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Autore: Luna Manar    14/03/2007    4 recensioni
Rinoa vuole una password per smettere di scherzare con Squall...e lui la saprà?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono un marchio registrato Squaresoft-Enix e sono qui utilizzati senza scopo di lucro. Nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

Nota dell'autrice: solo una cosetta che m'è venuta in mente. Ho pensato che fosse carina.
Questa storia si colloca qualche mese dopo il gioco. Godetevela!

THE PASSWORD
scritto da Luna Manar, tradotto da Alessia Heartilly

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"Don't frown, you never know who is falling in love with your smile."
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Freddo...troppo freddo.

Rinoa si allontanò dalla ringhiera del balcone, stringendosi con forza le braccia intorno e abbracciandosi per scaldarsi anche mentre rientrava dalle porte del secondo piano del Garden di Balamb. Il caldo artificiale la aiutò, ma non era il caldo che desiderava. Quando finisce la sua lezione? Lanciò uno sguardo stanco al corridoio, focalizzandosi sulla porta segnata dal numero 206. Era un martedì, e lui non aveva allenamento sul campo al martedì. Ma Dio sapeva quando finivano le lezioni.

"Perché qualcuno dovrebbe seguire le lezioni dopo essersi diplomato?" brontolò, distogliendo lo sguardo e fissando il muro. "E' così stupido." Giocò con l'orlo di una delle sue manichine, sistemando un filo di cotone azzurro che si era attorcigliato.

"Che cosa?"

Rinoa sussultò, voltandosi di scatto. Si trovò faccia a faccia con Zell Dincht. Questo la spaventò ancora di più e cadde quasi all'indietro. Riguadagnando l'equilibrio, fissò Zell con uno sguardo di finta disapprovazione. "Zell! Avresti potuto fare un po' di rumore prima di spaventarmi quasi a morte."

Il giovane SeeD spostò il suo peso su di un lato, con una mano contro il muro. "Tch. Scusa. Allora, cosa è stupido?" Sorrise maliziosamente, consapevole d'aver sentito qualcosa che non doveva arrivare alle sue orecchie.

"Oh, non è nulla," mentì Rinoa, sorridendo. "Non dovresti essere in classe, comunque? Cosa fai qui?"

Zell scrollò le spalle. "Bisogni naturali. Posso star qui un minuto o due. Perché tu sei qui?" Le puntò il dito contro, con un sorriso che mostrava denti bianchi come perle. "Scommetto che stai aspettando una certa persona, eh?"

"Zell, sei così impiccione!" Ridacchiò, incrociando le braccia sul petto e stringendosi i gomiti, un pochino a disagio. "Torna in classe."

"Sicuro." Zell fece un cenno con la mano e iniziò a camminare verso la porta dell'aula, aggiungendo poco prima di entrare, "non mancherò di dire a Squall che lo stai aspettando." Con qualche breve risatina rivelatrice di intenti malvagi, balzò di fronte alla porta, entrando con dignità melodrammatica non appena si aprì.

"Zell, non p-" Rinoa fu interrotta dalle porte che si richiudevano con un sibilo. Lasciò cadere le braccia lungo i fianchi e strinse i pugni. "Ohhh...dannazione!" Batté un piede, sorridendo nonostante la frustrazione. "Ecco rovinata la mia sorpresa..." Risate trattenute da dietro la porta confermarono la promessa di Zell. Rise un pochino lei stessa, immaginando la reazione di Squall a quello che Zell aveva reso senza dubbio un annuncio pubblico. Con un pesante sospiro si sistemò ad attendere ancora vicino alla porta. I minuti si trascinavano come pesi morti mentre rimaneva in piedi a quella maniera. Decise che non l'avrebbe fatto per molto.

Era di fatto passata solo mezz'ora quando la classe uscì, ma era stata sufficiente perché Rinoa si stancasse di stare in piedi, e si addormentasse alla fine seduta contro il muro, accanto alla porta. Quando si aprì gli studenti che uscivano in fila sorrisero e si diedero gomitate l'un l'altro, stando attentamente in silenzio per non svegliare la "principessa" addormentata. Persino Zell si fermò e la fissò silenziosamente per un momento uscendo dall'aula. Il suo fermarsi gli guadagnò una leggera spinta da dietro.

"Ti ucciderò," grugnì Squall con tono di voce basso, anche se la sua espressione ironica tradiva la sua minaccia. Zell gli fece un sorriso accompagnato da un occhiolino e puntò significativamente il dito verso la figura addormentata ai loro piedi. Squall nascose il viso in una mano. "Oh, mamma..."

"Eh, dai," sussurrò Zell con fare cospirativo, "come puoi resistere a una vista del genere? Anche tu dovrai ammettere che è dolce come non mai."

