbe solo tornare a sdraiarsi sotto quell’albero a non far niente.
Sono così pochi i momenti in cui può farlo, anche se abbandonarsi all’ozio gli smuove quel malessere di cui ora stranamente si è liberato.
Fissa di nuovo lo sguardo sui particolari del suo viso: sulla cicatrice che gli attraversa in un taglio netto la sommità del naso e le guance; sugli occhi scuri; sulle labbra leggermente incurvate in una smorfia sofferente; sui fili scuri troppo corti per rimanere intrappolati nella coda, che gli stuzzicano le guance mossi dal vento e dalla sua agitazione.
C’è qualcosa in questo ragazzo che lo diverte e lo intenerisce, anche.
Non è male d’aspetto ed è pronto a scommettere che quelle labbra promettono d’essere morbide proprio come sembrano.
Sorride apertamente dei suoi pensieri e dell’espressione indecisa del Maestro Iruka.
Gli si è disegnata una leggera ruga tra le sopracciglia che gli dà un’aria buffa, da ragazzino.
“Non sono un bambino spaventato”, rimarca con più forza, sottolineando le sue parole con un cenno della testa. Poi prosegue: “Faccio quello che ho sempre sognato fare. Insegno. Aiuto i piccoli a trovare la loro strada…”
“Ma è una strada che devono comunque percorrere da soli, alla fine”, lo interrompe Kakashi con un gesto svogliato della mano.
-Basta-, pensa. –Questa discussione non porta a nulla. Stiamo solo perdendo tempo.-
Guarda il ragazzo di fronte a lui e capisce quello che deve dirgli per terminare il loro colloquio.
“Lei ha fatto un ottimo lavoro. Sarà sempre un punto di riferimento nella vita di quel ragazzino.” Si interrompe un attimo per vedere l’effetto di quelle parole sul volto del maestro Iruka. Soddisfatto prosegue con quello che spera dia un taglio alla noiosa conversazione: “Ora mi lasci fare il mio.”
Lo vede chinare il viso.
Per alcuni secondi rimane fermo così, le mani strette a pugno.
Poi solleva la testa e lo guarda.
“Ok”, dice solo.
“Bene. Ed ora che ci siamo chiariti…” gli fa un cenno con la mano “torno alla mia lettura.”
Gli volta le spalle e rientra nella radura.

*****

Iruka lo guarda allontanarsi.
Si sente insoddisfatto e non sa perché.
Capisce che il maestro Kakashi ha ragione ed in realtà l’aveva capito fin dal loro colloquio di fronte all’Hokage.
Allora perché ha voluto affrontarlo di nuovo?
Perché l’ha cercato?
Lo osserva attentamente ora che ha ripreso il suo posto.
Le lunghe gambe lievemente piegate.
Un braccio dietro la nuca e l’altro morbidamente appoggiato sul ventre, la mano a coprire la copertina di quello stupidissimo libro che si porta sempre dietro.
Il suo volto è un mistero che vorrebbe scoprire, curioso di svelarne la piega della bocca.
La immagina larga e sarcastica.
Labbra piene su denti bianchi.
Labbra pronte a baciare come lo sono a sferzare.
Scaccia pensieri irragionevoli in uno scatto del capo, ma quelli rimangono ancorati all’immagine nitida che gli è balenata in testa guardandolo.
In quell’immagine sa come zittirlo.
Arrossisce suo malgrado e volta le spalle rinunciando ad indagare a fondo nei suoi pensieri.
Stizzito si tira via il legaccio che gli trattiene i capelli.
Gli ricadono lungo il viso e sulle spalle.
Con gesti secchi e brevi si accinge a ricomporre la coda.

*****

Kakashi sa che lo sta ancora guardando.
Si sente quegli occhi addosso e la cosa lo diverte.
Stende le gambe e inarca lievemente la schiena.
Non sa perché, ma qualcosa gli dice che tra loro c’è qualcosa di irrisolto.
Poi sente svanire il peso di quello sguardo.
Ora che il ragazzo gli dà le spalle, trafficando coi suoi capelli, non si accontenta di sbirciarlo dalla palpebra socchiusa.
L’occhiata si fa più attenta e percorre la curva della schiena e il sedere sodo.
-Niente male davvero-, pensa sornione facendo vagare lo sguardo sull’intera figura soffermandosi poi alla nuca scoperta dove una larga ciocca castana è sfuggita alla furia di quelle mani.
Si chiede vagamente che sapore potrebbe avere la sua pelle se gli assaggiasse quella porzione libera tra il collo e l’orecchio.
Decide che in fondo vale la pena scoprirlo.
Magari dà più soddisfazione di uno stupido dialogo.
Un secondo dopo al suo posto fluttuano solo alcune nuvolette di polvere smossa.

*****

“Qualcosa non va?”
La voce del maestro Kakashi dietro le sue spalle.
Rimane fermo con le mani strette attorno alla coda.
“Nulla”, risponde.
Sente una mano sfiorargli la nuca e sussulta leggermente.
“Hai una ciocca libera qui.”
Poi il calore di quelle labbra rivestite di stoffa gli carezza il collo, proprio dietro l’orecchio.
Non sa quanto stupidamente resta fermo in quella posizione ridicola, le mani a stringere convulse il nodo di capelli.
Sa che quando le braccia di Kakashi gli cingono mollemente la vita il cuore gli accelera i battiti.
E quando sente aderire il corpo al suo e la stretta di quelle braccia farsi più tenace, ogni riserva e ogni dubbio sfumano nel bisogno più pressante di sentire quelle labbra sulle sue.
Iruka dischiude le mani e i capelli gli ricadono nuovamente lungo il viso.
Si volta e quell’unico occhio sembra ammiccare divertito.
Poi la mano guantata corre alla maschera che con due dita tira via a mostrare il viso.
C’è un ampio sorriso sulle labbra proprio come l’aveva immaginato, sfrontato e irridente.
Labbra lievemente discoste su denti bianchi.
“Forse potremmo cominciare un discorso più costruttivo”, gli fa quello e gli attira il viso verso il suo.

  
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