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Autore: Melis    30/08/2012    3 recensioni
Cos'ha portato Dean al suo patto per salvare Sam? Sì, voleva salvarlo.
Ma com'era che, in realtà, si sentiva in quel momento? Quali erano i suoi sentimenti?
"Alla morte non c’era rimedio, alla morte nessuno poteva sfuggire, nemmeno un cacciatore."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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La decisione.

 
“Salva Sammy o uccidilo.”
 
Queste parole non facevano che vagargli per la testa, le ultime parole di suo padre prima che morisse, con un patto stipulato solo ed unicamente per salvarlo. Dio solo sa quanto, in quel momento, aveva “odiato” suo padre, non avrebbe dovuto farlo.
Vivere sapendo che suo padre era morto per questo, era un peso troppo grande da portare sulle spalle, era come avere un debito troppo grande. Era peggio che morire.
 
“Salva Sammy o uccidilo.”
 
Per quanto ci provasse non riusciva a mandar via queste parole.
Non poteva decidere di uccidere suo fratello, non poteva decidere di uccidere l’unica persona che gli era rimasta della sua famiglia. Avrebbe dovuto salvarlo.
Ma era troppo tardi.
 
Il corpo senza vita di Sam giaceva su quel letto malconcio nella casa di Bobby. Era arrivata l’ora di bruciarlo, come si fa solitamente con il corpo morto di un cacciatore, ma non ci riusciva, non poteva farlo. Sammy era l’unica cosa che gli restava, l’unica cosa che rappresentasse la famiglia dopo la morte di suo padre.
Era suo fratello, non poteva permettere che morisse così. Non avrebbe dovuto permettere che morisse così.
Ma era troppo tardi.
 
Sì passò una mano tra i capelli cercando una soluzione, una soluzione che, da come gli ripeteva Bobby ogni secondo, sarebbe stato inutile trovare. Alla morte non c’era rimedio, alla morte nessuno poteva sfuggire, nemmeno un cacciatore.
Posò i gomiti sul legno di quel tavolo malandato lasciando che la mano gli scivolasse tra i capelli.
Sentiva che in parte era colpa sua, una parte di lui non faceva che maledirsi che Sam fosse morto, se non fosse andato a Stanford, se non fosse andato a cercarlo chiedendogli aiuto per cercare loro padre, probabilmente ora sarebbe ancora vivo, Jessica sarebbe ancora viva, e, a quest’ora avrebbe persino una vita normale.
 In fondo è questo quello che sin da ragazzino voleva, una vita normale, senza dover viaggiare sempre, senza dover tenere tra le tasche, o sotto il cuscino, un coltello.
Voleva la normalità, e, prima che irrompesse in casa sua, l’aveva avuta.
 
Forse doveva morire lui. Non Sam.
Doveva salvarlo, anche a costo della sua vita.
Già, la sua vita, come se, senza Sam, potesse averne una.
Forse la soluzione era proprio in questo, nella sua vita.
Suo padre l’aveva fatto per lui in ospedale, lui sarebbe dovuto morire già da tempo, ed ora, poteva far sì che John non fosse morto inutilmente.
Non si era mai sentito degno di vivere, non al posto di suo padre.
Ed ora, poteva fare in modo che, quella vita non andasse sprecata a donne ed alcool.
Poteva far sì che vivesse Sammy.
Poteva scambiarla, anzi, venderla per quella di Sammy.
 
Se solo Sam l’avesse saputo avrebbe fatto in modo di impedirglielo, ma non lo sapeva, e, non è detto che sarebbe dovuto venirne a conoscenza. L’avrebbe fatto sembrare un incidente.
 
La sua decisione era quella: La sua vita per quella di suo fratello.
Ora come ora, nessuno, l’avrebbe fermato.
Nessuno avrebbe dovuto.
   
 
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