"Sì, sì. Vattene." Squall mise la mano sulla testa di Zell e lo spinse di lato, inginocchiandosi quando il suo compagno di classe fu fuori dai piedi.

"Hey, hey! Non incasinarmi i capelli, amico," sibilò Zell, infastidito, perché doveva risistemarsi i suoi capelli biondi e spettinati, risultato del trattamento di Squall.

Squall ignorò il commento, guardando Zell al di sopra della spalla. "Taci, ok? Non voglio svegliarla..."

Zell si grattò la testa, pensieroso. "Mi prendi in giro? E' più facile svegliare un sasso."

"Con il tuo ciarlare, tutto è possibile."

Zell sogghignò all'insulto, chiudendo il pugno in una finta minaccia. "Ah sì? E anche se la sveglio? Non puoi lasciarla qui e basta."

"Questo lo so," sbottò Squall, parlando in una maniera che a guardarlo, avrebbe potuto mostrare i denti e ringhiare.

"Ok, ok! Stavo solo dicendo...hey cosa f.. -la porti in braccio?!"

Squall aveva fatto scivolare il più cautamente possibile le braccia sotto la forma addormentata di Rinoa, e ora stava in piedi attentamente, tenendola in una stretta sicura, con la testa di lei sulla sua spalla. Si voltò quietamente, annuendo appena. "E' stanca. Ha bisogno di dormire. La riporto nella sua camera."

"Stanca! Sono le dieci di mattina. Come fa ad essere stanca?"

"E' stata in piedi fino a tardi la notte scorsa." Il viso di Squall si fece improvvisamente solenne.

"E allora?" Zell scrollò le spalle. "Che c'entra? Secondo me era solo annoiata."

"Tardi, la notte scorsa," ripeté Squall, e i suoi occhi si restrinsero in uno sguardo di ghiaccio, avvertendo di evitare qualsiasi domanda di qualsiasi tipo.

Zell capì al volo. "Aaaahhh....eh, già. Io, uh, vado a fare un giro nel Giardino. Ci vediamo, Squall."

Mentre Zell trottava via lungo il corridoio, fischiettando allegramente tra sé e sé, Squall si permise un timido sorriso che sfuggì alla sua perenne espressione solenne. Povero Zell, pensò semplicemente, lasciando perdere. Iniziò a camminare lungo il corridoio solo una volta che Zell si fu allontanato abbastanza da non poter essere né visto né sentito.

I suoi passi erano lenti, e non gli importava più di tanto che qualcuno potesse vederlo. Finché la gente aveva abbastanza rispetto da non farne una questione di stato, non c'era problema. Ogni tanto guardava la donna addormentata tra le sue braccia, e non poteva fare a meno di sorridere. Zell aveva ragione.

Ma - si bloccò tardivamente. Donna? Il sorriso si affievolì e svanì. Dovette fermarsi per premere il bottone del primo piano nell'ascensore. I suoi pensieri continuarono mentre le porte si chiudevano. Stai attento, si mise in guardia. E' una cosa pericolosa questa...è troppo presto ora. Voltò la testa di lato, chiudendo gli occhi. Stai attento...

Le porte si aprirono di nuovo e lui uscì nel piano principale del Garden di Balamb, scendendo le scale verso l'atrio, le suole dei suoi stivali che battevano dolcemente contro il pavimento liscio. Il Garden sembrava deserto; nessuno animava i corridoi verso le diverse aree. Come al solito, le lezioni erano un obbligo per tutti, che fossero insegnanti, professori o studenti.

Tranne me. Non lo capisco. Se sono un SeeD di questo posto, devo far qualcosa. Non posso starmene seduto tutto il giorno come ho fatto. Guardò ancora Rinoa, nonostante tutto, e ammise silenziosamente che si godeva il tempo che gli era concesso di passare con lei. Anche quando le giornate erano piene di impegni, c'era sempre la notte...

Come la notte scorsa. Prima della notte precedente non era mai stato così pericolosamente vicino a qualcuno, e anche ora il solo pensiero gli dava i brividi. Razionalmente, quello che era successo non era nulla di davvero estremo...ma l'impatto sui suoi sensi e sul suo cuore lo scuoteva ancora, e non pensarci era un'impresa. E Rinoa...sapere cosa provava, era quasi troppo per lui. Ma sapeva, e quella comprensione lo attirava solo più vicino.

La luce nei corridoi del dormitorio era tenue come al solito, e c'era quiete. A metà del corridoio che portava all'ascensore, Rinoa aprì gli occhi, sbattendo assonnata le palpebre e prendendosi un momento per realizzare che qualcuno la portava in braccio. Alzò gli occhi verso chi la portava e sorrise. "...mi sa che sono crollata fuori dalla porta."

"Già." Squall fece un sorrisetto. "Sono sicura che tutta la classe ha pensato che fossi la cosa più carina al mondo, seduta lì a dormire come un angelo."

