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Autore: KuromiAkira    30/08/2012    2 recensioni
Italia avrebbe voluto aprire la finestra ma c'era troppo vento e l'avrebbe disturbato nella sua occupazione.
Di solito ci pensava Ungheria, ma benché non fosse del tutto sicuro delle sue capacità, a Veneziano faceva piacere potersi rendere utile a un amico.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Polonia/Feliks Łukasiewicz
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il sole sembrava essere sorto prima del solito, quel giorno, segno della bella stagione che stava per arrivare.
Italia avrebbe voluto aprire la finestra ma c'era troppo vento e l'avrebbe disturbato nella sua occupazione.
Di solito ci pensava Ungheria ma, benché non fosse del tutto sicuro delle sue capacità, a Veneziano faceva piacere potersi rendere utile a un amico.
Davanti a lui, seduto su una vecchia e malconcia sedia, Polonia chiacchierava senza sosta.
Feliciano lo ascoltava sorridendo, divertito dal pensiero che, fino a pochi minuti prima, la Nazione slava era mezza-addormentata e aveva dovuto letteralmente trascinarlo nella stanza ricordandogli che avevano deciso di farlo quel giorno e potevano solo di mattina presto, prima di dover svolgere i loro lavori a casa di Austria.
- Come sta andando? Oh, non tagliarli troppo corti, che poi sto male! - interruppe il proprio discorso il biondo, voltandosi appena verso l'amico.
- Polonia, non muoverti! - esclamò l'italiano, temendo di fare danni. Non gli capitava spesso di tagliare i capelli a qualcuno, ma per qualche strana ragione adorava i capelli chiari del polacco. Gli piaceva il colore.
Feliks, comunque, non gli ribatté e tornò a parlare dei fatti propri. - Comunque, sai, quando riuscirò a essere di nuovo indipendente la prima cosa che farò sarà tornare da Liet, così staremo insieme come prima! -
- Liet? - domandò Italia. - Ah, intendi dire Lituania? -
Polonia ridacchiò. - Sì, esatto! È che in realtà non lo chiamo mai col suo nome completo. L'ho sempre chiamato Liet. O 'Ehi tu', i primi tempi... - spiegò, voltandosi appena verso l'amico.
- 'Ehi, tu'? - mormorò stupito Veneziano, cercando di fargli raddrizzare la testa. - Ve... E perché? -
- Beh, sai -, rispose Feliks, mettendosi a guardare fuori dalla finestra, - l'avevo appena conosciuto. Mi imbarazzava chiamarlo per nome - ridacchiò ancora, leggermente rosso in volto. Era la prima volta che lo ammetteva con qualcuno. Poi, nuovamente, cercò di voltarsi verso l'altro. - E anche quel soprannome gliel'ho dato per lo stesso motivo. Però ora sono contento di chiamarlo con un nomignolo tutto mio. Non permetterò a nessuno di chiamarlo 'Liet', quindi ricordatelo bene quando te lo presenterò! – lo avvertì, dando per scontato di tornare a essere un’unica Nazione insieme a Lituania e di aver poi l’occasione di far conoscere alla persona a cui teneva di più un amico che era diventato importante in quel difficile periodo.
Feliciano rise. - Va bene. Ma non muoverti, per favore. -
Polonia raddrizzò la testa ma non poté stare zitto troppo a lungo.
- E tu, hai qualcuno che ti aspetta, a casa? - chiese, riuscendo a mantenere lo sguardo fisso davanti a sé.
La mano di Veneziano, che impugnava le forbici, esitò qualche istante prima di tagliare una piccola ciocca di capelli biondi. Il sorriso dell'italiano si spense ma solo per pochi secondi, prima di scuotere la testa e riprendersi.
- Beh... forse mio fratello... - disse, senza troppa sicurezza. D'altronde, non ne poteva essere certo, dato che entrambi erano sotto il dominio di qualcun'altro, attualmente.
- Oh, è vero che hai un fratello! - esclamò Feliks, voltandosi allegro verso l'amico. Quest'ultimo ritrasse di scatto la mano con le forbici giusto in tempo per evitare che ferissero il volto della Nazione slava. - Ti somiglia? Mi piacerebbe conoscerlo. Dimmi, che tipo è? -
Italia assunse un'espressione pensierosa. Riuscì però a non distogliere lo sguardo.
- Oh, ti ho tagliato una ciocca più corta - notò, con tono calmo.
- Eeeh? Sistemala, sistema tutto! - gridò il polacco, raddrizzando la schiena di scatto.
Feliciano, in silenzio, rimediò all'errore e riuscì a finire il proprio lavoro mentre, non senza una certa tristezza e malinconia ammetteva a se stesso di non saper cosa rispondere all'ultima domanda di Polonia.







Ispirazione, mi domando perché vieni sempre di notte tarda quando dovrei assolutamente dormire e svegliarmi prestissimo il giorno dopo...
E siccome oggi sono stata perennemente in zombie-mode, mi è stato difficile trovare la concentrazione adatta per scrivere. Più precisamente, non avevo la più pallida idea di come cominciare la shot.
Comunque nulla, non ricordo manco come mi è venuta, questa idea. XD Ah sì, pensando a Polonia che confidava a Italia che chiamava Lituania 'Ehi tu' e 'Liet' per semplice imbarazzo. Ricordiamoci che, nonostante tutto, Polonia è molto timido e mi sembrava plausibile una cosa del genere.
Nella strip in cui si vede la scena del nomignolo si nota abbastanza che, per timidezza, Feliks agisce di impulso senza pensare all'idea che può dare di sé. E poi ho pensato di inserire un po' di tristezza aggiungendo un accenno a Romano e al fatto che lui e Italia praticamente non si conoscono come dovrebbero conoscersi due fratelli che, oltretutto, sono anche la stessa Nazione.
Ultimamente scrivo solo LietPol ma agli inizi scrivevo solo su Romano e Veneziano, quindi sono contenta di aver scritto qualcosa in cui si accenna a queste due coppie.
  
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