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Autore: Sunny_Blue    31/08/2012    1 recensioni
Ciao a tutti! Questa raccolta vi accompagnerà, spero, fino ad ottobre 2012. Ogni mese posterò una storia, secondo il prompt datomi nell'ambito del contest "12 mesi di fanfiction" di BS.
Il titolo l'ho preso ispirandomi ad un'opera di Pirandello.
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1) HALLOWEEN - Una macabra ricorrenza
2) HALLOWEEN - Chi ha paura della casa infestata?
3) NATALE - Senza famiglia
4) "HO VISTO TANTE PERSONE CHE SE NE ANDAVANO" "E MAI NESSUNO è TORNATO INDIETRO?" - Coniglietti assassini e affinità elettive
5) PROPOSTA FINITA MALE - Una proposta per dire di... no
6) IN UN GIORNO DI PIOGGIA - Lacrime di pioggia
7) POTRANNO TAGLIARE TUTTI I FIORI, MA NON FERMERANNO MAI LA PRIMAVERA [NERUDA] - La principessa reclusa
8) INCONTRO - La promessa del domani
9) COMPLEANNO - Happy birthday, Mr. Weasley
10) "QUESTO CALDO MI STA SCIOGLIENDO IL CERVELLO" - Frammenti di una vita fa
11) HO SEMPRE AMMIRATO LE PERSONE CHE PARLANO CON GLI OCCHI PERCHé MI PAIONO PIù SVELTE A CAPIRE IL MONDO [CHABON] - L'innocenza del condannato
12) "NON HO VOGLIA DI PENSARE AL FUTURO. NON POTREMMO SEMPLICEMENTE GODERCI IL PRESENTE?" - Colpa del whisky
13) KISS THE RAIN [song] - Il destino nel nome
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Colpa del whisky

La storia è stata scritta per il 12 mesi di FF

Il prompt di settembre è:
"Non ho voglia di pensare al futuro. Non potremmo semplicemente goderci il presente?"





Personaggi: Draco Malfoy, nuovo personaggio
Rating: verde
Genere:
commedia

Introduzione: Draco Malfoy non ha voglia di pensare. Dopo tutto quello che gli è successo negli ultimi due anni, tutto quello che vuole è dimenticare per una sera i problemi, le responsabilità, anche la propria identità. Per questo si rifugia nel più impensabile dei posti, un pub Babbano... Un incontro inaspettato getterà nuova luce su una serata da dimenticare...




Colpa del whisky



Sarà colpa del whisky o sarà colpa del caffè
ma non mi ricordo più di te
Sarà che questa sera fa un freddo micidiale
sarà che non ho neanche voglia di parlare



Londra, autunno 1997



Ancora non riesco a capacitarmi di avere scelto come scenario della mia fuga, tra i mille luoghi esistenti al mondo, proprio questo.
Se qualcuno mi vedesse, prima resterebbe basito, poi forse riderebbe di me.
Non avrei la forza per accennare una reazione, probabilmente lo lascerei fare.
La situazione risulta comica persino per me, se mi sforzo di vederla dall'esterno...
Draco Malfoy, purosangue, discendente di una famiglia impeccabile, seduto sullo sgabello malridotto di un pub polveroso. Un pub Babbano.
Mi sfugge un fugace sorrisino, mentre stringo il bicchiere dozzinale di vetro spesso tra le mani. Sono fuori luogo tra queste pareti, come forse non lo sono mai stato prima.
Con i miei abiti firmati, le scarpe lucide. Le mani curate e i capelli perfettamente in piega.
Stono terribilmente contro questa tappezzeria consumata dal tempo e dal fumo.

Oppure no.
Se qualcuno incrociasse il mio sguardo, oltre a squadrare il mio abbigliamento, potrebbe cambiare parere. Non sono poi così diverso dai pochi altri avventori, uomini stanchi, relitti umani.
Ho gli occhi grigi cerchiati di nero. La pelle di un pallore giallastro malsano.
Alzo la testa e riesco a intravedere il mio viso nel riflesso di una specie di specchio appeso dietro il bancone.
Non ho bisogno di conferme, comunque, so di non essere all'apice del mio splendore.
Sono notti che non dormo come si deve, giorni che non mangio un pasto decente.
Le responsabilità, i problemi, mi gravano sulle spalle, e in certi momenti credo di non essere abbastanza forte per farmi carico di tutto.


