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Autore: Iwantasmile    01/09/2012    15 recensioni
Avrei potuto bere il suo sangue, ucciderlo. Invece no. Gli ho salvato la vita.
"Drusilla, non puoi innamorarti di lui.." Disse mia sorella, con voce severa.
"Non voglio, innamorarmi di lui." Risposi mentendo.
"Menti. Ho capito cosa provavi per lui dalla prima volta che l'hai portato a casa. Drusilla lui crescerà, invecchierà e morirà. Tu no. E ci starai male. Ti dannerai l'esistenza.."
Perchè mi ero innamorata di un umano?.. Le cose non sarebbero andate per il meglio.
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
Presi il libro di anatomia e lo misi nella cartella.. in quell’istante la terra sotto i nostri piedi iniziò a tremare.
Mi voltai e vidi la paura insidiarsi nei volti dei miei compagni di classe.
Io restai tranquilla, sorrisi e finii di posare i libri.
D’altronde se sai di non aver nulla da perdere, perché dovresti agitarti?
La scossa si fece sempre più forte, a tal punto che dal tetto caddero dei pezzi di vernice.
Poggiai la cartella sul banco e accavallai le gambe per gustarmi lo spettacolo.
La maggior parte di loro, si accovacciò sotto il banco a piangere e ad implorare.. mentre tutti gli altri iniziarono a correre verso la porta.. come se fuggire li avrebbe salvati.
Sorrisi.
Poi la scossa si fermò, e tutto tornò alla normalità.
La professoressa uscì da sotto la cattedra e iniziò ad evacuarci.
Annoiata presi la cartella e mi diressi a passo svelto verso tutte le mie compagne in lacrime.
“Ragazze mettetevi in fila, e lentamente usciamo di qui.” Disse cercando di nascondere la sua agitazione.
Formammo due file, una composta dalle ragazze e una dai ragazzi, poi velocemente uscimmo dalla classe.
Vista la mia tranquillità, le mie compagne mi lasciarono indietro, facendomi fare da chiudi fila.
Non mi importava. Non sarei morta in nessun caso.
Ci trovavamo all’ultimo piano, quando iniziammo ad attraversare i corridoi affollati del nostro liceo.
Tutti correvano ed urlavano, benché i professori cercassero di mantenere la calma.
Guardai l’edificio, e notai delle crepe sui muri, e delle macerie lungo il pavimento.
Il terremoto aveva lasciato il segno nella struttura.. eppure quell’edificio ne aveva sopportati tanti terremoti dal 1947 ad ora.
Staccai gli occhi dalle macerie e mi ritrovai sola in mezzo al corridoio. Ormai il nostro piano era completamente evacuato.. e i miei compagni a quest’ora avranno già raggiunto la salvezza.
Mi voltai e feci per proseguire, quando dei versi attirarono la mia attenzione.
Erano dei lamenti e provenivano dalla caffetteria.
Cercai di ignorarli e proseguire..
“Aiuto..” Sentii dire con voce leggera e interrotta.
Mi voltai e feci qualche passo indietro, superai le macerie e raggiunsi la porta della caffetteria.
Il tetto era completamente crollato e i suoi resti erano sparsi sul pavimento.
Affianco alla finestra, un ragazzo, con gli occhi lucidi e il viso ricoperto di polvere, mi guardò implorante.
“Aiutami.. ti prego.”
Disse tenendosi la gamba.
Entrai e mi diressi verso di lui.
Lo guardai, e mi resi conto di non conoscerlo..  poi senza motivo, decisi che lo avrei salvato ad ogni costo.
Mi abbassai accanto a lui e gli poggiai una mano sulla spalla.
La sua testa mi ricadde sulla mano, e i suoi capelli biondi la sfiorarono.
“Tranquillo.. adesso usciamo di qui.” Dissi posizionandomi accanto a lui.
Presi il braccio sinistro di quel ragazzo e me lo passai sulla schiena, dopo di che lo afferrai dal busto e tentai di farlo alzare.
Gettò un urlo che mi costrinse a voltarmi verso di lui.
“Tutto bene? Che succede?” Gli chiesi nervosamente.
“La gamba.. mi fa male.” Disse sforzandosi di trattenere le lacrime.
Lo feci tornare nella posizione di prima, dopo di che mi avvicinai alla gamba che con la mano destra si teneva.
“Fammi vedere..” Dissi chinandomi.
Quando però, la sua mano smise di fare pressione sulla gamba, dovetti trattenermi.
Del sangue scorreva da un’enorme ferita che gli aveva ridotto i pantaloni in brandelli.. ed anche la sua mano ne era ricoperta.
Ogni muscolo del mio corpo si irrigidì, così mi ritrovai a stringere i pugni per  mantenere la calma.
Avrei potuto voltarmi di scatto, lasciare che le zanne mi calassero e addentare il collo di questo ragazzo..
Invece mi voltai e lo vidi sorridermi.

