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Autore: Ema_puffetta    31/08/2012    1 recensioni
Roberto Di Stefano capitano dei carabinieri, vivo in Sicilia con mia sorella Stella.
Una sera il mio generale mi chiama per dirmi che mi ha affidato un'operazione
molto importante e che ci dobbiamo trasferire a Roma subito. Io e mia sorella partiamo,
anche se lei non vuole perchè deve lasciare tutti i suoi amici,la capisco ma devo farlo è per lavoro.
Arriviamo a Roma e mia sorella va da mia zia, fin quando io non ho portato a termine l'operazione.
Iniziamo a lavorare dal primo giorno, e arrestiamo subito il primo Camorrista, ma lui non vuole parlare,
non dice nulla di dove si trova i suo capo Partan, un mafioso che ha ucciso 50 persone compreso i miei genitori.
Così decidiamo di seguire le tracce del figlio che lavora in una palestra e scopro che assieme a lui c'è...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Non-con
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Capitolo 1
Il trasferimento
è sera e sono appena tornato dalla caserma,sto andando a prendere mia sorella Stella da una festa di compleanno di un suo amico. Parcheggio ed entro in un locale sembra una discoteca, c'è una musica assordante non si riesce a parlare da un centimetro di istanza, le luci troppo forti e un sacco di gente che balla beve e urla. Mi avvicino ad un ragazzo per chiedere se ha visto Stella lui mi dice che è seduta su un divanetto più avanti del bancone,lo ringrazio e vado a prendere Stella.
Io:" Stella forza andiamo è tardi sono le 2"
Stella:" uffa ho diciannove anni non sono una bambina e poi adesso inizio a divertirmi"
Io:" per favore è tardi e poi devo dirti una cosa importante, su sbrigati"
Stella:" va bene saluto tutti e arrivo"
Io:" va bene però sbrigati ti aspetto in macchina".
Esco da quel locale finalmente, non so come i ragazzi ci fanno a stare li dentro con tutta quella musica a palla è insopportabile. Salgo in macchina e aspetto Stella. Sono passati già dieci minuti ma nulla ancora non si vede,la chiamo ma non risponde rifiuta la chiamata. Aspetto un altre e cinque minuti con la speranza che si muove,finalmente si decide ad uscire e sale in macchina.
Io:" menomale che ti ho detto di fare subito"
Stella:" ne sono tanti un po' di pazienza"
Io:" va bene, comunque domani mattina ci trasferiamo a Roma"
Stella:" come sarebbe a dire ci trasferiamo a Roma? e poi perché scusa? per caso non stai più bene qui in Sicilia?"
Io:" si ci trasferiamo hai capito bene, non perché stamattina mi sono svegliato e ho deciso così, ma sono andato a parlare con il generale e mi ha affidato un caso molto importante che siamo seguendo da anni non posso dirti nulla di più"
Stella:" ah certo dimenticavo capitano Roberto di Stefano, tu hai sempre missioni importanti da portare a termine, e tua sorella? beh certo io non conto nulla perché a te non ti importa che devo lasciare tutti i miei amici? e poi dove andiamo?"
Io:" lo so che è dura, ma puoi farcela e comunque poi appena porto a termine questa operazione torniamo te  lo prometto, eh tu vai da zia, perché io non sto a casa, dormirò in caserma"
Stella:" ah non torni nemmeno a casa bene, e io dovrei andare da zia? eh no è per favore questa volta no"
Io:" lo so Stella lo so, ma cerca di capirmi non posso rinunciare, dai ti prego non ti costa nulla e poi faremo i turni qualche volta verrò a trovarti e tu verrai a trovare me ma ogni tanto eh raramente"
Stella:" eh va bene mi hai convinta, adesso anche se sono a pezzi torno a casa e preparo le valige, certo che con quei tuoi  occhi azzurro-verde mi riesci sempre a convincere eh? ti voglio bene fratellone"
Io:" anche io ti voglio bene sorellina grazie per avermi capito"
