Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: NuvolettaRosa    30/08/2012    1 recensioni
Una guerra va avanti senza sosta, una sfera pregiata ridotta in mille pezzi, un umano nel mondo di angeli non comuni. Tre giovani arruolati, riusciranno a fermare tutto questo e riportare la pace nell'universo parallelo dove vivono. La speranza va e viene, e mille difficoltà e vicoli ciechi si insinuano nell'intento, ma in qualche modo tutto tornerà come prima.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dieci lunghi anni ed ormai fuori la guerra infuriava, grida di dolore si potevano udire in lontananza, e sempre più numerose erano le bombe a scoppiare. Guardavo intensamente la mia tazza di latte caldo, come se potesse dirmi qualcosa, mentre sedevo su una delle poltroncine della base. Non dovevo arruolarmi. Non so cosa mi era saltato in mente. Sospirai lentamente. La porta che portava al corridoio delle camere da letto si aprì:  era Nicole che si era appena svegliata. –Chanel, che cavolo ci fai qui a quest’ora?- Disse lei venendomi incontro stancamente. Si stropicciò gli occhi e si lasciò cadere su un divanetto vicino alla mia poltrona. –Pensavo…- Dissi Taciturna. Osservai le ali di Nicole: una nera e una bianca, come tutti gli angeli del mio paese, erano tutte stropicciate, avrebbe dovuto dargli una bella strigliata. I capelli neri le caddero sulla testa, e lei li spostò con un soffio. La pelle era perfettamente bianca, e gli occhi neri come la pece. Non c’è che dire, la mia migliore amica era la mia esatta fotocopia. Noi angeli eravamo più o meno tutti simili, un’ala nera e l’altra bianca, capelli neri e pelle bianca, occhi color pece, non cambiava molto, a parte il taglio dei capelli, la forma degli occhi e la corporatura. –Tu pensi sempre però. Sei una pensatrice nata.- Disse lei scherzando. Cercai di fare una mezza risata. Ma non ci riuscii. –Chanel, lo so, stiamo perdendo, non troviamo il prescelto, ma ce la faremo, perché siamo forti. Ce la faremo, facciamo parte dell’arma, dobbiamo proteggere il nostro popolo.- Disse Nicole, solidale mi appoggiò la mano su un braccio e mi guardò intensamente. –E in tal caso, la nostra amicizia non finirà mai.- Ribadì scandendo l’ultima parola. Continuò a guardarmi. Ricambiai lo sguardo e sospirai. Poggiai la tazza di latte sul tavolino. –Hai ragione, andrà tutto bene. Mike è ancora a cercare un presunto prescelto?- Domandai, rassicurata dalle parole di Nicole. –Si… a momenti dovrebbe stare qui.- Disse lei con un sorriso pimpante in faccia. –Su, andiamo a vestirci? Mica possiamo stare tutto il giorno cosi!!- Disse lei sarcasticamente. Mi alzai e la seguii nelle camere. Io e Nicole avevamo la camera in comune, ma per fortuna due box doccia, si, piccolini ma almeno non dovevamo litigare. Io, che mi ero già fatta la doccia, passai a pettinarmi i capelli. Feci la riga in mezzo e li lasciai meravigliosamente sciolti. Mentre Nicole faceva la doccia mi vestii. Camicetta nera, e pantaloni color corallo con un paio di ballerine, anch’esse nere. Mi guardai allo specchio. Le mie ali avevano un apertura di 2 metri l’una. Era tantissimo. Le aprii per spiegarle un po’, poi, le chiusi e come sempre mi ricaddero sulla schiena, come delle buone ali sane che si rispettino. Guardai ancora il mio riflesso deciso e competente, ma dentro, una piccola parte di me mi aveva fatto rimanere bambina. Avevo 20 anni. Sapevo quello che dovevo fare. Ero adulta. D’improvviso Nicole uscii. Era già vestita, con un perfetto chignon. Portarsi i vestiti in bagno era da lei.. Aveva aperto le ali, erano leggermente più corte delle mie, ma questo non vuol dire che non erano resistenti. Diedi un occhiata al suo abbigliamento: t-shirt e minigonna con tacchi. Tipico di Nicole.
