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Autore: Shira94    30/08/2012    2 recensioni
Eric è stato appena lasciato ed è scettico verso una nuova relazione. E poi c'è Syria, che da sempre ha nel cuore solo lui e le sembra assurdo anche solamente potergli parlare ora. Una storia semplice, un insieme di eventi e tanta tanta autenticità nei sentimenti.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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LA MIA MANO NELLA TUA

I.            Vitae

Lauren lo guardò ancora per pochi secondi, ma le sembrarono ore. Ogni attimo le faceva ripercorrere nella testa i bellissimi momenti che avevano passato insieme, sensazioni indimenticabili riaffioravano alla memoria e una prepotente nostalgia la scuoteva impercettibilmente. Poi ad ogni immagine si sovrappose prepotente il ricordo di quel pomeriggio, quando aveva incontrato Leonard e il mondo le era sembrato cambiare gravità. Allora si disse che ciò che stava facendo era la cosa più giusta. Non poteva amarlo a metà, non se lo meritava. Avrebbe fatto male a tutt’e due, ma la decisione di lasciarlo era la più giusta, non c’era ombra di dubbio. Non era una situazione in cui le era consentito scegliere, i fatti avevano deciso per lei. L’alchimia con Leonard, il suo amore selvaggio, l’incapacità di affrontare una relazione macchiata dal tradimento, … Tutto confluì nel suo cuore e le diede il coraggio per girarsi e lasciarselo alle spalle, immobile, con un’espressione indecifrabile e le mani lasciate ciondolare sui fianchi, come se facessero fluire ogni forza rimastagli fuori dal corpo. Poi, non riuscendo più a reggersi in piedi, si sedette malamente a terra, con gli occhi fissi su di lei, nonostante volesse distogliere lo sguardo. Ma questo Lauren non lo seppe mai, perché imperterrita aveva continuato ad allontanarsi e il buon senso le aveva proibito di rivolgergli un ultimo saluto.
 
Eric si girò di malavoglia nel letto e fissò con odio profondo l’orologio digitale sul comodino: tra un minuto avrebbe suonato e ciò avrebbe significato l’inizio di un’altra penosa giornata. Da quando Lauren lo aveva lasciato non poteva fare a meno di portarsi dietro un grigio velo di malinconia. Sull’autobus per arrivare a scuola non parlava ormai da qualche mese con nessuno, desiderava sempre e solo essere lasciato in pace con le sue canzoni negli auricolari. Loro sì che lo sapevano capire.
Disattivò la sveglia prima che lanciasse il primo bip e si girò dall’altra parte. Riuscì persino ad addormentarsi prima che sua madre, col suo solito tatto, lo capovolgesse letteralmente giù dal letto. Aprì gli occhi e fissò dal pavimento quelle buffe pantofole con il muso di un panda. Non potevano essere di sua madre: a svegliarlo era stato suo fratello, che compiaciuto della sua opera stava sghignazzando più in alto. Allora Eric fu rapidissimo e afferrò per le caviglie il fratellino facendogli fare un brutto capitombolo per terra.
“Ahia! È stata la mamma a dirmi di svegliarti!!”, urlò lui.
“Non lo fare più!”, sbottò Eric e si diresse fuori dalla camera, per poi scendere le scale e arrivare in cucina. Consumò in silenzio la sua colazione e poi si avviò verso la fermata del pullman.
 
Per Syria era una giornata come le altre, ma per lei questo non era motivo di mestizia, ma anzi gioia. Era lieta di avere tutte quelle fortune: un’accogliente casa in cui svegliarsi la mattina, una famiglia affianco, amici che la salutavano allegramente ogni giorno, … Fortune che in molti hanno, ma non valorizzano fino in fondo.
Quando arrivò alla fermata del pullman e vi salì, dopo aver fatto vedere al guido il suo abbonamento, si diresse come sempre verso il fondo. Ci mise meno di mezzo secondo a riconoscere quei ciuffi scuri appoggiati al finestrino e il cuore saltò un battito. Con immensa gioia vide che dietro di lui c’erano posti liberi e con gli amici andò a sedersi lì. Mentre gli passava accanto lo guardò intensamente, ma lui non fece cenno di girarsi. Si girò però il suo vicino di posto, un ragazzo dai corti capelli chiari e due occhi di un celeste impressionante. Appena incrociò lo sguardo con il suo realizzò la situazione e si diresse al suo posto imbarazzata. Poi si ricordò di Eric lì davanti a lei e si perse tra i battiti accelerati del suo cuore. Sì, conosceva il suo nome e non solo, sapeva tutto di lui. Come poteva non interessarsi a tutto quello che riguardava il ragazzo di cui era innamorata da sempre?
 
