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Autore: _nichlillian    31/08/2012    3 recensioni
Questa storia parla di ritorni. Il ritorno dei genitori di Hermione, che andrà a prenderli in Australia con Ron, e il ritorno dei Dursley a Privet Drive.
Dal testo:
I suoi genitori non ricordavano di avere una figlia e probabilmente si erano ricostruiti una vita; come avrebbe fatto ad imporre loro di nuovo la sua presenza?
Probabilmente erano felici, avevano degli amici e partecipavano alle cene del quartiere.
[...]
Anche questo provocava l’ira di Vernon, che diceva che per colpa di Harry (come al solito) la sua famiglia era diventata tutta matta.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Dursley, Harry Potter | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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RITORNI

"Now we're back to the beginning
It's just a feeling and no one knows yet
But just because they can't feel it too
Doesn't mean that you have to forget"
[The Call, Regina Spektor]


Vedere Ron Weasley su un aereo babbano era un evento quanto mai strano. In fondo che bisogno aveva di viaggiare con un aereo, quando aveva la sua scopa volante?
Ma l’aveva fatto per Hermione. Dopo la guerra aveva deciso di andare a cercare i suoi genitori in Australia e pensava che sarebbe stato più sicuro viaggiare come un semplice Babbano.
All’inizio lei aveva stabilito che sarebbe partita da sola, ma dopo l’insistenza di Ron lo aveva accettato come accompagnatore. In fondo lo sapeva anche lei (ma non lo avrebbe mai ammesso) che aveva bisogno di lui.
 
Hermione stringeva convulsamente la mano di Ron, che si guardava attorno incuriosito.
<< Quindi questo aereoflono è come una scopa volante gigante? >> domandò il ragazzo.
<< Aeroplano, Ron. Comunque sì, solo che non funziona con la magia >>
Ron sgranò gli occhi. << Ma come fa a volare, allora? >>
<< Ron, è troppo complicato da spiegare. Se vuoi appena arriviamo in Australia ti compro un libro sugli aerei >>
Mentre i due parlavano, l’aereo prese velocità e si innalzò in volo. Provocando un fischio di ammirazione da parte di Ron e una stretta ancora più convulsiva della mano del ragazzo da parte di Hermione.
Naturalmente non aveva paura di volare, era andata così tante volte in aereo con i genitori, ma era preoccupatissima di quello che avrebbe trovato arrivando a Sydney. I suoi genitori non ricordavano di avere una figlia e probabilmente si erano ricostruiti una vita; come avrebbe fatto ad imporre loro di nuovo la sua presenza?
Probabilmente erano felici, avevano degli amici e partecipavano alle cene del quartiere.
 

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Una famiglia che di certo non era felice, era la famiglia Dursley. Dopo che avevano dovuto abbandonare in fretta la loro casa, e il destino dei Babbani era incognito, non avevano avuto un momento di pace.
Vernon aveva continuato per tutto il tempo a insultare Harry, la magia, Harry ,tutta la comunità magica e Harry, il povero ragazzo era la persona peggiore del mondo, a detta dello zio.
Petunia non proferiva parola,  era diventata silenziosa e da quando si erano trasferiti non aveva nemmeno una volta cercato di spiare i vicini. Era distratta e spesso non puliva completamente il pavimento,  lasciando le macchie di cioccolato di Dudley (che di recente aveva iniziato a mangiare più di prima) e provocando l’ira di zio Vernon.
Dudley nonostante avesse aumentato le dosi giornaliere di cibo (visto che zia Petunia aveva la testa troppo altrove per preoccuparsi della sua dieta) non ingrassava. Probabilmente questo era dovuto al fatto che passava la maggior parte del tempo camminando per la casa, senza nessuna meta precisa. Anche questo provocava l’ira di Vernon, che diceva che per colpa di Harry (come al solito) la sua famiglia era diventata tutta matta.
Quella mattina era tutto normale, più o meno; in pratica normale negli standard che la famiglia aveva nell’ultimo anno, quando un gufo planò dentro casa, rompendo l’equilibrio familiare.
Fosse stato per zio Vernon, la lettera che il gufo aveva nel becco sarebbe finita direttamente nel camino spento; ma zia Petunia fu agile nel prenderla al volo e iniziò a leggere ad alta voce.
 
Cari zia Petunia, zio Vernon e Dudley,
Sono felice di dirvi che siete al sicuro, Voldemort è stato sconfitto e potete ritornare a Privet Dirive. Domani alle tre del pomeriggio sarò davanti al numero 4, credo che abbiamo alcune cose di cui parlare.
Con affetto,Harry.
 
