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Autore: ItsMilersh_    30/08/2012    0 recensioni
Non tutto è come sembra la maggior parte delle volte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Me ne stavo lì con una vecchia scopa in mano ad aspettare che quei due fastidiosi ragazzini viziati finissero la loro pietosa scena e se ne andassero dal palco. 
Stava per arrivare il tanto agognato momento quando il ragazzo si avvinghiò alla ragazza e la baciò.
Non staccò le sue labbra fin quando la professoressa gridò: “Luis! E’ finita la scena!”
Lui rise e si allontanò a braccetto con la ragazza. 
Il teatro era vuoto e noi uscimmo per dare una pulita. Come eravamo soliti fare ci distribuimmo sul palco come se dovessimo esibirci davanti ad una folla. 
Frankie e Andrew presero le chitarre, Mark si mise alla batteria e io presi il microfono.
Iniziammo a suonare e cantare una canzone che ci caricava molto. Era Liberty Walk di Miley Cyrus. Mi divertivo molto a copiare le sue mosse sexy sul palco. 
Quando finimmo la nostra esibizione improvvisata senza alcun pubblico, Logan rientrò nel teatro portando sulla spalla il suo asciugamano.
Ci stavamo congratulando a vicenda quando il ragazzo esordì con un applauso ironico seguito da: “Fate anche il bis?”
Tutti ci girammo a guardarlo. 
“Bravi, davvero. Ma non eravate qui per pulire?”
Mi avvicinai a lui ancora con il microfono in mano: “Ci sono problemi, Luis?”
“Dicevo che voi sareste qui per pulire.”
“Io invece dicevo che il tuo spettacolino è finito e puoi andartene, qui ci pensiamo noi.”
“Intendevo chiedere semplicemente se dopo aver fatto i pagliacci per 3 minuti pulivate.”
“Quando veniamo qua, guardiamo il vostro spettacolo, facciamo quello che vogliamo per pochi minuti e poi puliamo. Ben tre cose. Da non credere è Luis? Tu e la tua amichetta invece fate altro, oltre che limonare sul palco e lamentarvi del mondo?”
“Ehm…io..” 
“Ciao Luis. Hai finito. Puoi prendere il tuo asciugamano con le tue iniziali ricamate sopra e andartene.”
Lui ci rivolse la schiena senza dire nulla e se né andò.
“Chiara, tu sei una forza della natura!” – disse ancora in preda alle risate Andrew.
Finimmo di pulire dopo una buona mezzoretta ed era ora di tornare in classe.

“Scienze! Fantastico. Preferirei guardarmi un’altra scena tra Vomitoromeo e Schifogiulietta.” – dissi a Frankie poco prima di entrare in classe e ritrovarmi il professore davanti, al quale sorrisi come se non fosse successo nulla.
“Buongiorno ragazzi!” – disse l’insegnante – “Sedetevi pure. Oggi ho un lavoro da darvi.”
“Oh santo cielo! Mancava solo una ricerca a coppie.”- sussurrai.
“Esatto signorina Harris.”
Mi tappai la bocca con la mano e poi il professore continuò – “Un lavoro a coppie. Su un pianeta che sceglierò io. Potrà sembrare un lavoro da elementare, ma voi dovrete cercare più a fondo. E con questo ora vi dico le coppie.”
Io non ascoltai nulla finché non sentii il mio cognome e il SUO cognome.
“No, ti prego, ti scongiuro, dimmi che non è vero!” – pensai.
“Harris e Luis.” – disse una seconda volta l’insegnante vedendomi assente.
“Ora mettetevi a coppie per banco e vi dirò il vostro pianeta.”
Alzai gli occhi al cielo quando si sedette vicino a me Logan Luis.
“Non che mi faccia piacere lavorare con te, Harris.”
“Invece io sono entusiasta, Luis.” – dissi girandomi sullo sgabello, dandogli le spalle.
“Harris e Luis, voi lavorerete su Marte.”- disse appoggiando un fascicolo sul tavolo.
“Tienilo pure tu, Luis.”
“Quindi dovrai venire a casa mia, Harris.”
“Non pensarci nemmeno. Non verrei neanche sotto tortura.”
“Potresti recitare nel musical con me, ti riesce bene la parte della drammatica.”
“Sei uno spasso, Luis.” – dissi facendo una risata finta – “Non hai qualche maggiordomo che può fare la ricerca per entrambi? Il giorno prima della consegna me lo fai trovare nell’armadietto e siamo tutti contenti.”
“E mi raccomando. Organizzatevi, trovatevi a casa di qualcuno e lavorate insieme, come una vera coppia.” – disse ad alta voce il professore.
“Vedi Harris, tutto ti rema contro. Dovrai venire a casa mia e dovremmo lavorare insieme.”
“Mai.”