** * ** * ** * ** * ** * ** * ** * ** * **


La guerra è finita, il Signore Oscuro è stato sconfitto – in modo definitivo, stavolta, almeno così dicono.
I Buoni festeggiano e si leccano le ferite.
A noi Malvagi è concessa solo la seconda delle due attività.
Non ho niente da festeggiare, io. Al momento il futuro mi sembra terreo, imperscrutabile, foriero solo di brutte notizie.
Mio padre è rinchiuso ad Azkaban. L'avvocato dice che le possibilità di assoluzione, al processo, sono buone.

Pressione psicologica, terrore, minacce di morte. Ci sono attenuanti in quantità, signor Malfoy, non si preoccupi.”
Per me queste non sono altro che parole. Non ho mio padre su cui fare affidamento, adesso. Conta solo questo.

Mia madre è solo un pallido spettro della donna che era. Cerca di fingere una serenità che non prova, cerca di farlo per me. La recita non le riesce.
È pallida e delicata come un fantasma, tanto che certi giorni temo che basterà un soffio di vento più forte degli altri a portarla via.

Mr. Dabledy dice che tuo padre potrebbe uscire presto”, mi ripete dopo ogni incontro con l'avvocato.
Non so se almeno lei creda a queste promesse dette più per contratto che per reale convinzione.
Per me sono solo parole.
Non ho mia madre su cui fare affidamento, adesso. Conta solo questo.

Sono solo, completamente solo. E devo pensare a tutto.
Il patrimonio di famiglia è sotto sequestro, al momento. Ci è stato permesso di tenere la Manor, ma non possiamo toccare il denaro nei nostri conti.
Anche su questo punto Dabledy è ottimista, ma lui non deve fare i conti quotidianamente con i creditori e gli avvoltoi.
Cerco di tenere duro, di non mostrare debolezza. Tengo la testa alta come un vero Malfoy, rispondo sprezzante a chi mi fa domande sulla nostra situazione. Recito tutto il giorno, tutti i giorni. Ma lo sforzo, la stanchezza iniziano a pesarmi addosso.
Mi guardo allo specchio e sono di nuovo l'ombra di me stesso. Un ragazzino sopraffatto dalle responsabilità e dai problemi, come al 6° anno.
Ma allora avevo amici su cui fare affidamento, e una famiglia alle spalle. Mai avrei chiesto il loro aiuto, mai li avrei coinvolti nei mie drammi, eppure sapevo che erano lì per me.
Che ci sarebbero stati, se io avessi deciso di rompere gli indugi, superare l'orgoglio, e chiedere.

Adesso sono solo. Davvero.
Ognuno è preso con la propria vita, con i propri guai.
Non c'è più tempo per pensare agli altri.


* * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *


La tensione si è fatta via via più forte. Tante cose da tenere in equilibrio, solo due mani e due spalle nemmeno troppo prestanti per cercare di farlo.
Quando stasera sono rientrato alla Manor e ho sorpreso mia madre a osservare con sguardo vuoto e spento una foto di alcuni anni fa che ritrae la nostra famiglia... non ce l'ho fatta più.
Sono uscito dalla porta da cui ero appena arrivato e ho deciso di staccare la spina per una sera.


E ora eccomi qui.
In un malconcio pub Babbano, pronto a scolarmi il quinto – o era il sesto? Non credo di ricordarmelo con esattezza – bicchiere di whisky.
I problemi si sono fatti via via più piccoli, risucchiati dal liquido ambrato e forte.
Sto per buttare giù il liquore, quando qualcuno mi ferma il braccio.

Direi che per stasera può bastare così.” Una voce femminile mi coglie alle spalle.
Direi che non sono affari tuoi”, rispondo con fare impastato, e quasi stento a riconoscermi.
Che gentleman”, ribatte prontamente la voce. “Vedendo la mise avevo pensato di avere davanti un tipo diverso dal solito e invece... il solito ubriacone.”
L'ironia delle parole mi incuriosisce, tanto che finalmente mi volto nella direzione da cui provengono.

Accanto a me c'è una ragazza.
Una ragazza molto carina.

Queste sono le uniche informazioni che, d'impatto, la mia mente traballante riesce a registrare.
Metto a fuoco lo sguardo per vedere meglio.
Capelli rosso scuro, legati dietro la testa. Ciocche ribelli che sfuggono. Occhi azzurri. Pelle chiara, con delle simpatiche lentiggini sul naso.

Soddisfatto?”
Corrugo la fronte, senza capire a cosa si riferisca.

