Edward prese un respiro profondo.

Quando battè forte le mani quel suono breve e secco risuonò per qualche secondo attorno a lui nella stanza. Immediatamente dalla punta delle sue dita iniziò a diramarsi un calore sempre più intenso. L'aria carica di elettricità statica gli faceva rizzare i capelli sulla nuca. Concentrandosi, fissò lo sguardo davanti a se. La materia, come un intricato mosaico, iniziò a cambiare la propria forma ritirandosi, contraendosi ed espandendosi con un sibilo tra brevi abbaglianti scariche elettriche. Quando il processo fu terminato le scosse si spensero e tutto tornò silenzioso come prima.

Una delle più semplici trasmutazioni, atta a restituire la forma originale ad un oggetto che si era danneggiato. Una delle prime cose che aveva imparato da bambino, sfogliando tra le tante pile di libri sull'Alchimia che erano rimasti ad accumulare strati di polvere nello studio di suo padre.

Edward rimase in attesa per qualche secondo, indugiando nello stare carponi sul pavimento.

Quasi gli era sembrato di vederlo.

Lentamente sollevò le mani, portandosi entrambi i palmi davanti agli occhi. Sospirò. Nessun cambiamento, nessuna reazione alchemica. Lo sapeva, eppure in certi momenti -quei momenti in cui le cose più banali sembrano non volere andare per il verso giusto- non riusciva ad impedirsi di compiere quei gesti che, anni addietro, gli erano valsi il titolo di Alchimista di Stato.

Con uno scatto improvviso si buttò per terra, lanciando braccia e gambe verso il soffitto e facendo un sacco di rumore per nulla. Inutile negarlo: in quei momenti sì che gli mancava l'Alchimia. Per quasi tutta la sua vita era stata una parte fondamentale di lui, rivelandosi utile e comoda anche per le cose meno rilevanti. Ma per quanto ora fosse difficile era una cosa a cui aveva rinunciato lui stesso, e non si era mai pentito un secondo della scelta che aveva fatto.

«Ed?» Dalla cima delle scale giunse la voce di Winry. Prima di vederla arrivare la sentì scendere i gradini «Ed, va tutto bene? È successo qualcosa?»
«No, no...» Mugugnò lui rimettendosi a sedere con uno slancio. Si passò frustratamente le dita tra i capelli «Solo non riesco ad aggiustare questo stupido coso!»
Lei soffocò una risata tra se e se, facendolo innervosire ancora di più. Un attimo dopo sentì il suo tocco leggero sulla spalla.
«Vuoi che ti dia una mano io?»
Edward si voltò verso la ragazza e alzò gli occhi fino ad incontrare i suoi. «No, ormai è diventata una questione di principio. Devo vedermela da solo.»
Si allungò verso di lei e appoggiò delicatamente la mano destra sulla pancia di Winry. Sotto le sue dita, attraverso la stoffa e la pelle tesa, percepiva il pulsare di una nuova piccola vita. Sorrise.
«E poi tu non devi stancarti troppo, lo sai.»
«Sì, lo so già...» Sbuffando su una ciocca di capelli serrò le labbra nella poco convincente imitazione di un broncio scontento. «Tu e la nonna non mi permettete di fare nulla che vada oltre regolare le lancette di un orologio. Ormai sarei anche disposta a manometterti di nascosto la gamba pur di avere tra le mani un auto-mail da rimettere a posto!»
Edward rise spavaldamente mostrando i denti.
«Scema!» 

No, non aveva nessun rimpianto.
Mai.

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Ciao, rieccomi!

È mia intenzione fare una piccola raccolta di cosette simili, più o meno lunghe, dedicati a vari personaggi di Fullmetal Alchemist. Passate oltre il titolo “estremamente originale” e l'intro scarna, però ci ho davvero pensato a lungo, è tardi e non ho proprio altre idee...

Comunque questo sarebbe il primo capitoletto, e non potevo non farlo su Edward e Winry. Alla fine dell'ultimo capitolo del manga mi sono davvero commossa.

Che dire? Mi auguro che vi sia piaciuto =^^= (scusate eventuali errori di battitura)

Arrivederci a presto (speriamo)!