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Autore: _ALE2_    15/03/2007    7 recensioni
Una one-shot dedicata alle riflessioni dei nostri personaggi preferiti alla morte di un loro caro amico...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Adesso che te ne sei andato
Ciao a ttt!
Siamo Alessia ed Alessandra alias Gollum e Smigol…
Abbiamo deciso di cimentarci con Fma perché è in assoluto il nostro manga preferito, siamo due appassionate e non ne abbiamo perso nemmeno una puntata!!!
Questa è una one-shot, parla delle reazioni dei protagonisti appena ricevono la notizia che Mustang è morto…nn diciamo altro! CI raccomandiamo una cosa…commentate, commentate, commentate!!! BACIIIIIII!

Quel giorno Edward Elric, come al solito del resto, non aveva la minima voglia di entrare nel Quartier Generale dell’Est; il solo pensiero di dover sopportare tutte le battutine di quell’odioso di un Colonnello lo deprimeva. Al camminava al suo fianco: ad ogni passo, la pesante armatura emetteva cigolii che, al fratello maggiore, sembravano più fastidiosi ed insistenti del solito. Ma, forse, era solo il nervosismo che glielo faceva notare…
Appena arrivati davanti al cancello principale, il biondo tirò un profondo respiro, tentando di infondersi calma. Con una lentezza disumana, i due fratelli percorsero dapprima il cortile e poi i corridoi luminosi, dove si separarono, e il maggiore degli Elric raggiunse la porta dell’ufficio del Colonnello. “Ci siamo Ed, adesso incomincia la tortura…” si ritrovò a pensare il ragazzo, traendo un altro sospiro. Facendosi coraggio, aprì la porta con gesto lento, preparandosi ad entrare ma, non appena focalizzò la stanza, rimase sulla soglia interdetto. Si aspettava di vedere il Colonnello seduto in poltrona, magari intento ad esaminare qualche documento con aria annoiata, ed invece nell’ufficio vi trovò tutta la sua squadra al completo, radunata attorno ad una radio nera. Assorti nell’ascolto del bollettino letto alla radio,  nessuno si accorse della presenza del ragazzo e, quando Ed salutò, si voltò solo il tenente Hawkeye, con un barlume di preoccupazione negli occhi. “Si può sapere cosa sta succedendo qui?” Il biondino, sentendosi ignorato, alzò la voce ed, a quel punto, tutti si girarono verso di lui. “Ah, Edward-kun…Sei arrivato…” la voce roca del maggiore Armstrong fu l’unica ad accoglierli mentre l’apparecchio veniva spenta frettolosamente da un Havoc decisamente sconvolto. Il biondo si guardò attorno e percepì un’atmosfera decisamente lugubre: Falman e Breda guardavano il soffitto, con occhi vacui; Fury piangeva, singhiozzando come un bambino; Havoc, stranamente, non aveva in bocca la solita sigaretta in bocca e si guardava le scarpe, con aria afflitta. Il tenente Hawkeye, invece, era rigidamente seduta sul divano, con gli occhi coperti dai magnifici capelli biondi e le mani strette a pugno. “Cosa è successo?” ripetè Ed, mentre osservava confuso il maggiore Armstrong avvicinarsi. “Forse è meglio se ti siedi” il ragazzo lo fissò con sguardo interrogativo, ma non si mosse “Ripeto la domanda…cos’è successo?” Armstrong sospirò, addolorato “Una disgrazia Edward-kun…” All’improvviso, Ed capì. In quella sala, in quel momento, mancava una persona. “Dov’è il colonnello Mustang?”. Sentendo quel nome, la sala si rabbuiò ancora più di prima: Havoc gemette mentre Fury emise un gridolino nel pianto. “E’ proprio di questo che devo parlarti Edward… il colonnello Mustang…” si fermò scosso “il colonnello Mustang… Ed, è morto…”.