"Penso che lo prenderò come un complimento," ribatté lei.

"Se vuoi." Si fermò.

Lei gli intrecciò le dita dietro al collo. "Scusa se ti ho messo in imbarazzo."

"Non ti preoccupare. Non ero proprio imbarazzato...perché mi aspettavi, comunque?"

Lei scrollò leggermente le spalle. "Io...bè, avevo freddo, per dirne una." Si rannicchiò un pochino contro il suo petto. "Mi sei mancato."

"Ho tutto il giorno, per dirne una. Perché non sei rimasta a letto stamattina?"

La risposta di lei fu un sussurro. "Non potevo..." Respirò lentamente, annusando il suo profumo caldo. Solo sentire che era lì con lei era incoraggiante. "Non posso smettere di pensarti..."

Squall annuì e iniziò a camminare lentamente lungo il corridoio. Superò l'ascensore. "Lo so...non riesco a togliermelo dalla testa nemmeno io."

"Significa così tanto, per me."

"Non so cosa significa per me..."

"Mi sono addormentata così vicina a te e...bè...è dire tanto."

Lui era leggermente arrossito quando lei aveva detto queste cose, ma cercò di comportarsi come se non se ne fosse accorto. "Già..."

"Squall...cosa ti passa per la testa, adesso?"

Lui si fermò di fronte alla porta della sua stanza, e la guardò mentre si apriva. "...penso solo a cosa dire. Non me la cavo bene con le parole..." Entrò.

"Va bene. Non importa se fai casino." Si raddrizzò accanto a lui mentre la posava a terra, stringendosi ancora leggermente al suo corpo. "Vuoi che provi a indovinare?"

Lui le mise un braccio intorno, tirandola un poco a sé. "Vai."

"Ok..." Lei sorrise, stringendolo forte per un momento. Poi disse, piegando la testa per guardarlo negli occhi, "penso...che tu ti stia chiedendo cosa dovresti e non dovresti fare. Da quel che ci siamo detti la scorsa notte, credo che possiamo dire di essere...seri." Fu il turno di Rinoa di arrossire un pochino, mentre riconsiderava la sua frase. "Lo siamo? Forse non è la parola giusta..."

L'espressione di lui cambiò a malapena, ma si mosse, a disagio. "Penso che possa andare...in un certo senso. Non è che sia successo qualcosa."

"Eppure...ti mette in una posizione di responsabilità. Se qualcosa andasse storto, tu saresti quello che tutti incolperebbero. E' di questo che hai paura, vero? O mi sbaglio del tutto?"

"No....fondamentalmente è così."

L'espressione di lei si rattristò un poco. "Squall...le persone si fidano di te, e io mi fido di te....devi solo fidarti di te stesso. Fai quello che ti sembra giusto, e non fermarti sempre a chiederti se lo è davvero o no. Non puoi avere sempre dubbi su te stesso." Si rallegrò appena. "Io so che non sei freddo come sembri." Il suo sguardo era intenso, il suo sorriso si fece più largo. "Non sarei nemmeno qui se tu non fossi corso a salvarmi così tante volte. Ora chi è il Cavaliere della Strega?"

Un sorriso genuino. "Mi piace abbastanza pensare di essere il suo guardiano."

Rinoa ridacchiò. "Squall il Guardian Force."

"Qualcosa di simile. Sai cosa voglio dire."

Sospirando, lei si rilassò di nuovo contro di lui, e lui rimase in piedi, forte, per lei. "Sì, lo so...possiamo andare a...fare una passeggiata, oggi? O hai da fare?"

"A dire il vero no." Scosse la testa. "Te l'ho detto, ho la giornata libera."

Lei saltellò allegramente su e giù, minacciando di farlo cadere così facendo. "Portami alla voliera...non ci sono mai stata."

"Va bene." Annuì, guardando dietro di sé come per controllare e accertarsi che nessuno stesse guardando. Vide solo il muro. Poi guardò fuori dalla finestra, come se stesse ancora sospettando di essere osservato. "Non hai dormito molto la scorsa notte. Forse dovresti-"

"Oh, smettila. Neanche tu," ribatté lei. "Hai dovuto ascoltarmi."

Non aveva senso discutere ulteriormente. Lei aveva deciso. Squall sospirò nel palmo della sua mano e scosse la testa nello stesso modo. "Sei impossibile."

"Lo so," cinguettò lei allegramente. "Fattene una ragione e basta. Andiamo o cosa?"

"Se mi lasci andare così posso camminare sì."

"Niente da fare. Mi sa che dovrai rimanere qui."

"Vedremo."

Senza avvisarla, lui si chinò per mettere il braccio sotto quello di lei e la sollevò dal pavimento per mettersela sulla spalla. Lei strillò e provò senza successo a raddrizzarsi.

