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Autore: Francy_92    30/08/2012    3 recensioni
Dopo aver finito l'Originale "Another old story", mi sono chiesta cosa sarebbe successo se....
Entrate, per scoprire di che si tratta ;)
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Se anche voi vi siete chiesti cosa sarebbe successo se Natalie non fosse mai tornata a casa per le feste natalizie, beh, adesso potete scoprirlo qui! Spero vi piaccia ;) Premetto che saranno soltanto due capitoli!


Another life
 
Sarà sempre tardi

 
«Mamma no! Sai che sono indietro con il programma. Devo studiare»
«Ma tesoro. E' Natale!»
«Sarà anche Natale, ma la mia laurea viene una volta sola»
«C'è qualche altro motivo per cui tu non vuoi tornare a casa?»
«E quale sarebbe?»
So a cosa sta pensando mia madre, ma non le dirò mai la verità.
«Non lo so. Magari non vuoi rivedere Jake»
Sento una fitta al centro del cuore e non posso fare a meno di pensare che potrei semplicemente dire un si e ritornare a casa. Lì verrebbe automatico parlare con lui, nonostante quello che è successo.
Però, proprio tutto quello che è successo mi impedisce di voler ritornare a casa.
Insomma, che potrei dirgli?!
Non credo voglia avere a che fare con me dopo quello che gli ho detto, anzi… che non gli ho detto.
«Natalie, ci sei?»
Mia madre reclama la mia presenza, e ora come ora, non vorrei essere al telefono con lei perché capirebbe tutto.
«Ci sono» rispondo sospirando.
«Pensavi a lui, vero?» Appunto.
«No, stavo pensando a come farti capire che non torno! Ci vediamo alla mia laurea»
«Ma tesoro…»
«Mamma, ti prego! Non insistere. Ho bisogno di concentrarmi su me stessa e su qualcosa in cui riesco bene. Natale torna ogni anno e quest’anno non ho proprio voglia di festeggiare»
«Va bene» risponde dopo un lungo sospiro. «Ti manderò qualcosa ugualmente, ok?»
Non occorreva, ma almeno avevo vinto. «Ok, grazie mamma»
«E di che?! Vado a dirlo a tuo padre. Buona serata tesoro»
«Grazie. Salutami papà»
Riattacco e sprofondo tra le lenzuola.
Sto continuando a scappare… Per quanto andrò avanti? Per quanto tempo eviterò l’argomento Jake?!
Non ne parlo mai. Non voglio nemmeno permettere a me stessa di pensarci e se mi capita qualcosa tra le mani che me lo ricorda, faccio di tutto per togliermelo dalla mente.
È difficile, ma sono quattro mesi che me ne sto qui, nel mio appartamento di New York, da sola, in compagnia di libri e al massimo di Sean.
Lui è convinto che perderò tutto, ovvero Jake, se continuerò a comportarmi così e mi ucciderebbe sicuramente quando saprà che non ritornerò a casa per le feste.
 
Pov Jake
«Tua sorella torna?» chiedo senza alcun apparente interesse ad Alec.
Lui si volta e mi guarda con un sopracciglio alzato. «Che c’è? È solo curiosità» spiego.
«Si, certo»
Tiro un sospiro di sollievo.
Bene, avrò l’occasione di vederla e si, anche di parlarle.
«Comunque no, non torna»
Cosa?!
«Ah no?» chiedo cercando di controllare il tono della mia voce.
«No»
«E… ha, ha spiegato il motivo?» chiedo riportando l’attenzione al libro che sfoglio da mezz’ora.
«Lei dice che vuole concentrarsi sullo studio, ma almeno sei persone pensano che è per un altro motivo che lei se ne sta tutta sola a New York»
«Capisco» rispondo un po’ amareggiato.
Continuo a sfogliare il mio libro, fin quando la mano di Alec non sbatte contro l’oggetto che ho davanti.
«Ma che fai?»
«TU che fai!! Ti arrendi così?»
«In cosa dovrei arrendermi scusa?! Lei mi ha chiarito bene una volta che non prova nulla per me. Perché devo continuare a starle dietro?!»
«Perché siete entrambi degli idioti. Jake, lei ti ama»
«E che ne sai tu, Alec? Te ne ha parlato?!»
«No, non parla di te da un bel pezzo. Nemmeno con il suo amico Sean ne parla»
«Appunto, quindi non c’è più niente»
«Secondo te avrebbe fatto l’amore con te se non avesse provato qualcosa che si avvicinasse all’amore?»
«Prima pensavo che fosse così. Insomma, una come lei, con il suo carattere, non si sarebbe mai lasciata andare con uno come me. Però, adesso… dai, sono quattro mesi che non ci sentiamo e lei non mi nomina nemmeno. Questo significa che non gli interesso e sinceramente sono stanco di andare dietro a qualcuno che non mi vuole. Però mi sarebbe piaciuto vederla, adesso…»
«Potresti farlo ugualmente»
«No, non andrò a New York da lei. Non di nuovo. Ti ricordi com’è andata a finire l’ultima volta? Alec, lei non mi vuole. Basta!»
«Continuerò a ripetere che entrambi siete degli idioti»
«Proverò a farci l’abitudine» rispondo riportando l’attenzione al libro.
Quella conversazione si era conclusa, ma sapevo che Alec non avrebbe mollato.
Sapevo che voleva bene a me e a sua sorella e che voleva vederci felici e soprattutto insieme, ma mai mi sarei immaginato che il mio migliore amico, quello che mi avrebbe spezzato le gambe se avessi fatto soffrire sua sorella o se l’avessi tradita, potesse combinarmi un appuntamento con una ragazza conosciuta da qualche giorno all’università. Ero rimasto sbalordito quando l’avevamo incontrata. Scioccato quando ci aveva lasciato da soli.
Non sapevo che dirle, come iniziare una probabile conversazione con questa ragazza. Mi sentivo a disagio e l’unica cosa che ho pensato in quel momento era Natalie.
Ero stufo di pensare sempre a lei, giorno e notte, ventiquattro ore su ventiquattro, così ho cominciato a costruire un rapporto con quella ragazza e devo dire che, più la frequento, più mi piace.
 