PovRiza
Non so cosa stia succedendo dentro di me, sto piangendo nonostante già sapessi la notizia…il solo sentire quelle parole mi sconvolge: rende il tutto reale. Tu sei morto… mi hai lasciato e non tornerai più. La tristezza e la disperazione mi avvolgono completamente, mi sento sprofondare in un baratro senza fine, sto cadendo e tu non puoi aiutarmi. Sono dieci anni, Roy, dieci che sono al tuo fianco…che sciocca, parlo ancora al presente… ERANO dieci anni che ERO al tuo fianco e adesso tu non ci sei, te ne sei andato…La sfortuna. Che morte indegna di te ti ha riservato il destino, Roy! Tu, un abile alchimista di stato…tu, un valoroso soldato che è sopravvissuto ad una terribile guerra… tu, l’uomo ambizioso che aspirava a diventare Furer…morto in un incidente ferroviario. Sento a malapena Armstrong, che lo sta raccontando al piccolo Edward. Lo guardo con aria sconfitta e i suoi occhi d’oro sono puntati su di me, cercando una conferma che io non posso dargli, perché nemmeno io ci credo ancora. Se solo sapesse che sei salito su quel maledetto treno per procurargli una nuova pista…non reggerebbe il colpo, si colpevolizzerebbe ancora di più di quello che fa di solito…Roy…Roy...Roy…mi dispiace non ce la faccio, non riesco ad essere forte come tu amavi vedermi! Mi sta crollando il mondo addosso… tu eri la mia unica certezza lo sai? Tu, con le tue convinzioni ed il tuo coraggio, sei stato il mio mondo, eri il mio capo, il mio miglior amico…ma cosa sto dicendo? Al diavolo! Basta con le menzogne e le bugie! Tu non eri semplicemente il mio capo, o un mio amico: io ti amavo, Roy, anzi io TI AMO. E adesso la mia vita pare finisca qui…il rimpianto di averti taciuto i miei veri sentimenti non sarà mai così grande da poter battere quello di non vedere mai il tuo sogno realizzato. Adesso…adesso che te ne sei andato, cosa ne sarà di noi? Cosa ne sarà di me?

PovHavoc
Brutto stronzo! Come hai osato? Questa non me la dovevi fare…te ne sei andato veramente…siamo stati in tante occasioni sul punto di morire e, una volta, mi hai giurato che non saresti mai morto prima di aver realizzato il tuo sogno…”Punta in alto”…era questo il tuo motto…ed io, da che mondo è mondo, ti ho sempre seguito fedelmente, come fanno i cani, che tanto adori, con i padroni… ti ho seguito, ti ho appoggiato, e tu…tu ci hai fregato, Roy Mustang…sei morto, hai scritto troppo presto la parola “fine” alla tua vita, al tuo sogno…il NOSTRO sogno…Bastardo! Se ripenso a tutte le volte che mi hai fregato la ragazza mi viene da ridere! Si, hai capito, mi viene da ridere perché penso che, adesso, mi hai lasciato carta bianca, brutto Colonnello manico idiota che non sei altro! Adesso perdonami, ma mi viene da piangere…nonostante cerchi di essere forte, non riesco a controllare le lacrime, che oramai mi bagnano le guance…te ne sei andato…Sono debole,  Colonnello, incredibilmente debole, hai sempre avuto ragione…Adesso il dolore mi sconvolge e non riesco a trattenerlo dentro di me, come facevi tu: mai una volta ti ho visto vacillare, mai una volta ti ho visto piangere. Eri forte… eri un modello, il mio modello e adesso non ci sei più. Guardo i ragazzi: Fury è sconvolto…eri il suo idolo lo sai? Breda e Fallman sono impassibili; si vede che, almeno loro, hanno imparato a tacere il loro dolore…Riza sta piangendo silenziosamente…che pena che mi fa…che pena che mi faccio…Colonnello… Roy…adesso che te ne sei andato, che ne sarà del tuo sogno?

