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Autore: Felix_    31/08/2012    1 recensioni
- 1° CAPITOLO RIVISTO E MODIFICATO -
“Però ragazze, la sapete la storia che si dice in giro sulla casa dei Price..” disse un po spaventata.
“Oh andiamo, è una vecchia storia che si dice in giro per tenere lontane le persone da quella casa, tutto qui” rispose Kate che non credeva ad una virgola di quella storia.
In giro si diceva che quella casa – più che casa era meglio definirla villa del 1700 – fosse infestata da una presenza e che i Price fossero stati uccisi da questa fantomatica cosa.
Prima della loro morte la gente li ritenne impazziti per via della vecchiaia, poiché andavano in giro per il paese a spaventare tutti, dicendo che nella loro casa viveva questo essere e che non riuscivano più a vivere in pace. Nessuno prestò attenzione a quello che andavano a dire in giro… quando un giorno la domestica trovò i loro cadaveri in casa. Molti pensano che siano stati stroncati da un infarto, ma gli idioti più totali pensano che sia stata la fantomatica presenza.
La signora e il signor Price furono seppelliti nel mausoleo di famiglia, che si trova nel giardino sul retro della villa.
Così la dimora cominciò il suo declino..
Genere: Drammatico, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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BOOGEYMAN
CAPITOLO SEI - SOULMATE



Rose si aggirava sola per la cantina che le sembrava un labirinto, con in mano solo una torcia che non faceva molta luce; certo quella le era sembrata la scelta peggiore, ma siccome dava per scontato che Cindy e Sarah non ci sarebbero mai andate aveva optato per andarci lei stessa.
L’aria là sotto le sembrava più fredda, quasi pesante.
Un po’ strano, dato che erano quasi a fine maggio e il caldo si faceva già sentire.
Stava camminando su un lungo corridoio e i suoi passi rimbombavano sempre più in quel silenzio tombale, tanto che le sembrava di fare un chiasso atroce, quando notò una porta completamente spalancata alla sua sinistra.
Un po’ insospettita si addentrò all’interno della stanza, non sapendo quello che l’avrebbe aspettata.


Cindy e Sarah sembravano un unico corpo talmente si erano attaccate per la paura.
Cindy sembrava letteralmente un polipo, attaccava i suoi tentacoli sul braccio destro di Sarah quasi per aggrapparsi a un po’ del suo coraggio, se si poteva definire tale.
“Cici, sento qualcosa dietro di noi, come se qualcuno ci seguisse: è inquietante” sussurrò Sarah all’orecchio dell’amica che si voltò subito per controllare.
Puntava con mano tremante la pila lungo il corridoio appena attraversato, non vedendo nulla a parte i mille quadri appesi sulle pareti.
“Magari, magari è solo la paura che ti gioca brutti scherzi, non trovi? O magari è entrato un gatto randagio ed è finito qui vicino a noi!” cercò di trovare una soluzione plausibile per Sarah, ma più altro cercava di convincere se stessa che era tutto okay.
“Ma Cindy tu sei più fifona di me, andiamo te la stai facendo letteralmente sotto! Smettila di raccontare balle” la ragazza era ancora con gli occhi spaventati dalla paura.
“E se ci fosse qualcosa in questa casa? Qualcosa in cui fino ad’ora nessuno ci ha mai creduto? Tipo.. un demone?” continuò a Sarah, intenta a farsi viaggi mentali terribili.
Cindy le strinse la mano e automaticamente si guardarono negli occhi: terrore allo stato puro scorreva nelle loro vene, nel loro sangue, si rifletteva nei loro occhi chiari come l’acqua.
Dopo un attimo cominciarono a strillare come due pazze e presero a correre e a correre per la casa, cercando un posto sicuro per nascondersi da quella ‘presenza’ che sentivano.
 