Torniamo a casa sono le 3.00 di notte, ma non posso andare a dormire devo preparare le valige, e prendere tutto cimici e microspie, mentre preparo le mie cose, ma suonano alla porta. Prendo la pistola chi può essere a quest'ora? Apro delicatamente la porta, mi trovo d'avanti Umberto, il mio migliore amico non che un gran collega, ci siamo arruolati assieme, lui è il re di Capri, li lo conoscono tutti come il "don Giovanni " è un bellissimo ragazzo, occhi azzurri, capelli un po' lunghi neri e un fisico da paura, è simpaticissimo ed ha un cuore immenso da ragazzo mi stava sempre vicino qualunque cosa facevo, mi toglieva sempre dai casini più che un amico lo considero mio fratello.
Io:" e tu cosa ci fai qui?"
Umberto:" e così mi lasci solo"
Io:" non sei solo c'è Francesco Ricciuto con te"
Umberto:" sono solo, sono solo.
Io:" tranquillo non parto mica per l'America"
Ci abbracciamo e poi Umberto si chiude la porta alle sue spalle.  Finisco di preparare le ultime cose, vado a svegliare Stella che sicuramente si è addormentata.  Vado in camera sua, e infatti dorme. Resto a fissarla è bellissima,i suoi capelli lunghi neri, il suo viso delicato e quegli occhi neri come la pece, è dolcissima anche se a volte ha un caratterino niente male, mi dispiace portarla via di qui, ma purtroppo devo farlo, so che soffrirà molto è molto debole di carattere anche se non sembra. Cavolo com'è cresciuta, ricordo ancora quando mamma e papà ci hanno lasciati mentre papà era di turno, e mamma lo è andato a trovare ma purtroppo a papà e la sua squadra quei maledetti gli avevano scoperto, e lui per proteggere lei si fece sparare, ma poi spararono anche lei qui bastardi.  Stella aveva solo 6 anni, era così piccola indifesa, e guardala adesso com'è cresciuta. Metto i pensieri e le riflessioni da parte e la sveglio delicatamente.
Io:" Stella svegliati, è ora dobbiamo partire"
Stella:" hum si arrivo, scusa mi sono addormentata mentre preparavo le valige"
Io:" tranquilla è normale è presto sono appena le 5.00 di mattina.
Stella:" cavolo credevo che era più tardi, va bene non fa nulla metto le valige in macchina"
Io:" no ci viene a prendere una pattuglia, aspettami fuori io intanto chiamo zia"
Stella:" va bene ti aspetto li"
Prendo il telefono e chiamo zia.
Io:" pronto zia? ciao sono Roberto, senti siccome io mi devo trasferire a Roma  per lavoro mica Stella può stare da te?"
Zia:" ciao Roberto, si certo non ci sono problemi la vengo a prendere io?"
Io:" si grazie zia per favore, la vieni a prendere d'avanti la Stazione dei carabinieri?"
Zia:" certo fammi sapere solo a che ora arrivi"
Io:" zia penso che noi alle 11.00 siamo li"
Zia:" va bene allora ci vediamo li alle undici"
Io:" grazie zia a dopo ciao"
Chiudo la chiamata con zia, vado a prendere le valige ed esco fuori, la pattuglia è già arrivata.
Saliamo in macchina e andiamo all'aeroporto. Stella sta sempre con il telefono in mano, è velocissima a scrivere quei messaggi, non so come fa io non sono così veloce, o forse perché sono abituato ad usare solo gli auricolari. Dopo circa una mezz'oretta arriviamo. Scendiamo e andiamo a prendere l'aereo. Abbiamo dei posti riservati.
Stella:" certo che non hai spiccicato una parola da quando siamo partiti"
Io:" si scusa hai ragione, e che sono solo un po' sopra pensiero"
Stella:" come sempre d'altronde, non so di cosa si tratta ma andrà tutto bene sono sicura che porterai a termine anche questa missione"
Io:" non posso dirtelo, non perché non voglio ma perché è meglio così fidati se ti dico qualcosa saresti in pericolo, e comunque lo spero anche io che questa volta riusciamo a portare a termine questa missione sono anni che ci fottono quei maledetti bastardi adesso è arrivato il momento di fottergli noi"