PovEd
Cado a terra in ginocchio, la mia gamba di metallo emette un rumore sordo. La mia mente è vuota, nessun pensiero mi affolla la mente…la realtà mi sfugge. La notizia mi ha colpito come uno schiaffo, non riesco a dire niente…mi guardo attorno, con la speranza di notare un brillio giocoso nello sguardo di qualcuno, ma ciò che vedo sono solo occhi lucidi e facce scure… non è uno scherzo, non è un sogno, è la realtà. Il dolore mi assale all’improvviso. Urlo. Un urlo straziante, disperato e rabbioso che mi lacera l’anima…mi sento impotente e l’unica cosa che riesco a fare è battere il palmo della mano sana a terra… avverto il dolore dell’urto nelle cinque dita, ma è meno forte del dolore che provo dentro di me. Qualcosa si è rotto. Qualcosa, in questo momento, si è spezzato…ed è tutta colpa tua! Questa mia nuova sofferenza, questo dolore lancinante che mi strazia la carne…è tutta colpa tua!
Al diavolo! Al diavolo! Al diavolo! Tu, brutto maniaco idiota e bastardo che non sei altro…perché? Perché mi hai abbandonato? Eppure mi ero illuso che tu per me e per Al ci saresti stato sempre…che idiota che sono! Ci sono ricascato! Ogni volta che mi affeziono a qualcuno, finisce sempre così…lo perdo, che sia per abbandono o per morte…inizio a pensare di essere destinato alla solitudine.
Sei morto. Due parole che la mia mente si rifiuta di accettarle come vere…maledetto Colonnello! Nella mente mi risuona soltanto la tua voce, che mi prende in giro, che mi da ordini, che mi incoraggia a non mollare, ad andare avanti…la tua voce che mi rimprovera quando mi comporto come un bambino e, tutto sommato, hai ragione tu: non posso comportarmi come un bambino, non più. Adesso questo sentimento, che mi opprime dolorosamente il cuore, mi pesa ancora di più… mi sento perso, bastardo di un Colonnello, senza di te. Sei stato un punto fisso. Sei stato un comandante eccellente. Sei stato un amico. Sei stato un PADRE. Forse è per questo che non riesco ad accettare la tua scomparsa…Sei stato come un padre per me ed Al, sei stato il padre che non abbiamo avuto; credi che non lo sapessi che ci controllavi, anche se non lo davi a vedere, ogni volta che stavamo via per una missione? Hughes me lo disse…mi disse che, ogni volta che io e mio fratello ci cacciavamo nei guai, tu ci difendevi sempre e che, ogni volta che arrivava la notizia che io ed Al eravamo in pericolo, tu perdevi la tua leggendaria calma ed andavi in escandescenza…prima non ci credevo, ma voglio iniziare a farlo da adesso… voglio conservare il migliore dei ricordi che ho di te. Maledetto Colonnello! Eppure mi sarebbe piaciuto sapere qualcosa in più su di te…il perché del tuo atteggiamento distaccato, il perché si tanta ostinazione nel voler cambiare il mondo, il perché della tristezza che, ogni tanto, i tuoi occhi scuri tradivano…adesso non potrò più sapere niente di te e non posso far altro che rimpiangerlo. Adesso che non ci sei più, mi sono reso conto di quanto tu sia importante per me, Colonnello. Adesso che te ne sei andato, maledetto bastardo idiota, mi manchi…

La stanza rimase a lungo in un religioso silenzio, ognuno troppo impegnato a pensare per parlare, e solo il pesante incedere di Al costrinse tutti a distogliere la propria attenzione dai pensieri dolorosi e ad osservare il nuovo arrivato. Ed era ancora in ginocchio, con le spalle tremanti ed il volto fisso per terra, ed il fratello minore, ancora ignaro di tutto, gli si avvicinò preoccupato. “Nii-san? Che cos’hai?” Il biondo si alzò e cominciò a parlare con voce grave; le parole furono spesso interrotte da rapide lacrime. Riza, incapace di sentire un’altra volta le stesse parole, scattò in piedi ed uscì dalla stanza, sbattendosi la porta alle spalle, ma nessuno dei presenti sembrò farci troppa attenzione: la mente di tutti era proiettata altrove, a Central City e a quel maledetto disastro ferroviario. Improvvisamente, uno strillo acuto squarciò l’apparente tranquillità della caserma e interruppe brutalmente il momento di riflessione. “E’ la voce del Tenente Colonnello Hayate!” esclamò Havoc, precipitandosi fuori alla stanza e seguito da tutti gli altri. I ragazzi scesero rapidamente le scale, fermandosi soltanto quando videro una Riza pallidissima, a terra, che indicava con un dito tremolante un qualcosa di fronte a lei e che era coperto a tutti gli altri a causa della tromba delle scale. “Tenente? Cosa è succe…” la frase morì in gola al biondo Sottotenente, non appena mise a fuoco il motivo di tanto panico: un uomo affascinante dai capelli corvini e lucidi, vestito con una divisa militare, osservava la scena con occhi curiosi ma, nel frattempo annoiati. “Co…Colonnello Mustang?” Havoc scese le scale barcollando, totalmente incredulo a ciò che vedeva: il Colonnello era lì di fronte a lui, in tutta la sua imperiosità. “Si può sapere cosa sta succedendo qui? Perché non siete tutti a lavorare? Anche tu qui, Fullmetal? Ma che cos’è? Il comitato di accoglienza?” Non c’erano dubbi… era proprio lui! Lentamente, Ed gli si avvicinò, fissando con gli occhi d’oro quelli d’onice del suo superiore. “Colonnello, lei non è…?” “Io non sono cosa?” “Lei…lei è qui…lei non è…MORTO?” Al solo sentire nominare la parola ‘morto’, Mustang sbiancò “Si può sapere perché dovrei essere morto, Fullmetal?” “Ma…lei era andato a Central, giusto? Il treno che doveva arrivare qui, il treno delle cinque, il suo treno è praticamente scoppiato…sono morti tutti, lei come fa…?” “Il treno è scoppiato?” “Già…” tutti presenti erano in attesa di una spiegazione ed il Colonnello, dopo essersi passato una mano tra i folti capelli, dichiarò “Io non ne sapevo nulla!” Ed e Havoc si guardarono negli occhi per qualche istante, poi si fecero un cenno d’intesa e si buttarono letteralmente sul loro superiore, facendolo cadere per terra sorpreso. “Non sei il vero Colonnello Mustang! Rivela la tua identità, mostro!” l’alchimista gli pizzicò il volto, come a levargli una maschera, mentre il Sottotenente cominciava praticamente a spogliarlo, alla ricerca di chissà che strano simbolo. Il teatrino andò avanti per poco perché Mustang si liberò presto dagli assalitori e, con un rapido schiocco di dita, li arse praticamente vivi. “ADESSO CALMATEVI! VE LO CHIEDO UN ULTIMA VOLTA… COSA STA SUCCEDENDO?” Riza si alzò e, riacquistando la sua proverbiale freddezza, si avvicinò al suo superiore. “Andiamo nel suo ufficio. Li le spiegheremo tutto.”