“Il sangue ti impressiona eh?” Disse quasi tramortito.
Annuii allontanandomi velocemente dalla sua gamba.
Tornai a lui, lo presi dal busto e usando la più piccola parte della forza che avevo in corpo, lo presi sulle spalle.
“Fammi scendere.. sono pesante non puoi portarmi fuori.” Disse cercando di allontanarsi.
Risi di gusto.
Era pesante? .. Avrei potuto lanciarlo in aria fino a fargli sfiorare il sole.
Attraversai le macerie della caffetteria dopo di che uscii in corridoio.
Superammo il primo, il secondo e il terzo piano.. ma quando arrivammo all’ultimo, la terra iniziò a tremare di nuovo.
Mi mantenni salda sulle gambe, e mi misi affianco ad una colonna in modo che altre macerie non potessero ferire il ragazzo che dietro le mie spalle si dimenava.
Mi fermai, poi accanto all’orecchio mi disse:
“Io.. io.. mi chiamo Justin.”
“Non mi sembra il momento adatto per le presentazioni.” Risposi vedendo un parte di tetto cadermi di fronte agli occhi.
Rise lui, questa volta.
Poi il terremoto si fermò  nuovamente, così ne approfittai e portai Justin accanto all’uscita.
Lo feci scendere dopo di che mi passai la sua mano accanto alla schiena, e lo portai fuori.
Il sangue che sgorgava dalla sua gamba continuava ripetutamente ad attirare la mia attenzione, così lasciai cadere il suo corpo sulle gradinate e feci per andarmene.
Avrei potuto correre alla velocità di un proiettile.. eppure la voce di quel ragazzo mi fermò.
“Aspetta..” Disse quasi urlando.
Mi voltai, stringendo i pugni e fingendo un sorriso.
“Qual è il tuo nome?” Mi chiese mentre professori ed inservienti lo accerchiarono.
“Drusilla..” Risposi annuendo.
“Drusilla..” Disse sorridendo.
Mi voltai e andai verso i miei compagni.
La nostra professoressa si voltò e mi guardò.
“Drusilla grazie a Dio stai bene.. Ci hai fatto prendere uno spavento.” Disse segnando qualcosa in un foglio.
Probabilmente la mia presenza.
Sorrisi e mi voltai.
Guardai Roth, e vidi del sangue sgorgarle dalla fronte.. mentre a Richard sanguinava il collo.
Era troppo pericoloso, per un vampiro come me restare in mezzo a tutta quella gente ferita.
Poi.. pensai al fatto che avrei potuto nutrirmi di quel ragazzo. Avrei potuto bere il sangue fino all’ultima goccia. Eravamo soli nell’edificio, nessuno avrebbe visto nulla e lo avrebbero dato per scomparso.. Invece, lo avevo salvato.
Mi voltai, e in lampo sparii fra la folla.


Ehi ciao :D
Sono la scrittrice della FF di Jude e Justin.
Ho deciso di iniziare questa nuova FF perchè amo scrivere, e perchè ho avuto in mente una trama abbastanza appassionante :)
Magari i primi capitoli non sono i migliori, ma spero che vi piacciano lo stesso.
Aspetto i vostri pareri per continuare..
Vi voglio bene
-Erika

Erika Silipigni su face
@IloveTheBiebes3 su twitter
  
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