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Autore: Ambaraba    30/08/2012    1 recensioni
All'inizio ti trattieni, poi non ce la fai più. Piangi tutto quello che puoi piangere, i singhiozzi ti scuotono contro la tua volontà. Sta andando tutto male, sta andando tutto storto.
Volevi sentirti invulnerabile e invece piangi come una ragazzina. Volevi sentirti forte e invece non vorresti altro che buttarti ai piedi di Dean e chiedergli pietà. Volevi sentirti invincibile per poter fare le cose giuste ed essere degno sostituto di tuo Padre, invece hai fatto un casino e non sai se potrai rimediare.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Sesta stagione, Settima stagione
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L'uomo che voleva essere Re - finale alternativo Sei solo su una panchina in mezzo al nulla, quando senti la sua voce chiamarti di nuovo.
Chiudi gli occhi. Qualcosa dentro di te sta cambiando; il senso di colpa ha incominciato a roderti. Pensi che sia questo, l'effetto collaterale di stare così vicini agli umani: trovarsi appiccicate addosso un po' delle loro emozioni. Gioire soffrire piangere.
Se ti chiama può aver bisogno di te. Forse no. Forse vuole soltanto imprigionarti di nuovo nel cerchio, interrogarti o magari ucciderti e basta, senza un'attenzione particolare. Come muore un traditore? Non ti importa. Sei abbastanza distrutto di tuo; pensi che se ti uccidesse ti farebbe un favore. Così lo raggiungi.

Appari in un angolo della stanza. Dean si gira e ti vede.
Taci. Non sai cosa dire. Non sai neanche dove guardare, così tieni gli occhi bassi, incollati a terra. Non sai cos'è quella sensazione strana che stai provando; io lo so, perché sono il narratore di questa storia e sono umano, so che quello che hai dentro è un misto micidiale di vergogna, paura, esitazione e di nuovo senso di colpa, perché sai che quello che hai fatto è sbagliato... Anche se l'hai fatto con le migliori intenzioni.
Dean si avvicina. È strano. Sembra esitante anche lui. I tuoi occhi l'hanno visto poche volte così. Solo in momenti veramente duri. E mentre realizzi questo, capisci che hai appena compiuto lo sbaglio più grande della tua millenaria vita, e che la tristezza, la rabbia, la delusione negli occhi di Dean sono soltanto l'inizio di quello che ancora dovrai scontare.

Improvvisamente succede, senza che tu possa farci niente.
Cedi.
Quel brevissimo istante in cui lo hai guardato negli occhi ti ha costretto a cedere. Ti stai umanizzando e non c'è niente da fare.
Ripeti un gesto che hai fatto poco fa, sulla panchina, mentre aspettavi disperatamente un segno da tuo Padre che non è arrivato. Chini il capo, per non mostrare le tue lacrime.
E piangi.
All'inizio ti trattieni, poi non ce la fai più. Piangi tutto quello che puoi piangere, i singhiozzi ti scuotono contro la tua volontà. Sta andando tutto male, sta andando tutto storto.
Volevi sentirti invulnerabile e invece piangi come una ragazzina. Volevi sentirti forte e invece non vorresti altro che buttarti ai piedi di Dean e chiedergli pietà. Volevi sentirti invincibile per poter fare le cose giuste ed essere degno sostituto di tuo Padre, invece hai fatto un casino e non sai se potrai rimediare.
Senza neanche accorgertene. la prospettiva davanti ai tuoi occhi bagnati è cambiata. Vedi tutto dal basso verso l'alto, perché sei finito in ginocchio, schiacciato dai tuoi sbagli. E piangi, piangi, piangi e ti copri con le mani. Dean non avrebbe mai dovuto vederti così, mai. Cresce la vergogna e fa spazio all'umiliazione. Troppe emozioni tutte insieme, non ci sei abituato.
Sei rannicchiato su te stesso. Per questo non vedi che anche Dean ha gli occhi lucidi. Lui non poteva crederci. Non poteva credere che tu lo avessi tradito. Lui ti ha difeso davanti agli altri. Lui ti credeva incorruttibile e puro... Tu l'hai deluso.
La delusione di Dean ti pesa più della delusione del tuo Padre, ovunque Egli sia.
Perché? Perché sei andato a mischiarti con quella... - non riesci a trovare un insulto, fra quelli che ti ha insegnato Dean - di Crowley?
Sei andato contro natura, contro la tua natura di angelo... L'hai fatto per Dean. Perché si era chiamato fuori da quella vita e tu non potevi distruggere la sua serenità. È stato un attimo, un attimo in cui quel demone si è infilato nella tua esitazione. Ha approfittato del tuo perenne sentirti a disagio e di peso nei confronti di Dean, ha approfittato della tua reticenza a chiedere aiuto. Perché puoi fare patti con chi ti pare e darti arie da super-esperto che può cavarsela in ogni situazione, ma in fondo sei sempre il solito nerd imbranato e ingenuo. E anche stavolta ti sei fatto fregare.
Continui a piangere e ogni lacrima è una coltellata dentro.
- Castiel... - Dean pronuncia il tuo nome con una dolcezza disarmante. Non puoi guardarlo in faccia, non più. Non ti meriti di godere ancora dei suoi occhi verdi... Ti prende le mani tra le sue, le scosta delicatamente dal viso e tu ti senti nudo, inginocchiato per terra e distrutto dal pianto. - Castiel, guardami - No, non puoi. Ti ostini a guardare per terra. Devi farti violenza per resistere. Perché muori dalla voglia di guardare i suoi occhi, non importa se per l'ultima volta. Non puoi evitarlo, però, perché Dean ti preme gentilmente due dita sotto il mento, costringendoti ad alzare la testa. Così lo vedi. Che i suoi occhi sono arrossati, umidi. E così belli. Lo guardi e vorresti ricominciare a piangere più di prima. Si è inginocchiato insieme a te per starti di fronte. Si è inginocchiato e adesso ti abbraccia. Dovrebbe ucciderti, secondo logica, e invece ti abbraccia. E tu fai la sola cosa possibile. Ti aggrappi a lui e disperatamente piangi, dici che ti dispiace, chiedi perdono. Dean ti abbraccia e ti accarezza e oscilla leggermente, come se volesse cullarti. Dice: - È tutto a posto, Castiel... Tutto a posto. Certo, hai fatto un bel casino, ma... - Pausa, durante la quale ricaccia indietro le lacrime, -... ma io ho sbagliato troppo per poterti giudicare. E non ti lascerò solo. Mai. Tu sei il mio angelo sulla spalla, ricordi?

Ed è così che tu, angelo, vieni schiacciato dalla forza del perdono; tu, angelo, creatura plasmata nella Misericordia, conosci la forza del perdono grazie a un essere umano, dopo aver peccato di superbia, arroganza, presunzione, Dopo aver sporcato le tue ali nell'inferno. Tu, angelo, piangi e ti stringi un po' di più al tuo protetto, a quella creatura che tuo Pade ha generato con tanta cura.
Quella creatura così umana, così fragile, che è stata più forte di te e ti ha perdonato; nonostante tutto.    
  
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