Dopo una mezz’ora buona di spiegazioni, la situazione finalmente si chiarì. “Allora, se ho capito bene, il treno delle cinque proveniente da Central è scoppiato, non ci sono stati superstiti e voi pensavate che anche io fossi…” Roy Mustang si mise una mano in faccia, quasi incredulo e divertito dinnanzi a ciò che sentiva. “E’ NORMALE, BRUTTO COLONNELLO PIROMANE! ARG! EPPURE DOVREI SAPERLO, LE CAROGNE NON MUOIONO MAI!” “Dal tuo tono, Fullmetal, potrei pensare che ti sei disperato molto…sono davvero spiacente… povero PICCOLO” pronunciò l’ultima parola con voce divertita e ciò non fece altro che infuriare ulteriormente il ragazzo “CHI SAREBBE LO SCARAFAGGIO TALMENTE PICCOLO CHE ANCHE LE FORMICHE POSSONO SCHIACCIARE?!?!?! BRUTTO…IO TI AMMAZZO!!!” Ed, rosso in volto, si alzò in piedi, pronto a saltare addosso a Roy, ma il suo tentativo di omicidio venne prontamente bloccato da Al; intanto Riza, totalmente indifferente alle grida furiose dell’alchimista, subentrò nella discussione, prendendo la parola per la prima volta. “Ma, allora, non eravate su quel treno?” “No! Se qualcuno la mattina leggesse la posta, avrebbe saputo che sarei rientrato in città ieri sera e che, stamattina, sarei andato con il Generale di Brigata ad ispezionare dei magazzini, visto che è qui anche lui…” Tutti i presenti rimasero a bocca aperta e Roy, notando lo stupore generale, sorrise beffardo. “Ah…quindi pensavate fossi morto eh? Oh…dai vostri volti penso che sia stata una notizia dolorosa…ah lo sapevo di essere importante per voi…”
Pov Riza
Tipico…
Pov Havoc
Lo sapevo
Pov Ed
Adesso ti ammazzo io…
“COLONNELLO?” pronunciarono i tre, all’unisono. “Che c’è?”. Non appena sentirono la risposta, Havoc, Ed e Riza si fondarono sul loro superiore: il primo lo immobilizzò con una presa alle spalle, il biondino sogghignò con sguardo omicida, mentre trasmutava il suo auto-mail in una lama affilata, e la ragazza si accingeva a caricare la sua pistola. “Ragazzi, ma io scherzavo… Havoc…lasciami..no, no Edward, Riza…non guardatemi così no…no… AHHHHH!”

-owari-
  
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