 

II.          Mentre

Syria continuò, come sempre, ad essere ignorata dall’unico ragazzo per cui stravedeva. Eric infatti continua a non darle alcun segno di interesse e quando a volte si girava dalla sua parte, lei era rapidissima a fingere un’aria disinteressata e cambiare direzione dello sguardo. Poi si malediceva per quel suo comportamento e i progressi non arrivavano mai.
D’altra parte però incontrava sempre sul pullman quell’altro ragazzo, che aveva scoperto si chiamasse Diego. Da quella volta si era incuriosita sempre di più e passava molto tempo ad osservarlo. Con lui però c’erano giochi di sguardi, attrazione e Syria era una ragazza facilmente infatuabile. Così si ritrovò a pensare a lui più di quanto facesse con Eric, fino ad arrivare alla decisione di fare il primo passo.
Un giorno, di ritorno dalla scuola, prese tutto il coraggio che aveva e mentre scendeva si fermò affianco a dov’era seduto Diego e con una voce che le sembrò stranissima disse: “Ciao”.
Poi scese dal pullman e corse a casa col cuore in gola. Era felice, euforica. Da lì incominciarono a sentirsi e a uscire insieme.
 
Una volta Diego le si avvicinò più del solito e le sfiorò la mano, guardandola intensamente. Il messaggio era chiaro e Syria si sporse verso di lui, posando le labbra sulle sue. Il cuore però aveva smesso di batterle completamente e la mano di lui le era sembrata così fredda. Perché pensava quelle cose mentre lui approfondiva quel contatto? Non era forse quello che voleva? Non era vero che le piaceva Diego, non ne era innamorata? Con un tuffo al cuore si ritrovò a rispondersi di no e senza che lo volesse una frase andò componendosi nella sua mente : ‘Vorrei fosse Eric…’.
 
Si spaventò di quel pensiero, ma fu tanto accorta da non rifiutare Diego sul momento e di concludere quell’appuntamento come se nulla fosse. In realtà nel suo cuore regnava la confusione più totale e quando il giorno dopo rivide Eric sul pullman dopo tanto tempo, i segnali che le mandava il suo corpo erano inconfondibili: il cuore batteva ancora solo per lui.
 
Si diede una stupida per aver illuso così Diego, che magari per lei nutriva invece sentimenti sinceri. Così, non sapendo come interrompere quella relazione, si limitò a non farsi sentire più per tutto il weekend. Quando Diego la incontrò sul pullman la ignorò e lei capì, seppur con una stretta al cuore, che aveva ricevuto il messaggio. Sapeva di averlo ferito, ma non era lui che voleva, no… Chi voleva era seduto in quello stesso pullman e in quel momento la stava guardando. 
 
Dopo molti mesi Eric ormai stava meglio. Lauren sembrava essere solo un brutto ricordo, però nonostante ne fosse convinto continuava ad evitare di incontrarla con cura. Il suo cuore era appartenuto a lei per così tanto tempo e rivederla lo spaventava.
Diceva a tutti di stare bene ormai, ma non se la sentiva di intraprendere una nuova relazione. Così, ogni volta che gli si presentava una ragazza, non dimostrava in alcun modo interesse…
Passò addirittura più di un anno senza che si trovasse una fidanzata. Ormai però si sentiva a suo agio con se stesso e alle feste non si risparmiava qualche flirt o bacio appassionato, ma di legarsi a qualcuno non ne aveva la minima voglia.
 
Così, quando scorse una ragazza intenta a fissarlo sul pullman non la ignorò, ma incrociò il suo sguardo e vi lesse qualcosa che lo spaventò. Non seppe bene cosa, ma di sicuro non era la prima volta che lo vedeva. Quando realizzò con orrore che gli ricordava Lauren, si abbassò con uno scatto sul sedile e non parlò più per tutto il viaggio.
Certo! Ecco dove l’aveva già vista, era un’amica di Lauren. Anni fa lei le aveva parlato di una certa sua amica, ma aveva detto che dopo che si erano messi insieme lei si era allontanata sempre di più fino a non tenere più i contatti in alcun modo. Ricordò quando lei e quella ragazza erano venute alle scuole elementari, mentre lui aspettava che uscisse suo fratello, solo per vederlo. Aveva fatto finta di niente, ma le aveva viste. Lauren non era una che passava inosservata con quei grandi occhi azzurri e un carisma impressionante.
 
Quando un giorno su un social network capitò, con uno strano gioco, una domanda dove si chiedeva chi fosse lui per lei, che ricordò si chiamasse Syria, lesse: “È solo l’ex ragazzo della mia ex migliore amica”. Ci rimase incredibilmente male.

