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Autore: Varda    31/08/2012    0 recensioni
quello che può fare la magia della musica
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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“E secondo te sono scesa fino qui per una visita di cortesia?” domandai seccata.

Per un attimo … per un istante grande come un granello di polvere pensai, o meglio sperai, che mi volesse baciare.

… meno male che non ha capito …

“Allora sbrigati! Quel bietolone di Thor non rimarrà svenuto per sempre … certo che più sono grandi e più rumore fanno quando cadono” sogghignò a quest’ultima battuta.

“Prima però io e te facciamo un patto” e incrociai le braccia sul petto.

“Non hai nulla che mi possa alletare …” e imitò la mia postura.

“Intendi dire che non ho nulla che ti possa interessare a parte la possibilità di farti lasciare il pianeta senza che nessuno se ne accorga?”

“Ora hai tutta la mia attenzione; sentiamo”.

“Primo: tu vai, il Tessaract ritorna ad Asgard con Thor” presi fiato “il mio regno ha da poco terminato una guerra … non e comincerà un’altra per colpa tua”.

… e mia …

“Secondo?” chiese alzando gli occhi al cielo.

“Lascerai in pace Alfheimr ” era duro da dire però sapevo che dovevo farlo “per sempre!”

“Considerando che ci sono altri otto regni a cui posso dare fastidio posso rinunciare a questo ridicolo pianeta … per ora!” mi fissò “altro?”

Oh non pensavo di chiedere qualcos’altro … una cosa in effetti ci sarebbe …

“Un ba … “dissi di getto senza pensarci troppo fermandomi giusto in tempo “no nulla”

Stupida! Ma cosa stavo facendo?

“Ho la tua parola per queste due condizioni?”

“Hai la mia parola, croce sul cuore” e si segnò il petto “devo fare altro per suggellare il nostro contratto? Sputarmi sulla mano e poi stringere la tua? O forse preferiresti un bacio?” domandò ridacchiando.

Spiritoso

“Va bene … va bene … mi fido” misi fine alla sua risata con una nota acuta che aprì la serratura della cella.

“Ben fatto strimpellatrice” si congratulò facendo scorrere la porta ed uscendo “ed ora come me ne vado da questo regno insulso?”

“Se non la smetti di offendere il mio mondo, te ne andrai grazie ad un mio calcio sul tuo sedere divino” gli risposi candidamente cercando di non farmi vedere mentre osservavo la parte tirata in causa.

“Senti senti la strimpellatrice si sta arrabbiando con me. Scommetto che sei ancora offesa per la storia del bacio, non è vero?”

“Ora stai esagerando e sto seriamente prendendo in considerazione l’idea di lasciarti di nuovo in mano al dio dei fulmini” continuai con la stessa intonazione di prima “ e poi è anche ora che tu smetta di chiamarmi –strimpellatrice-. Sono una principessa, te ne sei scordato?”

“E sia, principessa” disse facendo un inchino esagerato “Spero che tu abbia un piano per non far scoprire la mia evasione … principessa”.

Ma perché sembra che mi stia sempre prendendo in giro?

Mi feci vicino e gli sfilai il pugnale che aveva appeso alla cintura; con quello gli tagliai una ciocca di capelli che poi strinsi nel mio pugno.

“Ma che fai?” fece lui portandosi una mano alla testa.

“Vuoi andartene da qui o no?” lui annuì “allora soffia!” gli dissi mostrando il pugno sul quale soffiò come gli era stato ordinato.

“Stai creando un feticcio con le mie somiglianze?”

Dissi di sì con la testa.

“Ma soprattutto con il tuo marchio, così non ci saranno sospetti su di me o su qualcuno di qua; ora mi serve il tuo sangue”.

“Questo è meglio che lo faccia io … altrimenti rischio di ritrovarmi senza un dito o addirittura una mano” e si bucò la punta del dito.

Passai la ciocca tagliata sul sangue fresco e portai il tutto sulla branda della cella.

L’incantesimo non era tra i più semplici ed era importante che il suo sosia durasse almeno il tempo del viaggio da qui al regno degli dei. Poche note e il clone si manifestò sdraiato sul lettino.

“Non è la prima volta che lo fai a quanto sembra”

“E’stato uno dei primi canti che ho imparato da sola; così mi creavo dei compagni di giochi uguali ai bambini asgardiani” ricordai “però non duravano tanto. Questo dovrebbe resistere, come minimo, fino ad Asgard”

Mi rialzai e uscimmo dalla prigione; scavalcammo Thor addormentato e ci dirigemmo fuori nel parco del palazzo. Riuscimmo ad uscire indisturbati perché tutto e tutti intorno a noi erano intrappolato nel sonno più profondo, che solo con le prime luci del giorno, avrebbe cessato.

“Ora manca solo un’ultima cosa: la tua partenza”. 
   
 
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