Il giorno dopo fui costretta ad andare a casa di Logan Luis.
Andai alla porta e suonai. Mi venne ad aprire una graziosa signora tutta sorridente.
“Ciao, tu dovresti essere Chiara giusto?”
“Sì, signora, sono Chiara. Molto piacere.”
“Io sono la mamma di Logan. Mi ha detto che frequentate lo stesso corso di scienze. Mi ha anche raccontato di quanto tu sia simpatica e molto gentile con lui.”
Non credevo alle mie orecchie, ma ero normale che avesse raccontato cose così a sua madre sapendo che dovevo entrare in casa sua. Così le sorrisi e confermai tutto.
“Ti chiamo Logan, così iniziate a lavorare alla ricerca su Marte.” – disse facendomi entrare in casa.
Mi fece sedere in soggiorno e dopo pochi minuti arrivò il ragazzo.
“Ciao Chiara. Tutto bene?”
“Si, grazie.” – dissi.
Si sedette vicino a me e mise il portatile e dei fogli sul tavolo.
“Sono molto simpatica e molto gentile con te?” – gli sussurrai.
“Andiamo è mia mamma. Non posso raccontarle che ci odiamo a morte.”
“Certo.” 

Iniziammo a lavorare. Lui cercava notizie su internet e io canticchiavo e mi limavo le unghie.
“Ti stai impegnando vedo?”
“Sì, credo che questa volta vengano davvero bene.”
“Non credo che stiamo parlando della stessa cosa.”
“Io credo di sì. Che tempo c’è su Marte?”
“Mi stai prendendo in giro?”
“Un po’ sì. Dai hai detto a tua madre che sono simpatica, fattela una risata. Anche se non è lo stile di battute di voi ricchi.”
“Noi ridiamo per le stesse cose per cui ridono tutti gli altri.”
“Non ne sono molto convinta, ma se lo dici tu, ci credo.”
Rimase un po’ perplesso e continuò il lavoro vedendo che da parte mia non ci sarebbe stato molto aiuto.
Erano passati circa venti minuti e lui si alzò in piedi. Io ero persa nei miei pensieri e stavo ancora sistemando le mie unghie. Sentivo la sua presenza dietro la mia testa e sentivo il suo respiro sul collo ma non ci feci caso. A un certo punto gridò: “Chiara, guarda là!” – e indicò la parete alla mia destra.
Non vidi niente e così mi girai verso di lui. Sentii le sue labbra appoggiarsi sulle mie. Non pensai nemmeno un momento e gli stampai in faccia uno schiaffo che non si dimentica facilmente.
Presi in fretta la mia borsa e uscii da casa.
“Chiara, Chiara!” – sentii gridare da Logan che stava sull’uscio a massaggiarsi la guancia colpita.

Passarono due giorni in cui cercai di evitarlo il più possibile. Nelle ore di scienze il professore ci lasciava continuare la ricerca mentre lui leggeva tranquillamente il giornale, così mi procurai delle cuffiette e ascoltai la musica per tutto il tempo.