L'esame scrupoloso a cui mi hai appena sottoposto.” Mi fa il favore di spiegare lei.
Sento il calore salirmi sulle guance, e imporporarle leggermente.
Lei non se lo lascia sfuggire.

Sei umano, allora. Visto il colorito cereo iniziavo ad avere qualche dubbio...”.
Mugugno qualcosa e torno a concentrarmi sul bancone e sul mio bicchiere ancora intatto.

Ancora convinto di berlo, quello? Posso portarti un ottimo analcolico, in alternativa.”
La voce, che adesso ha anche un corpo abbinato, non molla.
La ignoro, ma lei non si muove. Sento i suoi occhi addosso.

Dopo un paio di minuti, sono io il primo a cedere.
Non hai niente di meglio da fare che importunare la gente?”
Come puoi vedere, tu sei il solo avventore del pub, quindi... direi di no.”
Torno a guardarla e noto il grembiule bianco che porta intorno ai fianchi.

Lavori qui?”
Ci sei arrivato, genio.”
Certo che ha una bella lingua lunga, la cameriera.
Mi chiudo di nuovo nel mio silenzio.
Questa volta è lei a spezzarlo. “Scusami, non dovrei essere così pungente.”
Silenzio.

Io sono Andy, comunque.”
Dr... Harry.”
Non hai proprio la faccia da Harry, sai?”
Perché che faccio ho?”
Quella di qualcuno che cerca di annegare i suoi problemi nell'alcool. Fidati, ne ho visti tanti provarci, e nessuno ha avuto grande successo.”
Scuoto le spalle.
So che ha ragione, ma questa è la mia serata di libertà e non lascerò certo che una cameriera impicciona me la rovini.

Da cosa di preciso stai cercando di scappare?”
Direi che non sono affari tuoi.” La mia risposta secca.
Deve essere qualcosa di grosso, se un ragazzo che sembra avere tutto si riduce a tanto.”

La sua affermazione mi fa riflettere.
Non posso certo dirle cosa mi affligge – è una sconosciuta, una Babbana per giunta.
Tra l'altro non saprei nemmeno da che parte cominciare...
Mio padre è in prigione, mia madre è uno spettro, tra poco sarò costretto a impegnare la casa per pagare da mangiare.
E l'elenco potrebbe continuare.

La ragazza che fa la cameriera mi incalza.
Ok, niente domande sul passato. Cosa vedi nel tuo futuro?”
Cos'è, una psicologa? Una consulente scolastica?

Non ho voglia nemmeno di pensare al futuro”, ribatto laconico. “Non potremmo semplicemente goderci il presente?” Il mio tono è ironico, mentre prendo in mano il bicchiere e lo inclino verso di lei in un muto brindisi.
Simpatico”, ribatte.
Porto il vetro alle labbra, ma invece di buttare giù il contenuto in un sorso, lo assaggio appena e poi lo poso di nuovo sul bancone.
Devo ammettere che questo incontro inaspettato mi ha incuriosito e distratto.

Hai qualche idea migliore?” la provoco.
Lei aggrotta la fronte. È il suo turno di restare perplessa.

Sì, per godersi il presente in modo più proficuo.”
Il mio ghigno si allarga quando sono le sue gote, questa volta, a tingersi di un bel rosso vivo.
Appena si accorge del mio divertimento mi tira contro lo straccio che teneva alla vita e mi sibila uno: “Stronzo”.

Una vera lady”, ribatto io.

Lei mi guarda per qualche secondo, poi scoppia a ridere.
E io con lei.

Touche”, dice alla fine, quando ci siamo ricomposti entrambi. “Cosa ne dici, ora, di quell'analcolico?”
Faccio segno di sì con la testa, e la osservo mentre lascia il mio fianco e si sposta dall'altra parte del bancone.
La mia prima impressione trova conferma, ora che la mia testa si è leggermente alleggerita e le idee sono più chiare. Fisico snello, proporzionato. Anche se non è altissima le gambe sono belle. Una ragazza molto carina.

Continuo a guardarla mentre armeggia per un po' con le bottiglie e i cartoni di succo di frutta.
Cosa ci fa un ragazzo di classe come te, qui? Almeno questo posso saperlo?”
Alzo le spalle. “Passavo di qui per caso.”

Che non sei di queste parti l'avevo capito. Non ti avevo mai visto prima.”
Lavori qui da tanto?” è il mio turno di essere curioso.
Qualche mese. Il posto non è male come sembra, e in ogni caso i soldi mi servono.”
Anticipa un paio delle mie domande con questa unica risposta concisa.