 

III.        Insieme

Quando lo vide camminare vero di lei il cuore prese a batterle veloce, sempre più veloce. E ne fu lieta. Dopo tutto quel tempo ancora gli faceva quell’effetto e pensare che fosse lì solo per lei la rese euforica. Entrambi si salutarono e Syria non perse tempo: “Andiamo?”.
Si avviarono verso la fermata dell’autobus e mentre aspettavano gli chiese come stava. Avevano parlato a lungo attraverso il cellulare per messaggi, così molte cose che le disse non le furono nuove. Però quando c’erano brevi silenzi, Syria notava subito come diventava teso, così aveva sbottato: “Non ti irrigidire che sennò mi agito anch’io!”, sorridendogli, “Tranquillo, sii te stesso. Non dobbiamo fare per forza qualcosa”. Non ci poteva credere che lui fosse agitato. Non lo sapeva quanto lo amava? Avrebbe potuto fare anche la figura del più emerito cretino, ma Syria avrebbe continuato a guardarlo con quei suoi occhi adoranti che lui fuggiva spesso, non guardandola in faccia.
Quando arrivò il pullman si sedettero in fondo, come sempre.
“Quanti ricordi…”, sospirò, “Un po’ mi manca andare a scuola ogni giorno con questo pullman. Vedere tutte quelle facce addormentate… E ti ricordi quando il guido metteva quelle luci blu che ti facevano dormire che era una meraviglia?”
Lui sorrise, ma dopo un po’ la conversazione si spense nuovamente. Syria osservò la sua mano e provò l’azzardatile: mise la sua mano in quella di lui e guardandolo gli si appoggiò sulla spalla. Lui gliela strinse e quello fu uno dei momenti più felici della sua vita. Non le interessava parlare, mantenere apparenze, risultare socievoli o altro. Con quelle dita intrecciate alle sue era al settimo cielo, e tanto le bastava.
Poi fu lui a trovare un argomento. Quando arrivarono stavano discutendo animatamente dei film che c’erano al cinema. E quella mano non ne voleva sapere di lasciare andare l’altra. Così passeggiarono per le strade della città con una gioia che Syria non sapeva davvero spiegarsi. Presero uno yogurt  strabordante l’uno di crema alla nocciola e l’altro di cioccolato bianco e si diressero al parco pubblico. Una volta arrivati si sedettero all’ombra e finito lo yogurt si stesero sul prato.
“Non mi hai ancora detto come mai ti sei lasciato con la tua ex”, gli disse Syria con interesse.
Lui rifletté un attimo e dopo aver trovato le parole rispose:
“Mi ha tradito con un altro”.
Parole secche, lapidarie e concise. Syria ci rimase malissimo, non tanto per la freddezza con cui lui le aveva pronunciate, ma proprio al solo pensiero di immaginarlo soffrire.
“Te invece?”, le chiese a sua volta.
“Intendi relazioni serie? Ancora nessuna…”
Lui sembrò un po’ scioccato da quell’affermazione e balbettò: “Nemmeno una?”
E lei: “No… In Inghilterra, dove ho studiato in questi ultimi due anni, i ragazzi erano troppo freddi, troppo diversi. Così non ho mai avuto una relazione fissa. Qua invece non ci sono mai riuscita perché ero innamorata di un altro…”
L’ultima frase lo aveva colpito particolarmente, facendogli ricordare Lauren.
Chissà se se la ricorda?’, pensò tra sé e sé.
“Di un altro, eh…”, le fece eco.
Lei si voltò e gli prese nuovamente la mano, poggiando la testa sul suo petto. Poi, con un tono insicuro e imbarazzata da morire si inflisse il colpo di grazia: “E se ti dicessi che eri tu, quel ragazzo?”.
Lui rimase scioccato ancora di più che dalla prima risposta, ma sentì qualcosa di dolce scendergli giù nella gola, come se le stesse mangiando quelle parole piene di zucchero.
Essere amato, di nuovo, non era poi così male. Sentiva che l’amore che aveva ricevuto dalle altre ragazze dopo Lauren non era mai stato vero. Si stupì di essere riuscito a starci insieme.
 
Lui la strinse forte e Syria lo guardò per pochi secondi, ma le sembrarono ore. Ad ogni attimo pensava nella testa ai bellissimi momenti che avrebbero passato insieme, alle sensazioni indimenticabili che avrebbero vissuto, e pregò che durasse in eterno.
Quella scena a lui fu familiare, ma tutto era decisamente diverso, completamente diverso e speciale.
 
 
Ed Eric e Syria rimasero così, abbracciati in quel prato all’ombra di qualche albero.
 
   
 
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