 
Mary e Sophie camminavano fianco a fianco nella cantina, sopra la loro testa scorrevano una marea di tubature che tiravano dritto davanti a loro.
Nessuna delle due aveva ancora aperto parola da quando avevano cominciato a camminare, per questo tra loro era sorta un’aria di nervosismo palpabile come un muro cementato che si presenta davanti al proprio naso.
“Senti..Mary..mi dispiace per prima, per averti urlato contro. E’ stata la rabbia e i nervi a fior di pelle di poco fa che mi hanno fatto dire quelle cose, insomma, mi dispiace davvero” ammise Sophie guardando in faccia per poi tornare a guardare davanti a se e a farsi luce con la torcia.
Improvvisamente si sentì la luce della torcia di Mary in pieno volto e chiuse gli occhi per il fastidio.
“Scusami tu Sof, la mia mania di comandare sempre tutti ha avuto quel che si merita” disse ironicamente, facendole ridere tutte e due.
“Amiche come prima?” domandò Sophie, dandole il suo mignolo.
Mary, continuando a camminare, le diede il suo mignolo e lo strinsero a vicenda.
“Amiche come prima” confermò Mary, sorridendole teneramente.
“Meno male che abbiamo chiarito, non ce la facevo più con tutto quel silenzio che ci circondava, non so te ma io avevo i brividi” riprese Sophie che questa volta si scaldò le braccia sentendo un leggero velo di freddo avvolgerla.
“Già, anche io..ma credo che il silenzio non c’entri nulla questa volta” disse scettica, guardandosi intorno mentre anche lei si scaldava le mani.
Dopo aver svoltato una curva si ritrovarono sulla sinistra una porta spalancata.
Si guardarono sospettose negli occhi e poi con un lievissimo annuire del capo di entrambe, entrarono nella stanza.
“Rose, che ci fai qui?” domandò Mary appena varcò la soglia di quella stanza, non facendo caso a quello che le stava intorno.
La ragazza non le rispondeva, rimaneva in piedi impalata come uno zombie a fissare dritto davanti a se.
“Hey, Terra chiama Rose, mi senti?” disse nuovamente Mary, passandole la mano davanti al viso più e più volte.
Niente di niente. Era come se fosse incantata da qualcosa, oppure scioccata.
Sophie, che fino a quel momento era rimasta sulla porta, si avvicinò lentamente prendendo il viso di Mary tra le mani e facendolo ruotare alla sua destra, dove stavano guardando entrambe.
Spalancò gli occhi e per un attimo temette che gli uscissero fuori dalle orbite.
Davanti a loro, una lastra di vetro dall’apparenza molto spessa, divideva le tre ragazze da Alex e Kate.
Si avvicinò, e con le mani prese a bussare più che poteva, cominciando a urlare come una disperata, invano.
Alex e Kate probabilmente non sapevano nemmeno dell’esistenza di quella vetrata, ovviamente.
Sophie e Rose si erano riprese dallo stato di shock in cui erano cadute, cominciando a camminare velocemente nella stanza, avanti e indietro.
“Okay, le abbiamo trovate. Abbiamo fatto un bel passo avanti ragazze, ma ora come facciamo a farle uscire da lì?” disse Rose appoggiando le mani sulla vetrata.
“La cosa migliore da fare è cercare in giro, magari troviamo una chiave..un qualsiasi cosa che serva a noi, giusto?” disse Sophie. Annuirono tutte e con le loro torce sottomano cominciarono a cercare qualunque cosa.
 
 
“E ora che facciamo Cici?” chiese terrorizzata Sarah, con il singhiozzo e le lacrime agli occhi, stringendole il braccio fino a bloccarle la circolazione.
“Mi stai facendo male così, stupida! Comunque non ne ho la più pallida idea. Direi di stare qui finché non troviamo un piano o una soluzione va bene?”
Sarah annuì velocemente e si zittì.
Durante la loro corsa erano entrate in una delle tante stanze che tappezzavano la villa e si erano nascoste dentro una cabina armadio.
Si appoggiarono l’una sulla spalla dell’altra e la stanchezza e lo sfinimento cominciavano a farsi sentire, così chi prima e chi dopo si addormentarono, incuranti che la ‘presenza’ dalla quale erano scappate era lì accanto a loro.
 