Dimmi come ti sembra”, mi dice passandomi un bicchiere allungato, pieno fino all'orlo di un liquido color rosso intenso.
Si abbina con i suoi capelli e le sue lentiggini.
Sorrido impercettibilmente, senza volere, a questo pensiero.

Perché ridi?” Certo che non le sfugge proprio niente.
Evito di rispondere bevendo un sorso del mio drink.
È buono. Il gusto è dolce, ma non troppo. Un mix perfetto tra sapori diversi. Arancio, credo, e anche pesca... poi non saprei.

Arancio e pesca?” chiedo per avere conferma.
Annuisce, bevendo dal proprio bicchiere.

E qualcos'altro che non riesco a riconoscere...”.
Frutto della passione”, mi sorride allegramente, “sai, per festeggiare degnamente il nostro incontro.”
Le sorrido di rimando e mimo un brindisi, toccando appena il vetro con il vetro.
Poi restiamo in silenzio per un po'.

È strano. Per la prima volta da molto, molto tempo mi sento bene.
Sono riuscito a mettere da parte per un'ora i brutti pensieri, e non ho avuto bisogno di perdere conoscenza per farlo. Una piacevole novità.
Potrei prendere in considerazione l'idea di vederla ancora... è una Babbana, senza dubbio.
Ma questo ha molta importanza adesso? Conta più del fatto che è riuscita a farmi ridere di nuovo? Ad allentare la morsa che mi attanaglia lo stomaco da settimane? Potrebbe addirittura piacermi...


Dovrei chiudere.” La sua voce mi strappa ai miei pensieri.
Me ne vado subito”, le rispondo precipitosamente. Provo la sensazione di essere stato colto in fallo. Non voglio certo essere un impiccio.


Potrei dirti che sarei felice di rivederti”, mi blocca lei quando già sono con un piede sulla porta, “se non avessi paura di passare per la solita ragazzina illusa.”
Mi volto con un mezzo sorriso sulla bocca.

Potrei risponderti che ti incontrerò ovunque tu voglia, se non temessi di passare per il ragazzo che ci prova in modo spudorato.”
Sorride anche lei.

Domani, qui, alla solita ora?”
Non interferirò con la tua promettente carriera lavorativa?” la provoco io.
Penso di riuscire a gestirla.”
A domani allora.”
A domani, Harry che non sembra affatto un Harry.”


*** * *** * *** * *** * *** * *** * *** * *** * ***


Esco dal locale ancora sorridendo, ed è sempre col sorriso sulle labbra che mi materializzo, pochi attimi dopo, fuori dai cancelli della Manor.
Vedere quella che potrebbe non essere più la mia casa tra poco tempo mi provoca una fitta allo stomaco, ma arriva in mio soccorso il viso allegro e lentigginoso di quella strana ragazza.
Il panico passa, il respiro si regolarizza.
I problemi sono ancora qui che mi aspettano. Non è cambiato niente. Eppure mi sento stranamente fiducioso, stranamente bene.
Per questo penso proprio che tornerò di nuovo da lei, domani.
Una cura molto migliore di una sbornia, no?!



7'°7'°7'°7'°7'°7'°7'°7'°7'°7'°7'°7'7'°7'°7'°7'°7'°7'°7'°7'°7'°7'°7'°7'



NdA

Ci avviciniamo alla fine di questa avventura del 12 mesi. Ho voluto, in dirittura d'arrivo, tornare a parlare di qualcuno che amo in modo particolare, e dipingerlo proprio come lo amo (che sia o meno aderente all'IC): combattuto, esaurito, sempre ironico. Me lo figuro con gli occhi della mente, seduto a quel bancone, con il bicchiere pieno tra le mani... le occhiaie e troppi pensieri per la testa.

Il titolo e la citazione iniziale sono presi dalla canzone Colpa del whisky, di Vasco Rossi.

Il personaggio di Andy, così come quello dell'avvocato Dabledy, sono una mia invenzione.

Avrete notato il fatto che, volendo evitare di rivelare la propria identità, Draco dica Harry come primo nome che gli viene in mente. Non ho saputo resistere a inserire questa battuta. La si può vedere in molti modi. Un accennino, ino, ino di slash, oppure una deformazione professionale di Draco (tanto tempo ha passato a odiare Potter, che ora gli torna alla mente nei momenti più disparati).

   
 
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