Petunia per la felicità scoppiò a piangere. Corse ad abbracciare Dudley e Vernon e disse: << Siamo salvi, torniamo a casa >>
 

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Hermione e Ron erano scesi dall’aereo, si erano sistemati nell’albergo e, finalmente, si trovavano davanti alla casa bianca che apparteneva ai signori Granger.
Si tenevano per mano e rimanevano immobili a fissare le finestre aperte, dalle quali si riuscivano a intravedere alcuni stralci di vita quotidiana. La signora Granger stava cucinando e ascoltava della musica pop dalla radio; il signor Granger era affianco a lei, con davanti una patata e un coltello in mano, dava proprio l’impressione di uno che non aveva idea di cosa fare.
<< Papà aiuta sempre mamma a cucinare >> sussurrò Hermione con le lacrime agli occhi. << Ma è del tutto incapace, e alla fine fa sempre tutto mamma >>
Continuarono a guardare la scena, completamente assorti nei loro pensieri.
<< Come faccio, Ron? Sono così felici … >>
<< Sarebbero più felici se tu fossi con loro, ne sono sicuro >> rispose circondandole la spalla con un braccio.
<< Come facciamo a fare l’incantesimo? >> domandò la ragazza, assottigliando gli occhi mentre scavava nella sua mente alla ricerca di un’idea.
<< Hai un foglio e una penna? >> chiese Ron, con il sorriso di chi aveva appena avuto un’idea geniale.
 
Quindici minuti dopo Hermione e Ron stavano bussando alla porta dei coniugi Granger, con in mano un blocco di fogli nei quali avrebbero raccolto le firme per una petizione contro la costruzione di una discarica.
Ad aprire loro fu la signora Granger, con indosso un grembiule da cucina rosa e i capelli uguali a quelli di Hermione legati in una crocchia confusionaria. Li accolse con un sorriso caldo e chiese di cosa avevano bisogno.
Secondo quanto avevano programmato, Hermione avrebbe dovuto spiegare la faccenda della petizione, dire che era da ore che giravano sotto il sole e che nessuno aveva dato loro una risposta soddisfacente. E quindi avrebbero chiesto se potevano avere un bicchiere d’acqua.
Ma Hermione per la prima volta in vita sua, si era dimenticata tutto. Non riusciva a parlare e guardava sua madre con gli occhi spalancati.
Ron pensò sconsolato che avrebbe dovuto parlare lui, e le orecchie gli divennero rosse quando si rese conto che stava dialogando con la madre di Hermione.
Alla fine riuscirono ad entrare in casa, e lì veniva la parte difficile. Per evitare che i genitori in qualche modo dessero l’allarme avrebbero dovuto pietrificarli.
Mentre entrambi i genitori erano di spalle, Hermione tirò fuori la bacchetta.
<< Mi dispiace >> disse con la voce rotta, e pronunciò l’incantesimo.

 
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Harry non se lo sarebbe mai aspettato, ma i Dursley si presentarono alle tre in punto davanti al numero 4 di Privet Drive.
<< Ciao >> disse.
<< Ragazzo, finalmente quegli allocchi hanno fatto qualcosa. Ci hai fatto aspettare un anno intero! >>
Harry prese un respiro profondo e cercò di rimanere calmo, conosceva suo zio, ma aveva sperato che fosse in qualche modo cambiato.
<< Sapete che non tornerò a stare da voi >> iniziò.
<< Lo credo bene! >> ringhiò zio Vernon. << Dopo quello che ci hai fatto! >>
<< Papà! >> esclamò Dudley. << Harry ha cercato di proteggerci >>
La faccia dello zio divenne così rossa che Harry ebbe paura che potesse esplodere da un momento all’altro.
<< Grazie Big D. Comunque resterò per un po’ di tempo dal mio amico Ron, c’è bisogno d’aiuto dopo la guerra e … >>
<< Guerra? >> chiese zia Petunia e Harry si accorse che fino a quel momento non aveva aperto bocca.
<< Sì, zia. Ma ora è finito tutto. Stavo dicendo >> riprese, << che probabilmente mi comprerò un appartamento a Diagon Alley o a Londra … Se volete potremmo rimanere in contatto … In qualche modo >>.
Zia Petunia annuì e sorprese tutti chiedendo: << Vuoi una tazza di tè, Harry? >>
 

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La mattina dopo Harry si svegliò presto e scese in cucina per fare colazione. Mentre scendeva le scale della Tana, sentì Molly parlare concitatamente con qualcuno e appena riconobbe la voce del suo migliore amico, scese così in fretta che per poco non rischiò di cadere e rompersi un osso.
<< Ron! >> urlò e lo abbracciò velocemente. << Dov’è Hermione? Com’è andata? >>
<< Ehi, è andato tutto bene. Hermione ora è a casa con i suoi genitori, ho paura che dopo questa esperienza pianga per una settimana >> rise e poi continuò: << Tu invece? I tuoi zii? >>
Harry ci pensò su e poi rispose: << Penso sia andata bene. Mia zia mi ha offerto una tazza di tè, solo che non ne aveva in casa e ha costretto mio zio ad andare a prenderlo in negozio. Ho promesso di inviargli una lettera ogni tanto … >>
<< Quindi è finita bene >> concluse Ron.
 

Angolo autrice:

Eccomi qui con una nuova One-Shot. Spero che vi piaccia e che recensiate in molti, se leggete ditemi quello che pensate e non lasciatemi a tormentarmi senza che io sappia se è stata apprezzata o meno! Comunque vi ringrazio se siete arrivati fino a qui!
Un abbraccio a tutti, Nich

  
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