Pov Natalie
 
«Non sei nervosa?» chiede Sean.
«No, dovrei?»
«Certo che no. Tu sei quella che ha praticamente quasi superato i professori»
Scoppio a ridere e, dopo un respiro profondo prendo la mia tesi ed entro, per l’ultima volta, in quest’aula. Oggi, mi laureo.
Non ho voluto nessuno della mia famiglia, ma so che qualcuno me lo ritroverò al piano di sotto, dopo essere uscita e laureata.
Spero…
In questi mesi, sono stata così scostante con lo studio che non credevo di riuscire ad arrivare ad oggi preparata.
A distanza di cinque mesi, non so ancora dire se la decisione di non tornare a casa per le feste sia stata una buona idea.
Ci sono giorni in cui penso che sono stata una stupida a non tornare. Avrei potuto affrontare Jake, anche se sicuramente non l’avrei fatto subito, lo avrei rivisto. E invece, sono otto mesi che non lo vedo e nonostante tutto non fa che mancarmi ogni giorno di più.
Adesso non posso fare altro che pentirmi di tutte le decisioni che ho preso, però ormai è Si fatta. Magari succederà qualcosa al mio ritorno per la laurea.
Bella scema sono stata a pensare questo.
Magari succederà qualcosa” di qua…
Magari succederà qualcosa” di là…
L’ho perfino detto un milione di volte a Sean, durante il nostro viaggio di ritorno.
La scema qui presente ha appena visto Jake con una ragazza e quella ragazza evidentemente non sono io.
Si è lasciato tutto alle spalle?
Si, mi dico. È giusto che lo abbia fatto, ma che ne sarà adesso di me?! 
«A che pensi?» mi chiede Alec mentre sorseggio il mio drink. Questo dovrebbe essere il mio party per la laurea, ma la verità è che avrei preferito stare a casa. Anzi, ora me ne vado, così posso piangere!!
«Non guardarlo» dice ancora Alec e non mi ero nemmeno resa conto che li stavo fissando.
«Io…» comincio e, bevendo l’ultimo sorso del mio drink, mi alzo «Vado»
«Dove vai?» chiede Alec stupito.
«A casa. Sono stanca»
«Ma Natalie, siamo qui da poco»
«Tranquillo, voi rimanete. C’è…» esito per qualche minuto e lo guardo sorridente «C’è il tuo amico, io vado a casa»
«Natalie…» mi richiama mio fratello, mentre io tra poco scoppio a piangere.
«Alec, sono molto stanca. Ci vediamo domani mattina, ok? Sean resta con te. Non voglio privarlo di un po’ di divertimento»
Lui annuisce, finalmente, e così io posso tornarmene a casa nello sconforto più totale.
Non dovrei autocommiserarmi, no… La colpa è stata soltanto mia. Non ho saputo rivelargli i miei sentimenti e ho continuato a fuggire per mesi, così adesso ne pago le conseguenze.
Vorrei soltanto che lei lo rendesse felice.
«Vai via?» mi grida qualcuno.
Ho paura di voltarmi. E se fosse lui?
Mi dico di voltarmi, perché non posso evitarlo ancora. Ci siamo evitati per tutto il tempo da quando io sono arrivata e adesso sarebbe anche il caso di superare quest’altro ostacolo.
Mi volto e resto sorpresa e anche un po’ delusa.
«Sean…»
«Chi ti aspettavi?» chiede.
«Nessuno. Comunque si, vado via. Sono stanca e domani devo impacchettare le mie cose per ritornare a New York. Puoi rimanere con mio fratello»
Lui annuisce e mi guarda con tenerezza.
“Oh Sean, non farlo!”
«Tutto ok» dico trattenendo a stento le lacrime. «Mi serve una bella dormita. Ci vediamo domani mattina»
Ci abbracciamo e dopo i suoi due baci sulle guance, esco dal locale in lacrime. Non credevo avrebbe fatto così male rivederlo.
A dire la verità non mi aspettavo di vederlo con una ragazza, per questo fa tanto male.
Mi sento come se avessi tradito me stessa, e forse in parte è così. Ho tradito l’amore non rivelando a Jake i miei sentimenti per lui e ho tradito lui… beh, più o meno per lo stesso motivo.
«Posso fartele le congratulazioni adesso?»
Se prima avevo avuto il dubbio di trovarmelo alle spalle, beh, adesso, sono sicura al cento per cento che sia lui.
Come prima, cerco di non fuggire, davanti alla possibilità di fare finta di non aver capito che sta parlando con me, quindi, piano, mi volto e spero di non avere il mascara che cola e gli occhi rossi.
