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Autore: StarkGhost_    30/08/2012    3 recensioni
Sento le gambe appesantirsi, crollo in un attimo sulle ginocchia vicino ad un corpo inerme della persona che più ho amato nella mia vita. Un urlo straziante esce dalla mia bocca, forse è il suo nome oppure è solo un urlo di dolore, cosa importa ormai? Mi giro per guardare l’assassino ma una luce verde mi avvolge in un gelido abbraccio, in una frazione di secondo vedo la mia vita scivolare giù, nell’abisso più profondo. Ero un auror, una moglie, una neo mamma, una mezzosangue, una metamorfomagus… Ero Ninfadora Tonks, ero una persona piena di sogni e questa è la mia storia.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio | Coppie: Remus/Ninfadora, Ted/Andromeda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Ero una strega.




Sento le gambe appesantirsi, crollo in un attimo sulle ginocchia vicino ad un corpo inerme della persona che più ho amato nella mia vita. Un urlo straziante esce dalla mia bocca, forse è il suo nome oppure è solo un urlo di dolore, cosa importa ormai? Mi giro per guardare l’assassino ma una luce verde mi avvolge in un gelido abbraccio, in una frazione di secondo vedo la mia vita scivolare giù, nell’abisso più profondo. Ero un Auror, una moglie, una neo mamma, una mezzosangue, una Metamorfomagus… Ero Ninfadora Tonks, ero una persona piena di sogni e questa è la mia storia.

Ero figlia unica e stimavo tanto mia madre per aver sposato un Babbano, andando contro le mie due zie. Non potevo desiderare zie migliori di Bellatrix e Narcissa Black, ovviamente è ironico! Non sapete com’era confortante avere una zia che ti odiava e che non vedeva l’ora di ucciderti. Ma per fortuna o sfortuna mia madre venne diseredata dalla famiglia, così poté vivere in pace. Ma io no: Zia Bella provò più volte ad uccidermi, ma ben tre volte riuscii a tenerle testa, ma andiamo in ordine.
Avevo quattro anni la prima volta che riuscii a trasformarmi. Era l’alba e non riuscivo a dormire per un incubo; corsi nel lettone dei miei genitori e mi fiondai al centro, svegliandoli di sorpresa. Avevo gli occhi gonfi di lacrime e il mio pigiamino verde acqua tutto stropicciato, era un incubo orribile. Sognai di stare seduta su una roccia ad ammirare la luna, ma un animale feroce, forse un lupo, con delle zampe enormi provò a graffiarmi e poi mordermi. Ma per fortuna mia madre mi calmò e riuscii a dormire sogni felici. La mattina dopo sentii nell’aria un leggero profumo di biscotti appena sfornati e, man mano che mi avvicinavo, l’odore si faceva più forte. Quando arrivai in cucina non furono i miei biscotti preferiti, con scaglie di cioccolato, a farmi restare di stucco, ma il pesciolino rosso in una boccetta di vetro. Felice guardai mio padre che, con il suo solito sorriso, mi fece una linguaccia divertito.
-Dora che dici, ti piace? Ero davvero preoccupato per il tuo incubo stamane allora ti ho preso questo dolcissimo pesciolino! Come vuoi chiamarlo?-
Non ci pensai due volte che corsi verso mio padre abbracciandolo, o meglio abbracciando la sua gamba. Mi prese in braccio e mi fissò aspettando una risposta.
-Lo voglio chiamare come te papà, Ted!
Ero piccola e le mie parole scorrevano lentamente in modo poco chiaro. Mio padre mi fece accomodare sulla sedia e iniziammo la colazione felici. Il resto della giornata fu tranquillo, fino alle sette di sera. Il sole era già tramontato da un bel po’, e la solita umidità si diffuse nell’aria. Guardavo il mio nuovo pesciolino già da qualche minuto, sembrava essere passata un’eternità. Guardai mia madre da dietro la boccetta e sembrava stranita. Mi guardava felice ma allo stesso tempo divertita.
-Dora guardati allo specchio!
Mi disse indicando il piccolo specchio della cucina. Ci andai di corsa ma la mia felicità si spense guardando il mio stesso riflesso. Non era il mio viso, i miei occhi, la mia bocca, i miei capelli: somigliavo ad un pesciolino, no ero un pesciolino. Bloccata lì sentii mia madre avvicinarsi dietro di me toccandomi le spalle.
-Tutto quello che devi desiderare è tornare normale. Sei ancora piccina e non controlli bene le tue emozioni. Lo so, è difficile da spiegare ma tu sei una strega, un particolare tipo di strega. Tu… Tu sei un Metamorfomagus!
La guardai a bocca aperta, senza capirci nulla. Lei cercò di spiegarmi tutto e lo stesso fece mio padre dopo il suo ritorno dal lavoro. Dopo ore di spiegazione iniziai a comprendere qualcosa… Ero una strega!
 

  
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