"Squall, non vale! Imbroglione!" Stava ridendo nonostante le accuse, fissando le sue scarpe mentre la portava fuori dalla porta. Lottò giocosamente.

"Io non imbroglio," disse Squall.

"Squall, mettimi g- ahhh! Non intendevo così!" L'aveva lasciata scivolare per qualche centimetro. Sempre ridendo, lei lasciò penzolare le braccia. "Possiamo farlo in due questo gioco. "

"Hey-!"

Prima che potesse indovinare cosa lei volesse dire con esattezza, Squall si trovò praticamente incapace di vedere -in parte perché aveva i capelli davanti alla faccia, ma soprattutto perché il retro della sua maglietta e della giacca era stati tirati sopra la sua testa e i suoi occhi. Lui inciampò un poco nei suoi passi, e iniziò a cercare di spostare la maglia con la mano, solo per scoprire che Rinoa stava tenendo quella mano con entrambe le braccia. Siccome l'altro braccio era occupato a non farla cadere, la faccenda si faceva molto complicata.

Provò invano a togliere la benda, con Rinoa che rideva come una pazza dietro di lui. Ringhiò attraverso un sorriso che gli venne spontaneo. "Adesso chi è che imbroglia? Traditrice."

"Ci vuole un traditore per riconoscerne un altro."

"Non ci vedo."

"Soffri il solletico?"

"No."

"Io scommetto di sì."

"Pensa quello che -oh, dannazione Rinoa, smettila!"

Rinoa fu inflessibile. "Dì la password."

"Che password?! Finiscila!" Stava iniziando a perdere l'equilibrio.

"Non te lo dico!"

"Per favore?"

"No."

"Adesso!"

"No no."

"Oh, mer -smettila! Cado!"

"Riprova."

"Ma i Gufi ci sono ancora!"

"Eh? Uh -oohh!"

Squall barcollò su di un lato proprio mentre riusciva a togliere la maglia dagli occhi e cadde come un albero tagliato, con Rinoa che gli cadeva addosso con abbastanza forza da togliergli il respiro. Non aveva così tanta importanza. Stava ridendo troppo forte per respirare comunque. Girò la testa di lato, colpendo il muro di vetro del corridoio. La sua ilarità si calmò un poco. "...ow," borbottò in tono neutro, e poi fu di nuovo vinto da una risata roca. Si portò una mano alla fronte, l'altro braccio che si stringeva intorno a Rinoa. Era caduta in una maniera da essere per metà stesa su di lui, con la faccia contro il suo petto, e stava ridendo anche lei istericamente, con la voce affievolita dalla sua maglietta.

Dopo qualche minuto lei finalmente riuscì a risollevarsi, appoggiandosi ancora a lui e sorridendo allegramente. "Vuoi ancora sfidarmi, oh potente SeeD?" Gli scostò giocosamente i capelli, portandoglieli davanti agli occhi.

L'espressione di Squall rispecchiava quella di lei mentre si toglieva le ciocche di capelli dal viso. "No...la prossima volta puoi provarci in pubblico."

"Solo se tu mi porti in spalla in pubblico," ribatté lei. "Oltretutto, la prossima volta potrei di cercare di toglierti altro."

Questo gli strappò un'altra breve risata e un cauto sguardo intorno, di nuovo paranoico che qualcuno potesse vederli o sentirli. "Non ti credo."

Lei fece un largo sorriso. "Mai sottovalutare una principessa." Il suo sorriso si fece più morbido. "Quindi sei capace di ridere."

"Già. Sono capace." Lui fece un sorrisetto. "Non dirmi che era una prova."

"Certo che no!" Lo colpì leggermente. "Non sono così insidiosa."

"Scherzavo!" Lui alzò le braccia per difendersi, sempre sorridendo. "No, davvero..." Si stavano guardando di nuovo. "Non ridevo così da tanto..."

"Lo so..." Sbatté le palpebre, lentamente. "Fino ad oggi non ti ho mai sentito ridere una volta...hai una risata meravigliosa."

"Sì va bè. E' colpa tua; hai rovinato la mia compostezza."

"Bene. Ora, qual è la password? O non ti lascio alzare." Lei lo sovrastò, sorridendo malvagiamente.

Squall la osservò ironicamente, realizzando solo in quel momento qualcosa che avrebbe dovuto sapere fin dall'inizio. La sua risposta fu tranquilla e sincera.

"Ti amo."

*~* FINE *~*

*****
Nota della traduttrice: questa storiella secondo me è tenerissima, ma l'autrice è veramente molto brava e spero che si possa vedere nelle prossime che tradurrò. Non fatevi ingannare dalla "semplicità" di questa, che spero di aver tradotto al meglio^^ Ogni vostro commento verrà inoltrato all'autrice, tradotto da me. Grazie, e alla prossima! -Alessia Heartilly

   
 
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