“Chiara, posso parlarti.”- mi chiese avvicinandosi.
Ero stufa di scappare. Gli avrei detto che non lo sopportavo, che quel bacio rubato aveva peggiorato solo la situazione e che avrei continuato a odiarlo e così sarebbe finita la storia.
Quel giorno giocava il mio amico Alex nella squadra di calcio della scuola. 
Logan mi portò sulle scalinate ancora vuote proprio al campo sportivo e iniziò a parlarmi.
“Prima di tutto volevo scusarmi per il fatto che ti ho baciata senza che tu lo volessi…”
“Sei stato uno stron…”
“Lasciami finire” – mi interruppe – “ quindi intanto scusa se quello che ho fatto ha peggiorato le cose. Poi volevo dire che quello che provavo per te non era odio. Quando ti ho vista sul palco a cantare la canzone di Miley Cyrus sono rimasto ipnotizzato, non riuscivo a staccare gli occhi da te, dal tuo corpo. Mi ha impressionato il modo in cui ti sei lasciata trasportare dalla musica. Mi sono informato e ho parlato con qualche tuo amico, quella gente strana che ascolta quei tre ragazzi che ascolti anche tu… i 30 qualcosa… “ – mi lasciai scappare un sorriso, però non dissi niente e lo lasciai proseguire – “ e saranno pur pazzi ma è gente che vive di musica e crede davvero nei sogni. E se anche tu fai parte di loro credo di aver capito anche solo un frammento del tuo essere. Quando scrivevi quei pensieri su facebook stavo lì a leggerli tutti, cercavo i messaggi nascosti che ti piace lasciare in tutto ciò che scrivi. Ho sentito anche che scrivi storie, storie d’amore. Ho scoperto che ti affascinano i Capricorno, e io sono nato il 19 Gennaio. Bhe sarà stupido ma è questo quello che sento da un po’ di tempo. Come forse ti senti tu adesso anche io mi sentivo strano quando ho cominciato a pensarti in quel modo. Tu mi piaci Chiara.”
Smisi di fissare i suoi occhi azzurri e guardai le mie mani che continuavano a muoversi nervosamente. Alzai gli occhi al cielo, sentivo che si stavano riempiendo di lacrime. Così prima di scoppiare a piangere davanti al suo viso scappai verso gli spogliatoi.
Lì c’era il mio migliore amico Alex con tutti i suoi compagni di squadra. Lui mi vide e venne verso di me. Io lo abbracciai forte. Mi fece sedere su una panchina e mi chiese cos’avevo. Aspettò con pazienza che i miei singhiozzi si calmassero, facendo attendere anche il suo allenatore che lo richiamò un paio di volte.
“Logan…”- iniziai.
“Che ti ha fatto?”
Nel frattempo Logan stava arrivando dall’altra parte ma su chiamata di Alex fu fermato dai compagni di squadra del mio amico.
“Mi ha detto tutto quello che volevo sentirmi dire da una vita. Ma io non so cosa fare. Ho paura di soffrire. Di stare male di nuovo. Ho paura che il mio cuore si spezzi di nuovo in mille pezzi. Deve ancora ricucirsi dall’ultima volta. Sono stufa di stare male. Non so cosa fare.” – dissi appoggiando la mia testa sulla sua spalla.
“Chiara ascoltami.” – mi disse accarezzandomi il viso – “L’hai guardato negli occhi mentre ti diceva quelle cose?”
“Sì.”
“E com’erano?”
“Brillavano.”
“Allora prova. Buttati. Non lasciare che la paura ti fermi quando magari è la volta giusta. Ricordati: non rimpiangere nulla di quello che fai, perché alla fine ti fa diventare quello che sei. E ti ricordi chi la dice questa frase. Forza Chiara. E comunque che vada bene o che finisca male io ci sono sempre. ” – mi disse sorridendo.
Mi asciugò le lacrime e mi fece alzare.
Io mi diressi verso Logan e dissi ai compagni di Alex di lasciarlo andare.
Avevo gli occhi arrossati e ancora qualche lacrima rigava le mie guance.
“Senti Logan…”
“Se questo è un addio allora…”
“Ora lascia finire me. Mi hai fatto sentire come nessuno mai mi aveva fatto sentire. Mi hai detto tutte cose che volevo sentirmi dire da una vita. Ti sei accorto dei piccoli dettagli che io amo, che io vedo nelle altre persone, ma che nessuno vede in me e per questo volevo ringraziarti… e bhé proviamoci.” – mi uscì un sorriso. Mi avvicinai a lui e posai le mie labbra sulle sue.
Mi abbracciò forte. Tutti i compagni di Alex iniziarono a battere le mani. Io e Logan ci guardammo e iniziammo a ridere.
“Questo è solo l’inizio.”
“Sì, ma giurami che butterai via l’asciugamano con le tue iniziali.” – sorrisi.
  
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