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Autore: Noemy G    30/08/2012    3 recensioni
A volte i problemi vanno oltre l'età. Si crede che essi siano passeggeri, ma in realtà se non li si affronta essi continueranno a galleggiare nei propri pensieri. Come il mio volto si specchia nello specchietto, così io racconto la mia storia specchiandomi nella mia anima.
Noemy G
Genere: Drammatico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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I-    Io sono qui.

Chiedo a mia madre cosa ne pensa di me, in modo serio, ma lei dice di essere stanca e di non aver voglia di parlare.
Mi siedo sul letto, ho le lacrime agli occhi e il cuore pesante, così scrivo. È tutto nella mia testa, tutto lì. Nulla esce e nulla entra.
Mai nessuno che mi chiede come mi sento, nessuno che vuol sapere a cosa penso, ma forse è meglio così, ho troppe schifezze nella mia mente e nessuno potrebbe reggerle.
Mi guardo esteriormente e sono grassa, orrenda.
Mi guardo interiormente e sono sola, stupida.
Sono inutile e la mia vita non ha uno scopo. Vedo persone realizzarsi, perfette e bellissime. Hanno coraggio e raggiungono tutti i loro obbiettivi.
Io, invece, non riesco neppure a raggiungere il mio peso ideale: 66 Kg. Dovrei perdere solo 4 chili, dovrei solo fare sport per essere felice, ma secondo mia madre non porto mai nulla a termine, non valgo niente e faccio solo promesse che rimangono appese in aria.
Mai nessuno che mi incoraggi o che creda in me.
 Vorrei solo sentirmi dire:- Vai! Puoi ottenere tutto ciò che vuoi nella tua vita, non abbatterti, io sono qui!-
Come una stupida cerco di parlare con lei, di attirare la sua attenzione su di me. Faccio sempre mille proposte: cose che mi piacerebbe fare e nelle quali mi impegnerei, magari potrei dimostrarle così che posso farcela davvero. Ad ogni proposta lei alza gli occhi al cielo, esasperata e non mi risponde. Qualsiasi cosa io dica, lei non risponde.
- Sai un giorno scriverò un libro!-
Nessuna risposta.
- Sai un giorno lavorerò in America!-
Nessuna risposta.
- Sai, vorrei andare all’università alla facoltà di lettere.-
E i suoi occhi dicono tutto.
Magari vuole anche discutere, perché sono troppo ambiziosa, perché Firenze costa, perché ci sono le tasse, perché sarò lontana e secondo lei non so far nulla, oltre… Non so neppure a cosa pensa, cosa crede che io sappia fare. Forse per lei so solo mangiare ed ingrassare, eppure sono sempre stata una ragazza responsabile e con la testa a posto, lei dovrebbe saperlo.
Vorrei solo essere come lei: fredda e impassibile, in modo che nessuna emozione possa scalfirmi e farmi piangere.

Ma a nessuno frega.
SEI GRASSA.                                                                                                                                           
Vorresti sfogarti? SEI SOLA.
“Chi c’è nella tua vita oltre quel cane, Moshi? Anna? Ma lei avrà già i suoi problemi per la testa. Miriam? Oh, andiamo. È lontana e poi che se ne dovrebbe fare di te?”
“Sai solo preoccuparti per gli altri, sai solo scervellarti per risolvere i loro problemi. A te chi ci pensa? Chi cura i tuoi tagli? Chi medica il tuo inutile cuoricino?”
Già, i miei tagli. Bruciavano tre settimane fa, ora sono solo bianche cicatrici che nessuno nota, perché nessuno mi tocca più. Non una carezza né un abbraccio, devo cercarmelo io l’affetto, ma sono stanca.
“Elemosinare amore” diceva Mia Martini, quella canzone è nella mia testa come le cicatrici sono indelebili sui miei polsi. Sto provando a non piangere, non voglio bagnare il foglio. Si stropiccerebbe.

“Oh si, tu vuoi fare la scrittrice!”
Stai zitta, stupida testa, perché parli? Si, scrivo, perché è l’unica cosa che so fare.
Ho 18 anni, devo diplomarmi l’anno prossimo e non so se riuscirò a vedere quel giorno. I miei tagli si moltiplicheranno e il bruciore diventerà un sentimento quotidiano e ci farò l’abitudine.
Nessuno se ne accorgerà.
“Sei brava a nasconderti dalle persone e poi dici di essere sola. Sei solo una bambina viziata che vuole un po’ di attenzione!”
Forse è così, ho solo bisogno di attenzione. C’è questo alla base di tutti i miei problemi, ma nessuno se ne accorgerà ed io rimarrò qui, sola.
“Divorati qualche altro romanzo, magari quella Austen o quell’altro, come si chiamava? Thomas Hardy, ti potranno dare una mano. No, nessuno all’epoca soffriva di questi complessi mentali da diciottenne viziata.”
Viziata. Vorrei essere viziata solo un po’. Per qualche istante almeno avrei l’attenzione di tutti rivolta su di me. Poi tutto svanirà e la mia testa sarà la sola a parlare ancora.
I libri, solo i libri mi aiutano ad evadere, ma quando chiudo la copertina le mie paure si fanno reali.
E poi c'è quello specchietto nella trousse mi chiama. Lo specchietto, si.
   
 
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