Un urlò di entusiasmo si lanciò dalla sala base. –EVVAI!!! Forse l’abbiamo trovato!!- Era la voce di Mike. Davvero? Davvero aveva trovato un prescelto? Un brivido calò lungo la schiena, speravo con tutto il cuore che era quello giusto. Io e Nicole ci demmo un occhiata veloce, e subito ci fiondammo nella stanza base. Trovammo Mike con i capelli all’aria, le ali spiegate e gli occhi pieni di euforia. –Mike, che è successo??!- Dissi incuriosita. –Ehm… l’abbiamo trovato!!- Disse lui non sapendo come spiegarsi. Era euforico e adrenalinico, poi, dopo che si fece rosa in volto, si accasciò al suolo: tipico, quando succedeva una cosa fantastica, Mike era sempre solito a svenire. Alzai gli occhi al cielo. –Mike intendeva dire che abbiamo trovato forse un prescelto giusto!- Urlò Nicole mettendosi a strepitare. Io sbarrai gli occhi e mi misi a saltare insieme a lei. –Ma è fantastico!!- Dissi fra un salto e l’altro. Quando finalmente realizzai che Mike era svenuto mi fermai. –Ehm.. Nicole, dovremmo portare in infermeria Mike.- Dissi indicando il corpo morente del mio amico. –Cavolo è vero, è svenuto.- Rispose lei. Prendemmo Mike da entrambi i lati e lo portammo (con fatica) in infermeria. –Ma quanto pesa?- Dissi affaticata. –Dai siamo quasi arrivati in infermeria, fannullona di una Chanel.- Mi rimproverò Nicole. Alzai gli occhi al cielo e continuai a trasportare Mike. Qualche metro più in là, e arrivammo all’infermeria. –Oh Cielo, sempre Mike a venire da me.- Disse Chiffon, la dottoressa dell’arma. –Eh si, è svenuto, ancora.- Dissi imbarazzata mentre io e Nicole lo mettevamo sul lettino a peso morto. La dottoressa Chiffon era una donna sulla quarantina ed amava il suo lavoro. Prese una lente d’ingrandimento, aprì gli occhi a Mike e controllò. Poi, misurò la pressione, controllò la febbre, e dopo di che, prese una scodella d’acqua calda, e ci mise dentro la mano di Mike. –Ah!- Lui si svegliò sobbalzando. –Allora sei vivo, bè, mi dispiace ma sei svenuto un'altra volta, uno dei tuoi tipici mancamenti, non hai bisogno di cure, ti sei ripreso da solo!- Disse pimpante la signora Chiffon. Mike era un po’ spaesato, si alzò, e realizzò subito tutto quello che era successo. –Grazie, ora però, devo andare, ragazze venite ho una cosetta da dirvi!!- Mike dopo aver ringraziato la professoressa si fiondò fuori e noi lo seguimmo a ruota. Una volta accomodati nella stanza base, si sedemmo sulle poltroncine. Mike prese un lungo sospiro. Noi lo guardavamo fissi negli occhi, gli tremavano le ali. –Stanotte, possiamo prendere il prescelto, ha solamente 12 anni, ed è ancora un bambino. Si chiama Allan.- Disse lui col sorriso e una scintilla negli occhi. Io e Nicole rimanemmo come paralizzate, ma dopo alcuni secondi realizzammo tutto: e se la guerra finisse? Col prescelto? Ah, ero in ecstasy. Intanto, l’ennesima bomba e l’ennesima grida di dolore, esplosero come un suono acuto in tutta la città.  
Rimanemmo come imbambolati sui divanetti per almeno qualche minuto, finché la voce squillante di Nicole non spezzò quel silenzio incantato. –E’ fantastico… Stasera ci mettiamo all’opera per catturarlo.- Disse guardando il pavimento. Era da mesi che non riuscivamo a trovare una persona adatta al compito. Da dieci anni la guerra andava avanti senza sosta. La sfera  s’era rotta, e cosi, portò scompiglio in tutto l’universo parallelo in cui vivevamo. Guerre devastanti cominciarono a radere il suolo. Gli esperti cercavano inutilmente di riplasmare la sfera, ma niente, ridotta cosi in mille pezzi, la piccola palla di vetro da cui dipendevamo, aveva portato morti e catastrofi dolorose. Solo il tocco di un umano capace di riplasmare la sfera, avrebbe salvato il mio universo. Era difficile la cattura, altrettanto convincerlo, e superare la guerra fino al tempio della sfera senza difficoltà…
-Stanotte, agiremo, e vi prometto che sarà in mano nostra.- Disse Mike guardandoci negli occhi. Io e Nicole annuimmo pensierose su ciò che sarebbe accaduto.
  
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