«Grazie» rispondo sorridendogli.
Dovrei anche dimostrarmi tranquilla adesso?! Oddio che impresa! Ma quando finisce questa giornata?!
«Ti…ti trovo bene» dice avvicinandosi. Beh, almeno la cosa positiva è che non sono l’unica a sentirsi in imbarazzo.
«Anche tu» rispondo e mi volto per scorgere nelle vicinanze un taxi.
«Come mai stai andando via?» chiede.
«Sono stanca e poi domani devo iniziare ad impacchettare le mie cose»
«Ti trasferisci?» chiede sorpreso.
«Già» rispondo semplicemente.
Basta, vi prego. Dei di qualcosa, che ve ne state nel vostro bel monte, abbiate pietà di me. Fulminatelo, o fulminate me, ma fate qualcosa!!
«New York?» chiede ancora.
«Si» rispondo sorridendo.
«Pensavo ritornassi qui dopo la laurea»
E per fare che? Per guardare te e la tua dolce metà amoreggiare in ogni angolo della città? No, grazie!
«No. Non c’è nulla per cui valga la pena di restare, quindi me ne ritorno a casa mia»
«E la tua famiglia?»
«Verrò a trovarli ogni tanto» rispondo brusca.
«Non sei tornata quest’anno per le feste» dice all’improvviso cambiando argomento.
«E’ vero»
«Perché?» chiede.
«Jake, dobbiamo parlare di questo? Anzi, dobbiamo proprio parlarne?»
«Scusami, non volevo essere invadente»
«Non è questo, non lo sei, ma non mi va di parlarne»
«Lo capisco. Non preoccuparti»
Quella era stata l’ultima cosa che avevo sentito da lui. Prima di salire sul taxi, l’ho salutato con un semplice “Ciao” e lui si è limitato ad alzare la mano.
Tutto questo probabilmente non sarebbe successo. Probabilmente adesso avrei potuto vivere la mia vita con lui ed essere felice, perché sicuramente lo sarei stata.
Avrei davvero potuto essere felice ed innamorata.
Adesso sono soltanto innamorata e di certo non sono felice.
E di chi è la colpa di tutto ciò?! Mia, lo so! È per questo che me ne vado a New York. Così ognuno vive la sua vita e almeno io non penserò a lui o avrò la costante paura di trovarmelo sempre per strada.
Ma chi voglio prendere in giro?!
Io penserò sempre a lui, accidenti!!
Come si fa a dimenticare qualcuno che si ama?
Come posso riuscirci che la mia testa ruota ventiquattro ore su ventiquattro intorno a lui?!
Continuo a ripetermi che tutto questo prima o poi passerà, ma quando?!
Quando non sentirò più quella fastidiosa fitta al petto che ogni mattina mi fa scoppiare a piangere?
Quando non sentirò più la sua mancanza in giro per casa, nonostante lui non sia mai stato qui.
Quando smetterò di sentire il suo profumo? Quando lo dimenticherò?!
Mai, mi dice la vocina dentro di me.
Mai. Mai. Mai. Mai.
Lancio un urlo e mi copro di nuovo la testa con il cuscino, sbattendo ripetutamente i piedi sul materasso.
Senza nemmeno accorgermene scoppio a piangere, mentre qualcuno sta bussando alla porta della mia camera.
«Che vuoi?!» chiedo antipatica. Sono sicura che non è Sean. Lui sarebbe entrato.
«Natalie?»
Riconosco la voce di Alec.
«Non voglio parlare con te» mormoro.
«Perché no?»
«Perché tu mi ricordi Jake» confesso scoppiando a piangere.
«Mi ha detto che avete parlato»
«Alec, NO!! Non voglio che mi parli più di lui! È fidanzato. Ormai è finita. Io domani me ne ritorno a New York. Non voglio più stare qui»
«Ma così soffrirai di più»
«Stare qui, vederlo quasi sempre, vederlo con lei, questo mi fa soffrire di più. New York potrà farmi solo del bene»
«Avete provato a parlarne?»
«E di cosa dovremmo parlare? Che gli dovrei dire? Ah, sai Jake, scusa se non te l’ho detto a tempo debito, ma ti amo. No, non mi umilierò a tal punto. Domani me ne vado e addio»
«Non ti umilierai Natalie»
«Si, invece. Lui non è più innamorato di me, vorrei ricordarti»
«E’ questo che ti impedisce di confessare a lui i tuoi sentimenti?»
«Non è un motivo abbastanza valido?»
«Beh, no!»
Lo guardo sconvolta. «Non voglio più parlarne»
«Natalie»
«No, Alec. Non voglio parlare di lui. Basta!» scoppio a piangere nascondendo la testa sotto il cuscino. Se non me ne andrò il prima possibile questa città mi distruggerà.
 