 
“Ragazze, ho trovato qualcosa!” urlò Rose, richiamandole sventolando una mano all’aria.
“E’ un microfono?” chiese Sophie curiosa.
“Si, credo sia uno di quei microfoni che ti permette di parlare attraverso delle casse poste in varie stanze” disse Mary ben informata: suo padre era un elettricista e in più gestiva un negozio di articoli elettronici, ci capiva qualcosa.
“Un momento..magari possiamo comunicare con Kate e Alex!”continuò Mary, ad un tratto euforica.
“Sei sicura che funzioni? Voglio dire, la casa è abbandonata da un bel po’ di anni e l’elettricità qui non funziona, magari non vanno” disse Rose, commentando con un po’ di scetticismo.
“Non lo sapremo mai finché non lo proviamo” disse Mary, prendendo in mano il piccolo microfono.
Guardò sul fondo e accese un pulsantino per accenderlo, incrociando le dita.
Andava, una piccola luce rossa confermava che andava.
Le ragazze tutte gioiose fecero silenzio dopo un grido di gioia, per permettere a Mary di provare a parlare a Kate e Alex.
“Ragazze, mi sentite?” Mary si era avvicinata al microfono e con un lieve sobbalzo si fece sorpresa a constatare che le casse erano poste non solo nella stanza dopo la vetrata, ma apparentemente in tutta la casa.
Alex e Kate improvvisamente si voltarono in direzione delle casse che stavano all’interno di quella stanza.
“Mary, sei tu? Dove sei?” chiese Kate allarmata, continuando a guardarsi in torno.
“Si sono io, sono proprio davanti a te. C’è una vetrata molto spessa che ci divide e Rose ha trovato un microfono, abbiamo pensato che potevate sentirci” disse Mary contenta di essere riuscita a comunicare con le sue amiche.
Kate stava già per fare un passo in avanti, in direzione di Mary, quando Alex la prese per un polso e l’attirò a se balbettando qualcosa al suo orecchio. Poi Kate la guardò e annuì.
“Come facciamo a sapere che sei veramente Mary? Devi dimostrarcelo” disse questa volta Alex, gonfiando il petto di orgoglio e coraggio.
Mentre Mary stava già per aprire bocca per rispondere, Sophie le prese dalle mani il microfono e cominciò a parlare.
“Alex, sono Sophie. Qua ci siamo io, Mary e Rose. Sarah e Cindy sono andate in giro per la casa a cercarvi, eravamo tutte in giro a cercarvi. Siamo veramente noi, cosa dobbiamo fare per farvelo capire? E poi perché dovreste pensare che non siamo realmente noi?”
Kate continuò, non badando ad Alex che le diceva di non avvicinarsi.
Arrivò davanti ad un muro e toccò la parete.
Era sorprendentemente liscia, ma non liscia come una parete, liscia come..una vetrata.
Appoggiò le mani su di essa e cominciò a tirare pugni all’impazzata, nel vano tentativo di rompere il vetro.
Alex si avvicinò a Kate e riprese a parlare mentre le massaggiava le nocche ferite.
“Perché qui ragazze, in questa casa, c’è qualcosa che non avremmo dovuto risvegliare. L’abbiamo sentito, era qui maledizione, era qui! Mi vuole uccidere” disse Alex con gli occhi lucidi, troppo orgogliosa e fiera di se per piangere.
“Credo che..voglia la mia anima, in qualche modo” continuò Alex, abbassando gli occhi e asciugarsi velocemente una lacrima fuggitiva.
In quel momento Kate l’abbracciò per rassicurarla, fregandosene delle sue nocche, per dirle che lei era lì e che non l’avrebbe mai lasciata.
Kate le si avvicinò e le sussurrò piano, come una ninna nanna.
“Hey Alex, siamo migliori amiche dall’inizio dei tempi, l’unica che può fregarti l’anima sono io, chiaro? Non permetterò che un..un..” si bloccò, non sapendo come chiamare quella ‘presenza’, ma poi continuò.
“Quello che voglio dire è che finché avrai me e le altre al tuo fianco, nessuno potrà farti del male. Sono la tua anima gemella, ricordi?” concluse con un sorriso pieno di lacrime sul viso.
Alex la guardò e le asciugò le lacrime dolcemente, come si fa con i bambini.
“Certo, anima gemella per la vita giusto?” disse ricambiando il sorriso e riabbracciandola di nuovo.
“Per la vita” confermò Kate stritolandola a se.
“Ehm..c’è qualcuno nella casa vuoi dire? Un..assassino?” Sophie interruppe l’atmosfera con le sue solite entrate.
“Peggio” disse Kate che intanto si era seduta sul pavimento.
“Non sappiamo cosa sia in verità, ma non è umano. Lo so di certo che non lo è. “ aggiunse Alex, guardando verso di noi senza vederci.
Le tre ragazze la guardarono fissa per un momento..spalancando gli occhi e la bocca sentendo poi un enorme boato, simile ad un urlo, provenire dai piani superiori.







NOTE DELL'AUTRICE

Hey gente! Scusate l'enormissimo ritardo ma sono stata impegnata con lo studio per il recupero..
Bando alle ciance, come vi è sembrato il capitolo? 
Fatemi sapere al più presto mi raccomando! 

Baci, Felix_
   
 
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