Stella mi guarda non mi dice una parola, non è spaventata ma solo preoccupata per me, gli si legge negli occhi, che cavolo sto facendo me la sto riprendendo con lei che non centra nulla, sto sfogando tutta la mia tensione su di lei, sto facendo una cazzata assurda.
Io:" scusa Stella non volevo angosciarti con questa storia, è solo che sto un po' nervoso ma tu non centri nulla tranquilla, e scusa se per un attimo me la sono ripreso con te"
Stella:" non ti preoccupare ti capisco, figurati anche io quando sto incazzata me la riprendo con chiunque mi capiti d'avanti e tu ne sai qualcosa, adesso una volta che ti sfoghi con me non succede nulla anche perché tu sei sempre così calmo non so come fai siamo gli opposti"
Io:" eh si hai ragione, ma è meglio che mantengo la calma fin da adesso, e poi lo sai ho un carattere tranquillo fin quando non mi fanno davvero girare le palle"
Stella:" si lo so, ti conosco fin troppo bene, ah ma una domanda perché non hai la divisa?"
Io:" io la divisa? ma mi ci vedi con quella cosa addosso, e poi sto molto più comodo senza e do meno nell'occhio e poi non credo che vuoi farti vedere in giro con uno sbirro"
Stella:" beh in effetti hai ragione, non ti dona quella divisa, per quanto riguarda un fratello carabiniere lo sanno tutti i miei amici ormai, ti voglio bene per ciò che sei e poi penso che sia fico, anche perché tu sei bellissimo, tutte le miei amiche ti sbavano dietro, con i tuoi occhi azzurri - verdi i tuoi capelli neri come la pece e il tuo fisico scolpito come si fa a non venirti dietro , ma sei sempre mio fratello quindi gai a chi ti tocca"
Gli sorrido dolcemente, l'abbraccio e le do un bacio sulla fronte. Restiamo abbracciati per un bel po' di tempo e così mi addormento assieme a lei. Mi sveglio e vedo che siamo quasi arrivati. Mi sgranchisco e chiamo anche Stella.
Io:" Stella svegliati siamo quasi arrivati"
Stella:" cavolo ma quanto ho dormito?"
Io:" quasi per tutto il viaggio, ma hai fatto bene non avevi dormito nulla,dai prendi le valige siamo arrivati"
Prendiamo le valige e scendiamo dall'aereo, ad aspettarci una pattuglia. Saliamo in macchina, Stella è un po' imbarazzata gli si legge in viso.
Agente:" benvenuto capitano io sono l'agente Domenico Nannini a vostra disposizione"
Io:" comodo agente, grazie"
Agente:" dove la porto capitano?"
Io:" alla stazione dei carabinieri grazie, ah e dammi del tu"
Proseguiamo dritto per la caserma, Stella non dice una parola nemmeno se la paghi, ha trovato rifugio di nuovo nel suo telefono. Arriviamo alla stazione circa dopo una mezz'ora. Scendiamo e aiuto Stella con le valige, la macchina della zia già è arrivata. Stella mi guarda con lo sguardo spento era triste,la capisco non è facile stare dietro ad un fratello carabiniere ma lei lo sa perché lo faccio per vendicare nostro padre ucciso da dei maledetti camorristi mentre stava facendo un'operazione per arrestargli, mi dispiaceva lasciarla ma devo farlo.
Io:" dai non fare quella faccia, non vado mica di Africa sto qui a Roma ci vediamo ogni tanto"
Stella:" si certo come no, non sono una bambina certe cose so come vanno a finire"
Io:" te lo prometto ci vediamo presto parola di sbirro, anzi no di tuo fratello"
Stella:" va bene mi fido e ricordati che me l'hai promesso, ti voglio bene fratè"
Io": fai bene a fidarti, ti voglio bene anche io sorellì"
L'abbraccio forte e poi aspetto che sale in macchina di zia.


*-* spazio autrice
Ciao ragazzi, premetto questa è la prima storia che pubblico, non sono molto esperta infatti sto facendo un sacco di pasticci
comunque spero che leggerete la mia storia e che vi piaccia un bacio a tutti :*
 

 
 
 
 
 
  
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