Quattro mesi dopo…
 
Sono esattamente quattro mesi, due settimane e cinque giorni che non vedo Jake.
Alec mi ha detto più volte di chiamarlo, ma sapevo che non sarebbe stato giusto nei suoi confronti, quelli di Jake, e che io ne avrei sofferto di più sentendo la sua voce senza poterlo avere al mio fianco.
Ormai quel che è fatto è fatto e non posso tornare indietro. Vorrei, ma non posso.
«Devo dirti una cosa» mi dice Sean al telefono. Io sto per ritornare a casa dopo una giornata più che spossante in palestra.
No, non faccio palestra, ma sono la consulente alimentare per delle ginnaste. Per loro è importante seguire una sana e corretta alimentazione, quindi questo posto mi è sembrato perfetto per me. Mi tiene la mente molto impegnata, perché mi occupo anche di qualche caso singolo che non ha niente a che vedere con le ginnaste.
Tornando a Sean, mi ha chiamata proprio mentre scendevo dal taxi «Che devi dirmi?» chiedo cercando di non fargli notare la mia irritazione.
Sean si è trasferito a Richmond dopo la laurea e con un’amica che ha conosciuto una sera in un pub, Kimberly, ha preso casa e adesso lavorano insieme in uno studio medico. Sean ha presentato Kimberly ad Alec e adesso loro due stanno insieme da un po’ di tempo.
La cosa che mi infastidisce di tutta questa storia è che lui saprà tutto di Jake, vivendo nello stesso quartiere. E se Sean sa tutto riguardo Jake, questo vuol dire che le informazioni, volente o nolente, arriveranno anche a me. A me che avevo chiesto chiaramente di non nominarmelo più, ma ormai me lo fanno tutti di proposito, quindi sto sviluppando una specie di anticorpo contro Jake!
Che divertente…
Entro nel palazzo e mi dirigo verso le cassette della posta. Di solito è sempre pubblicità, così mentre Sean blatera, io ispeziono la posta.
Ma una cosa in particolare cattura la mia attenzione. Qualcosa che non mi sarei mai e poi immaginata. Non adesso.
Smetto di non ascoltare Sean e gli chiedo «Che dovevi dirmi?» Velocemente entro nell’ascensore e premo il tasto del mio piano.
«Ecco, vedi…»
È in difficoltà, quindi è la stessa cosa che ho appena scoperto!
Quando sono dentro il mio appartamento, butto tutto sul divano e mi chiudo in camera, aprendo la busta.
«Sean, non occorre che tu dica nulla» mormoro estraendo il cartoncino beige dalla busta.
«No? Hai capito cosa voglio dirti?» chiede sorpreso e forse anche molto sollevato.
Purtroppo si!
 
 
 
   
 
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