Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: roxyed    01/09/2012    3 recensioni
[Kasamatsu & Kise]
Aveva visto tutto di quel ragazzo: i suoi sorrisi, i suoi pianti, le sue paure, la scintilla di pura eccitazione che si accendeva nel suo sguardo soltanto quando giocava a basket....eppure, Kise Ryota restava per lui un grande, insondabile mistero.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimers: Kuroko No Basuke e relativi personaggi appartengono a Tadatoshi Fujimaki, non certo a me.
Anche se non mi dispiacerebbe affatto.



 


 

Temperatura
 
 
Al termine di quelle quattro ore di allenamento, Kasamatsu si abbandonò sudato sulla panchina della palestra, i muscoli contratti e un senso di soddisfazione appena accennato.Non era abbastanza. Allenarsi non sarebbe mai stato veramente abbastanza, comunque, date le capacità assolutamente fenomenali di tutti gli avversari che il Kaijō aveva incontrato sulla sua strada, e che avrebbe dovuto affrontare ancora. Esistevano veri e propri talenti, là fuori, pronti a saltare addosso alla sua squadra come lupi voraci e a spolparla in quattro decisi morsi, per poi andarsene come se nulla fosse, lasciandosi alle spalle soltanto carcasse irriconoscibili. Alcuni di loro, dopotutto, lo avevano già fatto.
Alzando lo sguardo dal pavimento sulla partitella d'allenamento ancora in corso, Kasamatsu ricercò immediatamente la figura di Kise, ancora nella mischia. Quando i suoi occhi si posarono sul biondo, una familiare sensazione di vuoto parve diramarsi istantaneamente dal cervello al cuore agli arti, congelandolo sul posto, condannandolo alla ben poco gratificante condizione di spettatore inerme di tanta perfezione, ancora una volta. Il capitano del Kaijō non si stupì affatto del brivido che gli attraversò la spina dorsale, quando vide Kise andare agilmente a canestro, quasi danzando, con tutta la leggerezza che gli era propria; al contrario, se ne beò, perchè quella sensazione era tutto ciò che avrebbe mai potuto ottenere da lui.  
Aveva visto tutto di quel ragazzo: i suoi sorrisi, i suoi pianti, le sue paure, la scintilla di pura eccitazione che si accendeva nel suo sguardo soltanto quando giocava a basket....eppure, Kise Ryota restava per lui un grande, insondabile mistero. Sì, perchè Kasamatsu non era così stupido da credere che la definizione di Kise ruotasse intorno a due occhi troppo belli e ad un corpo ben fatto. Kise non era soltanto bello e bravo. Kise era....Kise. Qualunque cosa volesse dire. E Kise era anche il nome che Kasamatsu aveva preso a dare a tutto ciò che avrebbe voluto avere, ma che non avrebbe mai avuto.
Lo aveva capito da un po'. Era stato uno sguardo particolarmente intenso che si erano scambiati, una volta, seduti spalla contro spalla in panchina, a fine allenamento: in quel momento, Kasamatsu aveva sperimentato un silenzio carico di parole non dette, la vaga impressione che anche l'altro avrebbe voluto spegnere il cervello per un attimo e appoggiare le labbra sulle sue, soddisfando così l'estremo bisogno che si era impossessato del suo capitano in quel momento. Ma si era trattato soltanto di un'impressione, appunto. Quel giorno non era accaduto nulla. Kise gli aveva semplicemente sorriso, facendogli letteralmente tremare le ginocchia, prima di alzarsi ed incamminarsi verso gli spogliatoi, lasciandolo lì da solo.
"Senpai?" Ecco, ancora adesso sentiva quella stramaledetta voce nella sua mente. La voce che già da un po' di tempo gli toglieva il sonno... "Senpai?" ripeté con insistenza la voce, e Kasamatsu ebbe l'impulso di mandarla al diavolo, prima di accorgersi di Kise, che, in piedi davanti a lui, lo osservava con sguardo sconcertato e preoccupato insieme. L'idea che potesse essere lì da molto lo fece arrossire violentemente: il sangue corse a colorargli il viso prima che lui potesse fare qualsiasi cosa per scacciare quel pensiero.
"Senpai?" ripeté il biondo per la terza volta "Stai bene? Sei molto rosso in faccia." aggiunse quindi, candidamente, prima di prendere posto accanto a lui, ruotando il busto quel tanto da permettergli di appoggiare agevolmente la mano sinistra sulla sua fronte. "Scotti" riferì, subito dopo, ad un Kasamatsu ormai incapace di respirare, e ben consapevole del fatto che la propria temperatura corporea fosse salita a livelli teoricamente inarrivabili.
Il primo impulso del capitano fu quello di prenderlo a sberle per allontanarlo il più possibile da lui. L'aveva già fatto molte volte, dopotutto - più che altro nelle occasioni in cui si era trovato a desiderare ardentemente un mero contatto fisico con l'altro - e Kise non lo avrebbe trovato troppo strano. Ma probabilmente un gesto tanto fuoriposto in una situazione simile l'avrebbe semplicemente fatto preoccupare di più, e in quel caso l'effetto cozza-scoglio sarebbe stato nuovamente assicurato. Non esisteva una soluzione immediata, dunque.
Kasamatsu si ritrovò a sudare freddo quando la mano di Kise scese dalla sua fronte fin sulla sua guancia, accarezzandola, e andò letteralmente in panico quando avvertì la pressione che il ragazzo stava esercitando con quella stessa mano con il chiaro intento di fargli voltare il viso in sua direzione.
"Voltati" si sentì dire, e per un attimo ebbe la chiara convinzione che il suo cuore non avrebbe retto. Nel giro di qualche minuto un potente attacco cardiaco avrebbe stroncato la sua giovane vita e la sua promettente carriera di cestista di serie B.
Kasamatsu si ricordò allora di possedere una voce, di poter effettivamente emettere dei suoni, ma con orrore seppe anche che non gli sarebbe stato possibile articolare alcuna parola di senso compiuto, perchè il viso di Kise si stava avvicinando pericolosamente al suo, e la lucidità necessaria al compito aveva ormai lasciato il suo cervello su una scialuppa di salvataggio.
Deglutendo con estrema fatica - gli sembrava di avere un mattone in gola - Kasamatsu chiuse istintivamente gli occhi, preparandosi all'imminente assalto di Kise alle sue labbra impreparate. Gli sembrava tutto tanto assurdo, e tanto perfetto. Impossibile che stesse per capitare a lui. Forse per questo, quando sentì distintamente le labbra dell'altro premere sulla sua fronte, non se ne stupì più di tanto. 
 
 
 
 
 
 









Ok, ok, lo so che non è un granchè. Anzi, si avvicina allo schifo in modo imbarazzante. Ma a mia discolpa posso dire di non scrivere da un po', e di non aver mai scritto per questo fandom. Spero dunque in qualche commento, sia esso positivo o negativo =))
-Roxy
  
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