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Autore: evelyne_    31/08/2012    5 recensioni
tutto per colpa di quella notte, di quel giro in barca.
decisi di lasciarti, avevo paura di te del male che potevi continuare a farmi
ma il vero amore non ha mai una fine, ricorda...
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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UN GIRO IN BARCA.
Sono passati diversi anni da quella notte, quella notte che stravolse la mia vita, quella notte in cui miracolosamente riuscì a salvarmi.
Ricordo ogni singola parola, ogni singolo dettaglio, che a parlarne ritornano i brividi.
Avevo appena 18 anni, e mi trovavo ad una festa in spiaggia, con degli amici e il mio ragazzo, Cristiano.

Forse era azzardato parlare di vero amore, ma i sentimenti che provavo per lui erano troppo grandi, troppo profondi.
Sono consapevole che avevo soli 18 anni, ma ero sicura che lui era l’amore della mia vita… almeno fino a quella sera.

Abbiamo  passato dei momenti fantastici insieme, momenti che non dimenticherò mai.
Ma purtroppo aveva un grande difetto, era manesco, e questo mi faceva paura.
Avevo paura di lasciarlo, paura che potesse farmi del male, quindi continuavo a starci insieme, un po’ per timore un po’ per amore.

Quella notte notai che aveva bevuto un po’ troppo, non era più lucido da qualche ora e cercavo di starci il più lontano possibile.
Ad un tratto mi prese per i polsi, la sua presa era talmente forte da far emettere delle piccole urla di dolore dalla mia bocca.
Voleva che andassi con lui,non sapevo dove, non sapevo perché ma non me la sentivo di discutere, così accettai.

Ci allontanammo dalla festa e arrivammo in spiaggia, ho sempre amato il contatto della sabbia con i miei piedi mi faceva rilassare mi faceva stare bene, dopo pochi istanti si avvicinò una barca, né troppo grande né troppo piccola.
Cercavo di capire cosa stava succedendo, ma avrei preferito tanto non scoprirlo.
Cristiano mi trascinò su quella barca, contro le mie forze.

C’erano altri due ragazzi, anch’essi ubriachi.
Avevo paura, come non mai.
Il motore si accese e quella barca partì a tutta velocità, dopo pochi istanti le uniche tracce della spiaggia erano quelle di lucine colorate che provenivano dalla festa.
Riuscivo a sentire il rumore del mare infrangersi sugli scogli.

Iniziai a tremare, volevo scendere da lì, sapevo che sarebbe finita male.
Non avevano una meta, davanti a noi c’era il vuoto più totale, ma loro inconsciamente continuavano ad aumentare la velocità, sempre più.
Cristiano fece delle urla di gioia, almeno qualcuno si stava divertendo!

Lo guardai con disdegno, con tutto l’amore che provavo per lui in quel momento mi faceva letteralmente schifo.
Mi prese con violenza e mi lanciò sulla punta della barca, cercai di fermarlo, ma era troppo forte e io troppo debole.
Rabbrividì a quella vista terrificante, il mare era agitatissimo, mai visto così.

Il vento mi scompigliava i capelli, portandoli da una parte all’altra.
Una lacrima scese sul mio volto, una lacrima che conteneva tanto spavento.
Mi prese il viso con molta forza, e mi guardò negli occhi, ho sempre amato quei suoi grandi occhi verdi, erano così luminosi anche in quel momento, riuscivo a vedere tutto il suo entusiasmo tutta la sua incoscienza.
“Cosa sono quelle, lacrime? Sei proprio una bambina” si rivolse a me con tono di superiorità
Non risposi, avrei solamente peggiorato la situazione.

Non riuscivo più a riconoscerlo.
Si, era ubriaco ma i suoi atteggiamenti verso i miei confronti erano diversi, erano terrificanti.
Il mio ragazzo era un mostro, questo è un altro suo lato che fino a quella notte non conoscevo, non volevo conoscere.

Dentro di me cercai di calmarmi, facendo dei respiri profondi, ripetendomi che sarebbe andato tutto bene, ma il terrore in quel momento mi dominava.
Di nascosto presi il cellulare per cercare aiuto, era l’unico tentativo per salvarmi ma qualcuno mi tappò la bocca con le mani, era uno di quei ragazzi.
Prese il cellulare dalle mie mani e lo gettò a mare
“non vorrai mica rovinarci il divertimento?”mi disse in modo minaccioso

Scossi la testa impaurita, tra un singhiozzo e l’altro si avvicinò di nuovo Cristiano mentre continuava a bere.
Mi sussurrò che mi voleva tutta per lui, proprio in quel momento, proprio su quella barca.
Iniziò a baciarmi il collo, poi cercò di slacciarmi il vestitino che avevo indosso, con le mani provavo a respingerlo ma ogni mio tentativo era invano.

Continuò a baciarmi, mi teneva intrappolata, poteva fare quello che voleva con il mio corpo, poteva giocarci come voleva, mi sentivo usata, come se non contassi nulla, come se fossi un oggetto.
Non potevo fare niente per fermarlo, per fermare il dolore che mi stava causando, non ci sarei riuscita.
Sentì delle urla provenire dal lato opposto della barca, dove si trovavano quegli altri due ragazzi che erano al volante.

La barca iniziò a muoversi bruscamente, da destra a sinistra, da sinistra a destra e così via.
Non riuscivo più a reggermi, barcollavo.
Davanti a me vidi degli scogli, erano tanti, troppi.

“n-noo”-riuscì a balbettare quella parola sotto voce, l’ultima pensai.
La barca si schiantò contro quegli scogli, questa è l’unica cosa che ricordo, dopo? Il vuoto più totale...
  
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